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PUBLIO CORNELIO TACITO
Annali
Ab excessu divi Augusti
Nota: Degli annali di
Tacito
si conservano i libri da I a IV e frammenti dei libri V e VI, sulla morte di
Augusto
e sul principato di
Tiberio
, inoltre i libri da XI a XVI sul principato di
Nerone
Libro I
Un esempio di rara sintesi letteraria :
Tacito
riepiloga in pochissime frasi secoli di storia: "
I re per primi tennero
Roma
", inizia fino ad esprimere con chiarezza il concetto portante e la dichiarazione di intenti della sua opera. La storia romana è stata narrata da storici illustri fino al tempo di
Augusto
, poi la necessità di adulare gli imperatori ha corrotto la veridicità della narrazione, così
Tacito
si ripromette di partire dalla morte di
Augusto
per raccontare "
senza avversione né simpatia
".
Brevissimo riepilogo dell'impero di
Augusto
che sconfitti tutti i suoi rivali ottenne il potere supremo senza incontrare più alcuna valida opposizione.
Augusto
consolidò il proprio potere e portò i suoi parenti ed amici più intimi alle più alte cariche dello stato ma il destino volle che fra i numerosi possibili successori rimanesse in vita il solo
Tiberio
, forse il meno amato.
Augusto
pose
Germanico
, figlio del figliastro
Druso
, al comando delle
legioni
sul
Reno
ed impose a
Tiberio
di adottarlo.
Durante la malattia di
Augusto
a
Roma
si temeva per il futuro: la fama di generale di
Tiberio
non bastava a salvare la sua immagine altera e piena di rancori.
La malattia di
Augusto
si aggravò. Alcuni sospettavano
Livia
di veneficio perché
Augusto
poco prima si era recato a visitare il nipote
Agrippa Postumo
(
Livia
avrebbe quindi temuto che riabilitando
Agrippa
il marito privasse
Tiberio
della successione).
Ottaviano
morì a
Nola
,
Tiberio
venne immediatamente richiamato dall'
Illiria
.
Tacito
non conferma il racconto di
Svetonio
,
Dione Cassio
e
Patercolo
secondo i quali il morente imperatore avrebbe avuto un lungo colloquio con il suo successore.
Subito dopo la morte di
Ottaviano
,
Agrippa Postumo
venne ucciso dai centurioni che lo sorvegliavano.
I sospetti ovviamente caddero su
Livia
e
Tiberio
, questi dichiarò in
Senato
che l'ordine di uccidere il giovane era stato dato dallo stesso
Augusto
.
Intanto a
Roma
tutti gli appartenenti alla classe politica si dedicavano ad adulare il nuovo principe. I
consoli
Sesto Pompeo
e
Sesto Apuleio
furono i primi a giurargli fedeltà, subito imitati dagli altri notabili, dal
Senato
, dall'esercito ed infine dalla popolazione.
Dal canto suo
Tiberio
si mostrava esitante davanti al
Senato
.
Tacito
è estremamente caustico nell'individuare le cause di questa esitazione, fra queste annovera il timore che
Germanico
, forte del suo prestigio sulle
legioni
, tentasse un colpo di mano; l'ipocrisia davanti all'opinione pubblica ed infine il desiderio di
Tiberio
di individuare meglio i suoi possibili avversari per trarre più tardi vendetta.
Nella prima riunione del
Senato
convocata da
Tiberio
, fu aperto il testamento di
Augusto
, che lo nominava suo erede insieme a
Livia
.
Livia
veniva adottata, nel testamento del marito, dalla
famiglia Giulia
e le si attribuiva il titolo di Augusta. Il testamento prevedeva anche ricchi lasciti allo stato, alla
plebe
ed ai soldati.
Nella stessa adunanza furono discussi e decisi anche i particolari delle esequie di
Augusto
, i cui funerali si svolsero poi sotto gli occhi di un presidio militare per evitare eccessi da parte della folla immensa di partecipanti.
Tacito
riporta qui le opinioni dei
Romani
favorevoli ad
Augusto
e quelle dei suoi oppositori: i primi giustificavano il ruolo del principe nelle guerre civili con il suo desiderio di vendicare
Cesare
e con l'intento di tutelare lo stato. Il governo di un solo era rimasto, dopo il tentativo del
triumvirato
, l'unico possibile rimedio alle discordie. L'impero e la città, sostenevano ancora i cittadini favorevoli al defunto imperatore, erano stati arricchiti e migliorati dal nuovo regime.
Gli oppositori sostenevano, invece, che l'amore filiale ed il patriottismo erano stati per
Ottaviano
solo pretesti per soddisfare l'ambizione. A sostegno della loro tesi citavano gli abusi e le proscrizioni del
triumvirato
e vari atti sleali e scorretti. Anche la pace raggiunta dopo le guerre civili era
macchiata di sangue e nefandezze
fra cui quelle compiute da
Livia Drusilla
. Si insinuava infine che
Augusto
avesse designato come successore
Tiberio
proprio perché sperava che il confronto con un uomo spregevole giovasse alla sua memoria.
Tiberio
che
sia per natura, sia per abitudine usava sempre parole ambigue ed oscure
continuava a fingere di ritenersi inadeguato a reggere il potere imperiale: fece leggere in
Senato
il quadro statistico compilato personalmente da
Augusto
che descriveva le dimensioni e la complessità dei territori dominati da
Roma
e propose che gli fosse affidato solo il governo di una parte dello Stato. Il
senatore
Asinio Gallo
commise l'errore di chiedergli quale parte avrebbe preferito, la domanda irritò molto
Tiberio
ed il
senatore
cercò di rimediare dicendo che voleva solo dimostrare l'indivisibilità dell'impero ma il rancore di
Tiberio
non si placò: fra l'altro
Asinio Gallo
, figlio di
Asinio Pollione
, aveva sposato
Vipsania Agrippina
, ex moglie di
Tiberio
.
Anche altri
senatori
, per il loro atteggiamento non abbastanza servile, suscitarono i sospetti di
Tiberio
:
Lucio Arrunzio
,
Marco Lepido
,
Quinto Aterio
, e
Mamerco Scauro
. Molti di loro, più tardi, subirono le conseguenze del loro comportamento trovandosi coinvolti in ingiuste accuse.
Anche verso
Livia
, ora detta Augusta, il
Senato
dimostrò il proprio servilismo proponendo che le fossero tributati onori che
Tiberio
, per gelosia, proibì. Sollecitò invece la carica di
proconsole
a vita per
Germanico
.
Per la prima volta le elezioni dei magistrati furono trasferite dall'assemblea popolare al
Senato
. Vennero istituiti nuovi giochi in memoria di
Augusto
.
Intanto nascevano problemi con le
legioni
di stanza in
Pannonia
. A provocarli fu un tale
Percennio
, individuo insolente con un passato da guitto che prese a riscaldare gli animi dei soldati spingendoli alla ribellione. Quando la situazione cominciava a farsi pericolosa intervenne il luogotenente
Giunio Bleso
che con grande capacità oratoria riuscì a contenere l'agitazione delle truppe.
Bleso
convinse i soldati a presentare le loro richieste in modo pacifico e suo figlio fu incaricato di recarsi dall'imperatore a nome delle
legioni
a domandare la riduzione della ferma militare a sedici anni. La relativa calma che seguì a questa decisione fu di breve durata perché altri agitatori presero ad arringare alle truppe e presto molti soldati si ribellarono e misero in catene i centurioni.
Venuto a conoscenza di questi avvenimenti,
Tiberio
inviò suo figlio
Druso
, seguito da due coorti pretorie e da un gruppo di cittadini ragguardevoli, fra cui il prefetto
Elio Seiano
.
Le trattative fra
Druso
ed i rappresentanti dei soldati si presentarono subito difficili: il figlio di
Tiberio
aveva il compito, evidentemente, di prendere tempo ed alle richieste rispondeva che avrebbe riferito al
Senato
, atteggiamento questo che esacerbava l'impazienza dei ribelli.
La notte seguente l'arrivo di
Druso
nel campo delle
legioni
, tuttavia, un'imprevista eclissi lunare spaventò i soldati che furono spinti dalla superstizione ad assumere un comportamento più conciliante. Il mattino seguente
Druso
seppe approfittare del caso favorevole, parlò alle truppe convincendole ad attendere la decisione di
Tiberio
e, quando fu certo di avere saldamente in pugno la situazione, fece giustiziare i principali agitatori,
Percennio
e
Vibuleno
. Presto le
legioni
ribelli rinunciarono alla loro iniziativa e si trasferirono pacificamente nei quartieri d'inverno mentre
Druso
, compiuta la sua missione, faceva ritorno a
Roma
.
Nello stesso periodo si ribellarono i due eserciti stanziati in
Germania
, affidati ai luogotenenti
Caio Silio
ed
Aulo Cecina
, il cui comando supremo faceva capo a
Germanico
. Quelle
legioni
speravano di spingere
Germanico
a contrastare
Tiberio
e ad impadronirsi dell'impero.
Stando al racconto di
Tacito
, la rivolta in
Germania
era molto più grave di quella in
Pannonia
, sia perché le truppe erano più numerose, sia perché la ribellione si presentava molto più compatta e violenta.
Molti centurioni vennero massacrati, fra di loro si difese eroicamente quel
Cassio Cherea
che diverrà famoso come uccisore di
Caligola
.
Germanico
, in quei giorni, stava svolgendo il censimento fiscale della
Gallia
. Figlio di
Druso
(il fratello di
Tiberio
) e marito della nipote di
Augusto
Agrippina
, egli si sapeva odiato da suo zio
Tiberio
e da
Livia Drusilla
, perciò le notizie della morte di
Augusto
e dell'ascesa al potere di
Tiberio
furono per lui motivo di grande allarme. In ogni caso
Germanico
vincolò con giuramento di fedeltà a
Tiberio
se stesso, le sue
legioni
ed i territori da lui controllati, quindi raggiunse i campi militari e parlò alle
legioni
in rivolta rimproverandole aspramente.
I legionari protestarono le proprie ragioni e si dissero pronti a sostenerlo se avesse aspirato al potere.
Germanico
, inorridito, minacciò di suicidarsi piuttosto che mancare al proprio giuramento di fedeltà.
Alla fine si venne ad una soluzione di compromesso, le richieste dei soldati furono in gran parte soddisfatte con elargizioni in denaro e con i congedi di chi aveva già compiuto sedici anni di servizio ed i ribelli tornarono rapidamente nei ranghi. Alcuni episodi che si verificarono durante quella ribellione, comunque, furono particolarmente gravi, come l'aggressione al legato imperiale
Munazio Planco
che si trovava in missione presso
Germanico
.
Germanico
allontanò per prudenza le famiglie dei suoi ufficiali e la propria e procedette con la punizione degli individui più sediziosi.
Mentre
Germanico
operava come si è detto nell'accampamento di
Colonia
, al di là del
Reno
il suo luogotenente
Aulo Cecina
era alle prese con altri focolai di rivolta nell'esercito "superiore".
Cecina
fece strage dei sediziosi tanto che a
Germanico
non rimase, per distogliere l'animo dei soldati dalle recenti tragiche vicende, che ordinare un'azione bellica contro i
Germani
.
Approfittando di una festa locale,
Germanico
decise di attaccare di notte e devastò molte miglia di territorio, il successo militare conseguito servì a calmare definitivamente gli animi dei soldati e l'episodio della ribellione potè dirsi concluso.
Dal canto suo
Tiberio
ratificò l'operato di
Germanico
lodandolo in
Senato
, ma si preoccupò per il crescente prestigio del giovane generale. Il quel periodo morì in esilio
Giulia
, la figlia di
Augusto
il cui comportamento era stato, secondo
Tacito
, il motivo del confino volontario di
Tiberio
a
Rodi
.
Tiberio
che, preso il potere non aveva liberato
Giulia
, fece allora uccidere anche un suo vecchio amante, tale
Sempronio Gracco
, che si trovava anche egli in esilio da quattordici anni nell'isola di
Cercina
.
Germanico
celebrò un trionfo e continuò a combattere contro i
Catti
, dei quali devastò la capitale. Si combatteva anche contro
Arminio
, l'artefice della disfatta di
Varo
, ma un notabile locale di nome
Segeste
, suocero di
Arminio
, che aveva sempre avuto posizioni filoromane, decise di opporsi risolutamente al genero. Assediato con i suoi seguaci chiese aiuto a
Germanico
che lo liberò e catturò, fra gli altri prigionieri, la moglie di
Arminio
.
Segeste
e la sua fazione si consegnarono, dunque, spontaneamente a
Germanico
: questo fatto, unito al rapimento della moglie gravida, esacerbarono l'ira di
Arminio
che si affrettò a preparare una nuova offensiva.
Durante quella campagna
Germanico
giunse con il suo esercito nella
selva di Teutoburgo
dove, sei anni prima, erano state sterminate le
legioni
di
Varo
.
Tacito
descrive drammaticamente i miseri resti degli accampamenti
romani
, i rozzi altari sui quali i
Germani
avevano sacrificato i prigionieri, cumuli di ossa e teschi appesi agli alberi.
Germanico
ed i suoi soldati diedero sepoltura a quei resti e tributarono onori ai caduti. Le molte insidie del terreno paludoso misero in seria difficoltà anche le
legioni
di
Germanico
: quelle comandate dal legato
Cecina
si trovarono circondate dalle forze di
Arminio
e si rischiò una nuova strage, evitata soltanto quando
Arminio
ed il suo alleato
Inguiomero
tentarono l'invasione dell'accampamento e, trovandosi su terreno più asciutto, ebbero la peggio.
Intanto a
Roma
Tiberio
aveva ripristinato la legge di "lesa maestà" con il chiaro intento di colpire i propri avversari politici.
Tacito
cita alcuni episodi dei primi tempi nei quali
Tiberio
si mostrò moderato in questi processi proprio come esempio dell'ambiguità dell'Imperatore e della sua abitudine a dissimulare sempre le proprie reali intenzioni.
A causa delle molte guerre fu necessario aumentare un'imposta sulle vendite e
Tiberio
colse l'occasione per revocare la diminuzione da venti a sedici anni del periodo di leva che era stata concessa durante la rivolta, sostenne infatti che senza questa misura le casse dello Stato non sarebbero state in grado di elargire i premi dei veterani.
Fra gli altri eventi notevoli di quell'anno,
Tacito
ricorda che fu proposto di deviare il corso degli affluenti del
Tevere
per diminuire le frequenti inondazioni, la proposta fu respinta perché l'opera avrebbe seriamente danneggiato le campagne attraversate da quei fiumi in
Toscana
,
Umbria
e
Lazio
.
Libro II
Sotto il
consolato
di
Sisenna Statilio
e
Lucio Libone
(
16 d.C.
) i
Parti
si ribellarono al loro re
Vonone
, figlio di
Fraate IV
, che era stato educato a
Roma
, sotto
Augusto
, dove era stato mandato dal padre come ostaggio. Alla morte di
Fraate
e di quanti dopo di lui si erano contesi il potere, i
Romani
avevano mandato in patria
Vonone
assegnandogli il regno dei
Parti
che ormai consideravano come una provincia. Il nuovo re, ritenuto corrotto a causa dell'educazione romana, non piaceva ai suoi sudditi e fu presto spodestato da
Artabano
e costretto a rifugiare in
Armenia
.
Anche in
Armenia
la situazione era molto tesa a causa di rivalità interne dei successori del re
Artavasde
(che avevano aiutato poi tradito
Antonio
nel suo tentativo di invasione della
Partia
). Gli
Armeni
, in un primo momento, accolsero
Vonone
come loro re ma quando
Artabano
minacciò di attaccarlo intervenne il governatore romano della
Siria
,
Cretico Silano
, che depose
Vonone
e lo trattenne presso di se.
Poiché dunque i problemi in Oriente sussistevano,
Tiberio
progettò di distogliere
Germanico
dalla valle del
Reno
per inviarlo in
Armenia
, progetto che gli era particolarmente gradito in quanto contava di indebolire il nipote allontanandolo dalla
legioni
che gli erano più devote.
Dal canto suo
Germanico
si organizzava per penetrare in
Germania
per via fluviale ed allestiva a questo scopo una flotta di un migliaio di navi.
Risalito in parte il corso di uno dei bracci del
Reno
, i
Romani
si accamparono, sulla sponda opposta si insediò
Arminio
.
Tacito
racconta qui un episodio di sapore particolare:
Arminio
avrebbe chiesto ed ottenuto di parlare con il fratello
Flavo
che militava nelle
legioni
di
Germanico
. Durante il colloquio
Flavo
difese la grandezza e l'umanità dei
Romani
mentre
Arminio
insistette perché tornasse dalla sua parte. Finì che i due si insultarono ed i compagni dovettero trattenere
Flavo
dallo scagliarsi in armi contro il fratello.
L'indomani si verificò uno scontro fra i
Germani
e le truppe dei
Bavari
, alleati dei
Romani
, ma due giorni dopo si giunse alla battaglia vera e propria (che
Tacito
descrive in modo particolareggiato) e che vide i
Romani
vincitori. A stento i due comandanti dei
Germani
,
Arminio
ed
Inguiomero
, riuscirono a mettersi in salvo. Quando la battaglia sembrava ormai conclusa, i
Germani
tentarono ancora un'imboscata ed ebbero ancora una volta la peggio.
Fu mentre
Germanico
riportava indietro via mare buona parte delle sue
legioni
che una terribile tempesta devastò la sua flotta. Perirono molti uomini ed i legionari persero quasi tutto l'equipaggiamento, nonostante ciò quando i
Germani
tentarono nuove insidie avendo preso coraggio dalle notizie delle sventure toccate al nemico,
Germanico
riuscì comunque a respingerli cosa che - stando a
Tacito
- ebbe l'effetto di incutere loro un vero terrore della potenza romana.
Tiberio
prese ad insistere con frequenti lettere per convincere
Germanico
a tornare a
Roma
e celebrare il trionfo che gli era stato decretato,
Germanico
tentò di declinare ma alla fine fu costretto a rimettersi alla volontà dell'imperatore.
Intanto a
Roma
si svolgeva un intrigo che
Tacito
vuole riferire nei dettagli indicandolo come rappresentativo della corruzione dell'età di
Tiberio
: si tratta della vicenda di
Libone Druso
che si fece convincere ad occuparsi di arti magiche per poi essere denunciato proprio da quanti lo avevano circuito. Era infatti una metodologia praticata da molti delatori (e riferita da varie fonti) quella di "costruire" ad arte i fatti e le situazioni sui quali fondare le proprie accuse.
Libone
fu incastrato dai suoi accusatori in un processo molto rapido. Fra l'altro, quando si pose l'opportunità di chiamare i servi di
Libone
a testimoniare contro il loro padrone,
Tiberio
ordinò che fossero prima venduti per non infrangere una deliberazione precedente del
Senato
che vietava l'interrogatorio degli schiavi dell'imputato.
Vistosi perduto,
Libone
si uccise ma il processo continuò e
Tiberio
giurò che avrebbe chiesto il perdono dell'imputato se questi, suicidandosi, non avesse fatto precipitare la situazione.
Tacito
prosegue citando altri processi e casi scandalistici, sempre con l'intento di documentare l'iniquità e la doppiezza di
Tiberio
. Fra gli altri il caso di
Marco Ortensio Ortalo
al quale
Augusto
aveva fatto una donazione per farlo sposare e fargli mettere al mondo dei figli che continuassero l'antica e nobile casata degli
Ortensi
.
Ortalo
, che versava in misere condizioni finanziarie, si presentò al
Senato
con i quattro figli che aveva avuto a chiedere una nuova sovvenzione ma
Tiberio
, freddamente, si oppose.
In quel periodo Clemente, uno schiavo di
Agrippa Postumo
che, come si ricorderà, era stato eliminato, ebbe l'audacia di spacciarsi per il padrone e di spargere la voce che
Agrippa
si fosse miracolosamente salvato. Smascherato dagli emissari di
Tiberio
, Clemente fu portato al cospetto dell'imperatore. A
Tiberio
che gli chiedeva come fosse divenuto
Agrippa
, Clemente avrebbe risposto: "Come tu sei diventato
Cesare
" (lo scambio di battute è riportato anche da
Dione Cassio
). Clemente venne eliminato con discrezione e quell'episodio che, secondo
Tacito
, avrebbe potuto provocare una guerra civile finì nel nulla.
L'anno successivo (
17 d.C.
)
Germanico
, rientrato a
Roma
, celebrò il trionfo.
Tiberio
si mostrò compiaciuto del successo di
Germanico
, tuttavia non mancò di cogliere l'occasione per allontanarlo e l'occasione gliela fornì l'Oriente dove si svolgevano disordini in
Commagene
e in
Cilicia
. Inoltre il re
Archelao di Cappadocia
, verso il quale
Tiberio
serbava rancore perché non lo aveva onorato durante il suo soggiorno a
Rodi
, era stato convocato a
Roma
e processato. Il vecchio re non aveva sopportato l'umiliazione ed era morto (o si era ucciso) lasciando il suo paese in mano ai
Romani
.
Tiberio
, dunque, indicò al
Senato
Germanico
come l'unico uomo in grado di risolvere la situazione orientale ed i
senatori
decretarono di affidare a
Germanico
tutte le province orientali conferendogli autorità assoluta. Contemporaneamente
Tiberio
tolse a
Cretico Silano
il governo della
Siria
e lo affidò all'ex pompeiano
Gneo Calpurnio Pisone
(
17 d.C.
).
Druso
, figlio di
Tiberio
, fu inviato nell'
Illirico
per "far pratica nel servizio militare e per conciliarsi il favore dell'esercito".
In
Germania
, dove le
legioni
romane si erano allontanate, si combatteva una guerra civile:
Arminio
attaccava il re degli
Svevi
Maroboduo
, al quale si era alleato anche
Inguiomero
.
Arminio
accusava
Maroboduo
di aver parteggiato per i
Romani
ma in sostanza si trattava di una contesa di territori fra
Cherusci
e
Svevi
. Trovandosi in difficoltà,
Maroboduo
chiese a
Tiberio
un aiuto che gli fu negato, mentre
Druso
veniva inviato a sorvegliare i confini.
Quell'anno un grave terremoto devastò
Sardi
,
Magnesia
ed altre città che furono soccorse da
Tiberio
e dal
Senato
con elargizioni e sgravi fiscali.
A questo punto
Tacito
rende giustizia ad alcuni comportamenti onorevoli di
Tiberio
come, appunto, i generosi interventi per i terremotati o il fatto di aver sempre rifiutato eredità che venissero da sconosciuti i quali - ostili ai parenti - preferivano lasciare al principe le proprie sostanze. Restaurò o completò alcuni templi come quello di
Bacco
votato da
Aulo Postumio
dittatore iniziato da
Augusto
presso il
Circo Massimo
, quelli di
Flora
e della Speranza.
Nello stesso anno scoppiò una guerra in
Africa
contro un certo
Tacfarinas
, costui dopo aver militato nell'esercito romano, aveva disertato ed aveva organizzato un esercito di ribelli in
Numidia
, coinvolgendo poi anche la vicina
Mauretania
. La questione fu risolta con una battaglia gloriosamente vinta dal
proconsole
d'
Africa
Furio Camillo
, discendente del famoso omonimo.
L'anno successivo (
18 d.C.
) furono
consoli
Tiberio
(per la terza volta e
Germanico
(per la seconda).
Germanico
si stava recando in Oriente, aveva viaggiato attraverso l'
Illiria
, la
Dalmazia
e fatto sosta in
Atene
. A
Lesbo
sua moglie
Agrippina
partorì
Giulia
. Continuando il suo viaggio il generale visitò luoghi quasi mitici come la
Propontide
ed
Ilio
, ammirò vestigia del passato e consultò misteriosi oracoli.
A
Rodi
fu raggiunto da
Calpurnio Pisone
che proseguì verso la
Siria
dove instaurò presto un regime di grande corruzione e cominciò a calunniare
Germanico
presso i legionari. Ma la destinazione di
Germanico
era l'
Armenia
che, dopo la cacciata di
Vonone
, si trovava in stato di anarchia.
Germanico
affidò il regno a
Zenone (Artaxias III)
, figlio del re del
Ponto
Polemone
. Subito dopo si occupò della
Cappadocia
, di cui divenne legato
Quinto Veranio
e della
Commagene
che fu affidata a
Quinto Serveo
.
Intanto i rapporti di
Germanico
con
Pisone
si andavano inasprendo. Nel
19
,
consoli
Marco Silano
e
Lucio Norbano
,
Germanico
visitò l'
Egitto
, afflitto da una carestia. Facendolo senza l'autorizzazione imperiale violò una disposizione di
Augusto
: questi aveva infatti vietato a
senatori
e cavalieri di recarsi in
Egitto
senza il suo esplicito permesso perché sapeva che la regione era facile da controllare militarmente e che chi se ne fosse impadronito avrebbe potuto "affamare l'
Italia
" (dall'
Egitto
infatti venivano importate a
Roma
considerevoli quantità di grano).
Sfidando, o ignorando l'ira di
Tiberio
,
Germanico
continuò il suo viaggio in
Africa
.
Nel frattempo continuavano gli scontri fra le popolazioni germaniche,
Maroboduo
fu cacciato e riparò in
Italia
(
Ravenna
) con il consenso di
Tiberio
. Vi sarebbe rimasto per il resto della sua vita, ormai esule e privato del comando. Ma nuovi problemi nascevano in
Tracia
:
Augusto
aveva diviso il regno del defunto re
Remetalce
fra il figlio
Coti
e il fratello
Rescupori
, morto
Augusto
Rescupori
aveva aperto le ostilità contro il nipote per impossessarsi interamente dell'eredità.
Rescupori
imprigionò
Coti
e, quando i
Romani
cominciarono ad indagare sull'accaduto, lo soppresse impadronendosi del suo regno. Il
propretore
della
Mesia
Pomponio Flacco
, su ordine di
Tiberio
, arrestò
Rescupori
e lo portò a
Roma
dove, processato dal
Senato
, venne condannato all'esilio dal suo regno. Il potere passò a
Remetalce
, figlio di
Rescupori
ed ai figli di
Coti
, ma per la minore età di questi ultimi assunse la reggenza il romano
Trebelleno Rufo
mentre
Rescupori
veniva ucciso in un tentativo di fuga. Analoga fine toccò a
Vonone
mentre tentava di sfuggire al suo confino in
Cilicia
.
Rientrato in
Siria
dall'
Egitto
,
Germanico
si ammalò gravemente e fu convinto - stando a
Tacito
- di essere stato avvelenato da
Pisone
.
Pisone
, accusato da
Germanico
in una lettera, si allontanò immediatamente dalla
Siria
.
Germanico
morì dopo aver fatto giurare agli amici di vendicarlo e dopo aver pregato la moglie di tornare a
Roma
e di "piegarsi davanti alla crudeltà della sorte" per il bene dei loro figli.
Agrippina
tornò a
Roma
con la sua prole e con le ceneri di
Germanico
,
Cneo Senzio
assunse il governo della
Siria
e
Pisone
meditò di tornare a sua volta a
Roma
piuttosto che contendere la provincia al rivale a rischio di una guerra civile. Infine decise di rientrare in
Siria
e scrisse a
Tiberio
accusando
Germanico
di averlo proditoriamente scacciato. Inevitabilmente si giunse allo scontro e
Pisone
, che si era arroccato nel castello di
Celenderi
in
Cilicia
, fu assediato, costretto ad arrendersi e richiamato a
Roma
.
Tacito
descrive il grande lutto dei
Romani
per la morte di
Germanico
e tutti gli onori tributati alla sua memoria.
In chiusura del secondo libro ricorda come morì, in quell'anno,
Arminio
che "cadde alla fine per il tradimento dei suoi".
Arminio
morì a trentasette anni, dopo aver comandato e combattuto per dodici.
Libro III
Dopo una sosta a
Corfù
,
Agrippina
sbarcò a
Brindisi
, accolta da una folla commossa che si era riunita per onorare le ceneri di
Germanico
. Un grande corteo funebre scortò l'urna cineraria fino a
Roma
dove fu deposta nel mausoleo di
Augusto
.
Tiberio
e
Livia
decisero di non comparire alle esequie per la dignità della loro posizione che impedisce di manifestare pubblicamente il dolore oppure - e
Tacito
propende per questa seconda ipotesi - per meglio dissimulare la loro soddisfazione per la morte di
Germanico
.
La partecipazione sentita della popolazione non piacque a
Tiberio
che emanò un editto per ringraziare tutti e per sollecitarli a tornare, rassegnati alle proprie occupazioni.
Pisone
, dal canto suo, temporeggiò mandando avanti il figlio, quindi si decise a rientrare a
Roma
ma lo sfarzo che ostentò nel farlo provocò lo sdegno di molti cittadini.
Subito dopo
Pisone
venne denunciato e si aprì un processo che
Tiberio
preferì lasciare al giudizio del
Senato
.
Alle accuse che venivano mosse contro
Pisone
i giudici-senatori, sostanzialmente credevano, tuttavia mancavano elementi probatori per dimostrare la sua responsabilità nel presunto veneficio. Quando si rese conto che veniva privato dell'appoggio di
Tiberio
e che anche sua moglie, fidando nell'amicizia di
Livia Augusta
, organizzava la sua difesa per altre vie a lui non accessibili,
Pisone
concluse la vicenda togliendosi la vita.
Anche su questo suicidio nacquero sospetti:
Tacito
racconta quelli sentiti, nella sua giovinezza, dai più anziani che insinuavano che la volontà di
Tiberio
non fosse stata estranea alla morte di
Germanico
e che
Pisone
fosse stato soppresso da sicari inviati dallo stesso imperatore o dal suo perfido consigliere
Seiano
.
Dopo la morte di
Pisone
anche la moglie
Plancina
fu processata e se la cavò grazie all'intercessione di
Augusta
. Fu comunque una vicenda che scontentò l'opinione pubblica che avrebbe voluto più concreta ed appagante soddisdfazione per la morte di
Germanico
.
Intanto in
Africa
,
Tacfarinas
aveva riaperto le ostilità devastando i villaggi ed attaccando - con alterne fortune - le
legioni
romane.
Nello stesso periodo si svolse il processo a
Emilia Lepida
, della nobile
famiglia Emilia
, un tempo fidanzata di
Lucio Cesare
, che era stata ripudiata dal marito
Quirinio
e denunciata per adulterio, magia e lesa maestà. Durante il processo - che si concluse con l'esilio dell'imputata - si disse che
Lepida
aveva tentato di avvelenare il marito.
Ottenne clemenza, invece,
Decio Silano
che, esiliato ai tempi di
Augusto
perchè coinvolto negli scandali di
Giulia
, potè rientrare a
Roma
con il consenso del
Senato
e dell'imperatore.
Fu promossa una riforma della legge Papia Poppea contro il celibato che era stata emanata ai tempi di
Augusto
in quanto si prestava a provocare eccessive delazioni.
Tacito
ne prende spunto per una digressione sulle "radici del diritto".
Nel
21
Tiberio
ebbe il suo quarto
consolato
, era suo collega il figlio
Druso
,
console
per la seconda volta.
Tiberio
si allontanò volontariamente da
Roma
e si ritirò per un periodo in
Campania
, lasciando
Druso
governare da solo.
Nei paragrafi successivi
Tacito
tratteggia positivamente l'operato di
Druso
in quell'anno sostenendo che si adoperò per arginare il fenomeno delle delazioni (che doveva costituire una vera e propria piaga per la vita politica romana) e che il suo atteggiamento disponibile e socievole piaceva più della misantropia del padre.
Intanto si verificavano problemi in
Tracia
, sobillati da
Remetalce
, ed in
Gallia
dove alcune città si ribellavano ai gravami fiscali.
Erano due personaggi dotati di cittadinanza romana,
Giulio Floro
e
Giulio Sacroviro
, a sobillare la rivolta in
Gallia
. Nella descrizione che segue delle azioni romane tese a sedare le ribellioni in
Gallia
viene riferita in sintesi la complessa situazione che vedeva, in questi casi, molti militari del popolo soggetto che si sollevava, che facevano parte delle
legioni
romane e venivano quindi a trovarsi schierati contro il loro stesso popolo.
Con le tribu guidate da
Floro
il problema fu risolto rapidamente e
Floro
finì per suicidarsi per sfuggire alla cattura. Più ostico fu il problema degli
Edui
, facenti capo a
Sacroviro
, che era riuscito a radunare ben quarantamila uomini. Tuttavia le
legioni
romane al comando di
Caio Silio
ebbero ragione degli
Edui
ed anche
Sacroviro
si suicidò.
Si giunse così all'anno
22 d.C.
,
consoli
Decimo Aterio Agrippa
e
Gaio Sulpicio Galba
. In quell'anno
Tiberio
richiese al
Senato
la carica di tribuno per il figlio
Druso
ricordando che anche lui, quando aveva la stessa età di
Druso
, era stato collega di
Augusto
nel tribunato.
In quello stesso anno si svolse un'inchiesta sui santuari greci che in forza dell'antico "diritto di asilo" accoglievano persone di ogni tipo ed erano sospettati di costituire focolai di sedizione.
Tiberio
lasciò che della cosa si occupasse il
Senato
per salvaguardare (sono parole di
Tacito
) "una larva delle antiche costumanze".
Intanto
Caio Silano
,
proconsole
d'
Asia
, accusato di concussione e di vilipendio alla divinità di
Augusto
ed alla maestà di
Tiberio
, veniva processato. Anche questo episodio viene utilizzato da
Tacito
come esempio della corruzione dei tempi causata dall'iniquità dell'imperatore e dal servilismo dei
senatori
nei suoi confronti.
Il processo si concluse con la condanna all'esilio dell'accusato.
In
Africa
l'irriducibile
Tacfarinas
continuava a tormentare i
Romani
e
Tiberio
incaricò
Giunio Bleso
di risolvere il problema.
Bleso
condusse una valida ma non definitiva campagna contro
Tacfarinas
ed il suo esercito di guerriglieri.
Morirono in quest'anno i giuristi
Asinio Salonino
e
Gaio Ateio Capitone
. Morì anche
Giunia Terzia
, vedova di
Cassio Longino
.
Libro IV
Era l'anno
23 d.C.
,
consoli
Gaio Asinio Pollione
e
Caio Antistio Vetere
. Dopo anni di tranquillità "la fortuna di
Tiberio
parve oscurarsi" a causa delle trame del prefetto
Seiano
.
Figlio di
Seio Strabone
,
Seiano
era nato a
Volsini (Bolsena)
e durante la sua gioventù aveva fatto parte del seguito di
Gaio Cesare
.
Aveva saputo conquistare la stima e la fiducia di
Tiberio
dissimulando perfettamente la propria brama di potere.
Divenuto prefetto riunì tutte le coorti cittadine nello stesso alloggiamento, con il pretesto di un migliore controllo sulla disciplina e di una accresciuta capacità di intervento in caso di necessità: in questo modo aumentò l'importanza della propria carica.
La fortuna di
Seiano
aveva però forti rivali nella famiglia di
Tiberio
a cominciare da
Druso
che non lo gradiva ed arrivò, in una discussione, a schiaffeggiarlo.
Seiano
sedusse
Livilla
, moglie di
Druso
e sorella di
Germanico
e ripudiò la propria moglie
Apicata
. Con la complicità di
Livilla
,
Seiano
uccise
Druso
con un veleno a lento effetto, in modo che si pensasse ad una malattia.
Benché
Druso
non si fosse mai comportato in modo deplorevole, secondo
Tacito
il cordoglio di
Tiberio
per la sua morte non fu del tutto sincero in quanto apriva nuove possibilità ai figli di
Germanico
. Subito dopo la scomparsa del figlio, infatti,
Tiberio
aveva raccomandato al
Senato
i suoi adolescenti nipoti
Nerone
e
Druso
ricordando come, una volta rimasti orfani del padre
Germanico
, erano stati da lui affidati a
Druso
.
Continuando nel suo intento di liberare la propria strada verso il potere,
Seiano
prese a calunniare
Agrippina
(moglie di
Germanico
) e a sobillare contro di lei l'odio della vecchia
Augusta
.
Fra gli eventi di altra natura avvenuti in quell'anno,
Tacito
ricorda l'espulsione degli istrioni da
Roma
(voluta da
Tiberio
per l'immoralità degli spettacoli), la morte di uno dei figli di
Druso
e quella di
Lucilio Longo
, vecchio amico di
Tiberio
, il solo che lo avesse seguito a
Rodi
.
Nel
24
,
consoli
Sergio Cornelio Cetego
e
Lucio Visellio Varrone
,
Seiano
continuò a provocare
Tiberio
contro
Agrippina
e la situazione così creata andava riflettendosi anche nell'opinione pubblica.
Seiano
, inoltre, coinvolse
Caio Silio
- l'ufficiale di
Germanico
vittorioso su
Sacroviro
- in un processo in cui venne accusato di attività sediziose e di aver a lungo occultato, per interesse personale, gli intrighi di
Sacroviro
. Il processo era chiaramente manipolato da
Seiano
con la complicità del
console
Varrone
e
Caio Silio
, vedendosi perduto, si uccise.
La moglie di
Caio Silio
,
Sosia Gallia
, invisa a
Tiberio
perché amica di
Agrippina
, fu coinvolta nel processo e condannata all'esilio.
Si intensificarono le delazioni, i processi per lesa maestà e molti personaggi ragguardevoli furono condannati, esiliati, o si uccisero spontaneamente e, sempre, dietro questi episodi si nascondevano le trame ininterrotte di
Seiano
.
In quell'anno il
proconsole
d'
Africa
Dolabella
riuscì finalmente ad arrivare ad uno scontro decisivo con il numida
Tacfarinas
che morì durante il combattimento.
Dolabella
non ricevette i dovuti onori perché
Seiano
non voleva che fossero oscurate le precedenti gesta africane di
Giunio Bleso
, che era suo zio.
Tacito
inserisce in questo libro un inciso nel quale si dichiara consapevole di narrare continuamente vicende tristi e monotone di ingiustizie, processi mistificati e tradimenti, ma questi e non altri erano gli eventi del periodo di
Tiberio
.
Nel
25
,
consoli
Cornelio Lentulo
e
Marco Asinio Agrippa
, si svolse il processo contro
Cremuzio Cordo
, autore di annali, che fu accusato di lesa maestà per aver lodato
Bruto
e
Cassio
nella sua opera.
Cremuzio Cordo
si lasciò morire di fame ed il
Senato
decretò la distruzione dei suoi scritti che, salvati da mano ignota, furono più tardi pubblicati.
Seiano
scrisse a
Tiberio
chiedendogli il consenso per sposare
Livilla
,
Tiberio
prese tempo asserendo nella sua risposta che la cosa avrebbe suscitato troppe polemiche, tuttavia si dimostrò benevolo verso
Seiano
e lasciò intuire che progettava per lui grandi cose.
L'anno successivo si verificò una ribellione in
Tracia
contro la leva dei militari imposta dai
Romani
. Intervenne
Poppeo Sabino
che si trovò a combattere una non facile battaglia e riuscì a sconfiggere il nemico solo dopo averlo a lungo assediato nei suoi accampamenti.
Tacito
fornisce una descrizione piuttosto dettagliata di questi combattimenti.
Frattanto a
Roma
era iniziato un processo contro
Claudia Pulcra
, amica di
Agrippina
, accusata di adulterio e pratiche magiche da uno dei soliti delatori.
Agrippina
si rivolse direttamente a
Tiberio
, ma non riuscì ad evitare la condanna. Le cospirazioni di
Seiano
contro la vedova di
Germanico
continuarono senza tregua ed egli fece in modo che la donna sospettasse
Tiberio
di volerla eliminare.
Fu in quell'anno che l'imperatore decise di trasferirsi in
Campania
.
Tacito
prende atto che moltissimi autori precedenti attribuivano questa decisione alla persuasione di
Seiano
, tuttavia considerando che
Tiberio
si trattenne a
Capri
ancora per sei anni dopo la morte del prefetto, si chiede se non furono altre le ragioni della scelta, in particolare l'intenzione di coltivare i propri vizi lontano da occhi indiscreti. Tuttavia si ricordano anche altre possibili motivazioni, come il pudore per l'aspetto fisico degradato dalla vecchiaia (era alto, curvo, calvo e con problemi epidermici) o l'ossessiva invadenza della madre. Fatto sta che
Tiberio
partì da
Roma
con un ristrettissimo seguito: erano con lui
Seiano
, il consolare
Cocceio Nerva
ed alcuni letterati dai quali si aspettava la distrazione delle speculazioni filosofiche. Aveva ragione di prevedere che non avrebbe più abitato a
Roma
, ma non si aspettava di vivere ancora per undici anni.
Poco dopo l'arrivo a
Capri
,
Seiano
seppe sfruttare una circostanza fortuita per rafforzare il proprio prestigio e consolidare la fiducia di
Tiberio
. Si trovavano a banchettare in una grotta naturale quando la volta franò e
Seiano
ebbe la prontezza di spirito di fare scudo con il proprio corpo all'imperatore.
L'odio di
Seiano
si concentrò contro
Nerone
, il figlio maggiore di
Germanico
. Questi - ancora molto giovane - si lasciava a volte trascinare dall'adulazione dei suoi servi e pronunciava affermazioni imprudenti sulla sua imminente ascesa al potere, che dava ormai per scontata. Contro di lui
Seiano
istigava anche il fratello minore
Druso
, di indole impetuosa e geloso di
Nerone
.
L'anno successivo si verificò una gravissima disgrazia: un anfiteatro costruito a
Fidene
dallo speculatore
Atilio
crollò mentre era pieno di folla intenta ad assistere ai giochi, provocando numerosissime vittime.
Tacito
parla di cinquantamila morti, mutilati e feriti gravi. Poco dopo un incendio devastò il
Celio
ed il popolino superstizioso cominciò ad attribuire queste disgrazie ravvicinate ai cattivi auspici sotto i quali il principe aveva lasciato
Roma
. Trovandosi a parlare del
Celio
,
Tacito
annota che il colle si chiamò in antico
Mons Quaerquetulanus
per l'abbondanza di querce che vi crescevano, cambiò nome quando vi si stabilì l'etrusco
Cele Vibenna
con la sua gente durante il regno di
Tarquinio Prisco
o di un altro re.
Dal canto suo
Tiberio
, che aveva stabilito tramite un editto che nessuno osasse turbare la sua tranquillità, si era fatto costruire ben dodici ville a
Capri
. L'isola "amenissima", dal clima perennemente favorevole, gli offriva un meraviglioso rifugio, anche grazie ai suoi scarsi approdi molto facilmente sorvegliabili.
Immancabilmente
Seiano
visitava
Tiberio
rinnovando le sue calunnie contro
Agrippina
e i suoi figli.
Si giunse così all'arresto del cavaliere
Tizio Sabino
, colpevole solo di essere rimasto fedele alla casa di
Germanico
e di aver continuato a rendere pubblicamente omaggio ad
Agrippina
. Contro
Sabino
si erano attivati alcuni rivali politici, in particolare un certo
Lucanio Laziare
che, come usavano i delatori, spingeva
Sabino
a confidarsi con lui e a pronunciare in presenza di testimoni critiche ed ingiurie contro
Seiano
e
Tiberio
.
Conquistata la fiducia di
Sabino
,
Laziare
ed i suoi compagni passarono alla delazione non appena ebbero raccolto prove evidenti contro di lui.
Tiberio
chiese al
Senato
una condanna esemplare e
Sabino
venne giustiziato.
In quel tempo morì
Giulia Minore
, nipote di
Augusto
, dopo aver vissuto in esilio per venti anni.
In
Germania
si sollevarono i
Frisii
contro le disposizioni fiscali romane. Gli eventi bellici che ne seguirono provocarono non poche perdite alle
legioni
, ma
Tiberio
e
Seiano
non se ne occuparono mentre i
senatori
erano troppo presi dalle tensioni interne per dare importanza ad eventi che avvenivano alla periferia dell'impero.
Tiberio
scelse
Gneo Domizio
come marito per
Agrippina Minore
ed ordinò che a
Roma
si celebrassero le nozze.
Libro V (Frammento)
Nel
29 d.C.
morì
Livia Drusilla
, detta
Giulia Augusta
, vedova di
Ottaviano
e madre di
Tiberio
.
Tiberio
, che era stato a lungo vessato dal comportamento autoritario della madre, vietò che le si dedicassero onori eccessivi e non partecipò alle esequie.
Secondo
Tacito
con la morte di Augusta venne a mancare l'ultimo freno al dispotismo di
Tiberio
ed alle mire di
Seiano
. Subito
Tiberio
denunciò al
Senato
Agrippina
e
Nerone
, la prima per oltraggio, il secondo per condotta indecente.
I
senatori
si trovarono in grande difficoltà perché un provvedimento contro la casa di
Germanico
avrebbe potuto provocare una sollevazione popolare, non seppero quindi arrivare ad alcuna azione concreta. Sdegnato,
Tiberio
dichiarò che avrebbe per il futuro riservato a se stesso tutte le decisioni importanti e privò il
Senato
di ogni potere.
Il quinto libro è, purtroppo, quasi totalmente perduto e dopo la vasta lacuna ci troviamo nel periodo immediatamente successivo all'esecuzione di
Seiano
quando anche i figli del prefetto vengono arrestati e giustiziati, come racconta anche
Dione Cassio
.
Libro VI
Era l'anno in cui furono
consoli
Gneo Domizio
e
Camillo Scriboniano
(
32 d.C.
).
Tiberio
tornò per qualche tempo sulla terra ferma ma rimase in
Campania
, evitando di entrare a
Roma
. Secondo
Tacito
il vecchio imperatore era ormai dedito alle più turpi perversioni sessuali, soprattutto con i giovanetti, e la vergogna di questa fama lo tratteneva dal tornare in città.
Si moltiplicavano intanto processi e persecuzioni contro quanti avevano appoggiato
Seiano
e si erano dichiarati suoi amici, così come continuavano le consuete delazioni. Fra i seguaci di
Seiano
fu colpito da una condanna all'esilio il
senatore
Giunio Gallione
, mentre i delatori attaccavano
Cotta Messalino
riferendo alcune battute mordaci pronunciate da questi riferendosi a
Tiberio
ed a
Livia Augusta
.
Messalino
fu salvato da
Tiberio
del quale era amico da molto tempo, ma molti altri furono condannati.
Fra i tanti accusati si salvò
Marco Terenzio
il quale, unico, ebbe il coraggio di ammettere di essere stato amico di
Seiano
aggiungendo che, del resto, lo era stato anche l'imperatore.
Una nota interessante di
Tacito
ricorda un'inchiesta svolta in quel periodo per accertare l'autenticità di un libro profetico che veniva attribuito alla
Sibilla Cumana
.
L'anno successivo (
33 d.C.
),
consoli
Lucio Cornelio
ed il futuro imperatore
Galba
,
Tiberio
fece sposare le proprie nipoti
Giulia Drusilla
e
Livilla
figlie di
Germanico
, rispettivamente con
Lucio Cassio
e
Marco Vinicio
, di famiglia plebea il primo, dell'ordine equestre il secondo.
Un provvedimento del
Senato
contro l'usura ebbe l'effetto di provocare una grande e generalizzata crisi di liquidità;
Tiberio
intervenne mettendo in circolazione cento milioni di sesterzi tramite le banche dello stato e regolamentando l'erogazione dei prestiti.
"Inebriato di supplizi", come dice
Tacito
,
Tiberio
arrivò ad ordinare l'uccisione di tutti i detenuti accusati di amicizia con
Seiano
. In quell'anno
Gaio Cesare (Caligola)
sposò
Claudia
(
Giunia Claudilla
in
Svetonio
), figlia di
Marco Giunio Silano
. Egli viveva a
Capri
con
Tiberio
e non aveva fatto nulla per difendere la madre ed i fratelli.
Morì
Druso
, rinchiuso nel
Palatino
e privato di ogni sostentamento. Poco dopo morì anche
Agrippina
: forse si lasciò morire rifiutando il cibo, forse la sua morte per fame fu provocata. In ogni caso contro entrambi
Tiberio
pronunciò gravi accuse e diffamazioni.
Si lasciò certamente morire per propria scelta, invece,
Cocceio Nerva
che era stato molto vicino a
Tiberio
: causa della decisione furono, stando a
Tacito
, il dolore e l'indignazione per le disgrazie in cui versava lo Stato.
Si uccise anche
Plancina
, vedova di
Pisone
che, ormai priva della protezione di Augusta, stava per essere processata.
La narrazione dell'anno seguente (
34 d.C.
,
consoli
Paolo Fabio Persico
e
Lucio Vitellio
) si apre con una breve digressione su un argomento insolito e suggestivo: la comparsa della
Fenice
in
Egitto
. Il leggendario uccello, secondo la tradizione, tornava in
Egitto
al termine di una lunghissima vita per mettere al mondo il proprio figlio e quindi morire.
I soliti delatori tentarono di rovinare anche
Lentulo Getulico
, allora comandante dell'esercito in
Germania Superiore
, ma questi - dotato di molto prestigio negli ambienti militari - seppe opportunamente difendersi in una lettera a
Tiberio
ed evitò ogni pericolo.
Giunse a
Roma
una delegazione di
Parti
per chiedere l'appoggio di
Tiberio
contro il re
Artabano III
. Poichè
Artabano
contendeva ai
Romani
l'
Armenia
e creava non piccoli problemi in Oriente,
Tiberio
fu lieto di accogliere la richiesta ed inviò in
Partia
uno dei figli del re
Fraate IV
(che vivevano a
Roma
dai tempi di
Augusto
) anche egli di nome
Fraate
. Tuttavia
Fraate
non seppe adattarsi ai costumi della propria gente dopo una così lunga assenza e presto morì di malattia.
Tiberio
lo sostituì subito con un nipote di
Fraate IV
di nome
Tiridate
.
Il
console
Vitellio
guidò le spedizioni militari necessarie per insediare
Tiridate
sul trono ed
Artabano
, costretto a fuggire, riparò nella
Scizia
. La fortuna di
Tiridate
in
Partia
non durò a lungo, alcuni nobili contrari al suo governo richiamarono e sostennero
Artabano
.
Continuava intanto a
Roma
a regnare il terrore e
Tacito
prosegue nel citare nomi di personaggi condannati a morte o suicidatisi per evitare il supplizio.
Un grave incendio devastò interi quartieri di
Roma
e
Tiberio
intervenne con mezzi propri e fondi statali per rifondere i danni e ricostruire quanto era andato distrutto, ma neanche in quell'occasione decise di tornare a
Roma
.
Sentendosi ormai prossimo alla fine,
Tiberio
meditava sulla successione. Fra i suoi parenti i possibili successori erano i figli di
Germanico
,
Caio Cesare (Caligola)
) e
Claudio
, ma
Tiberio
considerava troppo giovane il primo, infido il secondo ed inetto il terzo.
Il prefetto
Macrone
, intanto, macchinava con discrezione per procurarsi l'amicizia di
Caligola
, anche tramite le arti di seduzione della propria consorte
Ennia
.
Negli ultimi tempi della vita di
Tiberio
, sembra,
Macrone
fu promotore in modo più o meno evidente di altri processi per lesa maestà fra i quali si ricorda quello di
Lucio Arrunzio
che, come molti accusati prima di lui, si tolse la vita.
Tiberio
aveva stabilito la propria dimora presso
Capo Miseno
, nella villa che era stata di
Lucullo
. Qui si ammalò ed il suo medico
Caricle
diagnosticò, parlando con
Macrone
, che gli restavano pochi giorni di vita. Quando
Tiberio
fu colto da un malore,
Caligola
passò senz'altro a festeggiare ma il vecchio imperatore si riprese: allora
Macrone
, senza alcuna esitazione, ordinò di soffocarlo.
Moriva così a settantotto anni il secondo imperatore.
Tacito
conclude il VI libro con un paragrafo riassuntivo della vita di
Tiberio
e con il suo giudizio sull'uomo che ebbe nella sua vita un periodo di ottima fama finché visse sotto
Augusto
ma che, divenuto imperatore, degradò nella ferocia e nelle passioni; "alla fine proruppe nei delitti e nelle ignominie, allorquando, rimossa ogni vergogna e ogni paura, si abbandonò soltanto ai suoi liberi istinti".
Libro XI
A causa della perdita dei libri precedenti si passa bruscamente dalla morte di
Tiberio
(Libro VI) ai tempi di
Claudio
.
Il libro XI si apre, infatti, con le trame di
Valeria Messalina
, terza moglie dell'imperatore
Claudio
, ai danni del consolare
Valerio Asiatico
.
Con la collaborazione di
Sosibio
, precettore di
Britannico
,
Messalina
fa in modo che
Asiatico
venga calunniato e sospettato di essere il mandante dell'uccisione di
Caligola
finché
Claudio
non ordina il suo arresto (
47 d.C.
).
L'obiettivo di
Messalina
è di impadronirsi dei giardini e della villa di
Valerio Asiatico
sul
Pincio
.
Ad
Asiatico
non fu concesso un processo regolare ma subì un interrogatorio negli appartamenti privati di
Claudio
, circondato dalle insidie di
Messalina
e dai corrotti ministri dell'imperatore. Per intercessione di
Vitellio
gli fu concesso di morire di sua mano e
Asiatico
si tagliò le vene.
Mentre continuavano delazioni e processi, il
console
designato
Caio Silio
propose di riattivare un'antica legge che proibiva di esercitare la professione di avvocato a fini di lucro, questa misura - secondo
Silio
- avrebbe certamente ridimensionato la troppo intensa attività giudiziaria che si svolgeva a
Roma
.
Silio
raccoglieva, con la propria proposta, ampi consensi ed il suo rivale
Suillio
,
liberto
e consigliere di
Claudio
, sentendosi coinvolto in prima persona, si rivolse all'imperatore, insieme al collega
Cossuziano Capitone
.
Claudio
, ascoltate le argomentazioni delle parti, decise di calmierare le tariffe degli avvocati, accogliendo quindi sia la denuncia di
Silio
contro le speculazioni, sia le parole di
Suillio
in difesa dei proventi della categoria.
Claudio
rimandò in
Armenia
il re
Mitridate
, che era stato imprigionato da
Caligola
. Nel regno dei
Parti
era in corso la contesa fra i fratelli
Gotarze II
e
Vardane
che disputavano il trono lasciato libero da
Artabano III
, morto nel
38 d.C.
Tacito
riepiloga i principali eventi di questo conflitto, la presa di
Seleucia
da parte di
Vardane
, un accordo fra i fratelli prima accettato poi disatteso da
Gotarze
ed infine la morte di
Vardane
, ucciso a tradimento durante una battuta di caccia.
Morto
Vardane
, una fazione avversa a
Gotarze
cercò di passare il trono a
Meerdate
, nipote di
Fraate IV
, che era uno dei principi
parti
inviati a
Roma
come ostaggi ai tempi di
Augusto
.
Gotarze
, tuttavia, prevalse su
Meerdate
ed ottenne il potere.
Claudio
celebrò i Ludi Secolari ai quali parteciparono suo figlio
Britannico
e
Lucio Domizio
, il futuro imperatore
Nerone
, preferito quest'ultimo dal popolo in quanto unico discendente maschio di
Germanico
ancora vivente.
Intanto
Messalina
, innamoratasi del giovane
Caio Silio
, lo aveva convinto a ripudiare la moglie ed aveva intrecciato con lui una relazione che non si curava di nascondere, provocando scandalo in tutta la città, solo
Claudio
, impegnato nell'organizzazione dei giochi, negli uffici della sua carica e nei suoi studi, sembrava ignorare la condotta della moglie.
Claudio
decise di introdurre nella scrittura tre nuovi simboli sostenendo che l'alfabeto è soggetto a cambiamenti ed evoluzioni, come dimostrava la sua storia: la scrittura fu inventata (secondo
Tacito
) in
Egitto
e portata in
Grecia
dai
Fenici
. Arrivò in
Italia
tramite
Demarato di Corinto
(il padre di
Tarquinio Prisco
) e
Evandro dell'Arcadia
e da allora era molto cambiata. I simboli introdotti da
Claudio
furono adottati finché durò il suo regno, poi caddero in disuso.
I
Cherusci
si rivolsero a
Roma
per chiedere che
Italico
, discendente di
Flavo
, il fratello di
Arminio
, che era nato e viveva a
Roma
, si trasferisse in
Germania
e prendesse il potere in quanto tutti i nobili che avrebbero potuto aspirare al trono erano morti nelle guerre civili.
Claudio
accettò e, colmandolo di doni, rimandò
Italico
dai
Cherusci
compiacendosi del fatto che per la prima volta un cittadino romano diventava re di una nazione straniera. Inizialmente
Italico
fu ben accolto ma presto i più facinorosi cercarono di sollevare l'opinione pubblica contro l'ingerenza romana e contro questo figlio della "spia"
Flavo
che veniva a governare un popolo che il padre aveva tradito. Ne seguirono ovviamente nuovi scontri ed
Italico
, con alterne fortune, lottò sempre per conservare il potere.
In
Germania Inferiore
, invece, erano i
Cauci
, comandati da un disertore di nome
Gannasco
a provocare problemi con scorrerie, saccheggi, atti di pirateria. Contro di loro intervenne il generale
Corbulone
che disperse i
Cauci
, e riportò la disciplina nelle
legioni
romane che si erano lasciate andare al saccheggio.
Corbulone
fece uccidere
Gannasco
e questa azione non fu apprezzata da tutti, anzi una parte dei
Romani
la ritenne un'inutile provocazione. A questo punto
Claudio
, per evitare complicazioni, ordinò di sospendere le azioni militari in
Germania
.
I notabili della "
Gallia Comata
", regione che da tempo aveva ottenuto la cittadinanza romana, chiesero di poter accedere al
Senato
. Molti
senatori
espressero parere contrario ma
Claudio
si disse favorevole ricordando che da epoche molto antiche (cita ad esempio il suo remoto antenato
Attio Clauso
) il
Senato
e la politica romana si erano giovati dell'ammissione di nuovi elementi provenienti dalle regioni che venivano via via sottomesse da
Roma
.
Contemporaneamente, tuttavia,
Claudio
propone un metodo dignitoso di ripulire il
Senato
dagli elementi che si erano mostrati indegni ed invita tutti i
senatori
ad un "esame di coscienza" per eventualmente dimettersi spontaneamente, evitando l'ignominia dell'espulsione.
Intanto
Messalina
aveva spinto la sua relazione con
Silio
al punto da sposarlo segretamente approfittando di un'assenza di
Claudio
. La situazione scandalistica che si venne a creare stimolò le macchinazioni dei
liberti
di
Claudio
e fra questi
Narcisso
, a prendere l'iniziativa organizzando la delazione tramite le cortigiane più vicine all'imperatore.
Claudio
si trovava ad
Ostia
quando venne informato dell'accaduto,
Tacito
sottolinea come l'evento, al di la dello scandalo, comportasse il timore di un colpo di mano da parte di
Silio
.
Silio
e
Messalina
, che stavano partecipando ad un festino orgiastico a
Roma
, furono avvertiti dell'imminente arrivo di
Claudio
.
Silio
optò per l'indifferenza, dissimulando i suoi timori, e si recò al
Foro
come se nulla stesse accadendo.
Messalina
decise di andare incontro a
Claudio
sulla
via Ostiense
in atteggiamento da supplice.
Infine
Tacito
descrive vivacemente l'incontro di
Claudio
con la fedigrafa, la solerzia di
Narcisso
nell'impedire che l'imperatore si lasciasse turbare dal fascino della donna o dalla commiserazione per i figli, quindi la perquisizione della casa di
Silio
, l'arresto di
Silio
stesso e di una serie di personaggi coinvolti nella tresca.
Con un processo sommario gran parte degli arrestati vennero condannati a morte.
Quanto a
Messalina
,
Narcisso
decise di dare subito l'ordine di ucciderla temendo che riuscisse durante la notte a conquistare il perdono di
Claudio
con le sue arti muliebri.
I soldati la trovarono in piena disperazione, assistita dalla madre
Lepida
che le consigliava di recuperare l'onore togliendosi la vita, ma
Messalina
non ebbe il coraggio di farlo e cadde per mano di un tribuno.
Claudio
, informato della morte della moglie, continuò a banchettare senza manifestare alcuna emozione.
Libro XII
Morta
Messalina
, i
liberti
cercarono di orientare la scelta di
Claudio
per un nuovo matrimonio:
Narcisso
suggeriva
Elia Petina
, che era già stata in precedenza moglie dell'imperatore,
Callisto
sosteneva
Lollia Paolina
e
Pallante
Agrippina Minore
, figlia di
Germanico
.
Prevalse
Agrippina
che seppe sedurre
Claudio
durante le frequenti visite fatte con il pretesto della parentela e, prima ancora del matrimonio, prese a nutrire grandi speranze per se e per il figlio
Nerone
, al quale sperava di far sposare
Ottavia
, figlia di
Claudio
. Ostacolava questo progetto il fatto che
Claudio
aveva già promesso
Ottavia
a
Lucio Silano
. Il
censore
Vitellio
, d'accordo con
Agrippina
, calunniò
Silano
ed in breve riuscì a rovinarne la reputazione inducendo
Claudio
a revocare il fidanzamento.
Ma il matrimonio poneva un altro serio problema: lo sposo era lo zio della sposa.
Vitellio
si incaricò di risolvere anche questo aspetto e lo fece convincendo i
senatori
ad emanare un decreto che autorizzasse questo tipo di unione.
Il giudizio di
Tacito
su
Agrippina
è severo: la donna manipolò
Claudio
secondo le sue mire con superbia ed arroganza, le riconosce però di non aver mai adottato i costumi scandalosi di
Messalina
.
Il giorno stesso del matrimonio
Silano
si uccise e sua sorella fu esiliata, le calunnie di
Vitellio
avevano infatti accusato
Silano
di incesto con lei.
Dopo poco
Ottavia
venne fidanzata a
Domizio (Nerone
) e
Seneca
, per intercessione di
Agrippina
, fu richiamato dall'esilio.
In quel periodo ambasciatori
parti
vennero a
Roma
per chiedere che
Meerdate
, discendente di
Fraate IV
, fosse inviato nel loro paese per prendere il potere, contro
Gotarze II
.
Claudio
accettò di buon grado ed incaricò il governatore di
Siria
Caio Cassio
di scortare
Meerdate
fino all'
Eufrate
.
Cassio
svolse correttamente la missione ma nel seguito del viaggio, secondo
Tacito
,
Meerdate
dimostrò subito la propria leggerezza attardandosi compiendo deviazioni,
Gotarze
lo affrontò con un esercito ben organizzato ed ebbe presto ragione di lui.
Gotarze
graziò
Meerdate
limitandosi a tagliargli le orecchie.
Più tardi
Gotarze
morì e gli successe
Vonone
che ebbe "un governo breve e senza gloria". A
Vonone
successe il figlio
Vologese
.
Lo spodestato re del
Bosforo
Mitridate
organizzò un tentativo di riprendere il regno che era passato al fratello
Coti
.
Approfittando della debolezza di
Coti
e della limitata presenza romana nel
Bosforo
,
Mitridate
tentò di invadere il regno del fratello. Tuttavia
Mitridate
fu abbandonato dai suoi alleati e, sconfitto, fu costretto ad implorare la clemenza di
Claudio
. Ebbe salva la vita ma fu deportato a
Roma
e tenuto in prigionia.
Agrippina
volle vendicarsi della rivale
Lollia Paolina
e l'accusò di aver cercato di sedurre
Claudio
con pratiche magiche.
Lollia
fu condannata all'esilio ed alla confisca dei beni e successivamente
Agrippina
riuscì a farla uccidere.
In quell'anno (
49 d.C.
)
Claudio
ingrandì il
pomerio
riprendendo un'antica tradizione secondo la quale chi aveva ingrandito i domini di
Roma
aveva il diritto di espandere anche i confini della città.
L'anno successivo furono
consoli
Gaio Antistio Vetere
e
Marco Suillio Nerullino
. Accogliendo le istanze di
Agrippina
e del
liberto
Pallante
,
Claudio
adottò
Domizio (Nerone)
. Contemporaneamente il
Senato
decretò di riconoscere ad
Agrippina
il titolo di Augusta. Con questi eventi gravi pericoli si profilavano per
Britannico
, figlio di
Claudio
.
In
Germania
il legato
Publio Pomponio
domò brillantemente una ribellione dei
Catti
, liberando alcuni superstiti romani della disfatta di
Varo
dopo quarant'anni di prigionia.
Gli
Svevi
scacciarono
Vannio
che aveva ottenuto il trono trent'anni prima da
Druso Cesare
.
Claudio
non volle intervenire ma si limitò a garantire a
Vannio
ed ai suoi clienti un rifugio sicuro in
Pannonia
e ad ordinare il presidio militare delle rive del
Danubio
per evitare che la ribellione comportasse problemi al di fuori della regione. Fra gli
Svevi
presero il potere i due capi degli insorti,
Vangio
e
Sidone
, che in seguito si comportarono lealmente verso
Roma
.
Contemporaneamente si svolgeva un'altra ribellione in
Britannia
, che veniva domata dal
propretore
Publio Ostorio
e dal figlio di questi
Marco Ostorio
.
Tacito
si sofferma per alcuni capitoli sul racconto di questa vittoria ed in particolare sulla cattura del re dei
Siluri
Carataco
, sulla dignità con cui si presentò a
Claudio
e su come questi decise di graziarlo.
L'eliminazione di
Carataco
, tuttavia, non mise fine alla guerra e
Ostorio
dovette ancora fronteggiare i
Siluri
ed altre tribu ribelli finché non morì "per le fatiche della guerra".
La situazione in
Britannia
fu risolta dal nuovo
propretore
Aulo Gallo Didio
. Dopo aver anticipato gli eventi relativi a questo
propretore
,
Tacito
torna alla narrazione cronologica.
Siamo al
51 d.C.
, anno del quinto
consolato
di
Claudio
che ebbe come collega
Cornelio Orfito
.
Nerone
ebbe in anticipo la
toga pretesta
e ricevette vari onori fra i quali il titolo di "principe della gioventu". La situazione di
Britannico
si faceva sempre più precaria tanto più che
Agrippina
riuscì a far sostituire i precettori del ragazzo con persone di sua fiducia. All'apice della sua potenza,
Agrippina
ottenne anche che il comando del pretorio fosse affidato ad
Afranio Burro
, a lei fedele.
In quell'anno si ebbe la guerra in
Armenia
. Era re dei
Parti
Vologese I
mentre
Farasmane
regnava sugli
Iberi
e suo fratello
Mitridate
sull'
Armenia
, con l'appoggio romano.
Radamisto
, figlio di
Farasmane
, con il segreto appoggio del padre, cominciò a tramare per impadronirsi dell'
Armenia
. Presto si arrivò alla guerra e
Radamisto
attaccò lo zio assediandolo nella fortezza di
Gornea
. Il prefetto romano
Celio Pollione
che presidiava la zona riuscì a stabilire una tregua per informare della situazione il governatore di
Siria
Ummidio Quadrato
.
Pollione
, forse lasciandosi corrompere da
Radamisto
, riuscì a convincere
Mitridate
ad arrendersi e quando questi uscì dalla fortezza
Radamisto
finse in un primo momento di volersi rappacificare con lui, ma poco dopo lo fece catturare a tradimento ed uccidere con tutta la sua famiglia.
Quadrato
, saputo della morte di
Mitridate
, si dimostrò restio ad intervenire limitandosi ad ordinare a
Farasmane
e
Radamisto
di lasciare l'
Armenia
. Più tardi fu inviato il legato
Elvidio Prisco
per risolvere la situazione creatasi a causa del comportamento di
Giulio Peligno
, procuratore di
Cappadocia
, che era passato dalla parte di
Radamisto
. Da parte romana si voleva evitare comunque una guerra contro i
Parti
e quando
Vologese
si mosse per intervenire in
Armenia
,
Prisco
si ritirò.
Vologese
cacciò gli invasori e prese rapidamente le maggiori città dell'
Armenia
, ma poco dopo l'inverno lo costrinse ad abbandonare l'impresa e
Radamisto
tentò di riprendere il paese ma questa volta si trovò davanti ad una durissima rivolta.
Radamisto
fuggì precipitosamente e durante la fuga accettò di uccidere la moglie
Zenobia
che lo pregava di toglierle la vita per evitarle la schiavitù. Tuttavia la donna sopravvisse al colpo di spada del marito e, trovata e guarita da alcuni pastori armeni, fu recata da
Tiridate
, fratello di
Vologese
che la accolse con cortesia.
Consoli
Fausto Silla
e
Salvio Otone
(
52 d.C.
), furono emanati decreti contro gli astrologhi e, per averli interrogati, fu esiliato
Furio Scriboniano
, figlio di
Camillo Scriboniano
che nel
42 d.C.
aveva tentato di sobillare una rivolta in
Dalmazia
.
Claudio
propose decreti contro le donne che avevano rapporti con gli schiavi e dichiarò che la proposta veniva dal
liberto
Pallante
, il quale incassò così varie adulazioni da parte dei
senatori
.
Il fratello di
Pallante
,
Felice
, era governatore di una parte della
Giudea
(la
Samaria
), mentre la
Galilea
era governata da
Ventidio Cumano
. Fra
Galilei
e
Samaritani
esistevano ostilità secolari che i due governatori non si curavano di risolvere, di conseguenza la
Giudea
era tormantata da continui episodi di brigantaggio e di guerriglia. Infine fu necessario l'intervento di
Quadrato
, governatore della
Siria
che eliminò rapidamente i
Giudei
più facinorosi.
Tuttavia, stando a
Tacito
,
Quadrato
non si comportò equamente con i due governatori dei quali solo
Cumano
venne punito.
Nello stesso anno fu inaugurato un emissario artificiale del
lago del Fucino
, per l'occasione si tennero giochi ed una battaglia navale.
L'anno successivo (
53 d.C.
), sotto il
consolato
di
Decimo Giunio Silano Torquato
e
Quinto Aterio Antonino
,
Nerone
- che aveva sedici anni - sposò
Ottavia
, figlia di
Claudio
.
I
Bizantini
richiesero al
Senato
sgravi fiscali ricordando i propri meriti e le occasioni in cui avevano aiutato i
Romani
. Ottennero un'esenzione quinquennale dal pagamento dei tributi.
Nel
54 d.C.
,
consoli
Manio Acilio Aviola
e
Marco Asinio Marcello
, si verificarono prodigi nefasti.
Agrippina
ne fu molto spaventata ed una larvata minaccia (forse involontaria) da parte di
Claudio
accrebbe la sua ansia, così la donna decise di agire al più presto contro il marito.
Prima di eliminarlo, tuttavia, volle rovinare la propria cugina
Domizia Lepida
, figlia di
Antonia Minore
, che osava rivaleggiare con lei in vari modi. Organizzando uno dei consueti processi per pratiche magiche e per sedizione,
Agrippina
riuscì a far condannare a morte
Lepida
.
Approfittando dell'assenza del
liberto
Narcisso
che le era ostile e che aveva lasciato
Roma
per motivi di salute,
Agrippina
organizzò un veneficio ai danni di
Claudio
con la complicità di un'avvelenatrice, di un eunuco e del medico personale dell'imperatore.
Il veleno, si diceva, fu sparso su dei funghi di cui
Claudio
era goloso. Tutto fu organizzato perché la morte apparisse provocata da cause naturali.
Mentre
Agrippina
, simulando la disperazione, tratteneva presso di se
Britannico
e le sue sorelle,
Nerone
si presentava al
Senato
ed alle
legioni
per annunciare la morte di
Claudio
e veniva proclamato "imperator".
Libro XIII
Poco dopo la morte di
Claudio
,
Agrippina
si attivò per eliminare possibili rivali suoi e di
Nerone
. La prima vittima fu
Marco Silano
,
proconsole
d'
Asia
e pronipote di
Augusto
che venne avvelenato durante un banchetto dai complici di
Agrippina
. Poco dopo venne indotto al suicidio il
liberto
Narcisso
che, come si è visto, era ostile alla madre del nuovo imperatore.
Nerone
aveva due illustri precettori:
Afranio Burro
e
Lucio Anneo Seneca
, il primo si occupava della sua istruzione militare, il secondo di insegnargli la retorica.
Seneca
fu autore dell'orazione funebre pronunciata da
Nerone
commemorando
Claudio
e
Tacito
sottolinea causticamente come si trattò del primo caso in cui un imperatore fece ricorso a discorsi composti da altri.
Fin dall'inizio del suo principato
Nerone
dichiarò di voler rendere le antiche competenze ai
consoli
ed ai
senatori
e di voler mantenere una netta distinzione fra gli affari della corte e quelli dello stato.
Nel primo anno si ebbero problemi con i
Parti
che avevano invaso nuovamente l'
Armenia
e cacciato
Radamisto
.
Nerone
predispose una serie di azioni militari ma
Vologese
fu attaccato dal figlio
Vardane
ed i
Parti
lasciarono spontaneamente la regione.
Su proposta di
Nerone
il governo dell'
Armenia
fu affidato a
Domizio Corbulone
al quale furono assegnate
legioni
riorganizzando le truppe stanziate in
Siria
ed in
Cappadocia
. I rapporti fra
Corbulone
e
Quadrato
, governatore della
Siria
, non furono troppo distesi e
Nerone
cercò di migliorarli concedendo onori ad entrambi.
L'anno successivo (
55 d.C.
),
Nerone
assunse il
consolato
con
Lucio Antistio Vetere
.
In quel periodo il giovane imperatore iniziò la sua relazione con la liberta
Atte
, relazione che scatenò la gelosia della madre la quale tentò di dissuaderlo con le lunsinghe e, visto fallire questo tentativo, , passò alle minacce arrivando a promettere di rivelare il veneficio ai danni di
Claudio
e di adoperarsi per far passare l'impero a
Britannico
.
Spaventato dal comportamento della madre e dalla popolarità che
Britannico
continuava a riscuotere,
Nerone
decise di eliminare il giovane. Lo fece avvelenare durante il banchetto mescolando al suo cibo sostanze micidiali che lo uccisero sul colpo. Secondo
Tacito
,
Agrippina
era all'oscuro di tutto, anzi fu sconvolta dall'accaduto perché vide nell'eliminazione di
Britannico
la perdita dell'ultima arma che le rimaneva per imporre al figlio la propria autorità e, dunque, presentì il matricidio.
Il cadavere di
Britannico
venne immediatamente arso sul rogo e si cercò di far passare, per quanto possibile, inosservato l'accaduto.
Nerone
privò
Agrippina
della guardia personale, la fece trasferire in un'altra casa e fece in modo che non potesse incontrare persone importanti con le quali organizzare iniziative contro di lui.
Giulia Silana
, ex moglie del
Caio Silio
che era stato amante di
Messalina
, organizzò calunnie ai danni di
Agrippina
spargendo la voce che stesse tramando per portare al potere un certo
Rubellio Plauto
, lontano parente di
Augusto
. Quando
Nerone
venne informato della pretesa congiura ordinò l'immediata eliminazione di
Agrippina
e di tutti i suoi complici ma
Afranio Burro
e
Seneca
risciurono a calmarlo e a dare alla donna la possibilità di difendersi, cosa che
Agrippina
seppe fare abilmente al punto da ottenere la punizione dei suoi accusatori.
Si passa al
consolato
di
Quinto Volusio
e di
Publio Scipione
(
56 d.C.
).
Nerone
prese l'abitudine di girovagare di notte travestito da schiavo con una banda di complici, compiere furti ed aggredire i passanti. Un certo
Giulio Montano
, di rango senatorio, che non avendo riconosciuto l'imperatore aveva reagito violentemente, fu costretto al suicidio.
Inoltre
Nerone
incentivò l'attività degli istrioni consentendo loro risse verbali e comportamenti provocatori nei teatri, ciò provocò tanti incidenti che alla fine si fu costretti a cacciare tutti gli istrioni dall'
Italia
.
In quell'anno furono proposti provvedimenti per limitare l'indipendenza dei
liberti
e punire i loro gesti di arroganza verso gli ex padroni.
Nerone
rifiutò di emanare leggi generalizzate in questo senso ma ordinò al
Senato
di processare i singoli
liberti
che venivano denunciati.
In quella che
Tacito
definisce "una certa parvenza di repubblica", furono presi provvedimenti per riorganizzare le funzioni dei magistrati e per moralizzare il loro comportamento. Molti abusi e casi di concussione vennero puniti con appositi processi.
L'anno successivo (
57 d.C.
),
Nerone
ricoprì il suo secondo
consolato
, avendo come collega
Lucio Calpurnio Pisone
.
Tacito
annota che non vi furono fatti importanti e ricorda soltanto che fu iniziata la costruzione di un nuovo anfiteatro presso il
Campo di Marte
, oltre ad alcuni provvedimenti in campo fiscale.
Pomponia Grecina
, moglie di
Aulo Plauzio
, "accusata di pratiche religiose e di culti stranieri" (era sospettata di essere cristiana), fu affidata al giudizio del marito il quale, secondo un'antica usanza, istruì un processo davanti ai familiari e la riconobbe innocente.
Tacito
racconta che
Pomponia
"visse a lungo, in perenne malinconia" portando sempre il lutto da quando
Giulia
, figlia di
Druso
, era stata uccisa per le trame di
Messalina
.
In quell'anno venne denunciato
Publio Celere
, uno degli esecutori materiali dell'assassinio di
Marco Silano
del quale si è parlato all'inizio del libro XIII. La responsabilità di
Celere
era troppo manifesta perché
Nerone
potesse farlo assolvere, riuscì invece a rimandare il processo fin quando
Celere
non morì di vecchiaia.
Fu invece condannato per concussione
Cossuziano Capitone
denunciato da abitanti della
Cilicia
dove egli aveva abusato della cariche rivestite.
Analogo processo fu intentato dai
Lici
contro
Eprio Marcello
ma questi ne uscì indenne grazie ad intrighi e corruzione.
Nel
58 d.C.
Nerone
assunse di nuovo il
consolato
, questa volta con
Marco Valerio Messalla
.
Corbulone
portava avanti la campagna in
Armenia
con difficoltà dovute allo scarso allenamento dei suoi legionari, da lungo inattivi. Si congedarono quindi i militari più anziani e si fecero nuove leve.
Corbulone
ottenne anche una
legione
proveniente dalla
Germania
e milizie ausiliarie. Tutto l'esercito fu poi temprato con un duro accampamento invernale.
A primavera
Corbulone
dislocò opportunamente le coorti ausiliarie affidandone il comando ad un suo luogotenente di nome
Paccio Orfito
.
Questi, trasgredendo gli ordini ricevuti, attaccò il nemico e subì una dura sconfitta, tuttavia nei giorni che seguirono il generale seppe ben contrastare la tattica di guerriglia di
Tiridate
e, con l'aiuto di
Antioco di Commagene
, lo ridusse in condizione di dover cercare la via delle trattative.
Si organizzò un incontro tra
Tiridate
e
Corbulone
, ma quando capì che si trattava di una trappola
Corbulone
riaprì le ostilità e sferrò con successo violenti attacchi contro i luoghi fortificati dell'
Armenia
.
Forte di questi risultati,
Corbulone
organizzò attentamente le
legioni
e mosse contro
Artassata
. Vedendo fallire i suoi tentativi di ostacolarlo,
Tiridate
si allontanò e i
Romani
presero la città, la cui popolazione si arrese spontaneamente, e la distrussero.
Si tennero a
Roma
solenni celebrazioni per questa vittoria ed a
Nerone
furono decretati innumerevoli onori, che
Tacito
descrive non senza sarcasmo.
In quei giorni fu processato ed esiliato
Publio Suillio
,
liberto
di
Claudio
e protagonista di alcuni processi truccati sotto quell'imperatore.
Suillio
, che aveva già scontato una pena analoga ai tempi di
Tiberio
, durante i giorni del suo processo calunniò
Seneca
molto gravemente.
Altro processo "scandalistico" di quell'anno fu quello contro il
tribuno della plebe
Ottavio Sagitta
che aveva ucciso la sua amante nel corso di un incontro amoroso.
A questo punto
Tacito
introduce il personaggio di
Poppea Sabina
. Nipote di
Poppeo Sabino
(
console
nel
9 d.C.
), era una donna bellissima ma priva di principi morali.
Sposata con il cavaliere
Rufio Crispino
, dal quale aveva avuto un figlio, divorziò per sposare
Otone
, intimo amico di
Nerone
.
Forse per conquistare potere,
Otone
presentò
Poppea
all'imperatore e prese a magnificare la bellezza e le doti della moglie.
Nerone
si lasciò facilmente sedurre dalla donna, ma
Otone
aveva sbagliato i suoi calcoli perché fu progressivamente allontanato dalla corte ed infine fu inviato come governatore in
Lusitania
.
Intanto si verificarono vari problemi con le popolazioni del nord: i
Frisii
, i
Cauci
, , gli
Ampsivarii
. Alcune tribu tentavano di ribellarsi ai
Romani
, altre combattevano fra loro. Se ne occupò il governatore di
Germania
Dubio Avito
.
Libro XIV
Il libro si apre con gli eventi del
59 d.C.
,
consoli
Gaio Vipstano Aproniano
e
Gaio Fonteio Capitone
.
Poppea
tramava per essere sposata da
Nerone
, in questo seriamente ostacolata da
Agrippina
. Da parte sua
Agrippina
non risparmiava alcun mezzo per conservare il proprio ascendente sul figlio. Anche
Tacito
, come
Svetonio
, riporta voci e testimonianze dell'epoca secondo le quali la donna tentò di attrarre il figlio in una relazione incestuosa.
Nerone
decise di eliminare la madre. Scartò il veleno sia perché il precedente di
Britannico
avrebbe destato troppi sospetti, sia perché si diceva che
Agrippina
prendesse vari antidoti. Anche ucciderla con il ferro avrebbe comportato molti rischi. Su consiglio del
liberto
Aniceto
, che odiava la matrona,
Nerone
organizzò un finto incidente marittimo, quindi invitò la madre a
Baia
offrendo un banchetto in suo onore e mostrando di volersi riconciliare con lei.
Durante il viaggio di ritorno di
Agrippina
la trappola scattò ma non funzionò come previsto. Si trattava di un congegno che avrebbe dovuto far aprire parte della nave per far cadere la vittima in mare. In realtà crollò il soffitto del locale in cui si trovava
Agrippina
con due parenti,
Acerronia
e
Crepercio Gallo
. Quest'ultimo fu ucciso sul colpo dal crollo.
Quando le due donne caddero finalmente in mare (perché una parte dei rematori partecipi al complotto si sforzarono di far inclinare la nave) l'effetto sorpresa era ormai perduto.
Acerronia
ebbe la pessima idea di chiedere aiuto fingendosi
Agrippina
e venne uccisa dall'equipaggio a colpi di remi mentre la vera
Agrippina
, solo leggermente ferita, in silenzio si allontanava a nuoto.
Aiutata da alcuni pescatori riuscì a salvarsi e rientrò nella sua residenza. Avendo compreso perfettamente il significato dell'accaduto,
Agrippina
giudicò più prudente fingere di credere nell'incidente ed inviò a
Nerone
il
liberto
Agermo
per informarlo che era salva e stava bene ma aveva bisogno di tranquillità per riprendersi dalla forte emozione. La notizia ovviamente terrorizzò
Nerone
che decise di passare a metodi più efficaci.
Fece arrestare
Agermo
e lo accusò di aver tentato di ucciderlo per ordine della madre, basandosi su questo capo di accusa inviò subito
Aniceto
ed alcuni centurioni ad assassinare
Agrippina
. Le esequie di
Agrippina
furono meschine ed ella ebbe un modestissimo monumento funebre a spese dei suoi servi.
Secondo
Tacito
,
Nerone
fu sconvolto dall'enormità del delitto commesso e, per rimorso o per paura, si ritirò a
Napoli
. Di qui scrisse al
Senato
dichiarando che la madre si era uccisa quando aveva saputo che il sicario
Agermo
era stato scoperto.
Nella sua lettera
Nerone
ricordava tutte le colpe della madre e tutti i suoi tentativi di impadronirsi, di fatto, del potere.
Con il solito atteggiamento adulatorio i
senatori
, sebbene intuissero come fossero andate veramente le cose, decretarono solenni preghiere per ringraziare gli dei di aver salvato dalle pericolose trame di
Agrippina
l'imperatore e lo Stato. Il giorno della nascita di
Agrippina
fu dichiarato infausto, quanti erano in esilio per volontà della donna vennero fatti rientrare.
Rientrato a
Roma
,
Nerone
riprese a dedicarsi ai suoi vizi ed alle sue passioni. Fra queste erano le corse con la quadriga e l'esibizione teatrale. Sebbene
Seneca
e
Burro
, per preservare la dignità dell'imperatore, cercassero di persuaderlo ad esercitare queste attività in privato,
Nerone
volle sempre più spesso esibirsi pubblicamente e prese ad organizzare a questo fine giochi e spettacoli.
In queste occasioni, alle quali partecipavano anche molte persone di alto rango o perché costrette dalla situazione, o perché coinvolte nei vizi del principe,
Nerone
soleva esibirsi cantando e suonando la lira. Si dedicava volentieri anche a comporre versi e ad ascoltare dispute filosofiche.
L'anno successivo (
60 d.C.
)
Nerone
fu
console
per la quarta volta, suo collega fu
Lentulo Cornelio Cosso
.
Furono istituiti i giochi quinquennali che suscitarono scandalo fra conservatori e ben pensanti.
In quei giorni alcuni fenomeni (una cometa, un fulmine) furono interpretati da molti come presagio della fine dell'imperatore e veniva spesso indicato come suo possibile successore un certo
Rubellio Plauto
, di antica famiglia, che godeva fama di uomo morigerato ed onesto. Per prudenza
Nerone
convinse con una sua lettera
Rubellio
a trasferirsi molto lontano da
Roma
.
Proseguiva intanto la campagna di
Corbulone
in
Armenia
. Pur stremati, i
Romani
riportarono alcune vittorie, sedarono ribellione e
Corbulone
scampò ad un attentato. Infine le
legioni
entrarono senza combattere nella città di
Tigranocerta
i cui abitanti si erano arresi spontaneamente.
Inoltre
Corbulone
sconfisse definitivamente
Tiridate
e
Nerone
inviò a governare l'
Armenia
un
Tigrane
, nipote di
Archelao di Cappadocia
, che era stato educato a
Roma
.
Conclusa la campagna
Corbulone
passò in
Siria
, essendo morto
Ummidio Quadrato
, fu nominato governatore.
62 d.C.
,
consoli
Lucio Cesennio Peto
e
Publio Petronio Turpiliano
.
Gravi incidenti si verificano in
Britannia
. Il nuovo governatore
Paolino Svetonio
, bramoso di una gloria pari a quella che
Corbulone
andava procurandosi in
Armenia
, decise di muoversi per estendere il dominio romano sull'
isola di Mona
(oggi
Anglesey
,
Galles nord-occidentale
).
Tacito
racconta in modo suggestivo come le
legioni
si trovarono ad affrontare le schiere nemiche che erano precedute da druidi e sacerdotesse che gridavano agitando fiaccole. Nello stesso momento
Svetonio
venne informato che all'interno della provincia la popolazione si era ribellata.
La rivolta era stata provocata dagli abusi dei legionari e dei coloni (i veterani che avevano ricevuto terreni) contro la popolazione locale. Nonostante il re
Prasutago
morendo avesse lasciato l'imperatore erede di parte delle sue sostanze, i soldati romani avevano percosso la sua vedova
Budicca
e violentato le sue figlie.
I
Britanni
, dunque, si sollevarono mentre il governatore era assente e sconfissero rapidamente le truppe dei legati
Catone Deciano
e
Petilio Ceriale
.
Catone Deciano
, corresponsabile degli abusi che avevano provocato la rivolta, abbandonò l'incarico e fuggì in
Gallia
, venne poi sostituito da
Giulio Classiciano
.
Svetonio Paolino
, ottenuti rinforzi adeguati, attaccò i
Britanni
che erano comandati dalla regina
Budicca
e li sconfisse definitivamente,
Budicca
si suicidò.
Classiciano
, in dissidio con
Svetonio
, calunniò quest'ultimo e
Nerone
inviò in
Britannia
il suo
liberto
Policlito
per chiarire la situazione.
Svetonio
non fu accusato, comunque poco tempo dopo dovette cedere il posto a
Petronio Turpiliano
che aveva appena concluso il suo
consolato
.
In quello stesso anno si svolse a
Roma
un processo che rischiò di provocare una ribellione popolare. Il consolare
Pedanio Secondo
, prefetto della città, era stato ucciso da uno dei suoi schiavi. Il
Senato
decise di applicare un'antica legge che prevedeva in questi casi la condanna a morte di tutta la servitù della vittima, servitù che nel caso di
Pedanio
ammontava a quattrocento schiavi.
Nonostante l'agitazione popolare e l'opposizione di alcuni
senatori
, la durissima sentenza venne eseguita.
consoli
Publio Mario Celso
e
Lucio Asinio Gallo
(
62 d.C.
).
Fu riattivata la legge di lesa maestà contro il
pretore
Antistio Sosiano
che aveva composto versi oltraggiosi per
Nerone
ed era stato denunciato da
Cossuziano Capitone
.
Antistio
evitò la condanna a morte per il coraggioso intervento di
Trasea Peto
che propose di mandarlo in esilio, il
Senato
deliberò in questo senso e
Nerone
(a malincuore secondo
Tacito
) approvò. Analoga pena toccò a
Fabrizio Veientone
, colpevole di essere autore di libri oltraggiosi verso senatori e sacerdoti.
In quell'anno morì
Burro
, "non si sa se per malattia o per veleno" precisa
Tacito
.
Nerone
mise a capo delle coorti pretorie
Fenio Rufo
ed
Ofonio Tigellino
. I due nuovi prefetti presero subito a calunniare
Seneca
presso
Nerone
.
Seneca
chiese a
Nerone
di essere esonerato da ogni incarico e gli chiese di far amministrare i beni che aveva ricevuto come compenso dai
liberti
per evitare l'invidia altrui ed i pericoli che questa comportava.
Nerone
rifiutò ma acconsentì che
Seneca
uscisse di fatto dalla scena e si ritirasse in privato dedicandosi ai suoi studi.
Caduto
Seneca
,
Tigellino
incominciò ad imperversare per garantirsi il massimo del potere. Convinse
Nerone
a far assassinare due potenziali nemici:
Fausto Cornelio Silla
e
Rubellio Plauto
che si trovavano già entrambi in esilio. Il primo, colto di sorpresa dai sicari venne immediatamente eliminato nel luogo del suo esilio in
Gallia Narbonense
.
A
Plauto
, che si trovava in
Asia
, gli amici ebbero il tempo di far giungere l'allarme.
Plauto
comunque non volle approfittarne e fu a sua volta raggiunto ed eliminato dagli emissari dell'imperatore.
A questo punto
Nerone
ripudiò
Ottavia
e sposò
Poppea
. Appena sposata
Poppea
organizzò una delazione ai danni di
Ottavia
facendola accusare di essere l'amante di un servo. Non si trovarono prove, neanche interrogando le ancelle di
Ottavia
sotto tortura.
Nerone
confinò comunque
Ottavia
in
Campania
ma
Poppea
, non soddisfatta, continuò ad insistere finché non convinse
Nerone
che la ex moglie costituiva per lui un pericolo.
Nerone
ricorse di nuovo ad
Aniceto
, il
liberto
che lo aveva aiutato a sopprimere
Agrippina
, e
Aniceto
dichiarò pubblicamente di essere stato l'amante di
Ottavia
. Il processo fu riaperto ed
Aniceto
, sotto la segreta protezione di
Nerone
, fu mandato in
Sardegna
"dove trascorse un comodo esilio e dove morì".
Ottavia
fu confinata a
Pandataria
, con grande dolore del popolo che aveva già minacciato una ribellione quando
Nerone
l'aveva ripudiata.
Pochi giorni dopo gli uomini di
Nerone
uccisero
Ottavia
, che aveva solo venti anni, e portarono la sua testa a
Poppea
.
Nerone
fece avvelenare anche i suoi liberti
Doriforo
(inviso a
Poppea
) e
Pallante
perché troppo vecchio e ricco.
La situazione ed una serie di dicerie e di accuse spaventarono
Calpurnio Pisone
che organizzò una congiura finita miseramente.
Libro XV
Il re dei
Parti
Vologese
era incerto sull'opportunità di reagire all'impresa del generale
Corbulone
che aveva deposto suo fratello
Tiridate
e posto sul trono d'
Armenia
Tigrane
; tuttavia quando
Tigrane
prese a saccheggiare il popolo confinante degli
Adiabeni
decise di agire accogliendo la richiesta di aiuto del loro re
Monobazo
.
Da parte sua
Tiridate
sopportava l'esilio con dignità sostenendo, per incitare il fratello, che i grandi imperi non possono essere governati con la debolezza.
Infine
Vologese
affidò al generale
Monese
il compito di riprendere l'
Armenia
deponendo
Tigrane
e restaurando
Tiridate
.
Mentre
Corbulone
si occupava di rinforzare le difese della
Siria
temendo un attacco diretto dei
Parti
,
Monese
passò in
Armenia
ed assediò
Tigranocerta
.
L'assedio si presentò molto difficile e quando
Corbulone
inviò ambasciatori a protestare presso
Vologese
questi decise di rinunciare all'impresa ed ordinò a
Monese
di ritirarsi.
Corbulone
, che preferiva difendere la
Siria
, chiese a
Roma
un generale che si occupasse dell'
Armenia
e fu inviato
Cesennio Peto
che entrò subito in rivalità con lo stesso
Corbulone
.
I tentativi di
Vologese
di trattare con
Tigrane
fallirono ed i
Parti
riaprirono le ostilità. Anche
Peto
entrò in
Armenia
con due
legioni
ma si verificarono presagi infausti.
Peto
sdegnò i presagi e procedette ma non concluse nulla di valido anche se millantò, scrivendo a
Roma
, grandi imprese.
Da parte sua
Corbulone
difendeva la frontiera della
Siria
lungo l'
Eufrate
con grandi navi dotate di catapulte che riuscirono a far abbandonare ai
Parti
il progetto di penetrare nella provincia
siriana
già dal loro primo tentativo.
La presunzione indusse
Peto
a commettere una serie di errori tattici collocando in modo dispersivo le forze di cui disponeva ed esponendole a grande pericolo.
Corbulone
non si affrettò in suo aiuto lasciando che il pericolo aumentasse per trarre maggiore gloria dal proprio intervento.
Quando
Vologese
mosse contro l'esercito di
Peto
lo sgominò senza difficoltà e lo assediò nell'accampamento. Il generale cominciò ad inviare a
Corbulone
appelli pressanti per essere soccorso.
Finalmente
Corbulone
si mosse con una parte delle sue
legioni
diretto verso il campo di
Peto
. Lungo la strada incontrò soldati romani sbandati ai quali intimò di tornare subito presso
Peto
, intanto incitava i propri uomini con promesse di vittoria e di onore.
La pressione dei
Parti
si faceva sempre più forte e
Peto
si lasciò convincere ad inviare una proposta di pace a
Vologese
.
Non ottenendo risposta
Peto
inviò messaggeri a
Vologese
per chiedere un colloquio ed infine incontrò un rappresentante del re. La trattativa si concluse con una resa di fatto dei
Romani
che prevedeva il loro abbandono dell'
Armenia
in cambio della liberazione delle due
legioni
assediate.
I soldati di
Peto
subirono molte umiliazioni da parte dei
Parti
e degli
Armeni
. Questi ultimi invasero il campo prima che i
Romani
lo lasciassero per riprendere i prigionieri ed il bestiame. Le
legioni
di
Peto
dovettero inoltre costruire un ponte ad uso dei
Parti
.
Mentre fuggiva con i suoi uomini
Peto
si imbattè in
Corbulone
i cui soldati piansero di pietà per i commilitoni in fuga.
Corbulone
rimproverò a
Peto
di averlo fatto muovere inutilmente lasciando la
Siria
esposta al rischio di un attacco di
Vologese
e tornò indietro. Successivamente
Vologese
e
Corbulone
concordarono di togliere i rispettivi insediamenti nell'
Armenia
lasciandola libera da ogni presenza straniera.
A
Roma
intanto le notizie giungevano distorte e si erigevano trofei per la vittoria sui
Parti
.
Nerone
ostentava tranquillità e sicurezza, calmierava il prezzo del grano, conteneva la pressione fiscale.
Consolato di
Memmio Regolo
e
Virginio Rufo
(
63 d.C.
).
Nerone
accolse con immensa gioia la notizia che
Poppea
era incinta e l'adulazione del Senato si scatenò, furono decretati ringraziamenti agli dei, costruzioni di templi, giochi, feste.
Poppea
partorì ad
Anzio
, città natale di
Nerone
, ma la bambina visse solo tre mesi e di nuovo i senatori adularono l'imperatore decretando gli onori divini per la neonata.
Vologese
scrisse a
Roma
che gli eventi avevano dimostrato i diritti dei
Parti
sull'
Armenia
: egli aveva bloccato
Tigrane
e, dopo aver sconfitto
Peto
, era stato indulgente con i
Romani
. Ora
Tiridate
avrebbe senz'altro avuto il trono.
Il messaggio di
Vologese
era in contraddizione con quelli di
Peto
, quindi i messaggeri furono interrogati per chiarire la situazione e si seppe che i
Romani
avevano dovuto lasciare l'
Armenia
.
Nerone
consultò i senatori sul da farsi e si decise di combattere, vennero assegnati pieni poteri a
Corbulone
al cui esercito venne aggiunta una
legione
.
Quando
Peto
tornò a
Roma
fu perdonato da
Nerone
.
Corbulone
scelse le
legioni
che riteneva più preparate e mosse verso l'
Armenia
non disdegnando durante la marcia di ascoltare le proposte di pace del nemico.
Vologese
chiese una tregua e
Tiridate
propose ed ottenne un incontro con
Corbulone
.
Il generale romano ed il principe parto si incontrarono nel luogo dove
Peto
era stato sconfitto.
Tiridate
accetto di recarsi a
Roma
per chiedere a
Nerone
di riconoscerlo re di
Armenia
.
Consolato di
Caio Lecanio
e
Marco Licinio
(
64 d.C.
).
Nerone
decide di esibirsi come cantante a
Napoli
e poi in
Acaia
per conquistare la necessaria rinomanza ed infine veder trionfare la sua arte nei teatri romani.
Nonostante il tempo dedicato agli spettacoli,
Nerone
continuava a nutrire pensieri delittuosi. Ordinò ai delatori di accusare
Torquato Silano
, al quale invidiava la discendenza da
Augusto
, di aspirare a sovvertimenti politici e tanto fece che
Silano
, vedendosi perduto, si suicidò.
Accantonò momentaneamente il viaggio in
Grecia
a causa di presagi che lo spaventarono ma dichiarò di rinunciare per non lasciare il popolo romano privo della sua guida.
Organizzò incredibili banchetti, come quello ideato da
Tigellino
che si svolse su una zattera sul
lago di Agrippa
trainata da navi nelle quali remavano i suoi amasi mentre sulle sponde del lago erano predisposti lupanari e spettacoli osceni. Pochi giorni dopo celebrò le proprie nozze con uno di quegli amasi.
Scoppiò il più grande incendio della storia di
Roma
. Iniziò da un'estremità del circo, fra il
Celio
ed il
Palatino
e si propagò con estrema rapidità avvolgendo i colli circostanti e dilagando subito nei quartieri, divorando case e strade.
Non è certo se l'evento sia stato casuale o provocato da un ordine di
Nerone
, come molti pensano, comunque furono visti uomini con le torce appiccare il fuoco che potevano essere ladri in cerca di facile preda o esecutori delle disposizioni dell'imperatore.
Nerone
si trovava ad
Anzio
e quando arrivò a
Roma
le fiamme avevano distrutto anche il suo palazzo, varò provvedimenti di emergenza come l'allestimento di baracche e la riduzione del prezzo del grano in favore della popolazione ma intanto si era sparsa la voce che alla notizia della catastrofe aveva intonato un'ode sull'incendio di
Troia
.
L'incendio durò sei giorni, facendo molte vittime, e quando stava per esaurirsi ne scoppiò un altro a partire dai giardini di
Tigellino
, particolare che aumentò i sospetti su
Nerone
.
Il fuoco distrusse molti antichi monumenti fra i quali un tempio alla luna costruito da
Servio Tullio
, un tempio e un'ara dedicate ad
Ercole
da
Evandro
, il
tempio di Giove
costruito da
Romolo
, la reggia di
Numa
, il
tempio di Vesta
e poi opere d'arte, archivi, documenti.
Dopo l'incendio
Nerone
costruì il proprio palazzo dotandolo di un immenso parco con laghi, campi, selve e panorami. I suoi architetti progettarono anche un canale dal
lago Averno
alle foci del
Tevere
, opera assurda che rimase incompleta.
La ricostruzione di
Roma
avvenne in modo razionale, sulla base di un piano regolatore con particolare attenzione alla distribuzione dell'acqua ed altri accorgimenti per prevenire o combattere gli incendi.
Nerone
finanziò molte opere ed altre ne incentivò istituendo appositi premi.
Si tennero riti, feste, sacrifici ma nulla servì a tacitare la voce che attribuiva la responsabilità dell'incendio a
Nerone
. Per deviare i sospetti l'imperatore accusò i
Cristiani
, una setta di origine giudaica che prendeva nome da
Cristo
, giustiziato sotto
Ponzio Pilato
, ed andava rapidamente diffondendosi. Moltissimi
Cristiani
vennero arrestati, torturati e mandati alla croce o al rogo.
Nerone
offriva lo spettacolo di queste esecuzioni nei suoi giardini.
Avido di ricchezze,
Nerone
ordinò la spoliazione di molte città e dei loro templi. Disgustato
Seneca
tentò di allontanarsi e non ottenendo il permesso si chiuse nella sua stanza. Pare che riuscì ad evitare un tentativo di avvelenamento da parte di
Nerone
.
Consolato di
Silio Nerva
e
Attico Vestino
(
65 d.C.
).
Calpurnio Pisone
andava rafforzando la sua congiura. Persona eloquente, generosa e di bell'aspetto, godeva della simpatia di molti e non incontrava difficoltà nel reclutare proseliti contro l'odiato imperatore.
Fra i congiurati erano
Subrio Flavo
,
Sulpicio Aspro
e
Anneo Lucano
, a quest'ultimo
Nerone
, per invidia e gelosia, aveva vietato di divulgare i versi che componeva. Si unirono poi molti militari fra i quali il prefetto
Fenio Rufo
, personaggio molto in vista e molto vicino all'imperatore.
Timori ed insicurezze, tuttavia, portarono i congiurati a rinviare più volte l'azione finché una certa
Epicari
, una liberta coinvolta non si sa come, tentò di far aderire alla cospirazione anche
Volusio Proculo
comandante di una nave della flotta di
Miseno
.
Proculo
si diceva insoddisfatto della scarsa ricompensa ricevuta da
Nerone
quando aveva preso parte all'uccisione di
Agrippina
, sembrava quindi un soggetto propenso ad eliminare l'imperatore, al contrario
Proculo
denunciò
Epicari
ma poichè questa non aveva fatto i nomi dei congiurati l'inchiesta non portò ad altro risultato concreto che a quello di spingere i congiurati stessi ad affrettare l'azione.
Quando tutto era ormai pronto e stabilito uno schiavo di uno dei cospiratori, il senatore
Flavio Scevino
, comprese la situazione e denunciò il padrone nella speranza di trarne guadagno. In un primo momento
Scevino
riuscì a confutare le accuse di
Milico
(questo era il nome dello schiavo) finché la moglie del traditore coinvolse un altro congiurato,
Antonio Natale
, la cui deposizione risultò in contraddizione con quella di
Scevino
.
Natale
e
Scevino
furono arrestati e per evitare la tortura denunciarono
Pisone
ed altri congiurati fra i quali
Seneca
e
Lucano
.
Epicari
, che era stata trattenuta in carcere, venne a lungo torturata per estorcerle altri nomi ma la donna non parlò ed appena ne ebbe l'occasione si uccise.
Fenio Rufo
che aveva partecipato alla congiura ma non era stato denunciato, nel suo ruolo di prefetto fu fra i carnefici degli accusati.
Pisone
si uccise prima di essere catturato, a
Seneca
fu ordinato di tagliarsi le vene, tutti gli altri accusati furono trucidati.
Paolina
, moglie di
Seneca
, volle morire con il marito e si svenò a sua volta ma fu salvata per ordine di
Nerone
e visse ancora per pochi anni straziata dal dolore.
Scevino
, durante gli interrogatori, fece risultare evidente il coinvolgimento di
Fenio Rufo
ed anche questi venne messo in catene.
Il tribuno
Subrio Flavo
decise di confessare e lo fece rinfacciando a
Nerone
i suoi delitti, l'imperatore ne fu molto turbato e lo fece decapitare.
Il
console
Vestino
non era coinvolto nella congiura ma era in odio a
Nerone
per certe sue battute sarcastiche e perchè aveva sposato
Statilia Messalina
, una delle amanti del principe. Non avendo prove contro di lui
Nerone
"ricorse alla violenza del tiranno" e mandò dei soldati ad ucciderlo nella sua stessa casa mentre teneva un banchetto.
Lucano
morì dissanguato recitando a memoria un suo carme;
Senecione
,
Quinziano
e
Scevino
morirono con dignità, con un contegno diverso dalle loro abitudini.
L'inchiesta proseguì fino all'eliminazione di tutti i congiurati.
Milico
fu premiato per la sua delazione ed
Antonio Natale
ebbe l'impunità per aver denunciato i complici, alcuni personaggi sospettati dei quali non fu possibile dimostrare la colpevolezza vennero esiliati o esonerati dai loro incarichi. Andarono in esilio anche mogli e parenti di molti condannati.
Nerone
festeggiò lo scampato pericolo con elargizioni ai pretoriani e concessioni di onori e trionfo ad alcuni dei suoi collaboratori fra i quali
Tigellino
e
Ninfidio
. Questi era figlio di una prostituta e, approfittando di una certa somiglianza fisica, aveva sparso la voce di essere figlio di
Caligola
.
Nerone
fece pubblicare prove e testimonianze per dimostrare che era veramente esistita una congiura e tenne un discorso in merito al senato mentre i senatori, come al solito, gareggiavano nel servilismo.
Giunio Gallione
, spaventato per la sorte di suo fratello
Seneca
, si raccomandava ai colleghi.
Libro XVI
Un certo
Cesellio Basso
, africano squilibrato di mente, venne a
Roma
ed ottenne udienza da
Nerone
per rivelargli di aver scoperto in un suo terreno una grotta che custodiva un antico tesoro che egli attribuiva alla regina
Didone
.
Senza verificare l'attendibilità del personaggio
Nerone
mandò una nave a prendere il tesoro. Se ne parlò molto a
Roma
soprattutto durante i giochi che si tennero quell'anno per festeggiare i due lustri del principato di
Nerone
.
Cesellio Basso
, seguito dai soldati romani e da molti contadini assoldati per scavare, cercò a lungo il tesoro mentre
Nerone
a
Roma
dilapidava le finanze statali.
Infine
Basso
, in un momento di lucidità confessò che si era trattato di un sogno e si suicidò per la vergogna.
Nerone
si esibì ancora in gare poetiche e musicali nonostante il senato avesse proposto di nominarlo vincitore senza che partecipasse. Diceva di voler competere in assoluta parità e sulla scena si mostrava ansioso di conoscere i voti dei giudici, ma i suoi agenti segreti spiavano il pubblico per punire chiunque non si mostrasse entusiasta dello spettacolo.
Durante una crisi di collera,
Nerone
uccise
Poppea
con un calcio. La salma venne imbalsamata e tumulata nel sepolcreto della
famiglia Giulia
.
Nerone
pronunciò l'orazione funebre.
Poco dopo aprì una nuova persecuzione colpendo per primi
Caio Cassio
e
Lucio Silano
, entrambi sospettati di aspirare al potere e denunciati con accuse infondate.
Cassio
fu esiliato in
Sardegna
, dove presto morì di vecchiaia,
Silano
a
Bari
e successivamente fu ucciso dai sicari dell'imperatore.
Morirono anche
Lucio Vetere
, la suocera e la figlia
Pollitta
. Quest'ultima era inconsolabile vedova di
Rubellio Plauto
, ucciso in una precedente persecuzione. I tre si videro sotto accusa e si suicidarono insieme nella loro casa.
Consolato di
Gaio Svetonio Paolino
e di
Gaio Lucio Telesino
(
66 d.C.
). L'esule
Antistio Sosiano
pensò di procurarsi il permesso di rientrare a
Roma
tramite la delazione. Con l'aiuto di un altro esule intercettò e modificò delle lettere di
Publio Anteio
(inviso a
Nerone
perché amico di
Agrippina
) e denunciò
Anteio
e
Ostorio Scapola
per cospirazione.
Nerone
inviò subito una nave a prendere
Sosiano
mentre
Anteio
, venuto a conoscenza della denuncia, si suicidava.
Ostorio Scapola
si trovava in un suo possedimento in
Liguria
.
Nerone
, che lo temeva molto per la sua forza fisica e per la sua gloria militare, mandò un centurione ad ordinargli di uccidersi.
Ostorio
si suicidò con l'aiuto di uno schiavo.
Pochi giorni dopo caddero altre vittime:
Anneo Mela
,
Anicio Ceriale
,
Rufio Crispino
e
Gaio Petronio
, cavalieri romani.
Anneo Mela
era il padre di
Lucano
ed anche egli fu costretto al suicidio in base ad una delazione.
Gaio Petronio
era noto per la sua vita di raffinato gaudente, aveva fatto parte del circolo degli intimi di
Nerone
fra i quali era considerato arbitro dell'eleganza. Geloso del suo prestigio
Tigellino
lo accusò di essere stato amico di
Scevino
e pagò degli schiavi perché confermassero l'accusa.
Petronio
morì tagliandosi le vene ma bendando le ferite per avere una morte lenta e dolce, volle essere accompagnato con canti e versi. Il suo testamento, che mandò a
Nerone
, era un elenco delle infamie e delle depravazioni dell'imperatore.
Nerone
esiliò
Silia
che era stata fra le sue amanti ed intima di
Petronio
, convinto che la donna avesse confidato allo scrittore i suoi particolari gusti sessuali.
Morì anche
Minucio Termo
a causa di un suo liberto che aveva offeso
Tigellino
.
Nerone
decise di far morire anche due fra i più illustri personaggi:
Trasea Peto
e
Barea Sorano
.
Odiava
Trasea
perché gli era evidentemente contrario come aveva dimostrato in diverse occasioni, ad esempio aveva volutamente disertato le esequie di
Poppea
e la seduta in cui le erano stati decretati onori divini. Alimentavano l'odio di
Nerone
le calunnie di
Capitone Cossuziano
che quando aveva subito un processo per concussione aveva visto
Trasea
schierarsi contro di lui.
Quanto a
Barea Sorano
era accusato di aver cercato di provocare mutamenti politici governando con equità la provincia d'
Asia
come se avesse tentato di procurarsi il favore degli abitanti per averli alleati in future azioni sovversive.
Per eliminarlo fu scelto il momento in cui l'arrivo a
Roma
di
Tiridate
che aspirava alla corona d'
Armenia
creava una distrazione fra la gente.
Nel processo contro
Sorano
fu coinvolta anche la figlia che aveva consultato gli indovini per sapere quale sarebbe stata la sorte della sua famiglia ed era perciò accusata di aver tentato pratiche magiche a danno dell'imperatore.
Il testo si interrompe sulla morte di
Trasea
che, ricevuto l'ordine di uccidersi nella sua casa mentre discuteva di filosofia, porge coraggiosamente i polsi per farsi recidere le vene.