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Penati



Nella religione romana i Penati erano numi tutelari della casa e della famiglia, affini ai Lari ma mentre questi erano generalmente identificati con gli spiriti dei parenti defunti, i Penati potevano a volte costituire una rappresentazione delle divinità maggiori o di eroi divinizzati. I Romani erano comunque liberi di scegliere i propri penati: ad esempio nella Storia Augusta si legge che la statua di Marco Aurelio fu presente fra quelle dei Penati di molte famiglie romane dopo la morte dell'imperatore.
Secondo una tradizione riferita, fra gli altri, da Dionigi di Alicarnasso, i Penati Pubblici di Roma erano raffigurati da statuette portate in Italia da Enea esule da Troia.
Il culto dei Penati era prescritto dalle Leggi delle Dodici Tavole che attribuivano al capofamiglia la scelta dei rituali da seguire per onorarli. Le immagini dei Penati venivano conservate nel luogo più riservato della casa con lampade votive ed offerte di vino ed incenso.
Ogni famiglia traeva auspici consultando i propri Penati quando si trattava di prendere decisioni importanti.



Riferimenti letteratura:
  • Virgilio - Eneide
  • Cicerone - La Repubblica
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Gaio Giulio Solino - Delle cose meravigliose del mondo
  • Apuleio - De Magia
  • Storia Augusta
  • Macrobio - Saturnali
  • Agostino di Ippona - La città di Dio



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