4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ

Sunelweb
    
Guida rapida
A B C D E F G H I J K L M
N O P Q R S T U V W Y Z  
 

Marco Aurelio - Lettere a Frontone



Le Lettere a Frontone furono scritte dal giovane Marco Aurelio durante i periodi di vacanza quando, soggiornando a Baia, Alsio e in altre località, si separava dal suo maestro ed amico Marco Cornelio Frontone. Questi fu un celebre retore di origini africane, scelto dall'imperatore Antonino Pio come suo portavoce e come precettore di Marco Aurelio e di Lucio Vero.
Le lettere presentano tre principali caratteristiche:
- costante dimostrazione di stima e di affetto dell'allievo nei confronti del maestro, sentimenti evidentemente ricambiati come si evince dai frequenti ringraziamenti di Marco per le lodi e le belle parole di Frontone nei suo riguardi,
- disciplina ed impegno di Marco nello studio della retorica, la materia che Frontone gli insegnava, ma questi comportamenti cambiano con il passare del tempo e se nelle prime lettere Marco si presenta come diligente discepolo ansioso di ottenere l'apprezzamento del maestro, nelle successive dimostra via via maggior senso critico e si comprende come i suoi interessi si facessero più ampi del "programma" che Frontone, rigido conservatore, gli sottoponeva,
- aspetti della personalità del giovane principe che si mostra tutto sommato modesto se si considera la sua posizione sociale di erede designato dell'impero, è in pratica un ragazzo senza problemi economici (ovviamente) attento al mondo che lo circonda, critico verso se stesso ma anche capace di qualche bravata giovanile e di comprensibili momenti di indolenza.
Non sarebbe utile riportare qui il contenuto di ciascuna delle circa novanta lettere che ci sono pervenute in parte mutile. Non sono e non dovevano essere un'opera letteraria compiuta o un racconto organico ma sono documenti della corrispondenza reale fra due persone vissute nel secondo secolo d.C. i cui casi non sono poi così dissimili da quelli che si possono vivere ai giorni nostri. Proprio per questi motivi molti messaggi sono ripetitivi o molto simili tra loro, altri non molto interessanti perché si tratta (anche) di esercizi di composizione che Marco eseguiva probabilmente su richiesta del maestro.
Altri aspetti sono invece interessanti, primo fra tutti il notare come il legame fra i due uomini rimanga stretto e affettuoso anche quando Marco diviene adulto, ha una figlia e si preoccupa per la sua salute. E' allora che Frontone, come è naturale, perde la sua funzione strettamente didattica ma rimane, e questo è notevole, un consigliere e un amico del giovane principe.
E' inoltre possibile cogliere in questo carteggio scene e momenti della vita dei due corrispondenti e delle loro famiglie, notizie su altri personaggi e avvenimenti. E' insomma una finestra socchiusa dalla quale possiamo spiare la vita dell'imperatore filosofo prima che divenisse tale.

Alcuni punti salienti delle Lettere a Frontone:

- Lettera 2: i maestri di retorica usavano assegnare agli allievi il compito di contraddire le parole di un altro oratore o di pronunciare loro stessi due orazioni, una pro e l'altra contro lo stesso argomento. In questo caso Frontone ha composto un encomio del sonno e vuole da Marco un discorso contrario. Marco risponde con un'encomio dell'insonnia: attingendo a Omero cita episodi nei quali il sonno ha creato grossi guai ai dormienti, mentre Ulisse dormiva i suoi compagni liberarono i venti, mentre Ulisse dormiva i suoi compagni uccisero le giovenche del Sole per cibarsene; Agamennone dormiva (per volontà di Zeus) mentre gli Achei attaccavano i Troiani e perdevano molti uomini. Ennio diceva di essere divenuto poeta per un sogno, ma per raccontarlo dovette svegliarsi. Esiodo camminava pascendo le pecore, quindi non dormiva quando incontrò le Muse. Spiritosamente Marco annuncia che dopo aver scritto questa lettera andrà a dormire sperando che il sonno non gli renda la pariglia.

- Lettera 3: La lettera parla di un'orazione che Frontone aveva scritto e sottoposto a Marco per avere la sua opizione, a sua volta Marco aveva sottoposto il testo a Antonino Pio che l'aveva molto apprezzato. Frontone doveva pronunciare l'orazione per opporsi a un decreto proconsolare che stabiliva che i testamenti dei cittadini romani residenti nelle province fossero aperti a Roma. L'oratore sosteneva che ciò avrebbe comportato il rischio che persone che non ne avevano il diritto godessero dei beni del defunto a discapito dei legittimi eredi per molto tempo rimandando ad oltranza il viaggio a Roma prescritto dal provvedimento.

- Lettera 7: Marco si lamenta con Frontone del fastidio che gli procura l'adulazione che molti gli rivolgono in quanto figlio dell'imperatore

- Lettere 16 e 17: Sapendo che Frontone dovrà parlare in un processo contro Erode Attico, Marco gli consiglia di parlare con moderazione limitandosi a dire la verità senza esprimere i propri sentimenti e di non esporsi a provocazioni. Anche Erode Attico era stato precettore di Marco Aurelio che quindi si trova in una situazione delicata non volendo prendere posizioni nettamente contrarie nè all'accusato nè all'accusatore.

- Lettera 34 e lettera 48: Marco informa l'amico sulla salute della piccola Faustina (Annia Galeria Faustina, sua prima figlia) convelescente da una malattia

- Lettera 61: Marco accenna ad un altro suo maestro, Apollonio di Calcide

- Lettera 62: compare per la prima volta un accenno di Marco a suo fratello Lucio Vero del quale loda il discorso di ringraziamento per il suo primo consolato (anno 154).

- Lettere da 63 a 68: Marco si mostra preoccupato per gli alti e bassi della salute di Frontone

- Lettera 73: la lettera contiene gli auguri per il compleanno di Frontone e notizie sulla salute dei figli di Marco: Faustina, Antonino Gemino, Cornificia

- Lettere 87 e 88: le condoglianze di Marco per la morte di un nipotino di Frontone, figlio di Aufidio Vittorino e di Grazia

Indice sezione