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Cristoforo Moro



Sessantaseisimo doge di Venezia dal 1462 al 1471.
Dopo una lunga carriera nelle istituzioni della Repubblica e dopo varie esperienze come ambasciatore presso la Santa Sede, Cristoforo Moro fu eletto doge il 12 maggio 1462, successore di Pasquale Malipiero.
Nel novembre 1463 propose al Magior Consiglio di inviare una flotta contro i Turchi, la proposta fu approvata a condizione che il comando fosse affidato allo stesso doge e Moro, suo malgrado, dovette accettare. Nell'agosto 1464 raggiunse Ancona dove avrebbe dovuto unirsi alla flotta pontificia ma le condizioni del papa Pio II, che sarebbe morto pochi giorni dopo, venificarono l'impresa e Moro riportò le sue navi a Venezia.
Negli anni successivi la nuova grande armata organizzata da Maometto II passò all'offensiva e nel 1469 arrivò a saccheggiare l'Eubea e Istria. L'intervento veneziano non fu tempestivo, le truppe subirono molte perdite e i loro comandanti furono trucidati. Il comandante supremo, Nicolò da Canal, riuscì a tornare a Venezia ma fu processato e esiliato.
Un nuovo comandante, Pietro Mocenigo, ebbe a disposizione nuove risorse sufficienti per compiere incursioni nell'Adriatico e per conquistare Smirne.
Cristoforo Moro morì il 9 novembre 1471 senza lasciare eredi. Fu sepolto nella chiesa di San Giobbe. Suo successore fu Niccolò Tron.


Vedi anche:
  • Dogi di Venezia



  • Indice sezione