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Arpalo



Arpalo era imparentato con Filippo II di Macedonia che aveva sposato sua zia Fila della casa regnante di Elimea.
Visse alla corte di Filippo e svolse incarichi diplomatici ma non ebbe mai buoni rapporti con il re, divenne invece intimo amico di Alessandro e quando Filippo trattò le nozze del figlio Arrideo con una figlia di Pissodaro satrapo di Caria, Arpalo aiutò Alessandro nel boicottare le trattative matrimoniali e per questo fu esiliato dalla Macedonia.
Morto Filippo, Alessandro richiamò Arpalo e poiché non aveva il fisico adatto per la guerra lo nominò suo tesoriere ma Arpalo tradì la fiducia accordatagli e si appropriò di ingenti ricchezze durante la spedizione in Oriente del re, alla notizia del suo rientro fuggì in Grecia con seimila mercenari.
Demostene si oppose al suo ingresso in Atene ed Arpalo fu ammesso in città solo quando si presentò come supplice dopo aver lascito altrove navi e mercenari.
Quando Alessandro mandò a chiedere la consegna di Arpalo, Demostene propose di arrestare il tesoriere e confiscare i suoi averi, ma Arpalo riuscì a fuggire.
Nel corso della conseguente inchiesta furono appurati grossi ammanchi nel denaro che Arpalo aveva depositato nell'Acropoli e Demostene fu fra i sospettati.
Pausania (I, 37) racconta che Arpalo aveva sposato una donna di oscure origini, forse una prostituta, di nome Pitionica ma che l'aveva amata tanto da farle erigere uno splendido monumento funebre sulla Via Sacra da Atene a Eleusi.


Riferimenti letteratura:
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Plutarco - Alessandro e Cesare
  • Plutarco - Demostene e Cicerone
  • Pausania - Descrizione della Grecia



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