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Acquedotto Felice



Diversamente da molti altri acquedotti della città, l'acquedotto Felice non risale all'età romana ma fu realizzato nel XVI secolo, utilizzando le stesse sorgenti dell'Aqua Alexandrina costruita nel 226 d.C. sotto Alessandro Severo.
La progettazione dell'Acquedotto Felice fu iniziata sotto Gregorio XIII ed affidata a Matteo Bartolani da Città di Castello e a Giovanni Fontana. La costruzione fu completata durante il papato di Sisto V dal cui nome secolare, Felice Peretti, prese il nome l'acquedotto stesso.
Si racconta che i lavori ebbero un costo esorbitante a causa degli errori di progettazione di Matteo Bartolani, errori che Giovanni Fontana, fratello del più noto Domenico, riuscì faticosamente a correggere.
Proveniente da un terreno presso Colonna, nella zona dei Castelli Romani, l'acquedotto superava la Via Tuscolana con l'arco di Porta Furba e passava presso la Porta Tiburtina.
Attualmente, dopo la demolizione di alcune arcate per la costruzione della Stazione Termini, si conclude con la "mostra" in piazza San Bernardo che consiste nella Fontana del Mosè.
Lo scopo della costruzione fu l'approvvigionamento idrico dei quartieri situati sul Viminale e sul Quirinale e della grande villa del pontefice che si trovava sugli stessi colli.


Vedi anche:
  • Acquedotti di Roma




  • Indice sezione