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Leonardo Donà



Ottantottesimo doge di Venezia dal 1606 al 1612.

Leonardo Donà ricopriva la carica di procuratore di San Marco quando fu eletto doge il 10 gennaio 1606 all'età di settant'anni. Aveeva fortemente migliorato le sue finanze amministrando accortamente un'eredità. Era un uomo erudito, laureato a Padova e a Bologna, aveva ricoperto varie cariche pubbliche ed era stato ambasciatore presso la Santa Sede guadagnando la stima del papa Sisto V. Ciò nonostante come doge promosse l'autonomia di Venezia dallo Stato Pontificio e Venezia oppose alle richieste e alle critiche della Chiesa un documento redatto da Paolo Sarpi che difendeva sul piano giuridico le posizioni liberali della Repubblica.
Il doge diramò delibere che obbligavano il clero a mantenere l'ordinario svolgimento delle funzioni religiose, pena la condanna a morte. Molti sacerdoti abbandonarono Venezia e Paolo Sarpi fu scomunicato.
Nel 1607 si giunse a una composizione dei contrasti con la mediazione della Francia, due prelati prigionieri a Venezia furono liberati e le scomuniche furono ritirate.
La condotta integerrima del doge non fu sempre gradita ai nobili che in molti casi avevano interessi in comune con la Chiesa e intendevano tutelarli. Ci furono proteste e Paolo Sarpi subì un attentato. Il senato reagì rifiutando di lasciar rientrare i gesuiti fuoriusciti e vietando di mandare i figli alle loro scuole.
Leonardò Donà morì il 16 luglio 1612. Suo successore fu Marc'Antonio Memmo.


Vedi anche:
  • Dogi di Venezia




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