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Publio Elio Adriano imperatore



Publio Elio Adriano nacque nel 76 d.C., a Roma o forse a Italica, città fondata da Scipione l'Africano nella Betica, da famiglia di origine iberica.
Era figlio di Publio Elio Adriano Afer (Africano) e di Domizia Paolina.
Alla morte del padre (85) fu affidato a due tutori: Publio Acilio Attiano e l'imperatore Traiano, della cui famiglia priva di eredi entrò a far parte.
Fu tribuno militare in Pannonia, Mesia e Germania. Quando Traiano salì al trono, Adriano lo accompagnò a Roma e sposò Sabina, figlia della nipote di Traiano (100).
Ricoprì diverse cariche diventando poi governatore della Pannonia Inferiore e console nel 108. Nel decennio successivo fu governatore della Siria durante la guerra contro i Parti.
L'8 agosto nel 117 morì Traiano, il 9 agosto fu annunciata ad Antiochia la designazione di Adriano.
Adriano chiese gli onori divini per Traiano ma appena preso il potere, convinto che le guerre di Traiano in oriente avessero estenuato le risorse romane, rinunciò ad ogni mira espansionistica verso Est.
A Nord intervenne per reprimere disordini e confermò l'annessione della Dacia operata da Traiano. La sua politica rinunciataria suscitò malumori e congiure che furono represse dal senato.
Negli anni fra il 121 ed il 132 viaggiò continuamente visitando tutte le province dell'impero. Consolidò soprattutto le difese di confine con stanziamenti militari ed opere strategiche quali il Vallo di Adriano.
Durante il suo regno non si verificarono eventi bellici di rilievo, se non la rivolta degli Ebrei il cui spirito tradizionalista mal tollerava la visione cosmopolita di Adriano.
La rivolta degli Ebrei scoppiò nel 132, guidata da Simon Bar Kochba, detto il 'figlio della stella'. Gli insorti si impossessarono di Gerusalemme che fu ripresa da Adriano nel 134.
La repressione di Adriano fu molto dura, fra l'altro fu assolutamente proibita la circoncisione. Questa repressione costituisce un'eccezione nel regno di Adriano che fu in genere mite e tollerante.
Adriano si occupò profondamente di diritto ed incaricò il giurista Lucio Salvio Giuliano di preparare una raccolta degli editti dei pretori di elezione annuale, provvedimento che risultò vantaggioso per le classi più basse in sede di giudizio.
Non avendo eredi adottò nel 136 Lucio Ceionio Commodo, da allora chiamato Lucio Elio Cesare, ma questi morì nel 138.
Adriano adottò allora Antonino Pio chiedendogli di adottare a sua volta Marco Aurelio e Lucio Vero, figlio di Lucio Elio Cesare.
Morì il 10 luglio del 138 e fu sepolto nel suo mausoleo che in seguito divenne Castel Sant'Angelo.
Adriano fu iniziato alle religioni misteriche e si interessò di magia e di astrologia. Ebbe grande passione per i viaggi, per l'architettura e per le arti figurative.
Nella sua villa presso Tivoli volle liberamente riprodotti gli edifici che più lo avevano colpito durante i suoi viaggi.
Dal punto di vista dei monumenti da lui voluti si ricorda inoltre il rifacimento del Pantheon, il tempio di Venere e Roma di dimensioni eccezionali e il suo mausoleo.
La cultura e l'amore per le arti dell'imperatore fecero parlare di 'arte adrianea' e sono testimoniate, fra l'altro, dalle statue scolpite in quegli anni per il nuovo culto del giovane Antinoo, amante di Adriano tragicamente morto sul Nilo nel 130.

Una biografia di Adriano apre la raccolta Storia Augusta. Vi si dice fra l'altro che l'imperatore compose un'autobiografia, Libri vitae suae durante gli ultimi anni della sua vita.
Eusebio di Cesarea riferisce che Adriano ordinò che le condanne contro i Cristiani fossero emesse solo dopo aver appurato reali colpe tramite un regolare processo, ordinò inoltre di punire eventuali delatori e calunniatori.

Notizie estratte dalla Storia Augusta su Adriano prima dell'impero
Nel 101 d.C. Adriano fu questore. In quel periodo approfondì lo studio delle lettere latine. Ebbe la carica di curator actorum senatus, cioè il compito di curare la redazione degli atti del Senato.
Nel 103 d.C. fu eletto tribuno della plebe.
Durante la campagna di Traiano in Dacia, Adriano ebbe il comando della legione "Minervia" e compì imprese che lo resero celebre.
Successivamente ebbe la pretura e l'incarico di allestire i giochi stanziati da Traiano.
Legato in Pannonia, respinse i Sarmati e ristabilì la disciplina nell'esercito. Nel 108 d.C. ottenne il consolato. In quel periodo Sura rese nota l'intenzione di Traiano




Riferimenti letteratura:
  • Storia Augusta
  • Aulo Gellio - Notti Attiche
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Francesco Cassini da Perinaldo - Storia di Gerusalemme



    Vedi anche:
  • Cronologia degli Imperatori Romani
  • Cronologia dei magistrati romani

  • Riferimenti Genealogici

  • Padre: Manio Acilio Glabrione
  • Madre: Domizia Paolina

    Indice sezione