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Tambernicchi



Nel XXII canto dell'Inferno, Dante descrive la lastra ghiacciata sulla superficie del Cocito. Quel lago che sembra vetro e non acqua, è coperto da un ghiaccio molto più spesso di quello che in inverno si forma sul Danubio (Danoia) o sul Don (Tanai).
Per rinforzare l'effetto della descrizione, Dante afferma che se un monte fosse caduto su quel ghiaccio non sarebbe riuscito a incrinarlo. Il monte in questione potrebbe essere il Tambernicchi o il Pietrapiana. Per il primo i commentatori antichi e moderni hanno proposto diverse identificazioni con rilievi dell'Armenia o della Croazia o delle Alpi Orientali dai cui nomi il Poeta avrebbe potuto ricavare la parola Tamberlicchi con modificazioni più o meno spinte del vocabolo originale (es. Javornik e Tabernik).
Attualmente l'ipotesti che ha maggior credito vede il vocabolo dantesco in relazione con il Monte Tambura, una cima delle Alpi Apuane che appartiene allo stesso gruppo montuoso della cima che Dante, nel verso successivo, chiama Pietrapiana.


Riferimenti letteratura:
  • Divina Commedia - Inferno




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