4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ

Sunelweb
    
Guida rapida
A B C D E F G H I J K L M
N O P Q R S T U V W Y Z  
 

Riferimenti Genealogici

Genitori:

  • Famiglia: Savoia
    Matrimoni - Unioni:
  • Elena di Savoia
  • Vittorio Emanuele III



    Figlio unico di Umberto I e di Margherita di Savoia, nacque a Napoli l'11 novembre 1869.
    Ricevette un'accurata istruzione e preferì le discipline politiche e giuridiche e gli studi storici.
    Il 24 ottobre 1896 sposò Elena, figlia di Nicola re del Montenegro.
    Il 29 luglio 1900, Umberto I venne ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresi e Vittorio Emanuele ereditò il trono.
    Favorendo le forze liberali, chiamò alla presidenza del governo Giuseppe Zanardelli, poi Giovanni Giolitti. Di quest'ultimo appoggiò le iniziative coloniali in occasione dello sbarco in Libia e della guerra italo-turca (1911-1912).
    Condusse una politica estera favorevole alla Triplice Intesa (Francia, Inghilterra, Russia) ed il 26 aprile 1915 i ministri italiani Salandra e Sonnino firmarono il Patto di Londra che, nonostante la maggioranza dei neutralisti in Parlamento, impegnava l'Italia ad entrare in guerra contro l'impero Austro-Ungarico.
    Fu particolarmente attivo durante la prima guerra mondiale nel seguire le operazioni militari sul posto e nel visitare il fronte tanto da procurarsi l'appellativo di 'Re soldato'.
    Durante la crisi che seguì alla prima guerra mondiale, Vittorio Emanuele III continuò in un primo momento ad appoggiare la politica di Giolitti, ma quando il presidente del consiglio Facta propose lo stato di assedio per bloccare la 'Marcia su Roma', il re rifiutò di firmare il decreto. Facta rassegnò le dimissioni e Vittorio Emanuele III conferì a Benito Mussolini l'incarico di formare il nuovo governo.
    Negli anni immediatamente successivi, Vittorio Emanuele non fece nulla per opporsi all'instaurazione della dittatura fascista, neanche di fronte all'appello dell'opposizione parlamentare in merito al delitto Matteotti.
    Il 5 maggio 1936 le truppe italiane entrarono in Addis Abeba ed il 9 maggio Vittorio Emanuele III fu proclamato imperatore d'Etiopia, mentre nel 1939 assunse il titolo di re d'Albania.
    Con la firma delle leggi razziali problamate dal fascismo nel 1938, il re legittimò le successive discriminazioni nei confronti degli Ebrei e, nonostante avesse espresso opinione contraria, non si oppose all'entrata in guerra dell'Italia ed all'alleanza con la Germania nazista, cedette inoltre il comando supremo delle forze militari a Mussolini.
    A partire dall'autunno 1940 l'esercito italiano, che era impreparato alla guerra, subì una serie di disastrose sconfitte finché con la battaglia di El Elamein del 4 novembre 1942 l'Italia fu costretta ad abbandonare l'Africa.
    Quando il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio Fascista votò contro Mussolini, Vittorio Emanuele fece arrestare il dittatore ed affidò il governo a Pietro Badoglio il quale firmò con gli Alleati l'armistizio che fu reso noto l'8 settembre 1943.
    Vittorio Emanuele, ottenuta la protezione degli Americani, riparò a Brindisi ed il 13 ottobre 1943 dichiarò guerra alla Germania, affidando il potere al figlio Umberto II senza abdicare formalmente.
    Liberato dai Tedeschi, il 25 settembre 1943 Mussolini dichiarò a Salò la costituzione della Repubblica Sociale Italiana che durò fino al 25 aprile 1945.
    Il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto II, ma il referendum del 2 giugno 1946 pose fine alla monarchia e Vittorio Emanuele III dovette ritirarsi in esilio ad Alessandria d'Egitto dove morì il 28 dicembre 1947.


    Indice sezione