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Teogonia e Cosmogonia



Nei poemi omerici Oceano e Teti sono la coppia primigenia e continuano ad esistere nell'universo riordinato ed organizzato. In questa concezione le acque primordiali avvolgono il mondo ed Oceano è visto come un fiume che circonda la terra.
Oceano e Teti sono progenitori anche in un poema di Alcmane del quale abbiamo un commento.

Nella Teogonia, Esiodo ispirato dalle Muse racconta gli eventi e le battaglie che hanno portato Zeus a definire l'ordine attuale delle cose e a garantirne la continuità. Il racconto risale alle origini quando agivano divinità primordiali identificabili con gli elementi e con le forze della natura.
Tutto ha inizio, per Esiodo, dalla triade Caos, Gaia ed Eros. Il primo (alcuni traducono Caso con Abisso) rappresenta un vuoto infinito in contrapposizione con Gaia, luogo fisico dotato di forma e di sostanza.
Gaia è la progenitrice universale, ma anche la realtà fisica nella quale l'universo potrà evolvere redimendosi dalla sterile immensità del Caos. E' madre di tutto ciò che esiste ad eccezione del Caos stesso e di quelle divinità (o meglio personificazioni) che ha generato da solo: Erebo, Notte, Etere, Giorno.
Le tenebre rappresentate da Erebo si contrappongono alla luce di Etere. Da Erebo deriva la notte, da Etere il Giorno, fra loro complementari ed in eterna alternanza.
Ma perché Caos e Gaia inizino a generare qualcosa "insieme" dando inizio al ciclo dell'esistenza è necessaria la forza di Eros il quale nasce subito dopo di loro e molto prima di Afrodite, alla quale si affiancherà più tardi.
Gaia genera Urano che rappresenta il cielo notturno con le sue costellazioni e che sarà il suo primo partner maschile, il primo che potrà ricoprirla e contenerla nel proprio essere. Gaia da quindi origine a Ponto, rapprensentazione astratta del mare e di tutto ciò che è liquido che, come tale, si pone come opposto alla stessa Gaia che rappresenta tutto ciò che è solido.
Dall'unione di Gaia con Urano nasceranno tre serie di figli: i Titani, i Ciclopi, i Centimani.
Il primo titano è Oceano, l'ultimo a nascere è Crono. Non più pure astrazioni come Gaia e Caos, i Titani sono ancora vincolati alle forze primordiali, ma sono anche i primi a manifestare la volontà di regnare.
I Ciclopi di Esiodo sono esperti di metallurgia e, dal fuoco, creano il fulmine che sarà l'arma di Zeus.
I Centimani (Cotto, Briareo e Gige) sono imbattibili nel combattimento grazie al grande numeri di arti dei quali dispongono.
L'attività riproduttiva di Urano è azione bruta, senza limite o interruzioni e finisce con l'impedire ai figli di venire alla luce costringendoli a rimanere nel ventre di Gaia finché questa, creato l'acciaio e con esso una falce, non istiga Crono a liberarla evirando il padre.
Questo gesto provoca il distacco di Urano da Gaia, cioè la distanza fra il cielo e la terra, distanza che è lo spazio vitale nel quale il mondo potrà esistere secondo un ordine razionale.
Dal sangue di Urano nascono tre gruppi di divinità: le Erinni, punitrici delle colpe contro i genitori, i Giganti e le Melie, o ninfe dei frassini.
Cadendo in mare il fallo reciso disperde lo sperma che si mescola alla schiuma delle onde (Aphros) e ne nasce Afrodite nei pressi di Cipro.

Il racconto dello Pseudo-Apollodoro autore della Biblioteca ha inizio dall'unione di Urano con Gea. Ne nascono i Centimani e i Ciclopi (che Urano confina nel Tartaro), quindi i Titani.
Per vendicare i figli precipitati nel Tartaro Gea persuase Crono ad evirare Urano. Dal sangue di Urano nacquero le Erinni.
Crono prese il potere ma Urano e Gea gli predissero che sarebbe stato a sua volta vinto da un figlio, per evitarlo Crono prese a divorare tutti i nati dalla sua unione con la sorella Rea.
Quando Rea partorì Zeus volle metterlo in salvo nascondendolo a Creta ed affidandolo ai Cureti mentre dava a Crono ingoiava una pietra avvolta in un panno convinto che si trattasse dell'ultimo neonato.
Divenuto adulto Zeus, aiutato da Teti, fece bere a Crono una pozione che lo costrinse a vomitare i figli che aveva divorato.
Con i suoi fratelli così salvati combatte contro Crono ed i Titani, liberò i Ciclopi uccidendo la guardiana Campe ed i Ciclopi costruirono per lui la folgore ed il tuono, per Plutone l'elmo e per Posidone il tridente.
Vinta la guerra i tre fratelli divisero il potere: Zeus divenne signore del cielo, Posidone ebbe il mare e Plutone gli inferi.
Apollodoro non parla della creazione del Cosmo.


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