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Matrimoni - Unioni:
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    Affresco romano - Enea e di
    Didone e Enea
    Affresco romano da Pompei

    Museo Archelogico di Napoli
    By Stefano Bolognini
    via Wikimedia Commons
    Didone o Elissa.
    Figlia del fenicio Belo, re della città di Tiro.
    Il fratello Pigmalione le uccise lo sposo Sicheo e Didone fuggì in Africa dove il re Iarba le concesse un territorio sul quale la principessa fondò Cartagine.
    Secondo una tradizione, Iarba si invaghì di Didone la quale finì per suicidarsi per sfuggire le insidie amorose del corteggiatore. Si raccontava anche che, vistosi rifiutato, Iarba si vendicò concedendo solo tanta terra quanta se ne potesse comprendere in una pelle di bue: astutamente Didone tagliò la pelle in striscioline sottili, le legò insieme e riuscì a circoscrivere un perimetro idoneo per la costruzione della città.
    Ma la versione più importante e famosa è quella ripresa da Virgilio nel quarto libro dell'Eneide: Didone accolse naufraghi Enea e i suoi compagni, innamorandosi perdutamente dell'eroe. Ma il destino di Enea era già stato scritto e gli dei non gli concessero di rimanere a Cartagine.
    Abbandonata, Didone si uccise: in questa tragica vicenda gli autori antichi volevano individuare l'origine mitica delle ostilità fra Roma e Cartagine.
    Dante colloca Didone fra i lussuriosi (Inferno, V).


    Riferimenti letteratura:
  • Virgilio - Eneide
  • Ovidio - Fasti
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Igino - Fabulae
  • Macrobio - Saturnali
  • Divina Commedia - Inferno



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