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Paolo di Tarso - San Paolo



Ebreo della tribù di Beniamino, Paolo (o Saulo) nacque a Tarso in Turchia in una data che gli studiosi collocano fra il 5 ed il 10 d.C.
Suo padre era un fabbricante di tende, apparteneva probabilmente al ceto medio, e la sua famiglia godeva della cittadinanza romana che sarà stata concessa durante una delle campagne orientali di Pompeo, Cesare o Marco Antonio.
Paolo si trasferì a Gerusalemme alla fine dell'infanzia e ricevette una vasta educazione greco-ellenistica: conosceva l'ebraico, l'aramaico, il greco ed il latino. In ambito religioso si formò negli ambienti e nelle scuole farisaiche.
In vari testi più o meno antichi viene descritto di bassa statura, con capelli e barba brizzolati, naso pronunciato ed occhi chiari. Polemico e caparbio era molto resistente alle avversità e dimostrava ottime doti di organizzatore. Nulla sappiamo della sua situazione familiare ma è probabile che in gioventù si sposò e poi rimase vedovo o comunque si separò dalla consorte perché in alcuni passi delle sue lettere si definisce celibe.
In gioventù ottenne incarichi da alti funzionari religiosi ebraici relativamente alla persecuzione dei cristiani. Organizzava ed assisteva agli atti di persecuzione (come nel caso dell'uccisione di Stefano). La persecuzione ebraica era prevalentemente rivolta ai cristiani non ebrei e pare non fosse sistematica.
Intorno al 34 - 35 Paolo chiese ed ottenne di essere autorizzato a compiere arresti a Damasco e mentre vi si recava ebbe la visione di Gesù che gli domandava perché lo perseguitasse. Rimase accecato e recuperò la vista quando fu battezzato a Damasco; l'episodio lo aveva condotto ad un'immediata conversione al Cristianesimo.
La sua predicazione si rivolse prevalentemente ai "Gentili", cioè ai non Ebrei e si svolse tramite lunghi viaggi missionari.
Iniziò a Damasco nelle sinagoghe ma gli Ebrei tentarono di ucciderlo e dovette fuggire, tornò a Gerusalemme. Qui fu accolto con freddezza a causa dei suoi trascorsi ma Barnaba garantì per lui. Rimase a Gerusalemme solo quindici giorni durante i quali conobbe Pietro e Giacomo.
Dopo questa visita a Gerusalemme, Paolo rimase a Tarso per alcuni anni predicando anche nei territori limitrofi in Siria e Cilicia.
Intorno al 46 Barnaba lo volle come suo collaboratore e Paolo lo accompagnò ad Antiochia di Siria ove rimase più di un anno stringendo intensi rapporti con la chiesa locale.
A questo punto Paolo compì con Barnaba la sua seconda visita a Gerusalemme per portare gli aiuti raccolti ad Antiochia in occasione della carestia in Palestina.
Dopo la seconda visita a Gerusalemme Paolo iniziò il primo dei suoi tre viaggi di predicazione itinerante al quale parteciparono Barnaba e Marco Evangelista.
Fu a Cipro, Antiochia di Pisidia, Iconia, Lista, Derbe quindi fece ritorno ad Antiochia di Siria. Durante tutte le tappe predicò agli Ebrei ma anche ai pagani.
Fra il primo ed il secondo viaggio si colloca la terza visita a Gerusalemme in occasione del cosiddetto "primo concilio". Era in discussione se i neo-cristiani non ebrei dovessero adeguarsi in tutto alla legge ebraica ed in particolare se dovessero essere circoncisi. Paolo e Barnaba si opposero a questa teoria ed il concilio dette loro ragione prescrivendo che i nuovi convertiti osservassero soltanto alcune regole fondamentali, in pratica si astenessero dall'offrire sacrifici ai loro vecchi idoli.
Nel secondo viaggio Paolo ebbe per compagni Sila e Timoteo. Si recò in Galazia, Macedonia e Grecia, intorno al 50 per una durata di quattro o cinque anni.
Dopo la metà degli anni cinquanta ripartì, probabilmente da solo, per un terzo viaggio missionario di circa cinque anni in Grecia e Turchia.
Tornato a Gerusalemme venne riconosciuto da alcuni Ebrei che lo accusarono di predicare contro la legge ebraica e provocarono un tumulto nel quale Paolo rischiò di essere linciato. Fu salvato da un tribuno romano che lo portò al sicuro al quale Paolo rivelò di essere cittadino romano. Paolo fu processato dal Sinedrio senza che si arrivasse ad alcuna decisione, quindi fu trasferito a Cesarea per rispondere al governatore romano Felice.
Felice non condannò Paolo ma lo sottopose ad una detenzione che ammetteva un certo grado di libertà per due anni, fino allo scadere del suo mandato.
Il successore di Felice, Porcio Festo, processò nuovamente Paolo adottando lo stesso atteggiamento indeciso di Felice. A questo punto Paolo si appellò, come cittadino romano, al suo diritto di essere giudicato dall'imperatore. Fu condotto a Roma dove dimorò circa due anni agli arresti domiciliari.
Nel 67 sotto Nerone venne decapitato in una località poco a sud di Roma, detta Aquae Salviae, lungo la via Ostiense, il luogo dove oggi sorge l'Abbazia delle Tre Fontane, mentre sul luogo della sepoltura venne edificata la Basilica di San Paolo fuori le mura.
Le opere di Paolo pervenuteci sono tredici lettere in greco che si considerano scritte fra il 50 ed il 60: Lettera ai Romani, prima lettera ai Corinzi, seconda lettera ai Corinzi, lettera ai Galati, lettera ai Filippesi, prima lettera ai Tessalonicesi, lettera a Filemone, seconda lettera ai Tessalonicesi, lettera agli Efesini, lettera ai Colossesi, prima lettera a Timoteo, seconda lettera a Timoteo, lettera a Tito.


Riferimenti letteratura:
  • Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica
  • Agostino di Ippona - La città di Dio
  • Divina Commedia - Inferno (II canto)



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