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Concione o Arengo



Nella Repubblica Veneziana l'assemblea generale dei cittadini che aveva la funzione di eleggere il doge veniva indicata con i termini Concione o Arengo.
Nel periodo più antico probabilmente il diritto di eleggere il doge fu conteso fra la Concione e l'Esarcato di Ravenna in quanto emanazione dell'imperatore bizantino e solo nel 742, sotto Costantino V, Bisanzio riconobbe formalmente i diritti dell'assemblea.
Tuttavia i tentativi di ingerenza bizantini proseguirono a lungo, inoltre molti dogi in carica, per rendere ereditaria la nomina, associavano al governo figli o parenti. Questa pratica cessò nel 1032 con la deposizione di Domenico Orseolo e l'elezione di Domenico Flabanico per volontà della Concione. Da quel momento l'associazione al governo fu espressamente proibita.
Nel 1143 fu istituito un Consiglio dei Sapienti più tardi ridenominato Maggior Consiglio che aveva il compito di affiancare il doge nell'esercizio del governo.
Nel 1178 la nomina del doge fu demandata ad un collegio di quaranta elementi detto Quarantia.
Questa ed altre manovre politiche comportarono un progressivo indebolimento della Concione come strumento di democrazia diretta a vantaggio dell'aristocrazia.
Quando nel 1297 l'appartenenza al Maggior Consiglio divenne ereditaria con il provvedimento detto Serrata del Maggior Consiglio l'aristocrazia ebbe il potere nelle proprie mani e lo tenne saldamente fino alla fine della Repubblica nel 1797.
Le riunioni della Concione si tennero solo a scopi formali e tradizionali fino al 1423 anno in cui l'istituzione fu definitivamente abolita.


Riferimenti letteratura:
  • Giuseppe Cappelletti - Storia della Repubblica di Venezia dal suo principio sino al suo fine



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