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Famiglia da Polenta



Famiglia patrizia del Ravennate, prese il nome dal castello di Polenta a Bertinoro, presso Forlì, concesso dagli arcivescovi di Ravenna dai quali i Da Polenta ottennero nel XII secolo anche il titolo di Visconti.
Nella prima parte del XIII secolo la famiglia raggiunse maggior prestigio ottenendo importanti cariche nella curia arcivescovile e nel comune di Ravenna.
Durante un periodo di vacanza del seggio arcivescovile i Da Polenta, insieme alla famiglia dominante dei Traversari, invasero territori della chiesa impossessandosene tanto che successivamente Geremia e Lamberto furono confinati in Puglia per alcuni anni. Al loro ritorno nel 1248, comunque, ripresero un ruolo di grande evidenza nella vita politica cittadina e divennero noti anche presso altre città che affidarono loro incarichi ed arbitrati.
Intorno al 1270 la famiglia dei Da Polenta si scisse in due fazioni politiche. L'una faceva capo a Guido Riccio e parteggiava per i Traversari mentre l'altra faceva capo a Guido Minore, figlio di Lamberto, il quale nel 1275 con l'aiuto dei Malatesta di Rimini cacciò i Traversari e si impadronì della signoria su Ravenna.
Stipulando l'alleanza Guido Minore fece sposare la figlia Francesca a Gianciotto Malatesta il quale successivamente scoprì la relazione di Francesca con il cognato Paolo Malatesta ed uccise i due adulteri.
L'episodio non suscitò particolare scalpore e non inficiò i rapporti di alleanza fra i Da Polenta e i Malatesta e ci è noto, probabilmente, solo per il meraviglioso racconto che ne fece Dante nel quinto canto dell'Inferno.
Nel 1285 Guido Minore fu fra i capi del partito guelfo in Toscana e nel 1290 fu nominato podestà di Firenze.
Fu durante gli anni di Guido Minore che la famiglia raggiunse il massimo splendore ed estese i proprio domini acquisendo anche i territori di Cervia e Comacchio.
Guido Minore morì nel 1310 e la signoria di Ravenna fu assunta congiuntamente dai figli Lamberto II e Bernardino.
Bernardino combattè contro Cesena, della quale fu nominato podestà nel 1309, e contro Ferrara. Si schierò con Roberto d'Angiò contro l'imperatore Enrico VII e per i suoi meriti in questa guerra fu nominato podestà di Firenze, morì mentre ricopriva questa carica nel 1313.
Lamberto II resse da solo la signoria fino alla morte, avvenuta nel 1316, gli succedette il figlio Guido Novello.
Questi governò attuando una politica di pace e distensione fino al 1322 quando fu spodestato dal cugino Ostasio mentre era assente da Ravenna per svolgere l'incarico di capitano del popolo a Bologna. Guido Novello non riuscì a riprendere il potere ed Ostasio governò fino al 1346 preoccupandosi prevalentemente di aumentare le sue ricchezze personali. Alla morte di Ostasio il potere passò al figlio Bernardino II il quale, per evitare rivalità, imprigionò i propri fratelli e li lasciò morire di fame.
Bernardino morì a sua volta nel 1359, lasciando il governo al figlio Guido. Questo Guido tentò di ripristinare uin governo equo e pacifico e di stabilizzare le sorti di Ravenna con una serie di alleanze e matrimoni politici. Sposò infatti Elisa figlia di Obizzo III d'Este e fece sposare i suoi figli e figlie con rappresentanti delle più importanti famiglie italiane del suo tempo.
Nel 1389 Guido venne incarcerato dai suoi figli che lo lascirono morire d'inedia e si impadronirono del potere. I figli di Guido morirono in rapida successione, probabilmente assassinati, e nel 1405 uno di loro, Obizzo, rimase unico signore di Ravenna.
Obizzo, come ormai da tempo tutta la sua famiglia, era sottoposto alla supremazia veneziana. Combattè per Venezia contro gli Estensi e contro Carrara e nel 1406 finì per cedere Ravenna ai Veneziani richiedendo l'invio di un podestà, con il patto che al termine della sua discendenza in linea maschile il governo di Ravenna sarebbe passato ai Veneziani.
Obizzo morì il 31 gennaio 1431 e suo figlio Ostasio governò sotto la vigilanza di un procuratore veneziano. Nel 1438 Ravenna fu conquistata da Niccolò Piccinino assoldato dai Visconti e ripresa nel 1441 dai Veneziani che assunsero direttamente il governo della città esiliando Ostasio e ponendo fine alla signoria dei Da Polenta.


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