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Tersite



Protagonista di un episodio del secondo libro dell'Iliade, Tersite può essere senz'altro considerato un personaggio comico.
Omero lo descrive bruttissimo, guercio, calvo, storpio, gobbo, con la testa a punta, vile e ciarlatano, la piena antitesi cioè del modello eroico a cui si rifanno, per aspetto e per carattere, Achille, Ulisse e gli altri capi greci.
Quando Agamennone, dopo nove anni di assedio, vuole saggiare l'umore dei suoi uomini e fa loro credere che Zeus, in sogno, gli abbia ordinato di abbandonare la guerra, rischia la diserzione di massa di tutto l'esercito. Ulisse, pur sostenuto da Atena, deve faticare non poco per convincere i compagni a rimanere, alla fine solo Tersite continua ad urlare offese contro Agamennone ed a strepitare perchè si parta senza indugio.
Ulisse, nel quadro di un'azione comica, appunto, con lui passa subito alle vie di fatto riducendolo al silenzio con le bastonate. Ancora proprio del personaggio delle farse è il modo in cui Tersite finalmente si quieta sedendo in disparte umiliato e dolorante e si asciuga il pianto con il dorso della mano, nel mezzo del dileggio generale.
Anche Shakespeare nella commedia Troilo e Cressida rispetta questi caratteri del personaggio, anche il suo Tersite è ciarliero, malizioso e irriverente. I suo interventi non sono funzionali allo svolgimento della vicenda ma servono per "guarnire" il racconto con un elemento comico, come del resto in Omero
In una versione del mito proposta da Licofrone, Tersite viene ucciso da Achille per aver colpito Pentesilea moribonda mentre Achille ne contemplava la bellezza.


Riferimenti letterari:
  • Iliade
  • Aulo Gellio - Notti Attiche
  • Licofrone - Alessandra
  • Quinto Smirneo - Posthomerica
  • William Shakespeare - Troilo e Cressida



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