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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Zeus
  • Semele
    Fratelli e sorelle:
  • Eracle
  • Arcade
  • Euterpe
  • Ermes
  • Elena
  • Ilitia
  • Pelasgo
  • Argo
  • Eaco
  • Urania
  • Tersicore
  • Talia
  • Polimnia
  • Erato
  • Clio
  • Calliope
  • Melpomene
  • Atena
  • Apollo
  • Sarpedonte
  • Artemide - Diana - Ecate
  • Minosse
  • Persefone - Prosepina
  • Radamanto
  • Dardano
  • Astrea
  • Perseo
  • Anfione
  • Efesto
  • Tantalo
  • Zeto
  • Ebe
    Matrimoni - Unioni:
  • Arianna
    Figli:
  • Ceramo
  • Dioniso



    Young Dionysos Altemps Inv60920 n1
    Giovane Dioniso
    Roma - Palazzo Altemps
    Figlio di Zeus e di Semele.
    Semele rimane folgorata dalla visione di Zeus nel suo aspetto divino e muore.
    Dal suo cadavere Zeus preleva il feto di Dioniso e fattoselo cucire in una coscia, ne porta a termine la gestazione.
    E' il dio della viticoltura che libera gli animi degli uomini con i suoi doni. E'amico delle Muse e propizia le loro arti, ha stretta attinenza con Apollo del quale condivide la capacità vaticinante e la scienza medica.
    Nei riti misterici è associato ad un ciclo vegetativo-agrario di morte e resurrezione. Il suo culto, diffusosi dalla Tracia in tutta la Grecia, giunse a Roma nel III secolo a.C. I suoi riti erano fondamentalmente pacifici, ma l'ebbrezza ad essi associata comportava grandi strepiti e spesso atti cruenti.
    Su un carro trascinato da linci o altre belve Dioniso gira il mondo con i suoi seguaci Sileno e Arianna, fino all'India. E' raffigurato con aspetto maestoso, barba fluente e vesti orientali, oppure come efebo coronato da pampini e tralci d'edera.
    In suo onore si tenevano in Attica quattro feste annuali: Dionisie rurali o piccole a dicembre; Lebee a gennaio, Antesterie a febbraio, Dionisie cittadine o grandi in Atene all'inizio della primavera. Durante tali feste si cantavano i ditirambi dai quali, secondo alcuni studiosi, ebbe origine la tragedia.
    Ostacolato ed inseguito da re trace Licurgo, Dioniso si vendica facendolo impazzire al punto da indurlo a violentare la madre ed ad uccidere la moglie ed il figlio.
    Il re di Tebe Penteo respinse il culto di Dioniso e il dio fece impazzire sua madre Agave e le sorelle di lei Ino e Autonoe, le tre donne videro in Penteo una bestia feroce e lo fecero a pezzi.
    La tradizione orfica parla anche di un altro Dioniso, dio sotterraneo e misterico detto Dioniso-Zagreo, figlio di Persefone e di Zeus che fu smembrato dai Titani. Secondo Igino, Zeus diede il suo cuore in pasto a Semele, prima di amarla, perchè il dio si rigenerasse nel nuovo Dioniso.
    Pausania e Clemente Alessandrino raccontano una strana versione della discesa di Dioniso negli inferi: il giovane dio si aggirava presso il lago di Lerna cercando l'entrata negli inferi quando un uomo di nome Polimno si offrì di indicargliela in cambio del suo corpo. Dioniso accettò a patto che il rapporto si svolgesse al suo ritorno. Ottenuta l'indicazione necessaria scese negli inferi e prelevò Semele che fu trasferita sull'Olimpo e divenne immortale con il nome di Tione, quindi si accinse a rispettare i patti ma scoprì che Polimno era morto. Allora il dio intagliò un fallo di legno di fico con il quale si penetrò sulla tomba di Polimno.
    L'etimologia del nome Dioniso (Dios e Nusos) riporta al concetto di 'figlio di Zeus' o di 'giovane figlio di Zeus', egli è - infatti - spesso rappresentato come giovane, adolescente o addirittura bambino a volte accompagnato dalle nutrici. La sua figura è legata alla vegetazione e all'agricoltura, la specializzazione come dio del vino, sia pur risalente all'età micenea, diviene esclusiva solo in epoca tarda.
    Molto antico è anche il legame con il mondo animale, in particolare il cerbiatto ed il leone, e con la caccia. Nel mito più diffuso Dioniso era nato da Semele ma, in alcune epoche e città fu anche considerato figlio di Afrodite, di Persefone o di Demetra.
    La relazione con una dea viene ricondotta ad una figura tipica delle religioni meditereranee pre-elleniche, quella del paredros, compagno o figlio di una dea alla quale 'siede vicino': quindi la figura più consueta di Dioniso, come risultante dell'incontro fra cultura mediterranea e cultura indoeuropea, si formò intorno al 2000 a.C., epoca in cui le popolazioni della Grecia si stabilizzarono, ed entrò subito a far parte del Pantheon greco, diversamente da quanto si riteneva prima della scoperta e decodifica di alcuni antichissimi testi micenei.
    Fra gli epiteti cultuali di Dioniso è frequente quello di Bromio ('il mugghiante') con riferimento forse alle sue frequenti rappresentazioni come toro o come leone.
    A Dioniso sono dedicati gli Inni Omerici I, VII e XXVI che raccontano alcuni aspetti delle leggende a lui collegate:
    - i vari luoghi che venivano ritenuti patria del dio (il monte Dracano, l'isola Icaria, Tebe o il monte Nisa in Egitto)
    - il rapimento subito da Dioniso ad opera dei pirati che si conclude con la prodigiosa trasformazione del dio in un leone che sbrana il capo dei malviventi
    - la descrizione di un baccanale delle ninfe guidato da Dioniso.



    Diodoro Siculo parla di Dioniso a proposito degli Egiziani, che lo identificavano con Osiride, e degli Indiani. Questi ultimi raccontavano che Dioniso invase il loro paese con una grande armata ma all'arrivo dell'estate dovette ritirarsi nella zona montuosa a causa di una pestilenza. In India divulgò l'enologia, fondò città, introdusse leggi e tribunali. Governò l'India per cinquantadue anni.
    Ancora Diodoro, nel terzo libro della sua Biblioteca, fornisce un confronto fra le principali versioni del mito di Dioniso, quella di chi conosceva tre diverse divinità con questo nome e quella di chi negava una forma umana di Dioniso identificandolo con il vino e quanto lo riguarda.
    Nelle versioni che attribuiscono a Dioniso un corpo umano egli è sempre l'inventore del vino.
    Il primo Dioniso, secondo un racconto che Diodoro attribuisce all'antico poeta Lino, era figlio di Ammone (identificato con Zeus) e della bellissima Amaltea. Ammone occultò il neonato temendo la gelosia di sua moglie Rea. Scoperto l'adulterio, Rea abbandonò Ammone e sposò Crono il quale attaccò Dioniso che intanto era cresciuto sotto la tutela di Aristeo e di sua figlia Nisa, ma fu sconfitto. Dioniso vincitore dimostrò tanta clemenza che tutti i vinti si unirono a lui, tenne con se Rea, che lo amò come un figlio, e lo stesso Crono.
    Più tardi conquistò l'Egitto e ne fece re Zeus, figlio di Crono e di Rea.
    Il secondo Dioniso era figlio di Zeus e Persefone, oppure di Demetra.
    Il terzo Dioniso nacque a Tebe da Zeus e Semele.




    Dioniso in Apollodoro
    - Orfeo istituisce i misteri di Dioniso
    - Uccide Eurito
    - Dona a Oineo la pianta della vite
    - Padre di Deianira
    - Fa impazzire le donne di Argo e di Tebe
    - Nasce dalla coscia di Zeus e viene affidato a Ino e Atamante
    - Mutato in capretto perché sfugga alla collera di Era
    - Erra in Egitto, Siria, Frigia e Tracia diretto in India
    - Fa impazzire Licurgo che lo aveva costretto a fuggire
    - Libera Semele dagli Inferi
    - Insegna a Icario a fare il vino
    - Rapisce Arianna


    Dioniso nelle Dionisiache di Nonno di Panopoli
    Il poeta egiziano Nonno di Panopoli, vissuto nel quinto secolo d.C., dedicò a Dioniso un grandioso poema, il più lungo in lingua greca che ci sia giunto.
    Il racconto di Nonno inizia dalle vicende di Cadmo padre di Semele che sarà madre del dio e dalla lotta degli dei contro Tifone per giungere all'ascensione di Dioniso all'Olimpo. Particolare rilevanza ha la guerra che Dioniso e i suoi seguaci affrontano contro il re indiano Deriade, guerra che viene narrata in stile omerico con chiari riferimenti all'Iliade, ai suoi eroi e ai suoi duelli.



    Estratto da Il ramo d'oro di J. G. Frazer
    Il dio Dioniso, o Bacco, ci è meglio noto come personificazione della vite e dell'ebrezza prodotta dal succo dei suoi grappoli. Il suo culto gioioso, caratterizzato da danze sfrenate, musiche squillanti, eccessi avvinazzati, sembra abbia avuto origine fra le rudi tribù della Tracia, notoriamente inclini all'ubriachezza. Le sue dottrine mistiche e i suoi rituali stravaganti erano essenzialmente estranei alla chiara intelligenza e ai costumi morigerati dei Greci. Facendo però leva sull'amore per il mistero, e l'istintiva spinta verso un ritorno allo stato selvaggio insiti, pare, in ogni essere umano, quella religione si diffuse con la rapidità del lampo in tutta la Grecia, finché il dio che Omero non si era degnato di prendere in considerazione divenne la figura più popolare del pantheon ellenico.

    Riferimenti letteratura:
  • Inni Omerici
  • Esiodo - Teogonia
  • Pindaro - Olimpiche
  • Euripide - Baccanti
  • Aristofane - Rane
  • Erodoto - Storie
  • Ovidio - Fasti
  • Igino - Fabulae
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Plutarco - Iside e Osiride
  • Luciano di Samosata - Dialoghi marini, degli dei e delle cortigiane
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache




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