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Pelagianesimo



Eresia "aristotelica" che veniva incontro al desiderio di vita ascetica diffuso fra le anime nobili del tempo.
Era caratterizzato da una concezione ottimistica della natura umana e nacque dalla predicazione e dagli scritti dell'asceta Pelagio, di origine britannica.
Ebbe fra i più ferventi seguaci Caelestius, che diffuse le idee di Pelagio in tutto il bacino del Mediterraneo.
La lotta della Chiesa Africana contro il Pelagianesimo ebbe inizio nel 411 con la condanna di Caelestius in un concilio a Cartagine, poi gli sforzi si volsero ad ottenere la condanna dell'eresia da parte della Chiesa di Roma.
Furono inviati a Roma i decreti dei concili di Cartagine e Milevi con la lettera privata di cinque vescovi: Aurelio, Agostino, Alipio, Evodio e Possidio.
Innocenzo rispose nel 417 con una condanna molto vaga e nel frattempo Pelagio aveva ottenuto il favore del sinodo di Diospolis (Lydda) in Palestina, condizione che seppe utilizzare per influenzare il papa. Dopo la morte di Innocenzo I, nel marzo 417, il suo successore Zosimo, influenzato dalle pressioni dei Pelagiani, esitava a soddisfare le richieste dei Cattolici africani. Solo dopo che la corte imperiale ebbe apertamente condannato il Pelagianesimo, Zosimo decretò la propria condanna (estate 418).
Il decreto fu stilato in due redazioni, una per l'Africa ed una per il resto del mondo e di esso, il Tractoria, ci rimane ben poco.

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