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Teodoreto di Ciro



Teodoreto nacque ad Antiochia di Siria nel 393 e per un voto fatto dalla madre fu affidato ai monaci fin dalla prima infanzia.
Studiò teologia, filosofia e letteratura formandosi nell'ambiente monastico ed alla morte dei genitori, devoluta l'eredità in opere caritatevoli, si fece monaco ed entrò nel convento di Nicerte, presso Apamea, dove visse per sette anni.
Nominato vescovo di Ciro nel 423 prese ad occuparsi dell'amministrazione della vasta diocesi mentre diveniva famoso come oratore. Riuscì a convertire al Cristianesimo centinaia di pagani e di eretici, in particolare Marcioniti.
Fu sostenitore di Nestorio al Concilio di Efeso del 431 dove pronunciò l'anatema contro Cirillo insieme a Giovanni di Antiochia ed allo stesso Nestorio, ed ancora nei sinodi di Tarso e di Antiochia.
Nel 436 scrisse una Confutazione di Cirillo nella quale ribadiva la natura duale di Cristo e fu fra i promotori della condanna di Eutiche.
Durante l'episcopato di Dioscoro di Alessandria, successore di Cirillo, un editto imperiale confinò Teodoreto nella sua diocesi. Dioscoro ottenne che Teodoreto non fosse ammesso al secondo Concilio di Efeso e, successivamente, che fosse accusato di Nestorianesimo e deposto con l'ordine di rientrare nel convento di Nicerte.
Dopo la morte di Teodosio II, con il favore di papa Leone I, venne reintegrato nella diocesi e fu ammesso a partecipare al Concilio di Calcedonia del 451 in un primo momento senza diritto di voto, diritto che però gli fu riconosciuto nel corso del concilio stesso. A Calcedonia il Nestorianesimo ed il Monofisismo vennero entrambi condannati.
Teodoreto morì intorno al 457, forse nel monastero di Nicerte. Molto più tardi, nel 544, l'imperatore Giustiniano emanò l'editto detto dei Tre Capitoli con il quale condannava le opere di Teodoreto insieme a quelle di Teodoro di Mopsuestia e di Iba di Ebessa, considerandole legate al Nestorianesimo.
Il secondo Concilio di Costantinopoli dichiarò eretico Teodoreto e Giustiniano, tenendo in prigionia papa Vigilio, lo costrinse a scomunicare Teodoreto.
Sappiamo che Teodoreto compose varie opere di teologia, esegesi, storia e critica letteraria, molte delle quali furono distrutte per decisione del concilio di Costantinopoli. Ci rimangono: Quaestiones in Octateucum, Quaestiones in Libros Regnorum ed Paralipomenon, commentari al Libro dei Salmi, al Libro dei Cantici ed ai Libri dei Profeti, Cura per le malattie dei Greci, De Divina Providentia (raccolta di sermoni).
Fra i suoi scritti polemici: Refutatio Duedecim Anathematum (contro Cirillo), De Sancta ed Vivifica Trinitate, De Incarnatione Domini, Eranistes seu Plymorphos (il Mendicante), Haereticarum Fabularum Compendium.
Teodoreto fu autore anche di una Historia Ecclesiastica dal 323 al 429, continuazione dell'opera di Eusebio di Cesarea.


Riferimenti letteratura:
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare


  • Indice sezione