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Arminio



Hermann und Thusnelda (Tischbein)
Arminio e Tusnelda
By file: User:Jdsteakley; artwork:
Creator:Johann Heinrich Wilhnelm Tischbei
(Own work) [Public domain],
via Wikimedia Commons
Principe dei Germani Cherusci.
Nacque intorno al 18 a.C., suo padre Sigimero aveva un fratello, Inguiomero, e un altro figlio, Flavo.
Era una famiglia già entrata nell'orbita politica romana. Inguiomero godette per lungo tempo della fiducia dei Romani e Flavo fu uno dei più valorosi ufficiali dell'esercito imperiale.
Lo stesso Arminio comandò un reparto di truppe ausiliarie fornito dai Cherusci durante la campagna di Tiberio in Germania dal 5 al 6 d.C.
Risulta che Arminio avesse ottenuto non solo la cittadinanza romana ma anche l'ammissione all'ordine dei cavalieri, onorificenza rara da parte di Ottaviano. Ne consegue che Arminio avesse reso buoni servigi ai Romani. Viene descritto di forte braccio, molto emotivo e tendente alla violenza.
Quando intorno al 7 d.C. Publio Quintilio Varo fu inviato in Germania come legato di Augusto e cercò di instaurarvi i principi del diritto romano provocò grave scontento fra i principi germani che videro minata alla base la potenza della propria posizione.
Nel 9 d.C., Varo portò gli accampamenti estivi nella terra dei Cherusci, era nel suo staff Arminio che tramava una rivolta. Varo fu avvertito, secondo Tacito, delle intenzioni di Arminio dal suocero di questi Segeste ma non prestò fede a quanto gli veniva riferito.
Fingendosi disponibili e rispettosi del governatore romano, i notabili germanici, coordinati da Arminio, lo convinsero che poteva muoversi liberamente per la provincia senza l'ingente scorta militare che sarebbe stato naturale adottare in un paese nemico e riuscirono lentamente a far si che parte dei suoi uomini si disperdesse nel territorio, quindi attrassero con un pretesto Varo nella Selva di Teutoburgo e qui lo attaccarono facendo strage dei legionari che lo accompagnavano. Varo e gli altri ufficiali sopravvissuti si suicidarono presso il campo di battaglia prima di essere catturati.
La battaglia, nella quale tre legioni romane furono distrutte, fermò al Reno l'avanzata romana in Germania.
Mentre le legioni di Quintilio Varo cadevano combattendo contro Arminio, Tiberio aveva domato una ribellione prendendo possesso dell'Illirico. Ciò evitò che i Germani si unissero ai Pannoni.
La rivolta dei Germani, del resto, non fu generale. Una parte di loro rimase neutrale e non ostile ai Romani.

Segeste, cittadino romano che Arminio aveva costretto con la violenza a lasciargli sposare la figlia Tusnelda, impegnò negli anni seguenti frequenti lotte contro il genero fino a farlo prigioniero a venne a sua volta imprigionato dai sostenitori di Arminio.
Segeste tuttavia aveva potuto riprendere la figlia e portarla con se quando fu assediato da Arminio chiamò in suo aiuto Germanico che aveva passato il Reno.
Germanico lo liberò ma tenne prigioniera Tusnelda, allora incinta ( 15 d.C. ) Arminio chiamò la sua gente a raccolta, Inguiomero si schierò al suo fianco ed altre popolazioni si levarono in suo favore.
Gli scontri fra Arminio e Germanico rimasero di esito incerto. Arminio riuscì a giovarsi meglio del terreno a lui favorevole contro le truppe di Cecina ma il suo assalto all'accampamento romano fu respinto. Arminio si salvò, Inguiomero rimase gravemente ferito. L'esercito romano raggiunse indisturbato il Reno.
Le operazioni militari furono riprese l'anno seguente dopo un inutile tentativo da parte di Arminio di convincere il fratello Flavo a disertare le truppe romane. Si combattè un'accanita battaglia nei pressi di Idisiaviso.
I Germani subirono una disfatta, Arminio ferito scampò a stento e nella successiva battaglia di Angrivari, conclusasi ancora a favore dei Romani, parve indebolito.
Nel 16 d.C. Tiberio preferì richiamare Germanico a Roma e lasciare i Germani alle loro lotte intestine che in effetti non mancarono.
Si ebbe una guerra fra Arminio e Maroboduo che si concluse con la ritirata del secondo nei propri territori, in occasione di questa guerra Inguiomero abbandonò Arminio e passò a Maroboduo.
A causa dei suoi atteggiamenti dispotici molti altri abbandonarono Arminio che con diverse fortune dovette combattere contro molti principi finchè non cadde, pare, per mano dei suoi stessi parenti. Era il 19 d.C..
Sua moglie Tunselda era stata condotta a Roma per ornare il trionfo di Germanico ( 17 d.C. ) insieme con il figlioletto Tumelico che venne educato a Ravenna.

Chiamato anche Hermann, venne considerato eroe nazionale dai Tedeschi ed onorato con un grande monumento inaugurato nel 1875 presso Detmold, opera dello scultore E.V. Bandel.
Le principali fonti su Arminio, Varo e la guerra germanica sono Tacito, Velleio Patercolo, Dione Cassio e Svetonio.



Arminio in Tacito
Un notabile germanico di nome Segeste di posizioni filoromane si oppose risolutamente ad Arminio che era suo genero. Fu assediato con i suoi seguaci e chiese aiuto a Germanico che lo liberò e catturò, fra gli altri, la moglie di Arminio. Segeste e la sua fazione si consegnarono spontaneamente a Germanico. Tutto ciò esacerbò l'ira di Arminio che preparò una nuova offensiva.

Germanico giunse nella Selva di Teutoburgo sei anni dopo la strage e trovò miseri resti, mucchi di ossa e teschi ai quali volle dare onorevole sepoltura.

Le legioni comandate da Cecina, legato di Germanico, vennero circondate dalle forze di Arminio e rischiarono di soccombere ma Arminio e Inguiomero tentarono l'invasione dell'accampamento romano e su terreno più asciutto vennero sconfitti.

16 d.C. Germanico si accampa lungo il Reno, sulla sponda opposta si accampa Arminio che chiede di parlare con il fratello Flavo militante nelle legioni romane. I due discutono e Flavo difende la grandezza e l'umanità dei Romani mentre Arminio insiste per farlo tornare dalla sua parte. Alla fine i due si insultano ed i compagni devono trattenere Flavo dallo scagliarsi in armi contro il fratello.

Scontro fra i Germani e i Bavari alleati dei Romani e dopo due giorni la battaglia vera e propria che vede i Romani vincitori. Arminio e Inguiomero riescono a stento a mettersi in salvo.

17 d.C.. Guerra civile in Germania. Arminio contro il re degli Slavi Maroboduo al quale si è alleato anche Inguiomero. Arminio accusa Maroboduo di parteggiare per i Romani ma in sostanza si tratta di una contesa fra Cherusci e Svevi.

18 d.C. Morte di Arminio che "cadde alla fine per il tradimento dei suoi". Arminio muore a trentasette anni dopo aver comandato e combattuto per dodici.





Arminio in Svetonio (Tiberio XVII)

Mentre le legioni di Quintilio Varo cadevano combattendo contro Arminio, Tiberio aveva domato una ribellione prendendo possesso dell'Illirico. Ciò evitò che i Germani si unissero ai Pannoni.




Arminio in Velleio Patercolo
(II, 117) E' appena conclusa la campagna di Tiberio in Dalmazia quando arriva dalla Germania la notizia della disfatta delle legioni di Varo.
I Germani sembrano in un primo momento accettare il dominio romano ed il governo di Varo, ma fra loro cova la rivolta. Arminio aveva militato nelle legioni romane ricevendo la cittadinanza e l'ordine equestre.
Si fece promotore della rivolta e venne denunciato a Varo da suo suocero Segeste, ma Varo non prestò fede al delatore.




Riferimenti letteratura:
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Dione Cassio - Storia romana
  • Svetonio - Vite dei Cesari
  • Tacito - Annali
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare




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