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EPITOME DI VITE E COSTUMI DEGLI IMPERATORI ROMANI di
SESTO AURELIO VITTORE
Note tratte dall'epitome anonima del
De Caesaribus
OTTAVIANO
L'anno
722
di
Roma
, quattrocentoottanta anni dopo la cacciata dei re,
Roma
tornò ad essere governata da un monarca.
Ottaviano
figlio di
Ottavio
, della
famiglia Giulia
per parte di madre e poi per adozione dallo zio
Giulio Cesare
, dopo la vittoria fu chiamato
Augusto
.
Ridusse l'
Egitto
in provincia e fece sistemare le chiuse del
Nilo
per ottenere grandi raccolti di frumento. Soggiogò
Cantabri
,
Aquitani
,
Reti
,
Vindelici
,
Dalmati
,
Svevi
e
Catti
. Sistemò i
Sicambri
in
Gallia
e mise fine alle ostilità fra
Pannoni
e
Bastarni
.
Quando possibile evitò la guerra stimando la pace e la serenità dei cittadini più importanti di nuove conquiste.
Durante il suo regno l'esercito oltre il
Reno
venne sconfitto con molte perdite,
Ottaviano
ne fu così addolorato da battere il capo contro il muro.
Fu cordiale con i soldati, umano con i cittadini e fedele con gli amici, fra questi erano
Mecenate
,
Agrippa
e
Virgilio
. Amava gli studi liberali, l'arte e la cultura, ornò
Roma
con molti monumenti.
Anche lui ebbe i suoi vizi, soprattutto la lussuria. Rinnegò la moglie
Scribonia
per sposare un'altra di cui si era innamorato,
Livia
che aveva già due figli,
Tiberio
e
Druso
.
Nondimeno puniva severamente la lussuria altrui e esiliò
Ovidio
per aver scritto i tre libri dell'Arte di Amare.
Morì in
Nola
a settantasette anni, molti dicono ucciso da
Livia
.
Augusto
aveva infatti un nipote di nome
Agrippa Postumo
che viveva confinato in un'isola, quando
Livia
seppe che
Augusto
intendeva richiamarlo temette che volesse indicarlo come erede e che la punisse delle sue malvagità.
Augusto
fu ricordato con solenni onori: fu chiamato padre della patria e gli dedicarono templi in
Roma
e in altre città.
TIBERIO
Claudio Tiberio Nerone
, figlio di
Livia
e figliastro di
Ottaviano
, governò l'impero per ventiquattro anni.
Era colto ed eloquente, esperto delle cose della guerra ma crudele, avaro e insidioso. Finse di rifiutare il principato ed ascoltò con molta attenzione l'opinione dei senatori per poi rovinare quelli che non gli piacquero.
Ridusse la
Cappadocia
a provincia scacciando il re Archelao, punì i Getuli e ingannò Maroboduo re degli Svevi. Durante il suo regno i Parti saccheggiarono l'Armenia, i
Daci
la Mesia, i Sarmati la
Pannonia
.
Morì a settanta anni ucciso dalle insidie di
Caligola
.
CALIGOLA
Figlio di
Germanico
, fu chiamato
Caligola
dai soldati per certi piccoli sandali.
Molto amato prima di prendere il potere, una volta divenuto imperatore si comportò in modo crudele e immorale. Commise incesto con tre sorelle, fece sesso pubblicamente con nobili matrone, voleva essere considerato Giove o Bacco ed essere chiamato signore.
Fece costruire un ponte di navi fra Baia e
Pozzuoli
per percorrerlo con un carro trionfale e un abito d'oro.
Fu ucciso dai soldati dopo quattro anni di regno.
CLAUDIO
Claudio Tiberio Nerone
, figlio del
Druso
fratello di
Tiberio
e zio di
Caligola
, regnò quattordici anni.
Fu trovato dai soldati che si nascondeva dopo l'uccisione di
Caligola
e nominato imperatore. Fu dedito alla crapula e alla lussuria, stupido, ignorante e pauroso, sottomesso ai liberti e alle mogli.
Ai suoi tempi l'usurpatore
Scriboniano
fu ucciso in
Dalmazia
. Fu aperto a
Roma
l'acquedotto dell'
Acqua Claudia
.
Sua moglie
Messalina
commetteva continuamente adulteri e faceva condannare chi le era nemico o rifiutava le sue profferte. I liberti godevano della massima autorità, soprattutto
Polibio
,
Narciso
e
Pallante
.
Dopo
Messalina
sposò
Agrippina
figlia di suo fratello
Germanico
la quale per procacciare l'impero al figlio uccise prima i figliastri poi il marito con il veleno.
Claudio
morì a sessantaquattro anni, l'impero passò al figliastro
Nerone
.
Sotto
Claudio
fu avvistata la
fenice
che ogni cinquecento anni volava in un'isola dell'
Egeo
mai prima di allora veduta.
NERONE
Domizio Nerone
di
Domizio Enobarbo
e di
Agrippina
, regnò per tredici anni.
Nei primi cinque anni di regno si comportò bene, costruì a
Roma
un anfiteatro, ridusse il
Ponto
a provincia in accordo con il re
Polemone
e altrettanto fece con le
Alpi Cozie
dopo la morte del re
Cozio
.
Per il resto della vita commise ogni genere di nefandezze e dimostrò le peggiori perversioni. Giacque con la madre e poi la fece uccidere. Sposò
Ottavia
e
Sabina
, uccisi i loro mariti (errore di
Aurelio Vittore
nel caso di
Ottavia
).
Galba
fu proclamato imperatore in
Spagna
e quando
Nerone
lo seppe e seppe che il senato lo aveva condannato ad essere frustato a morte preferì suicidarsi con l'aiuto di un liberto. Aveva trentadue anni.
GALBA
Appartenente alla
famiglia dei Sulpici
, in gioventù
Galba
fu lussurioso, crudele e ingordo. Prima di essere imperatore governò diverse province e fu estremamente severo con i soldati.
Regnò sette mesi e sette giorni. Fu ucciso a settantatre anni vicino al
Lago Curzio
mentre tentava di calmare i legionari infiammati dalla fazione di
Otone
.
OTONE
Nato da illustri antenati di Ferento, fu imperatore per tre mesi, ebbe vita turpe, soprattutto nell'adolescenza, sconfitto da
Vitellio
a
Piacenza
, poi a Bedriaco, si uccise con una spada all'età di trentasette anni. Era così amato dai soldati che molti di loro, vedendo il suo corpo, si uccisero con le proprie mani.
VITELLIO
Vitellio
, di nobile famiglia, figlio di
Lucio Vitellio
che era stato tre volte console, fu imperatore per otto mesi. Fu crudele, avaro quanto dissipatore. In quel tempo
Vespasiano
prese l'impero in oriente e
Vitellio
, sconfitto dai suoi soldati, fu fatto sfilare seminudo con le mani legate dietro la schiena e una spada posta sotto il mento perché non abbassasse il viso. Mentre molti gli tiravano escrementi e lo insultavano, fu trascinato alla scala delle
Gemonie
dove aveva fatto uccidere
Sabino
fratello di
Vespasiano
. Morì trafitto da molti colpi. Visse cinquantasette anni.
Tutti gli uomini di cui si è parlato, in particolare quelli della famiglie dei Cesari, possedevano cultura e eloquenza che, escluso
Augusto
, avrebbero potuto usare per nascondere i loro vizi, se non fossero stati tanto grandi.
VESPASIANO
Vespasiano
regnò per dieci anni. Non serbava rancore, tanto che fornì una ricca dote alle figlie di
Vitellio
e le fece sposare con dei nobili. Era paziente con gli amici e spesso rispondeva ai loro motti con battute spiritose. Anche con gli avversari fu clemente, salvo che con quelli che avevano agito più crudelmente, preferì non infierire sapendo che gli uomini spesso agiscono per paura. Oltre a ciò con giustissime leggi abolì molti vizi.
Molti pensano che fu avaro ma non è vero perché evitò di istituire nuove imposte nonostante le ristrettezze dell'erario. Restaurò il
Campidoglio
, il
Tempio della Pace
, i monumenti dei
Claudii
e realizzò molte nuove opere. In tutto l'impero le città vennero rinnovate e le strade migliorate con grandi lavori. Per facilitare il transito si scavavano le colline lungo la
via Flaminia
, il traforo è detto
Petra Pertusa (Passo del Furlo)
.
Molti popoli che erano stati dispersi e banditi dai tiranni furono riuniti da
Vespasiano
nelle città.
Vologese re dei Parti
concluse la pace soltanto per paura.
Siria
,
Palestina
,
Cilicia
,
Tracia
,
Commagene
e
Giudea
furono aggiunte alle province. Quando gli amici consigliavano a
Vespasiano
di guardarsi da
Mettio Pompeiano
che aspirava ad essere suo successore egli lo fece console per procurarsi la sua gratitudine.
Mantenne uno stile di vita costante per tutto il tempo del suo impero. Usava vegliare la notte e dopo aver svolto i suoi compiti ammetteva gli amici a salutarlo mentre si svestiva e, udite le loro questioni, si riposava, si lavava e poi mangiava con appetito.
Questo buon imperatore giunse al potere cinquantasei anni dopo la morte di
Augusto
e fu una salvezza per la Repubblica Romana dopo la crudeltà dei tiranni.
Morì a sessantanove anni, ancora amava mescolare le cose serie con i suoi scherzi, infatti quando si vide una cometa egli disse che competeva al re di
Persia
che ha i capelli altrettanto lunghi. Poi, esausto per aver mangiato molto, si alzò dicendo che l'imperatore deve morire in piedi.
TITO
Figlio di
Vespasiano
e di una liberta di nome
Domitilla
,
Tito
fu imperatore per due anni e due mesi.
Ricevette un'ottima educazione della quale fece tesoro e quando divenne imperatore fu straordinariamente clemente e liberale, cosa che suscitò grande meraviglia perché in precedenza era stato un
prefetto del pretorio
crudele e sospettoso. Aveva fatto scannare
Aulo Cecina
sospettando che avesse una relazione con la sua amante
Berenice
.
Avuto l'impero mutò comportamento tanto da essere chiamato
Delizia del genere umano
. Rimandò in patria
Berenice
e si liberò dei "lascivi garzoni" rinunciando a ogni intemperanza fino a considerare un giorno perduto quello in cui non avesse fatto un'opera di bene.
Fu clemente con tutti e quando furono scoperti due cospiratori li fece sedere vicini e dette loro una spada perché ne provassero il filo affermando che il destino dipende dal cielo ed è inutile tentare di cambiarlo. Pregò
Domiziano
che gli tendeva insidie di non commettere crimini per ottenere quanto aveva già perché partecipe dell'impero.
Ai suoi tempi il
Vesuvio
eruttò e
Roma
fu colpita da un tremendo incendio e da un'epidemia.
Tito
soccorse le vittime in ogni modo possibile spendendo di tasca sua.
Morì a quarantuno anni nello stesso luogo dove era morto il padre e la sua fine fu accolta con immenso cordoglio a
Roma
e nelle province.
DOMIZIANO
Domiziano
figlio della liberta
Domitilla
e fratello di
Tito
, all'inizio del principato finse di essere clemente in patria e coraggioso in guerra. Vinse i
Catti
e i
Germani
, fu equo come giudice, completò o costruì totalmente molti edifici, ripristinò biblioteche incendiate, in particolare quella di
Alessandria
.
Fu un abile arciere in grado di far passare la freccia fra le dita allargate di un uomo tirando da lontano.
Quando incrudelì pretese di essere chiamato signore e dio come
Caligola
e prese a far morire persone innocenti. Quando in
Germania
il governatore
Lucio Antonio
insorse e cercò di diventare imperatore fu sconfitto da
Appio Norbano
ma
Domiziano
divenne ancora più crudele e sospettoso.
Partenio
,
Stefano
,
Clodiano
e
Domizia
moglie dell'imperatore, che temeva di essere punita per il suo adulterio con
Paride
, congiurarono contro
Domiziano
e lo uccisero con molte ferite all'età di quarantacinque anni. Il senato decretò la
damnatio memoriae
. Durante il suo regno si tennero i
ludi secolari
.
NERVA
Cocceio Nerva
nacque a
Narni
, fu imperatore per tredici mesi e dieci giorni. Appena eletto fu terrorizzato dalla voce che
Domiziano
fosse ancora vivo, poi confortato da amici e senatori riprese coraggio.
Arrio Antonio
, suo avveduto amico, gli espose gli aspetti della condizione di imperatore non nascondendo pericoli e difficoltà di quella carica.
Il governo di
Nerva
fu di sollievo alle città oberate dalle tasse, decretò il mantenimento a spese dell'erario di ragazze e ragazzi con genitori indigenti. Fu giudice accorto e sollecito delle dispute che doveva arbitrare. Mandò in esilio a
Taranto
Calpurnio Crasso, reo confesso di aver sobillato i soldati alla rivolta e fu criticato dal senato per eccesso di clemenza.
Quando gli assassini di
Domiziano
furono condannati a morte,
Nerva
ne fu sconvolto, i soldati lo ignorarono ed uccisero
Petronio
e
Partenio
come voleva il senatore
Casperio
che costrinse
Nerva
a ringraziare pubblicamente i soldati per aver eliminato quegli scellerati.
Adottò
Traiano
e lo ammise come collega. Durante una lite fu colto da febbre e sudorazione eccessiva, poco dopo spirò all'età di sessantatre anni. Fu sepolto nella tomba di
Augusto
.
TRAIANO
Aurelio Vittore scrive un elogio di
Traiano
forse troppo enfatico, lo dice dotato di
integrità in casa, coraggio nelle armi e prudenza in entrambi
e l'unico difetto che gli attribuisce è quello di essere
un po' dedito al cibo e al bere
.
Le virtù di
Traiano
sono considerate come un rimedio mandato dalla divinità per lo stato romano
distrutto e prostrato da molti e terribili tiranni
.
Costruì il Foro e in questo, sotto la sua
colonna
, furono riposte le sue ceneri quando morì all'età di sessantaquattro anni. Aveva portato sollievo ai danni subiti dalla popolazione a causa delle inondazioni del
Tevere
ed aveva meritato il titolo di Padre della Patria.
ADRIANO
Figlio di
Elio Adriano<&a> cugino di
Traiano
,
Adriano
nacque a
Italica
. Aveva una grande cultura, capacità artistiche e memoria eccezionale. Visitò tutte le province dell'impero arricchendo e migliorando le città. Aveva un animo "invidioso, malinconico, edonistico, eccessivo" che dissimulava mostrandosi moderato, affabile e clemente. Sua moglie
Sabina
raccontava apertamente che "si era preoccupata di non rimanere incinta di lui, per la rovina del genere umano".
Ebbe rapporti pacifici con molti re, organizzò lo stato nella forma che persisteva ai tempi dell'autore. Morì miseramente a sessantadue anni a causa di un male che tormentava tutte le sue membra.
ANTONINO PIO
Fulvio Boiono Antonino
che in seguito ebbe il cognomen di Pio, regnò ventitre anni. Era stato genero poi figlio adottivo di
Adriano
. Paragonabile solo a
Numa
per la lunghezza del suo governo pacifico, fu amato e considerato un patrono dai suoi sudditi. Ricevette ambasciate e omaggi anche dagli Indiani e da altre remote popolazioni.
Curava gli affari dello stato con la diligenza di un
pater familias
. Mancava di ambizione di gloria e di ostentazione, fu moderato anche contro chi tramò contro di lui. Morì nella sua tenuta di campagna consumato dalla febbre, gli furono decretati templi, sacerdoti e molti onori.
MARCO AURELIO ANTONINO
Regnò in un periodo di continue guerre, terremoti, carestie e secondo l'autore senza
Marco Aurelio
l'impero sarebbe crollato. Condivise l'
imperium
con il suo parente
Lucio Anneo Vero
che morì per apoplessia durante un viaggio nell'undicesimo anno di regno e da allora
Marco Aurelio
regnò da solo.
Era di carattere placido, studiò filosofia e letteratura greca. Quando esaurì i fondi per pagare i soldati organizzò una grande asta di oggetti preziosi e gioielli di sua proprietà raccogliendo molto oro. Ai suoi tempi
Cassio
mirò a una tirannia e venne ucciso.
Marco Aurelio
morì di malattia a
Vindobona (Vienna)
all'età di cinquantanove anni. Alla notizia della sua morte la città fu sconvolta, il senato si riunì in abiti a lutto e in suo onore furono decretati templi, colonne e molte altre cose.
AURELIO COMMODO
Figlio di
Marco Aurelio
, regnò per tredici anni mostrando fin dall'inizio la sua indole violenta.
Libidinoso, avido e crudele, fedele a nessuno, un vero depravato. Gli piaceva combattere nell'anfiteatro con le armi dei gladiatori.
La bella liberta
Marcia
con le sue arti prese il controllo della sua mente e gli offrì una bevanda avvelenata. Fu finito da un fortissimo lottatore nel trentaduesimo anno della sua vita.
ELVIO PERTINACE
Di umili origini, divenne prefetto urbano e poi imperatore. Mai attratto dalla vendetta, si comportava sempre con semplicità, fu ucciso dopo ottantacinque giorni di regno.
DIDIO GIULIANO
Originario di
Mediolanum
, era "uomo di nobiltà, molto abile nella legge, fazioso, temerario, desideroso di governare". Durante i sette mesi del suo regno
Pescennio Nigro
in
Antiochia
e
Settimio Severo
in
Pannonia
furono dichiarati imperatori. Fu assassinato da
Severo
nei bagni del palazzo.
SETTIMIO SEVERO
Eliminò
Pescennio
e
Albino
che si era proclamato cesare in
Gallia
e regnò per diciotto anni. Costruì un muro in
Britannia
da mare a mare.
Era tenace, parsimonioso per i suoi bisogni, prodigo di donativi, fedele verso gli amici e appassionato contro i nemici. Nato a
Leptis
in
Africa
, era abile nell'eloquenza punica ma era ben erudito anche nelle lettere latine e greche. Ammalatosi, cercava di lenire il dolore mangiando molto, così si provocò l'indisposizione che lo uccise a sessantacinque anni. Lasciò suoi eredi i figli
Bassiano
e
Geta
.
AURELIO ANTONIO BASSIANO CARACALLA
Figlio di
Settimio Severo
, nacque a
Lugdunum
e regnò sei anni. Fu detto
Caracalla
dal nome di un lunga tunica che aveva importato dalla
Gallia
.
Uccise il fratello
Geta
, fu punito dalle
Furie
con la follia e si convinse di somigliare a
Alessandro Magno
. Sposò la propria matrigna. Fu ucciso da un soldato presso Edessa durante un viaggio all'età di trent'anni. Il suo corpo fu riportato a
Roma
.
MACRINO
E SUO FIGLIO
DIAUDOMENO
Proclamati imperatori dall'esercito furono eliminati dagli stessi soldati dopo quattordici mesi di regno perché
Macrino
limitava la spesa militare.
AURELIO ANTONIO VARIO DETTO ELIOGABALO
Figlio di
Caracalla
e della cugina
Soemia
regnò due anni e otto mesi. Il nome
Eliogabalo
si riferiva a una divinità solare fenicia di cui il suo bisnonno era stato sacerdote. Ordinò di chiamarlo con un nome femminile, si autoevirò e si dedicò alla
Grande Madre
.
Nominò cesare suo cugino Marcello.
Fu ucciso in un'insurrezione militare, il suo corpo fu trascinato fino al
Tevere
e gettato nel fiume attaccato a un peso. Visse sedici anni.
SEVERO ALESSANDRO
Regnò tredici anni. Durante il suo regno
Taurino
fu nominato augusto ma per paura si uccise e
Massimino
prese il potere.
Alessandro
fu ucciso all'età di ventisei anni.
GIULIO MASSIMINO IL TRACE
Acclamato imperatore dalle truppe, regnò tre anni quindi fu massacrato insieme ai suoi figli dagli stessi soldati. Durante il suo regno due
Gordiani
, padre e figlio, presero il potere e furono eliminati uno dopo l'altro. Lo stesso destino toccò a
Pupieno
e
Balbino
.
GORDIANO
Nipote di
Gordiano
, nacque a
Roma
e regnò sei anni. Quando fu ucciso presso
Ctesifonte
dalle truppe sobillate da
Filippo
aveva ventuno anni. Il luogo dove fu sepolto fu detto "sepolcro di
Gordiano
".
MARCO GIULIO FILIPPO (L'ARABO)
Figlio di un brigante, regnò cinque anni e fu ucciso dall'esercito a
Verona
, mentre il figlio
Marco Giulio Severo Filippo
che era associato al potere veniva ucciso a
Roma
all'età di dodici anni.
DECIO
Nato a Budalia, nella
Pannonia Inferiore
, regnò trenta mesi. Fu colto e cortese, pronto nelle armi. Fu annegato in una palude dai suoi soldati all'età di cinquant'anni. Suo figlio, da lui nominato cesare, morì in guerra.
VIBIO GALLO
Regnò due anni con suo figlio
Volusiano
. Durante il loro impero
Ostiliano Perpenna
fu eletto imperatore dal senato ma poco dopo morì di peste. In Mesia fu proclamato imperatore
Emiliano
.
Vibio Gallo
e
Volusiano
furono uccisi dai loro soldati.
Emiliano
fu sconfitto quattro mesi dopo tra
Otricoli
e
Narni
.
LICINIO VALERIANO
Licinio Valeriano
regnò per quindici anni. Di alta estrazione sociale ma inetto. Nominò cesari
Gallieno
suo figlio e Cornelio Valeriano figlio di
Gallieno
. Quest'ultimo venne ucciso e furono creati imperatori Religiano in
Media
e Cassio Labieno Postumo in
Gallia
. Altri presero il potere in diverse province. In
Mesopotamia
Valeriano
fu sconfitto e fatto prigioniero dal re persiano
Sapore
.
GALLIENO
Gallieno
nominò cesare il figlio Cornelio Salonino per sostituire l'altro figlio Cornelio Valeriano che era stato ucciso.
Amava sua moglie Salonina ed una concubina di nome Pipa che aveva ottenuto quando una parte della
Pannonia Superiore
fu concessa al padre di lei, re di
Marcomanni
.
Infine assediò
Aureolo
a
Milano
ma fu ucciso dai suoi uomini. Aveva cinquanta anni e aveva regnato sette anni con il padre e otto anni da solo.
CLAUDIO
Alcuni sostenevano che Claudio fosse figlio di Gordiano, Fu designato imperatore da Galieno che in punto di morte gli mandò le insegne a Ticino. Uccise Aureolo e sconfisse gli Alemanni sul lago di Garda. In quei giorni Vittorino prese il potere, Quando Claudio venne a sapere dai Libri Sibillini che aveva ordinato di consultare che sarebbe morto colui che per primo avesse esposto le proprie opinioni in senato, Pomponio Basso si offrì ma Claudio offrì allo stato la propria vita affermando che il primato spettava all'imperatore. Il popolo grato non solo lo annoverò tra gli dei ma gli offrì una statua d'oro presso quella di Giove e i patrizi gli offrirono un'immagine d'oro nella Curia.
QUINTILIO
Fratello di Claudio fu imperatore per pochi giorni prima di essere ucciso.
AURELIANO
Aureliano regnò per cinque anni. Fu dittatore non dissimile da Alessandro Magno o Cesare. Riportò in Italia tre vittorie, presso Piacenza, presso il fiume Metauro e al tempio della Fortuna. Durante il suo regno un certo
Settimio
fu proclamato imperatore in Dalmazia ma poco dopo fu ucciso dai suoi soldati.
Si verificò anche una rivolta a Roma che fu domata crudelmente da Aureliano.
Fu il primo a mostrarsi a Roma con una corona in capo ed una veste d'oro fregiata di gemme. Costruì una nuova cinta di mura più ampia e robusta. Propose la Lucania a
Tetrico
che era stato precedentemente proclamato imperatore dall'esercito, considerando scherzosamente che era meglio reggere una parte d'Italia che governare oltre le
Alpi
.
Infine fu ucciso tra Costantinopoli ed Eraclea per la frode di un servo che facendo circolare lettere false aveva fatto credere ad alcuni soldati che l'imperatore volesse eliminarli.
Era selvaggio, sanguinario e feroce e commise anche l'assassinio di un figlio di sua sorella.
TACITO
Tacito regnò per duecento giorni dopo Aureliano. Morì in Tarso.
FLORIANO
Successore di Tacito. Avendo la maggioranza dei cavalieri eletto Probo, Floriano regnò quasi per gioco per sessanta giori, quindi si uccise tagliandosi le vene.
PROBO
Figlio di un agricoltore di nome Dalmazio, Probo regnò per sei anni. Sconfisse Saturnino in oriente, Proclo e, in Agrippina, Bonoso che erano stati nominati imperatori. Concesse a Galli e Pannoni di avere vigneti.
Piantò vigneti sul monte Alma presso Sirmio e sul monte Areo in Media Superiore.
Fu ucciso in Mesia nella "Torre di Fuoco".
CARO
,
NUMERIANO
E
CARINO
Caro di Narbona resse l'impero due anni. Nominò cesari i figli Carino e Numeriano. Morì nei pressi di Ctesifonte colpito da un fulmine.
Numeriano si muoveva in lettiga a causa di una malattia degli occhi. Il suocero Apro lo fece uccidere e nascondere finché non avesse ottenuto l'impero, ma il puzzo del cadavere svelò il delitto.
Prese il potere Sabino Giuliano ma fu ucciso da Carino. Carino si macchiò di ogni genere di delitti, uccise molti innocenti con falsi pretesti, violò le mogli di nobili uomini e fu fatale anche per i compagni di scuola che lo avevano preso in giro. Infine fu ammazzato da un tribuno al quale aveva violato la moglie.
DIOCLEZIANO
Originario della
Dalmazia
, si chiamava Diocle e mutò il suo nome in
Diocleziano
quando divenne imperatore.
Regnò venticinque anni nominando suo collega
Massimiano Erculeo
e cesari
Costanzo
e
Galerio
. Fece sposare
Teodora
figliastra di
Massimiano
a
Costanzo
che ripudiò la prima moglie.
In quel periodo si fecero proclamare imperatori
Carausio
in
Gallia
, Achilleo in
Egitto
e
Giuliano
in
Italia
, i primi due furono uccisi, l'ultimo si suicidò pugnalandosi e gettandosi nel fuoco.
Diocleziano
depose il titolo imperiale per invecchiare nei suoi possedimenti di
Salona
. Rifiutò la proposta di quanti gli chiedevano di tornare al potere, ma quando fu accusato da
Costantino
e da
Licinio
di aver protetto
Massenzio
e di aiutare
Massimino
, temendo di essere ucciso violentemente preferì prendere il veleno e morì a sessantotto anni dopo averne vissuti nove come privato.
Costanzo
e
Galerio
divennero augusti mentre furono creati cesari Severo e il nipote di
Massimiano
, ma nello stesso tempo
Costantino
fu creato cesare e
Massenzio
, a
Roma
, imperatore, così Alessandro e Valente.
Severo fu ucciso da
Massimiano
e seppellito nel sepolcro di
Gallieno
, sulla
Via Appia
a nove miglia da
Roma
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Galerio Massimino morì quando i suoi genitali furono consumati, Massimiano Erculeo fu assediato e impiccato da Costantino a Massiia.
Alessandro fu massacrato dall'esercito di Costantino. Massenzio annegò cadendo dal cavallo mentre attraversava un ponte di barche presso Ponte Milvio. Massimino morì di semplice morte a Tarso. Valente fu ucciso da Licinio.
MASSIMIANO
Aurelio Massimiano Erculeo era feroce e lussurioso, di stirpe pannonica, esiste ancora presso Sirmio la casa dove i suoi genitori lavorarono come salariati. E' morto a sessanta anni, fu imperatore per venti. Con la siriana Eutropia ebbe due figli, Massenzio e Fausta moglie di Costantino. Dicono che Massenzio sia stato sostituito dalla madre per far credere al marito che il primo nato fosse un maschio. Massenzio non era caro a nessuno, neanche al padre o al padre adottivo.
GALERIO ARMENTARIO
Galerio era rustico ma lodevole, di bell'aspetto, abile guerriero. Diceva che la madre lo aveva concepito con un serpente come Alessandro Magno.
GALERIO MASSIMINO
Galerio Massimino fu cesare per quattro anni e augusto di oriente per tre. Per nascita era un pastore ma fu sostenuto dagli uomini di cultura, tranquillo, affezionato al vino. Da ubriaco dava ordini crudeli che annullava una volta sobrio.
ALESSANDRO
Alessandro era frigio di origine, in difficoltà per la vecchiaia.
COSTANTINO
Costantino era figlio dell'imperatore Costante e di Elena. Governò per trent'anni.
Da giovane era tenuto come ostaggio in Roma da Galerio, riuscì a fuggire e raggiungere in Gran Bretagnail padre che per caso stava morendo in quei giorni. Tutti i parenti pregarono Costantino di prendere l'
imperium
.
Sposò Costantina sorella di Livinio e nominò cesari Crispo, figlio suo e della concubina Minervina, Costantino nato in quei giorni e Liciniano figlio di Licinio che aveva circa venti mesi.
I rapporti tra Costantino e Licinio si guastarono e quando Costantino attaccò di notte presso Cibale il campo di Licinio, questi fuggì a Bisanzio. Raggiunsero un accordo e Costantino si impegnò a far avere a Licinio una veste regale ma più tardi, per uccidere Licinio e Martiniano, maestro degli uffici nominato cesare dallo stesso Costantino.
Licinio morìall'età di sessanta anni dopo aver regnato per quattordici anni.
Avaro, impaziente, ostile verso la cultura. Proteggeva gli agricoltori perché proveniva dal loro ambiente ed era favorevole ai militari.
Divenuto unico imperatore, Costantino mandò a morte suo figlio Crispo d'accoro con sua moglie Fausta.
Ha costruito un ponte sul Danubio e ha aggiunto pietre preziose ai suoi abiti. Proteggeva le belle arti e la letteratura. All'età di sessantatre anni, dopo ave regnato da solo per tredici anni, morì di malattia. Fu sepolto a Bisanzio, chiamata Costantinopoli. Suo fratello Dalmatius fu ucciso dai soldati.
COSTANTINO, COSTANTE, COSTANZIO
COSTANZIO
SILVANO
GIULIANO
GIOVIANO
VALENTINIANO
VALENTE
TEODOSIO