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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Tideo
  • Deipile
    Fratelli e sorelle:
  • Aleno
  • Diomede



    Uno dei maggiori eroi greci nell'Iliade, Diomede è figlio di Tideo, principe di Calidone e di Deipile, successore di Adrasto nel regno di Argo. Fra le sue gesta il combattimento con gli dei quando, con l'aiuto di Atena riesce a colpire ed allontanare dal campo di battaglia Ares e Afrodite.
    Nell'XI canto dell'Iliade viene ferito da Paride e costretto ad abbandonare il campo di battaglia.
    Insieme ad Ulisse rapisce da Troia il Palladio.
    Diomede compare nell'undicesimo libro dell'Eneide quando riceve ad Arpi Venulo, ambasciatore dei Latini che viene a chiedergli aiuto contro i Troiani. Diomede mostra di considerare le varie sciagure toccate a molti eroi greci dopo la guerra di Troia come una maledizione, inoltre rammenta Enea come uno dei più valorosi combattenti della guerra e, per questi motivi, rifiuta di intervenire.
    Una leggenda vede Diomede impegnato, insieme all'amico Stenelo, a combattere Agrio ed i suoi figli che avevano usurpato a Calidone il trono di Eneo, nonno di Diomede.
    In quanto figlio di Tideo partecipa alla missione degli Epigoni per vendicare la morte del padre ucciso a Tebe.
    Nella tradizione post-omerica, Diomede dopo la guerra di Troia si stabilì in Puglia. Questo ed altri nostoi adombrano, secondo alcuni studiosi, i rapporti arcaici fra la civiltà micenea e l'Italia Meridionale.
    Dopo la guerra tornò ad Argo dove rischiò di cadere vittima dell'agguato preparato dalla moglie Egialea e del suo amante Comete, si salvò riparando nel tempio di Era e lasciò la città. Dopo lunghe peregrinazioni nell'Adriatico approdò in Puglia dove aiutò il re Dauno contro i Messapi, sposò Evippe figlia del re e ottenne un territorio sul quale fondò Siponto. Morì molto anziano e fu sepolto in una delle isole antistanti il Gargano che da lui presero il nome di Diomedee.
    In un'altra versione citata da Licofrone Dauno, dopo la sconfitta dei Messapi, non rispetta l'impegno di concedere una parte del regno a Diomede e viene chiamato a giudicare la contesa Aleno fratello di Diomede il quale, innamorato della figlia di Dauno, non riconosce le ragioni del fratello. Diomede allora segna il confine delle terre contese con delle pietre inamovibili provenienti da Troia e scaglia una maledizione: quella terra non darà frutto se a coltivarla non saranno i suoi discendenti
    Afrodite si vendicherà inoltre trasformando in uccelli i compagni di Diomede che pescheranno uova di pesce e accetteranno bocconi dagli umani.

    Nel canto XXVI dell'inferno dantesco, Dante incontra Ulisse e Diomede nell'ottava bolgia uniti anche nella pena, che pagano tra i consiglieri fraudolenti per l'inganno del cavallo di Troia, per lo stratagemma con cui indussero Achille ad abbandonare Deidamia e per il furto del Palladio.

    Nel poemetto Filostrato di Boccaccio, Diomede è rivale in amore del protagonista Troilo, la bella Criseida si innamora di lui e Troilo, pazzo di dolore e di gelosia, cerca la morte in battaglia, trovandola per mano di Achille.



    Riferimenti letteratura:
  • Iliade
  • Euripide - Reso
  • Virgilio - Eneide
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Igino - Fabulae
  • Licofrone - Alessandra
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Ditti Cretese - Storia della guerra troiana
  • Darete Frigio - Storia della rovina di Troia
  • Divina Commedia - Inferno
  • William Shakespeare - Troilo e Cressida


    Vedi anche:
  • Sette contro Tebe
  • Epigoni



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