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Lucio Cornelio Crisogono



Liberto di Silla, nell'80 a.C. fece mettere all'asta i beni del proscritto Sesto Roscio Amerino in base alla lex Cornelia de proscriptione dell'82 a.C., quindi li acquistò egli stesso per una cifra irrisoria.
Chi aveva ucciso Roscio (probabilmente lo stesso Crisogono) lo aveva fatto inserire nelle liste di proscrizione dopo la morte, con procedura illegale, per evitare di essere condannato per omicidio.
Il figlio del defunto, anche egli di nome Sesto Roscio, si recò a Roma per protestare e recuperare l'eredità, ma Crisogono - che pure gli aveva a suo tempo promesso di far togliere il padre dalle liste di proscrizione - lo fece accusare di parricidio e preparò l'accusa forense contro di lui,
Solo il giovane Cicerone ebbe il coraggio di difendere l'imputato affontando Crisogono, impresa rischiosissima dal momento che Silla, allora al potere, proteggeva il suo liberto e poteva essere personalmente implicato nella vicenda.
Cicerone vinse la sua prima causa ricavandone molta popolarità ma poco dopo la prudenza lo spinse a lasciare Roma per un viaggio in Grecia.


Riferimenti letteratura:
  • Cicerone - Pro Sesto Roscio Amerino
  • Plutarco - Demostene e Cicerone




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