4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ

Sunelweb
    
Guida rapida
A B C D E F G H I J K L M
N O P Q R S T U V W Y Z  
 

Lentini



Notizie generali
Comune della Sicilia in provincia di Siracusa situato presso il lago ominimo sulle pendici dei Monti Iblei.
Il territorio comunale ha una superficie di 215,75 kmq. e confina con i comuni di Belpasso, Carlentini, Militello in Val di Catania, Francoforte, Palagonia, Ramacca e Scordia.
La popolazione è di circa 24.000 abitanti,

Mitologia
Una tradizione postomerica colloca presso Lentini i Lestrigoni, popolo di giganti antropofagi che nel decimo libro dell'Odissea distrugge le navi dei compagni di Ulisse.
Diodoro Siculo racconta che quando Eracle giunse a Lentini reduce di varie imprese in Sicilia, accettò per la prima volta che gli venissero tributati sacrifici e costruì un recinto sacro a Iolao che veniva considerato miracoloso.
Secondo un'altra tradizione Eracle avrebbe donato agli abitanti di Lentini la sua pelle di leoneda cui sarebbero derivati il nome Leonzio (poi Leontini) ed il leone raffigurato nello stemma della città.

Storia
Fondata nell'ottavo secolo a.C. da coloni calcidesi guidati da un capo di nome Teocle, Leontinoi fu quasi sempre soggetta al dominio siracusano con una parentesi nel sesto secolo a.C. quando fu conquistata da Falaride tiranno di Agrigento.
Finito il periodo acragantino gli abitanti di Leontini ottennero la cittadinanza siracusana ma discordie interne portarono il patriziato locale a trasferirsi a Siracusa provocando un periodo di decadenza della città.
Anche Dionisio il Vecchio espugnò Leontini, deportò molti abitanti ed incamerò i raccolti del fertile territorio.
Riparò a Leontini anche Dione che, dopo aver liberato liberato Siracusa da Dionisio il Giovane, era sospettato di aspirare alla tirannide.
Quando nel 241 a.C. gran parte della Sicilia divenne presidio romano, Leontini rimase a Siracusa, allora governata da Gerone II e fu fra le principali città del dominio siracusano.
Nel 214 a.C. fu ucciso a Leontini il tiranno di Siracusa Geronimo. Poco dopo Lentini venne conquistata dai Romani e come tutta la Sicilia rimase sotto il loro dominio fino alla fine dell'impero.
Mancano notizie degli eventi di Lentini fino al martirio dei santi Alfio, Filadelfio e Cirino avvenuto, secondo un documento stilato da un monaco di Lentini nel decimo secolo, nel 253 durante la persecuzione di Valeriano.

Nell'827 fu conquistata dagli Arabi. Passò quindi ai Normanni e durante il Medioevo decadde gravemente anche a causa di due terremoti verificatisi nel XII secolo.
Dai Normanni passò agli Svevi e dopo la morte di Federico II si proclamò libero comune, pur rimanendo fedele agli Svevi.
Dopo la battaglia di Tagliacozzo e la fine di Corradino la Sicilia passò agli Angioni.
Il pesante fiscalismo angioino portò alla rivolta dei Vespri Siciliani che si concluse con l'assegnazione della Sicilia agli Aragonesi con la pace di Caltabellotta del 1302.
Nei decenni successivi venne coinvolta nella guerra fra famiglie feudali siciliane e, pur premiata dagli Spagnoli per la sua fedeltà con varie concessioni, venne devastata e saccheggiata.
Nel 1354 Manfredi Chiaramonte, nobile siciliano in rivolta contro gli Aragonesi, venne assediato a Lentini da Artale Alagona, tutore della regina Maria di Sicilia, che riuscì ad occupare la città nel 1359 e solo il 25 marzo 1360 espugnò il castello grazie al tradimento dei soldati che lo presidiavano.
Durante il regno di Martino I fu attaccata dai fratelli Moncada, sconfitti questi divenne residenza delle mogli di Martino, Maria poi Bianca.
Nel 1551 il vicerè Giovanni de Vega fondò in onore dell'imperatore Carlo V la città di Carlentini nella quale emigrò parte della popolazione di Lentini.
Lentini visse sotto gli Aragonesi e gli Asburgo difficili periodi di crisi e di spopolamento, oberata dal prelievo fiscale soprattutto durante il regno di Carlo V.
Un terremote nel 1542 peggiorò sensibilmente la situazione ma il sisma della Val di Noto del 1693 distrusse completamente la città.


Archeologia
Necropoli greca

Chiese
Chiesa Madre di Santa Maria la Cava e Sant'Alfio, Filadelfo e Cirino :
fu costruita dopo il terremoto del 1693 sostituendo una precedente basilica del 1517 che a sua volta aveva rimpiazzato più antichi edifici di culto. L'impiante è a tre navate, la facciata risale a lavori di restauro e ampliamento del 1747. Vi si conservano le reliquie dei martiri Alfio, Cirino e Filadelfio.

Chiesa della Santissima Trinità e di San Marzano
Chiesa della Fontana
Chiesa dell'Immacolata;
Sepolcro della regina Maria e statua di Cristo legato alla colonna

Chiesa di San Luca
Chiesa di San Francesco di Paola:
settecentesca, ricostruita dopo il terremoto sul luogo di un edificio antichissimo

Chiesa di Cristo Re
Chiesa di Sant'Antonio

Palazzi
Palazzo Scammacca, sede del municipio

Musei
Museo Archeologico



Riferimenti letteratura:
  • Tucidide - La Guerra del Peloponneso
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Livio - Storia di Roma
  • Plinio il Vecchio - Storia Naturale




  • Indice sezione