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Figli:
  • Ade
  • Demetra
  • Era
  • Zeus
  • Poseidone
  • Rea o Cibele



    'Madre degli Dei' nella mitologia greca, era divinità di origine frigia.
    Sposa di Crono è madre di Estia, Demetra, Era, Zeus, Ades, Posidone. Salva Zeus dalla crudeltà del padre che ingoiava i propri figli, scambiando il neonato con una pietra avvolta in fasce.
    Nel tempio di Apollo a Delfi si conservava una pietra detta Abadir che si credeva fosse quella usata da Rea per ingannare Crono e che veniva regolarmente cosparsa di olio ed avvolta nella lana.
    In un mito antichissimo si trasforma in serpente per ostacolare l'unione fra Zeus e Demetra, Zeus credendo che il serpente sia Demetra si trasforma a sua volta ed intrecciati in un groviglio inestricabile i due rettili si accoppiano. Il mito sarebbe l'origine della verga di Ermes, intorno alla quale sono appunto intrecciati due serpenti.
    I Sacerdoti di Cibele detti Coribanti, celebravano le sue feste sul monte Dindimo, presso Cizico, secondo quanto narra Erodoto.
    Nell'isola di Lemno era detta Cabira che significava madre dei Cabiri, partorisce ad Efesto il bambino Cadmilo, il più piccolo dei suoi figli ed in seguito uno dei suoi amanti.
    Corrisponde alla Grande Madre minoica, diffusa da Creta in tutto il bacino dell'Egeo, adorata in Asia Minore come Cibele (in Frigia), Ma in Cappadocia, Anahita in Armenia ed è raffigurata seduta in atteggiamento matronale in bassorilievi hittiti.
    Omero la menziona una sola volta in Iliade XV, 187 mentre Esiodo ne parla diffusamente (Teogonia 452-500). In Esiodo Rea si rifugia a Creta in procinto di partorire Zeus ed in una caverna del monte Ditte da alla luce il bambino.
    I Cureti, battendo le loro armi a ritmo di danza, coprono i vagiti del neonato per nasconderli a Crono.
    Grazie alle sue connessioni con il mito troiano, il culto di Cibele fu introdotto a Roma nel 204 a.C.
    A Roma le feste di Cibele iniziavano il 15 marzo con una processione propiziatoria per il raccolto e culminavano il 27 marzo con il lavacro rituale dell'immagine della dea nel torrente Almone, presso la Porta Capena. In questa occasione i sacerdoti, detti Coribanti o Galli, si ferivano, a volte si castravano, in memoria ed in onore del giovane Attis amato da Cibele.
    Durante la festa di Cibele si svolgevano spettacoli scenici a contenuto erotico deprecati da Agostino (De Civitate Dei II,4). I Romani le dedicavano inoltre i Megalesia dal 3 al 10 di aprile.
    In Ovidio (Fasti,4,182) la dea è detta Madre Idea dal Monte Ida, nella Frigia.
    Alcune superstizioni legate al culto di Cibele, fra cui la pretesa immortalità degli iniziati, fecero perdurare il culto stesso anche in età cristiana. Suggestioni derivanti da tale culto furono infatti in rapporto con l'eresia montanista.

    Diodoro Siculo riporta miti di origine egiziana secondo i quali Rea, insieme al fratello Crono, governò l'Egitto dopo Ammone e prima di Iside ed Osiride.
    Ancora Diodoro Siculo racconta una versione ellenistica del mito di Cibele. In questa versione viene esposta neonata da ignoti genitori e nutrita dalle belve finchè alcune donne la trovano e la prendono con loro. Crescendo Cibele diviene molto bella e dimostra di possedere arti magiche curando i bambini infermi. Si innamora di un giovane di nome Attis che la rende incinta ma quando Cibele viene riconosciuta i suoi genitori uccidono Attis e la giovane impazzisce. Prende a vagare nelle campagne della Frigia suonando il cembalo, accompagnata dall'amico Marsia. Si innamora di lei Dioniso che prende ad accompagnarla ed ordina ai Frigi di venerarla come una dea.
    Fra gli attributi della dea: Idea (dal monte Ida), Dindimene (dal monte Dindimo), Sipilene (dal monte Sipilo).


    Riferimenti letteratura:
  • Inni Omerici
  • Esiodo - Teogonia
  • Pindaro - Olimpiche
  • Apollonio Rodio - Argonautiche
  • Ovidio - Fasti
  • Igino - Fabulae
  • Plutarco - Iside e Osiride
  • Luciano di Samosata - Dialoghi marini, degli dei e delle cortigiane
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache
  • Agostino di Ippona - La città di Dio



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