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Matrimoni - Unioni:
  • Giulia
    Figli:
  • Gaio Mario il Giovane
  • Caio Mario



    Nato nel 157 a.C. ad Arpino da una famiglia di piccola borghesia provinciale, Gaio Mario era un homo novus, cioè non proveniva da una casata importante e non aveva antenati che avessero ricoperto cariche prestigiose.
    Sposò l'aristocratica Giulia, futura zia di Giulio Cesare.
    Combattè a Numanzia con Scipione Emiliano e nel 115 a.C. raggiunse la pretura. Durante il suo primo consolato nel 107 a.C. ottenne il comando nella guerra contro Giugurta, guerra che vinse anche grazie all'azione diplomatica e militare del suo questore Silla ed al tradimento di alcuni seguaci di Giugurta.
    Fu eletto console per cinque anni consecutivi fra il 104 a.C. ed il 100 a.C., durante questo periodo introdusse molte riforme nell'organizzazione militare ed ammise i proletari nell'esercito, ciò comportò un involontario precedente per la diffusione degli eserciti mercenari.
    Vinse i Teutoni ad Aquae Sextiae nel 102 a.C. ed i Cimbri ai Campi Raudi nel 101 a.C. con Lutazio Catulo.
    Dopo i successi militari di Mario contro i Cimbri ed i Teutoni, due agitatori politici del suo partito, Apuleio Saturnino e Servilio Glaucia, si fecero promotori di riforme di stile graccano e prepararono il terreno per la definitiva affermazione di Mario. Questi però, mediocre politico, si lasciò impressionare dai disordini e dalle reazioni, disperse le bande dei due e li fece uccidere.
    Perse il favore popolare nel 100 a.C. quando si schierò con gli ottimati contro Saturnino e Glaucia e si ritirò a vita privata fino alle guerra sociale.
    Durante la guerra sociale Mario, ormai anziano, fiancheggiò il console Publio Rutilio Lupo ma quando questi cadde in combattimento Mario ricevette il comando supremo delle truppe romane impegnate sul fronte centro-settentrionale. Accampatosi nei pressi di Rieti, chiese al console Lucio Giulio Cesare di mandargli due legioni comandate da Silla per attaccare la Marsica e battersi con il comandante italico Quinto Poppedio Silone.
    Nei pressi di Carsoli, Mario sconfisse i Marrucini uccidendone settemila tra cui il comandante Herio Asinio. Prosegiuendo verso Alba Fucens comattè contro i Marsi di Silone e riportò un'altra vittoria, mise in fuga i Marsi spingendoli verso Silla che lo stava raggiungendo. Silone riuscì a salvarsi ma gli Italici contarono quindicimila morti e cinquemila prigionieri.
    Dopo questa vittoria Mario fu colpito da un ictus e Silla lo riportò a Roma.

    Nell'88 a.C., con l'aiuto di Publio Sulpicio Rufo, ottenne il comando della guerra contro Mitridate VI già assegnato a Silla ma la reazione armata di quest'ultimo lo costrinse alla fuga.
    L'anno successivo si impadronì di Roma con Lucio Cornelio Cinna scatenando un massacro. Morì nell'86 a.C. all'inizio del suo settimo consolato.

    Riepilogo dei consolati:
  • 107 a.C. con Lucio Cassio Longino
  • 104 a.C. con Gaio Flavio Fimbria
  • 103 a.C. con Lucio Aurelio Oreste
  • 102 a.C. con Quinto Lutazio Catulo
  • 101 a.C. con Manlio Aquilio
  • 100 a.C. con Lucio Valerio Flacco
  • 86 a.C. con Lucio Cornelio Cinna


    Riferimenti letteratura:
  • Cicerone - Filippiche
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Plutarco - Pirro e Mario
  • Plutarco - Vite di Lisandro e Silla
  • Plutarco - Sertorio e Eumene
  • Appiano di Alessandria - Le guerre civili dei Romani
  • Agostino di Ippona - La città di Dio




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