Popolo disceso dall'Italia centrale e stabilitosi nella zona della Sila soggiogando i popoli indigeni. Il fatto che il movimento coincida con l'invasione lucana del IV secolo fa pensare che i Bruzi fossero affini ai Lucani.
Nella seconda metà del IV secolo Alessandro d'Epiro tolse ai Bruzi Consentia e Terina, ma cadde a Pandosia nel 331 a.C..
Agatocle di Siracusa conquistò Ipponio (300 a.C.), ma i Bruzi alla fine restarono indipendenti.
La potenza dei Bruzi raggiunse il culmine nel III secolo, quando formarono una confederazione indipendente dal loro confine nord all' Aspromonte ed ebbero una propria monetazione. Parlavano Osco e Greco, onde Ennio li chiama bilingues bruttates.
Oltre alla capitale Consentia, le altre città furono: Aufugum (Montalto Uffugo), Besidae (Bisignano), Ocriculum (Crucoli), Lymphaeum (corrispondente al sito archeologico di Monte Sassone a Morano Calabro), Argentatum, Clampteia. Strapparono ai Greci Tempsa e Petelia.
Alla fine della guerra con Pirro i Bruzi persero metà della Sila che venne dichiarata di pubblico dominio.
Avendo ospitato Annibale durante la seconda guerra punica, alla morte di questi i Bruzi non furono ammessi nell'esercito romano nè considerati come alleati.

Luoghi del paese dei Bruzi ricordati da Plinio il Vecchio
Fiume Laus (segnava il confine con i Lucani), Blanda (oggi Maratea), Porto Partenio, Focei, Golfo Vibanese, Clamptia, Temesa, Terina, Carenza, Acheronte, Vibo Valentia, Porto di Ercole, Metauro, Tauroentum, Porto d'Oreste, Medina, Forte Scillio, Fiume Crati, Column Rhegia, Promontorio di Cenis, Reggio, Sila, Appennino, Promontorio Leucopetra, Locri Epizefiri

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Vedi anche:

Popolazioni in Italia in età romana

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Riferimenti letteratura:

Diodoro Siculo - Biblioteca storica

Livio - Storia di Roma

Valerio Massimo - Fatti e detti memorabili

Plinio il Vecchio - Storia Naturale

Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica

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