Antica città della Beozia a ovest del Lago Copaide sulla strada da Tebe a Cheronea, secondo la tradizione fondata da Corono, è citata nei poemi omerici come partecipante alla guerra di Troia.
Vi si trovava il tempio di Atena Itonia (culto di probabile origine tessala), centro religioso e luogo di riunione della Lega Beotica nonché sede dei giochi panbeotici.
Coronea fu sempre soggetta a Tebe salvo un breve periodo di indipendenza durante l'egemonia ateniese, periodo che si concluse nel 447 a.C. quando gli Ateniesi furono sconfitti dai Tebani proprio a Coronea.
Nel 394 a.C. fu combattuta la seconda battaglia di Coronea che vide gli Spartani comandati dal re Agesilao contro la coalizione di forze della Beozia, di Atene, Argo, Corinto e della Locride. Agesilao vinse la battaglia ma senza riuscire a danneggiare sensibilmente il nemico che si era attestato sul monte Elicona.
Coronea tornò autonoma nel 397 a.C. con la pace di Antalcida ma successivamente fu di nuovo soggetta a Tebe e di nuovo si liberò più volte fino alla conquista romana del 196 a.C.
Fortemente antiromana, Coronea fu presa per assedio dal console Tito Quinzio Flaminino, nel 191 a.C. fu saccheggiata dai soldati di Manio Acilio Glabrione per aver sostenuto Antioco III, nel 171 fu di nuovo conquistata da Licinio Crasso dopo aver aiutato Perseo.
Sotto i Romani Coronea perse la sua importanza e venne progressivamente abbandonata.

Di Coronea Pausania ricorda il tempio di Atena Itonia con le statue di bronzo di Atena e di Zeus opera di Agoracrito, le are di Ermes Epimelio (custode delle greggi) e dei Venti, il tempio di Era con la statua della dea opera di Pitodoro, le statue delle Muse sul vicino monte Libetrio e il recinto di Zeus Lafistio sul monte Lafistio.

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Riferimenti letteratura:

Diodoro Siculo - Biblioteca storica

Pausania - Descrizione della Grecia

Plutarco - Vite di Pericle e Fabio Massimo

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