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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Poseidone
  • Toosa
    Fratelli e sorelle:
  • Ippotoo
  • Belo
  • Cercione
  • Amico
  • Nausitoo
  • Pelia
  • Tritone
  • Eumolpo
  • Neleo
  • Evadne
  • Agenore
  • Anceo
  • Megareo
  • Attore
  • Feace
  • Beoto
  • Eolo
  • Leuconoe
  • Irieo
  • Irieo
  • Ditti
  • Periclimeno
  • Cicno
  • Aspledone
  • Etusa
  • Abante
  • Lamia
  • Euripilo
  • Iperenore
  • Polifemo ciclope



    Ciclope, figlio di Posidone e della ninfa Toosa, viveva sulla costa dei Ciclopi in Sicilia.
    Nell'Odissea viene rappresentato come gigante dotato di un solo occhio.
    Ulisse sbarca in Sicilia e con dodici compagni visita l'antro del ciclope mentre questi è fuori per pascere il suo gregge, ma al ritorno Polifemo chiude la grotta con un enorme macigno e mostra subito le proprie intenzioni divorando due greci. Il mattino successivo, dopo aver mangiato altri due malcapitati, chiude di nuovo l'accesso alla grotta e si allontana lasciando Ulisse e i superstiti a meditare sul da farsi.
    Quando a sera il ciclope rincasa lo scaltro Ulisse gli offre un otre di vino che aveva con se e lascia che il ciclope beva fino a ubriacarsi. Prima di addormentarsi Polifemo promette a Ulisse di mangiarlo per ultimo come ricompensa per il vino e gli chiede come si chiami ed egli risponde Oudeis (da cui Odisseo) che significa nessuno.
    Mentre Polifemo dorme Ulisse e i suoi compagni accecano il loro mostruoso aguzzino con un palo arroventato e gli altri ciclopi accorsi alle grida di Polifemo non intervengono perché egli continua a rispondere che "Nessuno" gli ha fatto del male.
    Al mattino i Greci si mettono in salvo approfittando della cecità di Polifemo e riescono a raggiungere la loro nave. Il ciclope si rivolge al padre Posidone chiedendo vendetta e pregandolo di perseguitare Ulisse durante il suo ritorno.
    Fin qui il racconto certamente più famoso riguardante Polifemo, ma esiste anche un altro mito sul suo conto: Teocrito (II idillio) lo descrive innamorato della ninfa Galatea; Ovidio lo fa uccisore del pastore Aci, suo rivale.
    Breve approfondimento:
    Polifemo era figlio di Poseidone (Nettuno per i Romani) e questo forse è noto, ma chi era sua madre? Era una ninfa marina di nome Toosa, figlia di Forco e Ceto, anche loro divinità marine, insomma... tutta gente di mare che in Sicilia non stupisce.
    Un bel giorno, Toosa chiese a Polifemo di farle da guida sulla montagna prospiciente il mare per raccogliere dei fiori, in sua compagnia aveva un'altra ninfa marina, la bellissima Galatea e Polifemo se ne innamorò.
    Il poeta greco Teocrito, che ci racconta questa vicenda, ritrae il ciclope che dall'alto di una rupe canta una serenata verso il mare, sperando che Galatea l'ascolti... il povero ciclope era un tipo semplice e con le donne proprio non ci sapeva fare, pensate che paragonava il candore della pelle di lei a quello "del latte cagliato" e il fascino delle sue forme alla morbidezza di un agnello.
    Non contento di queste gaffes insisteva ammettendo di essere brutto, si, ma benestante: aveva mille pecore, tanto latte e i graticci del formaggio sempre pieni, quindi non capiva proprio perché Galatea non uscisse una buona volta dal mare (luogo noioso e soprattutto umido) e non andasse a vivere con lui nella sua caverna per essere sua sposa ed aiutarlo a fare il cacio.
    Ma Galatea aveva ben altro nel cuore, era infatti innamorata di Aci che era anche lui pastore ma a differenza di Polifemo era bellissimo.
    Quando Polifemo venne a sapere di avere un rivale in amore divenne pazzo per la gelosia e alla prima occasione perse le staffe e schiacciò il povero Aci sotto una pietra gigantesca che nessun uomo avrebbe mai potuto sollevare.
    Ora nei miti greci accade spesso che chi muore venga trasformato in qualcosa di diverso: una pianta, un animale, una stella ... si potrebbero citare centinaia di queste metamorfosi come fece il poeta latino Ovidio in una sua opera immortale.
    Il nostro Aci fu trasformato in un fiume in modo che gettandosi nel mare potesse ricongiungersi alla sua Galatea.
    Dalle parti del suo corpo smembrato dal masso nacquero altrettanti paesi (Aci Reale, Aci Castello, Aci Trezza, ecc.)



    Riferimenti letterari:
  • Odissea
  • Euripide - Ciclope
  • Virgilio - Eneide
  • Igino - Fabulae
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Luciano di Samosata - Dialoghi marini, degli dei e delle cortigiane
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache
  • Metastasio - Galatea



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