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Pietro Lando



Nato a Venezia nel 1461 da famiglia non nobile, Pietro Lando si dedicò per qualche tempo al commercio senza particolare successo. Ottenne migliori risultati nel campo della politica e della diplomazia, ebbe molti incarichi amministrativi e fu spesso ambasciatore di Venezia.
Durante una missione a Faenza fu fatto prigioniero da forze antiveneziane e detenuto per tre anni.
Tornato a Venezia riprese gradualmente l'attività politica, fu procuratore di San Marco e collaboratore del doge Andrea Gritti al quale succedette nel 1539 quando, all'età di settantasette anni, fu eletto settantottesimo doge.
Il suo governo ebbe inizio durante una crisi dovuta alla carestia che spingeva la popolazione dell'entroterra a cercare in città mezzi di sostentamento, provocando disordini e aggravando la situazione.
In queste circostanze i Veneziani furono costretti a dichiararsi neutrali rispetto alle guerre in corso in Europa, inoltre Lando volle cercare il modo di concludere la guerra contro i Turchi ma le condizioni della pace comportarono gravi perdite territoriali nel Peloponneso.
Questo accordo non fu gradito al Maggior Consiglio che lo giudicò troppo oneroso, inoltre si sospettò che si fossero verificate fughe di informazioni segrete, perciò venne istituito un consiglio di inquisitori le cui indagini tormentarono il popolo che attribuì a quella sorta di polizia segreta il soprannome di "babau".
Vennero emanati provvedimenti per controllare la pubblica morale e si inda sulla presenza di eresie.
Senza aver compiuto atti degni di particolare attenzione durante il suo dogato, Pietro Lando morì il 9 ovembre 1545. Suo successore fu Francesco Donà.



Vedi anche:
  • Dogi di Venezia




  • Indice sezione