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LUCIO ANNEO FLORO
COMPENDIO DI STORIA ROMANA


(Sintesi parziale)



In un breve preambolo Floro paragona le fasi della storia di Roma alle quattro età della vita umana: l'epoca dei re fu l'infanzia, il primo periodo repubblicano nel quale Roma conquistò l'Italia fu l'adolescenza, i due secoli fino a Augusto nei quali soggiogò l'universo furono la gioventù, il periodo successivo a Augusto nel quale decadde sotto imperatori inetti fu la sua vecchiaia fino a Traiano: sotto questo imperatore riacquistò l'energia giovanile.

Capitolo Primo - Romolo
Roma fu fondata da Romolo, figlio di Marte e della vestale Rea Silvia, che fu gettato nel Tevere per ordine di Amulio insieme al fratello Remo ma, risparmiato dal fiume, fu soccorso da una lupa quindi allevato nella capanna di un pastore.
Regnava su Alba, capitale del Lazio, Amulio che aveva cacciato il fratello Numitore padre di Rea Silvia. Romolo e Remo tolsero il potere a Amulio restituendolo a Numitore quindi decisero di fondare una nuova città. Traendo auspici dal volo degli uccelli, stabilirono che Romolo dovesse regnare ma nacque una lite e Remo restò ucciso.
Tracciato il perimetro della città, Romolo invitò ad abitarla pastori toscani e latini, i discendenti di Enea e quelli di Evandro formarono in breve il primo, composito nucleo del popolo romano. Mancavano le donne e non riuscendo ad ottenerle dalle popolazioni limitrofe le attirarono con una festa e le rapirono. I Ceninesi attaccarono i Romani per riprendere le donne ma la loro città fu distrutta e Romolo consacrò le spoglie opime del loro re nel tempio di Giove Feretrio. Seguirono altre battaglie finché le stesse Sabine non intervennero a dividere i combattenti e a chiedere la pace. Con la pace il popolo dei Sabini si fuse con quello di Roma e il loro re Tazio fu accolto come collega di Romolo.
Il re organizzò le difese militari affidandole ai giovani forniti di armi e cavalli e divisi in tribù. Affidò il governo agli anziani nominandoli senatori. Scomparve improvvisamente mentre arringava nella Palude delle Capre, seguirono un temporale e un'eclissi che furono interpretati come segni della divinizzazione di Romolo, idea rafforzata dalla testimonianza di Giulio Proculo che sognò Romolo divenuto un nume che ordinava di tributargli un culto chiamandolo Quirino.

Capitolo Secondo - Numa Pompilio
A Romolo succedette Numa Pompilio, chiamato da Curi in Sabina per la sua religiosità. Insegnò infatti il culto degli dei e istituì i collegi sacerdotali. Istituì un calendario e affidò alle vestali gli Ancili, il Palladio, il culto di Giano e il fuoco di Vesta. Fece tutto ciò con l'assistenza della dea Egeria per indurre i Romani a governare con giustizia il paese che avevano occupato con la violenza.