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Martino V papa



Ottone Colonna figlio di Agapito Colonna e di Caterina Conti nacque a Genazzano nel 1368.
Studiò diritto canonico all'Università di Perugia.
Urbano IV lo nominò protonotaro apostolico ed amministratore di Palestrina sede di un ramo della famiglia Colonna, Bonifacio IX lo nominò nunzio apostolico.
Il 12 giugno 1405 fu creato cardinale diacono di San Giorgio al Velabro ed arciprete della Basilica Lateranense da Innocenzo VII.
Nel 1409 prese parte al Concilio di Pisa nel quale votò per l'elezione di Alessandro V e per questo motivo fu scomunicato nel 1411 da Gregorio XII.
Nel 1410 partecipò all'elezione dell'antipapa Giovanni XXIII dal quale ebbe poi l'incarico di amministratore di Perugia, Todi, Orvieto ed altre città dell'Umbria.
Nel 1414 Giovanni XXIII fu costretto dall'imperatore Sigismondo a convocare il Concilio di Costanza per risolvere lo scisma d'occidente. In quel momento infatti, oltre a Giovanni XXIII regnavano Gregorio XII a Roma e Benedetto XIII a Avignone.
Gregorio XII abdicò spontaneamente mentre Benedetto XIII e Giovanni XXIII vennero deposti dal Concilio.
L'8 novembre 1417, nell'ambito del Concilio di Costanza, si aprì un conclave composto da ventinove membri che l'11 novembre elesse Ottone Colonna che scelse il nome di Martino V in omaggio al santo festeggiato quel giorno.
Il nuovo pontefice venne consacrato il 21 novembre 1417 e presedette il Concilio di Costanza fino alla sua conclusione avvenuta il 22 aprile 1418, promuovendo una riforma del clero.
Partito da Costanza, sostò a Ginevra, Torino e Milano. Qui fu ospite di Filippo Maria Visconti che riconciliò con Pandolfo Malatesta.
Fu ospite di Gianfrancesco Gonzaga a Mantova quindi attraversò la Romagna evitando Bologna dove si verificavano disordini.
Il 26 giugno 1419 giunse a Firenze dove si trattenne per diversi mesi curando il recupero di vari territori che erano stati sottratti alla Chiesa.
A Firenze lo raggiunse Giovanni XXIII per fare atto di sottomissione e Martino V lo nominò vescovo di Frascati e decano del Sacro Collegio.
Nel 1418 Martino aveva concluso un'alleanza con la regina di Napoli Giovanna ed in forza di questo accordo il condottiero Muzio Attendolo Sforza passò al suo servizio e fu nominato confaloniere della Chiesa.
Lo Sforza doveva combattere contro Braccio da Montone che si era proclamato signore di Perugia e di altre città sottoposte alla Chiesa, ma fu sconfitto presso Assisi il 20 giugno 1419 ed infine Martino V dovette concedere a Braccio il titolo di vicario di Perugia, Todi, Orvieto e Jesi, che equivaleva a riconoscere la sua signoria su quelle terre.
I rapporti con Giovanna d'Angiò si guastarono, pare per le trame di Gianni Caracciolo preferito della regina, e Martino V prese a sostenere Luigi d'Angiò che aspirava al trono di Napoli. Nello stesso periodo concluse un accordo con Braccio da Montone perché in cambio del riconoscimento il condottiero recuperasse per la Chiesa la città di Bologna (Febbraio 1420), impresa che fu portata a compimento durante l'estate.
Il 28 settembre 1420 Martino V entrò in Roma dove dimorò in Vaticano fino al 1427 quindi si trasferì nel nuovo palazzo della sua famiglia presso Ss. Apostoli.
Al suo arrivo Roma soffriva di un terribile degrado che il Pontefice si sforzò di sanare con restauri ed opere pubbliche.
Per opporsi alle ambizioni di Luigi d'Angiò, Giovanna II decise di adottare Alfonso V d'Aragona, ma in seguito preoccupata dalle mire dell'Aragonese rievocò l'adozione e la trasferì a Luigi d'Angiò con l'approvazione di Martino V.
Nel 1424 Giovanna II e Martino V inviarono Muzio Attendolo Sforza contro Braccio da Montone che, passato a Alfonso V, assediava l'Aquila. Durante questa impresa lo Sforza morì annegando nel fiume Pescara (4 gennaio 1424) e Braccio morì per una ferita riportata in combattimento (5 giugno 1424).
Dopo la morte di Braccio da Montone Perugia, Assisi ed altri luoghi da lui occupati tornarono alla Chiesa, Bologna si consegnò spontaneamente al Papa ed i Malatesta gli cedettero Osimo, Cervia, Fano, Pergola e Senigallia.
Nel 1429 Alfonso V si riconciliò con Martino V inducendo l'antipapa Clemente VIII ad abdicare.
Martino V morì il 20 febbraio 1431 per un colpo apoplettico e fu sepolto nella Basilica Lateranense. Gli successe Eugenio IV.

Fra i momenti salienti del suo pontificato si ricorda:
- bandì una crociata in aiuto di Giovanni re del Portogallo contro i Saraceni,
- promulgò un decreto sulla periodicità dei concilii,
- intrattenne trattative con la Chiesa di Costantinopoli,
- con la bolla Sicut Iudaeis del 31 gennaio 1419 concesse agli Ebrei la possibilità di esercitare qualsiasi attività ed altri privilegi,
- curò in Roma il rifacimento del portico di San Pietro, il restauro del Pantheon, la posa del pavimento in mosaico della chiesa in Laterano, ampliamenti e restauri del palazzo Colonna che rese sede pontificia, la fortificazione di Porta Pinciana,
- Commissionò a Gentile da Fabriano e a Pisanello affreschi per San Giovanni in Laterano (perduti) e a Masolino da Panicale e Masaccio un polittico per Santa Maria Maggiore (parzialmente conservato)
- Perseguitò i Fraticelli in Italia e gli Ussiti in Ungheria
- Nel 1423 convocò il concilio di Pavia poi trasferito a Siena a causa della peste ed infine rinviato a Basilea per il 1431,
- Nel 1423 celebrò il quinto Giubileo,
- Canonizzò Santa Brigida, riconoscendo l'ordine da lei fondato, e Santa Monica madre di S. Agostino



Riferimenti letteratura:
  • Paolo Giovio - Vite degli Sforza
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare
  • Alfonso Capecelatro - Storia di Santa Caterina da Siena e del Papato del suo tempo


    Vedi anche:
  • Cronologia dei Papi ed Antipapi



  • Indice sezione