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Fortuna



I Romani adorarono la dea Fortuna e le dedicarono templi fin dall'epoca della monarchia (Servio Tullio, secondo Dionigi di Alicarnasso, dedicò due templi gemelli alla Fortuna e alla Mater Matuta).
Il tempio della Fortuna Muliebris fu eretto nel 488 a.C. lungo la via Latina, fuori le mura, nel luogo dove le donne romane incontrarono Coriolano e lo indussero a desistere dai propositi di vendetta.
Plinio il Vecchio (NH VIII,74) tramanda una notizia di Varrone (da un testo per noi perduto) che asseriva che nel tempio della Fortuna era custodita una toga confezionata da Tanaquilla e indossata da Servio Tullio.
Ovidio ci informa nei Fasti che il primo aprile si celebrava la festa della Fortuna Virile ed il 24 giugno, quella di Fors Fortuna (Fortuna la Forte) divinità della casualità per eccellenza che aveva un suo santuario sulla riva destra del Tevere.
Altri templi o are erano dedicate alla dea nei suoi diversi aspetti come Fortuna Redux (fortuna che accompagna il ritorno dei reduci), Fortuna Stata (fortuna permanente, che rimane costante), Fortuna Averrunca (che allontana le sventure), Fortuna Felix (che dona felicità) ed altri.


Riferimenti letteratura:
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Ovidio - Fasti
  • Plinio il Vecchio - Storia Naturale




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