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Mastino I della Scala



Con Leonardino della Scala, detto Mastino, la famiglia degli Scaligeri, in origine modesti mercanti di lana, ottenne la supremazia a Verona.
Nominato Podestà del Popolo nel 1259, Mastino riuscì a far ottenere ai suoi familiari le più importanti cariche amministrative ed ecclesiastiche innescando un processo incruento che rapidamente portò dal governo comunale alla signoria.
Capo del partito ghibellino veronese, nel 1269 Mastino accolse a Verona il giovane Corradino di Svevia, sceso in Italia dopo la morte di Manfredi per prendere possesso del regno di Sicilia. Il papa Clemente IV, fortemente antisvevo, scomunicò Corradino, i suoi sostenitori e l'intera città di Verona.
Dopo la morte di Corradino la scomunica venne revocata ed alcuni anni più tardi Mastino accettò di collaborare con l'Inquisizione organizzando una spedizione militare contro la comunità ereticale di Sirmione.
Il 12 novembre 1276 centosessantasei persone, per lo più appartenenti alla setta dei Catari, furono catturate e condotte a Verona per subire il processo da parte dell'Inquisizione. Tutti condannati per eresia furono arsi vivi nell'arena il 13 febbraio 1278.
In politica interna l'organizzazione della signoria fu impostata da Mastino in modo relativamente democratico e si basava su un Consiglio Maggiore i cui cinquecento membri venivano scelti ogni anno dal signore.
Questo ordinamente venne definito e perfezionato più tardi con l'emanazione di uno statuto sotto Alberto I.
Mastino I fu assassinato nel 1277, gli successe il fratello Alberto I della Scala.


Vedi anche:
  • Famiglia Della Scala




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