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Ducato longobardo di Benevento



Paolo Diacono attribusce la fondazione del ducato di Benevento ad un comandante dell'esercito di Autari di nome Zotto che si sarebbe impadronito della città e del suo territorio durante una spedizione avvenuta intorno al 590.
Varie considerazioni, tuttavia, inducono a retrodatare l'evento intorno al 576 quando, durante il regno di Alboino, sono documentate altre imprese loongobarde in Campania come la distruzione del monastero di Montecassino ed un attacco alla città di Napoli. Nello stesso periodo, del resto, i Longobardi erano presenti nell'Italia meridionale anche come mercenari al soldo dell'impero bizantino.
Fin dai suoi inizi il ducato godette di una notevole autonomia dal potere monarchico dei Longobardi nel Nord ed anche se Zotto dovette formalmente sottomettersi al re, la distanza geografica e l'esistenza di stati non longobardi che lo separavano dagli altri ducati garantirono sempre a Benevento un buon grado di indipendenza.
L'ascesa al potere di Arechi I, nipote di Zotto, avvenuta nel 591, dimostrò la tendenza alla successione per via ereditaria, tendenza non comune nel mondo longobardo.
Sotto Arechi I il ducato si ingrandì con considerevoli territori conquistati in Campania, Calabria e Lucania ai danni dell'impero bizantino.
Alla morte di Arechi il ducato passò per soli cinque mesi al figlio Aio, quindi a Rodoaldo, figlio del duca Gisulfo II del Friuli che dopo l'invasione degli Avari si era trasferito presso Arechi con il fratello minore Grimoaldo.
Nel 651 divenne duca Grimoaldo il quale nel 662, affidato il ducato al figlio Romualdo, marciò in armi verso nord con l'aiuto del ducato di Spoleto, approfittando della lotta di successione fra i figli di Ariperto: Godeberto e Perctarit.
Godeberto gli aveva chiesto aiuto promettendogli in moglie la sorella, Grimoaldo accettò la proposta ma giunto a Pavia uccise Godeberto e si impadronì del trono.
L'anno successivo l'imperatore di Bisanzio Costante II intenzionato a recuperare i territori italiani perduti durante il ducato di Arechi, sbarcò a Taranto ed attaccò il Beneventano conquistando alcune città del ducato ed assediando la stessa Benevento.
Romualdo chiese aiuto al padre opponendo nel frattempo una valida resistenza ai Bizantini. Quando Costante II fu informato dell'avvicinarsi dell'esercito di Grimoaldo si affrettò a concludere la pace con Romualdo e a togliere l'assedio a Benevento per muovere verso Napoli.
Giunto a Napoli, tuttavia, l'imperatore permise che un suo ufficiale di nome Saburro attaccasse di nuovo Benevento ma questa volta Romualdo I, con gli aiuti ricevuti dal padre, ebbe rapidamente la meglio.
Romualdo estese i territori del ducato fino a Taranto e a Brindisi, morì nel 687 lasciando il potere al figlio Grimoaldo II. Questi governò solo fino al 689, lasciando a sua volta il ducato al figlio Gisulfo.
Questi riprese una politica di espansione estendendo il territorio del ducato fino a Sora, conquistando Arpino e Cassino e spingendosi a poche miglia da Roma. Morì nel 706 lasciando il potere al figlio Romualdo II.
Questo duca, che si trovò spesso in contrasto con Spoleto, Napoli ed il papato, governò fino al 731.
Una cospirazione tentò di eliminare il figlio di Romualdo II, l'ancora minorenne Gisulfo II ed il re Liutprando intervenne affidando il ducato a uomini di sua fiducia e, anni più tardi, reintegrando Gisulfo al potere.
Nei decenni che seguirono i ducati meridionali furono spesso in contrasto con la reggia longobarda di Pavia e nel 758 Desiderio occupò per un breve periodo Benevento, nominando duca il proprio genero Arechi II.
Quando nel 774 Carlo Magno conquistò il regno longobardo, Arechi colse l'occasione per trasformare il ducato in principato indipendente. Evitando conflitti diretti con i Bizantini ed il papato, Arechi riuscì a mantenere la propria autonomia fino al 787 quando Carlo Magno, assediando Salerno, lo costrinse ad un formale atto di sottomissione. Arechi II morì nello stesso anno e nel 788 suo figlio Grimoaldo III dovette fronteggiare un tentativo di invasione dei Bizantini alleatisi con Adelchi, figlio di Desiderio.
Nell'814 il nuovo principe Grimoaldo IV rese nuovamente omaggio ai Carolingi, questa volta nella persona di Ludovico il Pio, ma si trattò di una pura formalità ed il principato prosperò ancora a lungo.
Intorno all'840, tuttavia, scoppiò una guerra civile a seguito di una congiura di palazzo, guerra che si concluse solo con il capitolare dell'851 quando l'imperatore Ludovico II il Germanico sancì la divisione del principato in due parti, Salerno e Benevento.
I due stati furono riunificati nell'899 quando furono conquistati da Atenolfo I di Capua. Nel 978 divenne principe Pandolfo Testa di Ferro che ottenne dall'imperatore Ottone I anche il ducato di Spoleto riunificando quelli che erano stati i ducati meridionali dei Longobardi, la riunificazione non durò a lungo perchè dopo la morte di Pandolfo i domini vennero distribuiti fra gli eredi.
Nei decenni successivi Benevento declinò rapidamente e nel 1053 fu conquistata dai Normanni di Roberto il Guiscardo che la sottomisero formalmente al papato. Da quel momento la città, ormai di importanza marginale, fu governata da inviati della Santa Sede e rimase sotto lo Stato Pontificio fino all'Unità d'Italia.


Riferimenti letteratura:
  • Paolo Diacono - Storia dei Longobardi
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare



    Elenco dei duchi di Benevento (fonte primaria Wikipedia):

  • 571 - 591 Zotto
  • 591 - 641 Arechi I
  • 641 - 642 Aio I
  • 642 - 647 Radualdo
  • 651 - 671 Grimoaldo I
  • 671 - 687 Romualdo I
  • 687 - 689 Grimoaldo II
  • 689 - 706 Gisulfo I
  • 706 - 731 Romualdo II
  • 731 - 732 Gisulfo II
  • 732 Audelais
  • 732 - 739 Gregorio
  • 739 - 742 Godescalco
  • 742 - 751 Gisulfo II (restaurato)
  • 751 - 758 Liutprando
  • 758 - 774 Arechi II

    Elenco dei principi di Benevento (fonte primaria Wikipedia)

  • 774 - 787 Arechi II
  • 787-806 Grimoaldo III
  • 806-817 Grimoaldo IV
  • 817-832 Sicone I
  • 832-839 Sicardo
  • 839-850 Radelchi I
  • 850 - 853 Radelgardo
  • 853 - 877 Adelchi
  • 877 - 879 Gaideris
  • 879 - 884 Radelchi II
  • 884 - 890 Aione II
  • 890 - 891 Orso

  • 891 - 897 Ai Bizantini.

  • 895 - 897 Guido IV di Spoleto
  • 897 - 900 Radelchi II (restaurato)
  • 900 - 910 Atenolfo I
  • 910 - 943 Landolfo I, in coreggenza con Atenolfo II
  • 943 - 961 Landolfo II coreggente dal 939
    o 933 - 943 Atenolfo III di Carniola, coreggente
    o 943 - 961 Pandolfo I Testa di Ferro, coreggente
    o 959 - 961 Landolfo III, coreggente
  • 961 - 968 Landolfo III, in coreggenza col fratello (forse fino al 969), e già in coreggenza dal 959
  • 961 - 981 Pandolfo I Testa di Ferro, in coreggenza
    o 968 - 981 Landolfo IV, coreggente
  • 981 - 1014 Pandolfo II
    o 987 - 1014 Landolfo V, coreggente

    Principi di Benevento sotto la signoria papale
  • 1053 - 1054 Rodolfo
  • 1054 - 1059 Pandolfo II (di nuovo)
  • 1054 - 1077 Landolfo VI, in coreggenza dal 1038
  • 1056 - 1074 Pandolfo IV
  • 1078 - 1081 Roberto il Guiscardo


    Riferimenti letteratura:
  • Paolo Diacono - Storia dei Longobardi
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare


    Vedi anche:
  • Ducati Longobardi



  • Indice sezione