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Ezzelino III da Romano



Figlio di Ezzelino II da Romano e di Adelaide degli Alberti di Mangona, fratello di Alberico e di Cunizza, nacque nel 1194.
Dal 1223 signore della Marca Trevigiana, ghibellino, divenne vicario di Federico II che lo aiutò ad includere nei suoi domini anche Padova, Vicenza e Verona. Per consolidare l'alleanza con i Romano che dominavano territori strategicamente importanti, Federico II diede in moglie a Ezzelino III Selvaggia, sua figlia naturale.
Nel 1254 Ezzelino fu scomunicato da Innocenzo IV che esortò le città dell'Italia Settentrionale ad abbatterlo, da parte sua Ezzelino tentò di invadere la Lombardia e si scontrò nel 1259 a Cassano d'Adda con una lega di comuni guelfi. Sconfitto e fatto prigioniero morì poco dopo per le ferite riportate nel combattimento.
Dante lo colloca nel cerchio dei violenti (Inf. XII, 110) e ne parla ancora in Paradiso IX, 29 durante l'incontro con Cunizza da Romano, sorella di Ezzelino.
Alla morte di Ezzelino III si ispira inoltre Ecernis di Albertino Mussato (1261-1329), primo tentativo in Italia di tragedia classica.


Il regno di Federico II aveva introdotto nell'Italia Meridionale metodi di amministrazione politica e finanziaria parzialmente derivati dal mondo orientale e del tutto nuovi per l'Europa.
Il sistema feudale sotto l'Hohenstaufen era stato completamente cancellato e tutte le forme di potere erano state centralizzate. Nel settentrione italiano il corrispondente di Federico era il famigerato Ezzelino da Romano che, pur essendo più dedito alla conquista che all'amministrazione dei suoi domini, lasciò nella storia l'immagine di uno dei più efferati tiranni, immagine per alcuni versi esagerata dalla tradizione.
liberamente tratto da La civiltà del rinascimento in Italia di J. Burckhardt.


Riferimenti letteratura:
  • Divina Commedia - Inferno
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare



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