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Sciarra Colonna



Giacomo Colonna, membro di un'importante famiglia nobiliare laziale, ebbe il soprannome Sciarra per il suo carattere litigioso, sciarra in volgare significava appunto lite, violenta discussione.
Da sempre rivali della famiglia Caetani, i Colonna erano stati sconfitti ed umiliati ad opera di Bonifacio VIII (al secolo Benedetto Caetani) che li aveva costretti a cedergli la loro principale roccaforte, la cittadina di Palestrina e l'aveva rasa al suolo.
Quando il re di Francia Filippo il Bello, in aperto conflitto con Bonifacio, inviò in Italia il suo consigliere Guglielmo di Nogaret per arrestare il pontefice e condurlo in Francia dove sarebbe stato processato per eresia, omicidio e simonia, Sciarra Colonna si mise a disposizione del funzionario francese con tutte le risorse militari di cui disponeva e partecipò alla presa del palazzo papale di Anagni. Un racconto tradizionale ma non documentabile storicamente vuole che Sciarra Colonna sia arrivato a schiaffeggiare il pontefice, oltraggio inaudito e probabilmente non vero, tuttavia è certo che Bonifacio subì durante la cattura gravissime ingiurie il cui effetto, unito alla calcolosi che lo tormentava da tempo, lo portò a morte pochi giorni dopo.
Dopo la morte di Bonifacio i Colonna tornarono ad avere grande potere nel Lazio e Sciarra era capitano del popolo a Roma quando il 17 gennaio 1328 conferì 'in nome del popolo romano' la corona imperiale a Ludovico il Bavaro contro la volontà di papa Giovanni XXII che risiedeva ad Avignone.

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