Leone Attendolo, detto anche Leo, ereditò dal padre il soprannome Sforza che con il tempo divenne il cognome della famiglia.
Figlio di Muzio Attendolo Sforza e di Lucia Terzani, nacque a Castelfiorito nel 1406 e fu allevato a Firenze in casa di parenti.
Quando Muzio Attendolo Sforza fu imprigionato dal suo avversario politico Pandolfello Alopo, Leone con altri parenti fu consegnato come ostaggio per la liberazione del padre e trascorse un periodo a Napoli (1415-1417).
Tornato a Firenze fu educato alle cose militari dal fratello Francesco nella cui armata militò quasi ininterrottamente per il resto della vita.
Fra le imprese militari alle quali partecipò si ricordano: la battaglia dell'Aquila del 1424 fra gli Sforza e Braccio da Montone, la guerra di Lucca del 1430, la battaglia di Tivoli del 1432 contro Niccolò Fortebraccio, la campagna nelle Marche (1434-1435) e la presa di Ancona.
Nel luglio 1435, durante un'incursione contro Foligno, fu fatto prigioniero da Niccolò Fortebracci e liberato solo dopo la morte di questi per intervento del papa Eugenio IV.
Da allora rimase nelle Marche fin quando seguì in Lombardia Francesco che era passato al servizio di Venezia (1440).
Ferito nell'assedio di Caravaggio, morì pochi giorni dopo.
Aveva sposato Marsabilia Trinci, figlia di Corrado Trinci, il 15 gennaio 1436 ma non aveva avuto figli.