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Lancillotto



Cavaliere della Tavola Rotonda, uno dei personaggi più noti del ciclo di Re Artù, sebbene non lo si trovi nelle opere più antiche.
Il romanzo Lancillotto o il cavaliere della carretta di Chrétien de Troyes è il primo che lo veda protagonista, presentandolo al lettore come miglior cavaliere di Re Artù e come amante della regina Ginevra.
Figlio del re Ban di Benoic (o Benwick), Lancillotto rimane orfano da bambino e viene rapito dalla Dama del Lago che regge un regno misterioso reso invisibile dal miraggio di un lago.
Divenuto un giovane uomo, Lancillotto lascia il regno della Dama e si reca alla corte di Re Artù per essere nominato cavaliere. Nel racconto di Chrétien Lancillotto ha il compito di ritrovane e liberare la regina Ginevra, rapita dal perfido Melegant, ma il cavaliere e la regina si innamorano e prima di tornare a Camelot hanno modo di godere di una notte d'amore.
In altre fonti Lancillotto ha anche un'altra esperienza amorosa, quella con Elena, figlia del Re Pescatore, che gli darà un figlio di noem Galahad, futuro campione della ricerca del Graal. Quando l'illecito amore di Lancillotto e Ginevra viene scoperto, Lancillotto fugge mentre Ginevra viene condannata a morte ma per salvarla l'amante assalta la corte, seguono vari episodi di combattimento, muoiono Artù e Ginevra e molti cavalieri. Lancillotto diventa un eremita e muore molti anni dopo.

Dall'epoca di Chrétien de Troyes, il personaggio di Lancillotto ha ispirato scrittori e poeti con il suo stereotipo di cavaliere senza macchia e senza paura. Dante lo evoca non come combattente e cavaliere ma come uomo innamorato e l'amore di Lancillotto e Ginevra diventa modello favoloso di quello più concreto ma altrettanto drammatico di Paolo e Francesca.


Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante

Inferno V, 127-138



Riferimenti letteratura:
  • Chrétien de Troyes - Lancillotto o il cavaliere della carretta
  • Divina Commedia - Inferno





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