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Bocca degli Abati



Nobile fiorentino di parte guelfa, vissuto nel XIII secolo.
Nel 1260 prese parte alla battaglia di Monteaperti che vedeva i guelfi fiorentini impegnati contro i ghibellini di Siena, gli esuli fiorentini e i rinforzi forniti da Manfredi. Durante la battaglia, Bocca tradì il suo partito (forse per essere stato corrotto dai nemici) e aggredì Iacopo del Nacca de'Pazzi, il portabandiera dei guelfi, amputandogli la mano con cui reggeva l'insegna ed uccidendolo.
Non vedendo più la propria insegna, i combattenti guelfi si persero d'animo e finirono con l'essere sconfitti.
I ghibellini tornarono in Firenze e presero il potere, Bocca collaborò con il nuovo governo, ma nel 1266 furono di nuovo scacciati e i guelfi rientrarono in città. Bocca venne esiliato ma probabilmente la pena non fu più grave perché mancarono prove certe del suo tradimento. Morì prima del 1300.
Dante lo incontra nell'Antenora (Inf. XXXII) dove sono puniti i traditori della patria. Il dannato è immerso nel ghiaccio fino al collo e, quando Dante inciampa nella sua testa, impreca chiedendogli se sia venuto per aggravare la sua punizione. Per conoscere l'identità del traditore, Dante gli promette di ricordarlo ai vivi ma è proprio ciò che Bocca vorrebbe evitare. Dante lo minaccia quindi di strappargli tutti i capelli ma un compagno di pena chiama Bocca per nome chiarendo i dubbi di Dante.


Riferimenti letteratura:
  • Divina Commedia - Inferno




  • Indice sezione