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PAOLO DIACONO
STORIA DEI LONGOBARDI
Libro I
L'opera si apre con una breve descrizione delle terre settentrionali, genericamente definite "
Germania
", e delle loro numerose genti. L'eccessiva popolazione, appunto, fu la causa di tante migrazioni in
Asia
, in
Europa
e specialmente in
Italia
.
Dall'"isola" chiamata
Scandinavia
mosse il popolo dei
Winnili
, cioè dei
Longobardi
, sotto la guida dei mitici fratelli
Ibor e Aio
e della loro madre
Gambara
.
Ma continuando a parlare della "
Germania
", l'autore si sofferma a descrivere i "mirabilia": il selvaticissimo popolo degli
Scribotini
(i Lapponi) che vivono fra le nevi perenni ed usano per muoversi e per cacciare "legni ricurvi simili ad archi" (gli sci), gli strani animali simili a cervi dall'irsuta pelliccia (le renne), la stagione estiva in cui il sole non tramonta, i terribili gorghi dei mari settentrionali detti "ombellichi del mare", capaci di ignoiare una nave in pochi istanti.
Dopo alcune pagine di descrizione si torna al racconto. Lasciata la
Scandinavia
, i
Longobardi
sostarono in una regione che
Paolo
chiama Scoringa (probabilmente sulla costa danese) dove i
Vandali
tentarono di sottometterli.
I
Winnili
, che ebbero la meglio sui
Vandali
, secondo una leggenda assunsero in quell'occasione il nome di
Longobardi
(dalla lunga barba) per volere del dio
Wotan (Odino)
.
In seguito, a causa di una grave carestia, lasciarono la regione e tentarono di entrare nella Mauringa (forse il
Meclemburgo
) quando gli abitanti del luogo, gli
Assipitti (Usipeti)
, sbarrarono loro il passo.
Non potendo affrontare i nemici troppo numerosi, i
Longobardi
avrebbero, nella leggenda, sparso la voce di disporre dei misteriosi
cinocefali
, guerrieri con la testa di cane implacabili ed assetati di sangue. Spaventati gli
Assipitti
rinunciarono alla battaglia campale e proposero un duello fra due campioni, in palio il consenso all'attraversamento del loro territorio. I
Longobardi
affidarono lo scontro ad uno schiavo che si offrì volontario per guadagnare la libertà e vinse il duello.
Traversata la Mauringa, i
Longobardi
si stabilirono in una regione che
Paolo
chiama Golanda e che dovrebbe corrispondere alla bassa valle dell'
Elba
, luogo del loro più antico insediamento storicamente accertato.
Morti
Ibor e Aio
, i
Longobardi
decisero di eleggere un re e scelsero
Agelmundo
, figlio di
Aio
, il quale regnò per trentatre anni.
Gli successe
Lamissio
, che
Agelmundo
aveva trovato neonato ed abbandonato ed aveva voluto adottare. Secondo una leggenda della quale lo stesso
Paolo
ricusa la veridicità,
Lamissio
fu protagonista di un duello con un amazzone: si contendeva l'attraversamento di un fiume.
Continuando la loro migrazione i
Longobardi
furono aggrediti di sorpresa dai
Bulgari
e subirono molte perdite (sembra che in realtà si trattasse di
Unni
i quali potrebbero aver sottomesso i
Longobardi
per un lungo periodo), in quest'occasione fu ucciso anche
Agelmundo
. Preso il potere,
Lamissio
seppe guidare la sua gente contro i
Bulgari
, vendicare l'aggressione e ricavare un ricco bottino.
A
Lamissio
successero
Lethu
,
Hildeoc
e
Gudeoc
.
In quegli anni
Odoacre
che governava l'
Italia
venne in conflitto con
Feva (o Feba)
, re dei
Rugi
stanziati al confine del
Norico
.
San Severino
, che viveva in quella regione, aveva più volte ammonito
Feva
e sua moglie
Gisa
a desistere dalla razzie nel territorio del
Norico
, finché
Odoacre
non raccolse un esercito e non sconfisse duramente i
Rugi
.
Feva
venne ucciso, molti prigionieri portati via ed i
Longobardi
occuparono il fertile paese dei
Rugi
, rimanendovi molti anni.
A
Gudeoc
successe
Claffo
, a questi
Tato
. Ai tempi di quest'ultimo i
Longobardi
, spostandosi più a meridione, vennero a guerra con gli
Eruli
e li sterminarono.
Tato
fu ucciso da
Waccho
, che prese il potere e combattè gli
Svevi
. A
Waccho
seguì il figlio
Waltari
, ottavo re dei
Longobardi
, quindi
Audoino
, che condusse i
Longobardi
in
Pannonia
.
Alboino
, figlio di
Audoino
, comandò i
Longobardi
in una vittoriosa battaglia contro i
Gepidi
, quindi, riportando le armi del figlio del re nemico, ottenne l'onore di sedere a banchetto alla destra del re. I particolari di questo racconto, il recarsi coraggiosamente di
Alboino
dal re nemico a chiedere le armi della sua vittima, il comportamento del re dei
Gepidi
che gliele concede, sono riferimenti a tradizioni e rituali germanici che
Paolo Diacono
raccoglie dalle sue fonti ma che probabilmente non erano più chiari e diretti già ai suoi tempi.
Governava l'impero
Giustiniano
che con il generale
Belisario
vinse i
Persiani
, annientò i
Vandali
, sconfisse i
Goti
in
Italia
catturando il re
Vitige
.
Giustiniano
inoltre sintetizzò tutte le leggi romane nei dodici libri del "Codice Giustinianeo" e tutta la giurisprudenza nei cinquanta volumi dell'opera detta "Digesto" o "Pandette", infine compose un'ulteriore sintesi nei quattro libri delle "Istituzioni". Il volume "Novella" comprendeva invece le nuove leggi da lui stesso emanate. Costruì a
Costantinopoli
la chiesa di Santa Sofia (Santa Sapienza).
Sotto
Giustiniano
vissero e lavorarono il sapiente
Cassiodoro
ed il grammatico
Prisciano di Cesarea
, l'abate
Dionigi il Piccolo
calcolò il "Computo pasquale" ed il poeta
Aratore
parafrasò gli
Atti degli Apostoli
.
Nella stessa epoca visse, prima a
Subiaco
, poi a
Cassino
,
San Benedetto
al quale
Paolo Diacono
ha dedicato un componimento in versi che viene riportato nel testo.
Dopo la digressione su
San Benedetto
, si torna ai
Longobardi
.
Audoino
e sua moglie
Rodelinda
misero al mondo
Alboino
che successe al padre come decimo re.
Alboino
sposò
Clotsuinda
, figlia del re dei
Franchi
Clotario
ed ebbe una figlia di nome
Alpsuinda
.
Combattè ancora contro i
Gepidi
alleandosi con gli
Avari
, uccise
Cunimondo
re dei
Gepidi
e fece una coppa con il sui cranio. Poiché
Clotsuinda
era morta, prese in moglie
Rosmunda
, figlia di
Cunimondo
.
Libro II
Alboino
concluse un patto di alleanza con il "cartulario" imperiale
Narsete
ed inviò una schiera dei suoi uomini a combattere i
Goti
a fianco dell'esercito romano.
Romani
e
Longobardi
attaccarono battaglia e sconfissero i
Goti
ed il loro re
Totila
.
In quel periodo
Narsete
combattè anche contro le forze lasciate in
Italia
dal re dei
Franchi
Teodeberto
dopo la sua discesa nella penisola, forze comandate dal duca
Buccellino
e da
Amingo
.
Narsete
vinse in
Campania
ed uccise i due capi
franchi
mandando prigioniero a
Costantinopoli
il goto
Widin
che si era unito ad
Amingo
.
Narsete
combattè contro
Sinduald
, re dei Brenti, discendente degli
Eruli
di
Odoacre
, lo vinse e lo fece giustiziare.
Paolo
racconta che
Narsete
era uomo pio e generoso, riconquistando con l'aiuto del generale
Dagisteo
tutto il territorio italiano ottenne il titolo di
patrizio
.
In quel periodo in
Italia
, soprattutto in
Liguria
, scoppiò una gravissima epidemia di peste che devastò la popolazione e provocò la carestia.
Paolo
fornisce una descrizione molto drammatica della situazione.
Morì
Giustiniano
e salì al trono
Giustino II
.
I numerosi avversari politici di
Narsete
, gelosi delle ricchezze che egli aveva accumulato, organizzarono un'ambasceria a
Costantinopoli
per lamentare davanti a
Giustino
ed all'imperatrice
Sofia
l'oppressione esercitata da
Narsete
sui
Romani
e minacciare una rivolta.
Narsete
venne destituito e il prefetto
Longino
prese il suo posto, rifugiò a
Napoli
e mandò messaggeri ai
Longobardi
esortandoli a lasciare la
Pannonia
ed invadere l'
Italia
.
Ai
Longobardi
che muovevano verso l'
Italia
si unirono ventimila
Sassoni
chiamati da
Alboino
, lasciando liberi territori che presto vennero occupati dai
Franchi
.
Alboino
lasciò i territori in
Pannonia
agli
Unni
con il patto di restituzione in caso di necessità.
I
Longobardi
lasciarono la
Pannonia
nel mese di aprile del
568
dopo avervi abitato per quarantadue anni.
Arrivato ad un valico alpino,
Alboino
contemplò il paesaggio italiano che si offriva al suo sguardo. Il luogo fu detto "Monte del Re" (lungo la strada Prevello - Aidussina, in
Friuli
).
La prima conquista dei
Longobardi
in
Italia
, ottenuta senza difficoltà, fu il territorio di
Cividale
che
Alboino
affidò a
Gisulfo
, suo nipote e suo scudiero, lasciandogli scegliere le famiglie che voleva tenere con se.
In quel tempo il regno dei
Franchi
era stato diviso fra i quattro figli di
Clotario
:
Cariberto
(
Parigi
),
Gontrano
(
Orleans
),
Chilperico
(
Soissons
),
Sigeberto
(Metz). (non è esatto,
Cariberto
nel
569
era già morto).
Era papa
Benedetto I
(non è esatto, era papa
Giovanni III
).
Ad
Aquileia
era
patriarca
Paolo
il quale, temendo gli invasori, fuggì sull'isola di
Grado
portando con se il tesoro della chiesa.
Sigeberto
fu attaccato dagli
Unni
e li sconfisse, sposò
Brunechilde
ed ebbe un figlio che chiamò
Childeberto
. Successivamente venne sconfitto dagli
Avari
.
Narsete
tornò a
Roma
e vi morì, il suo corpo fu trasportato a
Costantinopoli
.
Giunto al fiume
Piave
,
Alboino
incontrò il vescovo di
Treviso
Felice
al quale permise di conservare i beni della sua chiesa.
Breve digressione di
Paolo
su
Venanzio Fortunato
, amico di
Felice
. Nacque a
Valdobbiadene
e fu educato a
Ravenna
, divenendo famoso grammatico, retore e poeta.
Fortunato
e
Felice
contrassero una malattia agli occhi dalla quale guarirono con applicazioni dell'olio di una lucerna posta sull'altare di
San Martino
nella basilica
ravennate
.
Fortunato
fece voto di recarsi a Tours a rendere omaggio al sepolcro di
San Martino
e successivamente compose una biografia del santo e molte altre opere poetiche. La digressione si conclude con un epitaffio composto da
Paolo
in onore di
Fortunato
.
Tornando ai
Longobardi
, si racconta che
Alboino
conquistò
Vicenza
,
Verona
ed altre città della "Venezia" e si precisa che per "Venezia" si intende una vasta regione che andava dalla
Pannonia
al fiume
Adda
comprendendo il
lago di Garda
e l'
Istria
. Ed inizia una descrizione delle province che
Paolo
espone per meglio descrivere quale fosse la situazione dell'
Italia
all'arrivo dei
Longobardi
.
La seconda provincia era la
Liguria
(che prendeva il nome dai legumi che vi si coltivavano), comprendente
Milano
e
Pavia
. Fra la
Liguria
e la Svevia si trovavano due province alpine: Rezia Prima e Rezia Seconda.
La quinta provincia, quella delle
Alpi
Cozie, andava dal confine ligure verso sud-est fino al
Mar Tirreno
e comprendeva
Acqui
,
Tortona
,
Bobbio
,
Genova
e
Savona
.
La sesta provincia era la
Tuscia
, comprendente l'
Aurelia
e l'
Umbria
, in questa provincia è
Roma
, oltre a
Perugia
e
Spoleto
.
La
Campania
, settima provincia, si estende da
Roma
al fiume Sele in
Lucania
. Vi si trovavano
Capua
,
Napoli
e
Salerno
.
L'ottava provincia era la
Lucania
, dal Sele allo Stretto di
Messina
, con Paestum, Laino, Cassano,
Cosenza
e
Reggio
.
La nona provincia, detta delle "
Alpi Appennine
" comprendeva
Urbino
.
La decima provincia era l'
Emilia
, delimitata dal corso del
Po
e dagli
Appennini
, con
Piacenza
,
Parma
,
Reggio
,
Bologna
e
Imola
.
L'undicesima provincia era la
Flaminia
, fra gli
Appennini
i e l'
Adriatico
, con
Ravenna
e le città della
Pentapoli
.
La dodicesima era il
Piceno
che arrivava fino al fiume Pescara, con
Fermo
,
Ascoli
, Penne ed
Adria
.
La tredicesima provincia era la Valeria, si trovava fra
Umbria
,
Campania
e
Piceno
e comprendeva
Tivoli
,
Carsoli
,
Rieti
, Furconia,
Amiterno
ed il
Lago Fucino
.
La quattordicesima provincia era il
Sannio
(fra
Campania
,
Adriatico
e
Puglia
) con Chieti, Alfedena,
Isernia
,
Sannio
e
Benevento
.
La quindicesima provincia è la
Puglia
, comprendente la
Calabria
ed il
Salento
, con Lucera, Siponto,
Canosa
,
Acerenza
,
Brindisi
,
Taranto
ed
Otranto
.
La
Sicilia
costituiva la sedicesima provincia.
La diciassettesima era la
Corsica
e la diciottesima la
Sardegna
.
Gli autori antichi, annota
Paolo
, seguivano altro criterio nel definire le province italiane, in particolare chiamavano
Gallia Cisalpina
una regione comprendente la
Liguria
, parte della Venezia, l'
Emilia
e la Flaminia, regione che in tempi remoti fu invasa dai
Galli
che vi fondarono
Ticino
(
Pavia
),
Milano
,
Bergamo
e
Brescia
e che una volta invasero
Roma
.
Concluso il catalogo delle province, si torna alla narrazione dei fatti:
Alboino
conquistò
Milano
(3 settembre
569
), l'arcivescovo
Onorato
abbandonò la città fuggendo a
Genova
.
La città di
Pavia
, invece, sostenne l'assedio per più di tre anni, infine
Alboino
occupò tutto il territorio fino alla
Tuscia
, tranne
Roma
e
Ravenna
. Incontrava scarsa resistenza perché le popolazioni locali, negli anni precedenti, erano state decimate dalla peste e dalla carestia.
Quando
Alboino
entrò in
Pavia
finalmente espugnata il suo cavallo cadde e non si riuscì a farlo rialzare finché egli non ritrattò la promessa di passare a fil di spada tutta la popolazione fatta durante l'assedio. Così il re longobardo non recò danno alla cittadinanza e si insediò nel palazzo costruito da
Teodorico
.
Durante un banchetto a
Verona
,
Alboino
ubriaco aveva costretto
Rosmunda
a bere da una coppa fatta con il teschio del padre di lei ed in quell'occasione la donna aveva giurato a se stessa di ucciderlo. Consultatasi con il nobile
Elmichi
, volle coinvolgere un certo
Peredeo
ma poiché questi rifiutava di partecipare lo costrinse con un inganno. Una notte prese infatti il posto di una cameriera con la quale
Peredeo
aveva una relazione, al buio l'uomo non la riconobbe e si unì a lei. A questo punto
Rosmunda
svelò l'inganno e l'uomo comprese di non avere alternative, se
Alboino
non fosse morto lo avrebbe ucciso per avergli sedotto la sposa.
Rosmunda
legò la spada di
Alboino
al letto mentre il re dormiva,
Peredeo
fece passare
Elmichi
e questi uccise
Alboino
che era impossibilitato a difendersi.
Dopo l'assassinio
Elmichi
tentò di usurpare il trono, ma i
Longobardi
addolorati per la morte di
Alboino
minacciarono di ucciderlo.
Rosmunda
, che intanto era diventata moglie di
Elmichi
, chiese aiuto al prefetto
Longino
che inviò una nave con la quale
Elmichi
e
Rosmunda
fuggirono a
Ravenna
portando con loro la piccola
Albsuinda
, figlia del re, ed il tesoro reale. Istigata da
Longino
,
Rosmunda
avvelenò
Elmichi
ma questi, prima di morire, la costrinse a bere a sua volta il veleno.
Longino
inviò poi
Albsuinda
a
Costantinopoli
con il tesoro. Secondo alcune fonti di
Paolo
anche
Peredeo
fu mandato a
Costantinopoli
dove dimostrò la sua incredibile forza uccidendo un leone con le sole mani. Ritenendolo pericoloso l'imperatore lo fece accecare, tuttavia successivamente
Peredeo
riuscì ad uccidere due alti funzionari imperiali. A
Ticino (Pavia)
fu eletto re
Clefi
, sotto il cui regno molti personaggi romani furono uccisi o costretti a fuggire. Regnò con la moglie
Masane
per un anno e sei mesi, quindi fu ucciso da un uomo del suo seguito.
Alla morte di
Clefi
seguì un decennio di interregno durante il quale governarono i duchi ponendosi ciascuno al comando di una città. Durante questo periodo l'
Italia
fu sottomessa completamente, molti nobili romani vennero uccisi, gli altri ridotti al rango di servi e costretti a versare tributi ai
Longobardi
.
Libro III
I duchi longobardi attaccarono le
Gallie
(
569
,
570
).
Un santo monaco che viveva a
Nizza
di nome
Ospizio
aveva predetto questa invasione attribuendola alla punizione divina per i peccati degli abitanti delle sette città che i nemici avrebbero devastato.
Quando gli invasori tornarono trovarono
Ospizio
incatenato in una cella, lo credettero un malfattore e provarono ad ucciderlo ma la mano dell'aggressore fu prodigiosamente paralizzata. Il monaco, che si faceva incatenare per penitenza, guarì la mano paralizzata del longobardo il quale si convertì al Cristianesimo, si fece monaco e trascorse il resto della sua vita in
Provenza
.
Da allora
Ospizio
prese a predicare ai
Longobardi
, molti dei quali lo ascoltavano con venerazione.
I
Longobardi
sconfissero ed uccisero il
patrizio
Amato
che guidava un esercito franco del re
Gontrano
ed aveva tentato di fermare l'invasione, quindi fecero strage dei
Burgundi
. Infine tornarono in
Italia
con ricchissimi bottini.
Un secondo tentativo di invasione delle
Gallie
da parte dei
Longobardi
fu successivamente sventato dal nobile
Mummolo
. Quindi
Mummolo
fece strage anche dei
Sassoni
(quelli arrivati in
Italia
al seguito di
Alboino
) che erano a loro volta sopraggiunti per saccheggiare le
Gallie
.
L'anno successivo i
Sassoni
decisero di tornare al loro paese perché temevano di essere sottoposti al potere dei
Longobardi
. Tornarono dunque nelle
Gallie
ma questa volta pacificamente chiedendo al re
Sigeberto
il permesso di attraversare i suoi territori. Nonostante tutto svolsero comunque ruberie e frodarono i mercanti galli incontrati lungo il percorso.
Arrivati alla loro terra la trovarono occupata dagli
Svevi
che vi si erano trasferiti. Gli
Svevi
proposero la convivenza pacifica ed offrirono bestiame e ricchezze per evitare la guerra ma i
Sassoni
non accettarono trattative e vollero combattere. Gli
Svevi
ebbero la meglio ed i
Sassoni
subirono fortissime perdite. L'ultima azione dei
Longobardi
in
Gallia
(
575
) fu guidata da tre duchi:
Amo
,
Zaban
e
Rodan
.
Anche in questo caso i
Longobardi
furono duramente sconfitti da
Mummolo
e molti di loro vennero uccisi.
I
Franchi
attraversarono il confine presso
Trento
ed attaccarono il castello di Non che si consegnò loro. Il conte longobardo
Ragilo
si recò sul posto e depredò Non ma ritornando venne ucciso dai
Franchi
.
Intanto il re
Sigeberto
fu ucciso per ordine del fratello
Chilperico
e il suo trono passò al figlio
Childeberto
sotto la reggenza della madre
Brunechilde
.
A
Costantinopoli
regnava
Giustino II
, avido ed avaro accumulava tesori vessando i suoi sudditi finché non perse la ragione. Allora fu associato al potere
Tiberio Costantino (Tiberio II)
che era invece un cristiano dalle grandi virtù, giusto e caritatevole. Confidando nella provvidenza divina,
Tiberio
non esitò a devolvere gran parte dei tesori accumulati da
Giustino II
in soccorso ai bisognosi.
Morto
Giustino II
,
Tiberio
divenne imperatore.
Paolo Diacono
racconta, enfatizzando la generosità di
Tiberio
, che egli rinvenne un tesoro nel palazzo imperiale e lo elargì ai poveri, stessa destinazione decise per le ricchezze che
Narsete
aveva nascosto prima di morire e che furono ritrovate grazie alla rivelazione di un vecchio che era l'unico a conoscerne il nascondiglio.
Tanta liberalità non piacque all'imperatrice
Sofia
che tramò per mettere sul trono
Giustiniano
, nipote di
Giustino
.
Il tentativo fu ripetuto due volte, la seconda
Tiberio
sequestrò a
Sofia
le sue ricchezze e la tenne in una condizione di semi-isolamento sostituendo la servitù di lei ed impedendole di avere contatti con i suoi compagni di partito.
Dopo aver regnato per sette anni,
Tiberio
morì nel compianto generale. Poco prima aveva designato come suo successore
Maurizio
, facendogli sposare la propria figlia. A questa nomina era stata favorevole anche
Sofia
.
Dopo dieci anni di interregno, i
Longobardi
elessero re
Autari
, figlio di
Clefi
, per restaurare il regno ogni duca cedette metà dei propri averi in modo da creare congrui possedimenti e rendite per il monarca e per la sua corte.
Autari
assunse il titolo di Flavio (come già alcuni re
ostrogoti
).
L'imperatore
Maurizio
inviò cinquantamila solidi al re dei
Franchi
Childeberto
perché cacciasse i
Longobardi
dall'
Italia
.
Childeberto
scese in
Italia
ma venne a patti con i
Longobardi
, tornò indietro e trattenne la somma ricevuta nonostante le proteste di
Maurizio
.
Il duca
Droctulf
, che era di origine alemanna, si ribellò ai
Longobardi
ed occupò la città di Brescello sul Po (oggi in provincia di
Reggio Emilia
), alleandosi con l'esercito dell'imperatore e
Autari
dovette combattere a lungo prima di sconfiggerlo e riprendere Brescello.
Paolo Diacono
riporta un epitaffio che si leggeva sulla sepoltura di
Droctulf
a
Ravenna
.
Divenne pontefice
Pelagio
il quale scrisse al vescovo di
Aquileia
nel tentativo di risolvere lo scisma dei
Tre Capitoli
.
Ingunde
, sorella di
Childeberto
, aveva sposato
Ermenegildo
, figlio del re dei
Visigoti
Leovigildo (Levigildo)
. Su esortazione di
Ingunde
e del vescovo di Siviglia
Leandro
,
Ermenegildo
che era ariano come in genere erano i
Visigoti
, si era convertito al cristianesimo ed il padre lo aveva fatto uccidere.
Ingunde
era fuggita con il figlio, il piccolo
Atanagildo
, ma era stata catturata dall'esercito imperiale e tradotta in
Sicilia
dove era morta, mentre il bambino veniva trasferito a
Costantinopoli
.
L'imperatore
Maurizio
inviò di nuovo ambasciatori a
Childeberto
per chiedergli di attaccare i
Longobardi
ed il franco, credendo che la sorella fosse viva a
Costantinopoli
, accettò. Tuttavia le schiere di
Franchi
ed
Alemanni
inviate in
Italia
litigarono fra loro e tornarono indietro (
585
).
In quel periodo si verificò una terribile alluvione che colpì la
Liguria
e la Venezia, in particolare la città di
Verona
(
589
).
Contemporaneamente a
Roma
si verificò una grande alluvione del
Tevere
alla quale seguì una terribile pestilenza che uccise, fra gli altri, il papa
Pelagio II
.
Fu eletto all'unanimità
Gregorio (Gregorio I o Gregorio Magno)
che era diacono.
Paolo
dichiara di voler tralasciare le vicende della vita di questo pontefice in quanto ne aveva già composto una biografia.
Gregorio
inviò in
Britannia
Agostino
ed altri monaci per evangelizzare gli
Angli
.
Morì
Elia
,
patriarca di Aquileia
ed il suo posto fu preso da
Severo
il quale fu portato con la forza a
Ravenna
dal
patrizio
Smaragdo
perché partecipasse ad un sinodo sulla questione dei
Tre Capitoli
. Successivamente
Severo
tornò in sede ma dovette sconfessare per iscritto i suoi contatti di
Ravenna
con chi sconfessava i
Tre Capitoli
prima di poter essere reinsediato nella sua carica.
Un esercito di
Autari
, comandato da
Euin
, saccheggiò l'
Istria
mentre un altro esercito longobardo conquistava l'
isola Comacina
.
Autari
chiese in moglie la sorella di
Childeberto
Clodosvinta
, il fidanzamento venne contratto ma poi rotto da
Childeberto
che preferì unire la sorella ad un
Visigoto
cattolico.
Childeberto
, dopo averne informato l'imperatore
Maurizio
, attaccò i
Longobardi
in
Italia
ma
Autari
lo sconfisse molto duramente.
Autari
chiese al re dei
Bavari
Garibald
di dargli in moglie la figlia
Teodolinda
, ottenuta risposta positiva si recò in incognita a conoscere la sua futura sposa e rimase ammirato dalla bellezza della giovane. Qui
Paolo
racconta un episodio di probabile origine tradizionale: al cospetto di
Garibald
e di
Teodolinda
,
Autari
finse di essere un inviato del re e poi, ricevendo da
Teodolinda
una coppa di vino, le sfiorò la mano (gesto considerato di incredibile audacia). Solo nel lasciare la
Baviera
Autari
svelò la propria identità ai
Bavari
che lo accompagnarono e lo fece teatralmente, conficcando una scure nel tronco di un albero e dicendo "così colpisce
Autari
".
Qualche tempo dopo
Autari
e
Teodolinda
si sposarono nei pressi di
Verona
. Durante i festeggiamenti sopraggiunse un temporale ed un albero colpito da un fulmine prese fuoco. Un indovino predisse allora ad
Agilulfo
, duca di
Torino
, che presto
Teodolinda
sarebbe divenuta sua moglie.
Ancora una volta
Childeberto
, sollecitato da
Maurizio
, attaccò i
Longobardi
. La spedizione questa volta durò a lungo con alterne vicende ma alla fine l'esercito franco, colpito dalla dissenteria e dalla fame, dovette abbandonare gli assedi alle città longobarde e far ritorno in patria.
In quel periodo
Autari
conquistò
Benevento
e si spinse fino a
Reggio Calabria
dove, si raccontava, toccò con la spada una colonna che si trovava sulla riva del mare e dichiarò che avrebbe in futuro segnato il confine del regno dei
Longobardi
.
Autari
propose la pace a
Gontrano
, zio di
Childeberto
; questi accolse benevolmente gli ambasciatori longobardi ma li inviò al nipote perché voleva che la pace fosse conclusa con il suo consenso.
Di
Gontrano
Paolo Diacono
dice che era "un re pacifico e di grande bontà" ed introduce un episodio leggendario sul suo conto: si diceva che, riposando durante una caccia si era addormentato ed un piccolo rettile era uscito dalla sua bocca, come testimoniava chi era presente. Dopo aver visitato una fenditura nel terreno l'animaletto era rientrato nella bocca del re.
Risvegliatosi,
Gontrano
disse di aver sognato un grande tesoro in una caverna che in effetti fu rinvenuto scavando nel luogo dove era penetrato il rettile.
Gontrano
ne fece un'offerta votiva per il Santo Sepolcro ma, non potendola inviare, la collocò nella chiesa di San Marcello a Chalon-sur-Saone.
Autari
morì a
Pavia
dopo sei anni di regno, forse avvelenato. I
Longobardi
vollero che fosse la regina
Teodolinda
, da loro molto amata, a scegliere il nuovo re ed ella scelse
Agilulfo
, parente di
Autari
.
Libro IV
Divenuto re,
Agilulfo
trattò con i
Franchi
la restituzione di molti prigionieri di guerra.
Uccise
Mimulfo
, duca dell'isola di San Giuliano, che era passato ai
Franchi
e domò la ribellione di
Gaidulfo, duca di Bergamo
, e di
Ulfari
, duca di
Treviso
.
Gregorio Magno
inviò alla regina
Teodolinda
i suoi
Dialoghi
. Persuaso da
Teodolinda
,
Agilulfo
si convertì al cristianesimo, fece grandi donativi alla chiesa e restaurò la dignità dei vescovi.
In quel periodo
Childeberto
nominò
Tassilo
re di
Baviera
e questi penetrò nel territorio degli
Slavi
saccheggiandolo.
I
Bizantini
, operando nell'
Italia Centrale
, ripresero ai
Longobardi
Sutri
, Orte,
Todi
,
Amelia
,
Perugia
ed altre città, ma
Agilulfo
intervenne prontamente e le riconquistò, quindi formalizzò un trattato di pace con la Chiesa, ancora grazie alla mediazione di
Teodolinda
.
Paolo Diacono
riporta il testo dell'affettuosa lettera con la quale papa
Gregorio
ringraziò e benedisse
Teodolinda
per il suo operato e di quella, più ufficiale, di ringraziamento e lode ad
Agilulfo
.
Il re
Childeberto
e la moglie vennero avvelenati. Morì anche
Gontrano
e la regina
Brunechilde
assunse la reggenza per i nipoti
Teodeberto
e
Teoderico
, figli di
Childeberto
ancora bambini.
Brunechilde
evitò un'invasione da parte degli
Unni
accettando di pagare un riscatto.
Agilulfo
concluse trattati di pace con gli
Unni
e con i
Franchi
, quindi mise a morte
Gaidulfo di Bergamo
che si era di nuovo ribellato.
Mentre in
Italia
scoppiavano gravi pestilenze, in
Gallia
il re dei
Franchi
Teodeberto
prese a combattere contro lo zio
Clotario II
.
Morì
Ariulfo
duca di
Spoleto
: si era convertito al cristianesimo perché durante una battaglia era stato aiutato da un misterioso alleato nel quale più tardi aveva riconosciuto il beato martire Savino.
I
Longobardi
attaccarono e distrussero il cenobio benedettino di
Montecassino
, i monaci si salvarono e fuggirono a
Roma
portando con se il codice della
Regola
ed altri scritti.
Divenne duca di
Benevento
Arechi
,
Paolo
riporta una lettera di
Gregorio Magno
a lui rivolta per avere aiuto nella raccolta di legname per le basiliche di
San Pietro
e di
San Paolo
.
I
Bizantini
rapirono una figlia di
Agilulfo
con il marito e li condussero a
Ravenna
.
La regina
Teodolinda
fece consacrare la basilica di
San Giovanni Battista
a Monza, da lei costruita, e la dotò di un tesoro.
A Monza
Teodolinda
fece costruire anche un nuovo palazzo che volle ornare con pitture che ricordavano le gesta dei
Longobardi
. Da quelle pitture
Paolo
ricava i particolari dell'aspetto e delle usanze dei
Longobardi
: si radevano il collo fino alla nuca ma davanti portavano capelli lunghi fino alla bocca divisi a metà sulla fronte. Indossavano larghi e variopinti abiti di lino, sandali legati con lacci di cuoio. Più tardi presero dai
Romani
l'abitudine di indossare calzoni e gambali di panno.
Agilulfo
espugnò e rase al suolo
Padova
che fino ad allora aveva resistito ai
Longobardi
. Concluse un trattato di pace con gli
Avari
e con loro devastò l'
Istria
. Nel frattempo nacque a Monza
Adaloaldo
, figlio di
Agilulfo
e di
Teodolinda
.
L'imperatore
Maurizio
venne ucciso da
Foca
insieme ai figli Teodato, Tiberio e Costantino.
Perdurando l'ostilità con i
Bizantini
a causa della figlia rapita e tenuta in prigionia,
Agilulfo
attaccò, con l'aiuto di
Slavi
ed
Avari
, la città di
Cremona
e la distrusse, analoga sorte toccò a
Mantova
e la guerra continuò finché la figlia del re che si trovava a
Ravenna
non venne liberata.
Intanto nelle
Gallie
continuava la guerra di
Teodeberto
e
Teoderico
contro lo zio
Clotario
.
Nel secondo anno di regno di
Foca
morì papa
Gregorio
e fu eletto
Sabiniano
. In quei giorni si verificò una gravissima carestia a causa dei rigori invernali.
Nell'estate seguente il piccolo
Adaloaldo
venne associato al regno dal padre con una cerimonia nel circo di
Milano
e gli fu promessa la figlia di
Teodeberto
.
Agilulfo
concluse una tregua anche con i
Bizantini
.
Foca
tenne il potere per otto anni. Riconobbe il primato della Chiesa di
Roma
ed ordinò la conversione del
Pantheon
in chiesa cattolica.
Dovette fronteggiare ribellioni e guerre civili, fu attaccato dai
Persiani
che si impadronirono di molte province romane e saccheggiarono
Gerusalemme
.
Infine fu abbattuto dal governatore d'
Africa
Eracliano (Eraclio il vecchio)
che lo uccise e mise sul trono il proprio figlio
Eraclio
.
Nello stesso periodo il re degli
Avari
invase il
Friuli
ed assediò
Cividale
(
610
), il duca
Gisulfo
cadde nel tentativo di difendere la città. (nota: l'episodio è riportato solo da
Paolo Diacono
, secondo alcuni critici si trattò di un evento di poco conto svoltosi per problemi locali, comunque non guastò in generale i rapporti fra
Longobardi
ed
Avari
).
Cividale
cadde per il tradimento di
Romilda
, moglie di
Gisulfo
, che si era invaghita del capo nemico. Gli
Avari
operarono un massacro,
Romilda
venne violentata ed impalata ma i suoi figli riuscirono a fuggire mentre tutta la popolazione veniva deportata.
Paolo
coglie l'occasione per raccontare qualcosa di personale: i suoi antenati furono deportati nella terra degli
Avari
nelle circostanze di cui si parla. Uno di loro, il bisnonno di
Paolo
, anni dopo fuggì e con un viaggio avventuroso riuscì a tornare in patria dove creò la famiglia del nostro autore.
Taso e Cacco
, figli del duca
Gisulfo
, che erano scampati alla strage di
Cividale
furono uccisi a tradimento dal
patrizio
romano
Gregorio
. I loro fratelli
Radualdo
e
Grimoaldo
, fuggirono presso
Arechi duca di Benevento
, loro ex precettore, quando il fratello di
Gisulfo
Grasulfo
divenne
duca dei Friulani
.
Morì
Secondo di Non
(
612
), autore di una Storia dei
Longobardi
spesso citata da
Paolo
. Ancora in quei giorni morirono
Teodeberto
re dei
Franchi
e
Gundualdo duca di Asti
e fratello di
Teodolinda
.
Agilulfo
morì dopo venticinque anni di regno lasciando il trono al figlio
Adaloaldo
ed alla moglie
Teodolinda
. Dopo dieci anni
Adaloaldo
perse la ragione, venne detronizzato e sostituito da
Arioaldo
.
In quel periodo giunse in
Italia
San Colombano
che, accolto benevolmente dai
Longobardi
, fondò il monastero di
Bobbio
dove si formò una grande congregazione di monaci.
Dopo aver regnato dodici anni anche
Arioaldo
morì e salì al trono
Rotari
, uomo giusto ma che "si macchiò della perfidia dell'eresia ariana". L'
arianesimo
era così diffuso che molte città avevano un vescovo cattolico ed uno ariano.
Rotari
redasse un codice di leggi scritte che chiamò "Editto", settantasette anni dopo l'arrivo dei
Longobardi
in
Italia
.
Aio
, figlio del duca di
Benevento
Arechi
, impazzì a causa di una pozione fattagli bere dai
Romani
mentre passava per
Ravenna
. Prima di morire
Arechi
raccomandò
Radoaldo
e
Grimoaldo
alla sua gente indicandoli come possibili governanti del ducato.
Aio
divenne comunque duca. Dopo un anno e cinque mesi fu attaccato ed ucciso dagli
Slavi
mentre
Radoaldo
e
Grimoaldo
erano assenti. Lo vendicò
Radoaldo
, al suo ritorno, facendo strage di
Slavi
.
Rotari
conquistò tutte le città della costa toscana e combattè contro i
Romani
in
Friuli
ed in
Emilia
.
Intanto a
Benevento
morì
Radoaldo
, dopo cinque anni di governo, e gli successe nel ducato
Grimoaldo
che tenne il potere per venticinque anni.
Rotari
morì dopo sedici anni di regno lasciando il trono al figlio
Rodoaldo
.
Qualche tempo dopo la sua tomba nella basilica di Monza venne profanata da un ladro e
Paolo
giura che da allora il profanatore non riuscì più ad entrare in quella chiesa, respinto da una forza misteriosa come gli aveva annunciato in sogno
San Giovanni Battista
.
Rodoaldo
sposò
Gundiperga
, figlia di
Agilulfo
e di
Teodolinda
, la quale volle costruire una basilica di
San Giovanni Battista
a
Pavia
, simile a quella voluta dalla madre a Monza. (nota: si tratta di un errore di
Paolo
,
Gundiperga
non sposò mai
Rodoaldo
).
Accusata di adulterio fu scagionata da un servo che combattè contro l'accusatore per sostenere l'innocenza di lei.
Rodoaldo
fu ucciso dopo cinque anni di regno, sembra dal marito di una donna che egli aveva disonorato. Gli successe
Ariperto
, figlio del fratello di
Teodolinda
,
Gundoaldo
.
A
Costantinopoli
morì
Eraclio
al quale successe il fratello
Eracleona
che morì dopo due anni. Toccò allora a
Costantino
, figlio di
Eraclio
, che regnò solo per sei mesi, quindi salì al trono suo figlio
Costante
che regnò per ventotto anni.
Un racconto leggendario sul ruolo dell'impero d'Oriente nella diffusione del cristianesimo: la regina dei
Persiani
, di nome
Cesara
, giunse in incognito a
Costantinopoli
per essere battezzata. Quando il re la cercò
Cesara
pose come condizione per il suo ritorno che anche lui si convertisse e così avvenne.
Ariperto
morì dopo nove anni lasciando il regno ai figli adolescenti
Perctarit
e
Godeberto
che lo divisero stabilendosi a
Milano
il primo ed a
Pavia
il secondo, ma fra i due c'erano odio e rivalità.
Godeberto
chiese aiuto a
Grimoaldo
tramite il duca di
Torino
Garipald
ma questi, alterando il senso del messaggio, convinse
Grimoaldo
a prendere il potere regale. Ancora a causa delle trame di
Garipald
Grimoaldo
finì per uccidere
Godeberto
mentre
Perctarit
fuggiva presso gli
Avari
.
Quanto a
Garipald
venne ucciso a
Torino
da un suddito fedele di
Godeberto
che volle vendicare il suo signore.
Libro V
Insediatosi sul trono,
Grimoaldo
sposò la sorella di
Godeberto
, già sua promessa in precedenza, quindi congedò l'esercito beneventano con cui era giunto a
Pavia
per prendere il potere.
Grimoaldo
richiese agli
Avari
la consegna di
Perctarit
, minacciando la guerra in caso di rifiuto. Il re degli
Avari
dunque allontanò
Perctarit
dal suo paese e questi decise di tornare in
Italia
confidando nella clemenza di
Grimoaldo
.
In un primo momento
Grimoaldo
lo accolse benevolmente e lo fornì di un'agevole sistemazione, poi si lasciò convincere da un calunniatore che
Perctarit
tramasse contro di lui e decise di eliminarlo.
Perctarit
tuttavia, avvertito in tempo da servi fedeli, riuscì a mettersi in salvo presso i
Franchi
.
Grimoaldo
fu clemente con quanti avevano aiutato
Perctarit
a fuggire e lodando la loro fedeltà verso il padrone concesse loro di raggiungere
Perctarit
.
Qualche tempo dopo un esercito di
Franchi
entrò in
Italia
.
Grimoaldo
lasciò che gli invasori si impadronissero di un suo accampamento nei pressi di
Asti
in cui volutamente aveva lasciato molto vino, quindi piombò su di loro ubriachi nel corso della notte e ne fece strage.
L'imperatore
Costante II
pensò di attaccare i
Longobardi
e sbarcò a
Taranto
. Prima di agire consultò un eremita che si diceva avesse facoltà precognitive e questi sentenziò che per il momento i
Longobardi
non potevano essere battuti perché protetti da
San Giovanni Battista
al quale avevano dedicato la basilica monzese. Sarebbe giunto il giorno, tuttavia, in cui la chiesa non sarebbe stata più rispettata e da quel giorno sarebbe stato possibile vincere i
Longobardi
.
Comunque
Costante
conquistò ai
Longobardi
molte città del Beneventano, Lucera in
Puglia
ed assediò
Benevento
. Qui teneva il potere
Romualdo
il quale inviò una richiesta di aiuti al padre
Grimoaldo
e, nell'attesa, resistette validamente nonostante disponesse di forze limitate.
Saputo dell'avvicinarsi dell'esercito di
Grimoaldo
,
Costante
concluse la pace con
Romualdo
prendendo in ostaggio la sorella di lui Gisa, quindi tolse l'assedio a
Benevento
e mosse verso
Napoli
, ma il suo esercito fu intercettato e battuto da
Mitola
, conte di
Capua
.
Giunto
Costante
a
Napoli
, permise che uno dei suoi ufficiali di nome
Saburro
, organizzasse un nuovo attacco a
Benevento
ma
Saburro
venne pesantemente sconfitto da
Romualdo
che intanto aveva ricevuto aiuti dal padre.
Lasciata
Napoli
,
Costante
si recò a
Roma
e spogliò gli edifici di tutte le decorazioni in bronzo per inviarle a
Costantinopoli
. Sulla via del ritorno sostò a
Siracusa
infliggendo alla popolazione siciliana ogni genere di sofferenze. Infine venne ucciso dai suoi uomini mentre si lavava nel bagno.
Si impadronì del potere in
Sicilia
Mezezio
. Le milizie imperiali presenti in
Italia
confluirono in
Sicilia
e lo uccisero. Approfittarono di questa situazione i Saraceni di
Alessandria d'Egitto
per invadere la
Sicilia
e saccheggiare
Siracusa
.
Prima di tornare a
Pavia
,
Grimoaldo
nominò duca di
Spoleto
Transamundo
, già conte di
Capua
, che lo aveva aiutato a prendere il potere, e gli diede in moglie sua figlia.
Nel ducato del
Friuli
si successero in quegli anni:
Grasulfo
,
Ago
,
Lupo
. A quest'ultimo
Grimoaldo
aveva affidato il palazzo di
Pavia
durante la sua assenza.
Lupo
si era comportato con tracotanza convinto che
Grimoaldo
non sarebbe tornato. Alla notizia dell'imminente rientro del re
Lupo
fuggì a
Cividale
e, nel timore della punizione, si ribellò.
Per evitare una guerra civile fra i
Longobardi
Grimoaldo
chiese agli
Avari
di intervenire in
Friuli
. Gli
Avari
eseguirono e
Lupo
venne ucciso dopo quattro giorni di combattimento. Eseguita le missione richiesta da
Grimoaldo
, tuttavia, gli
Avari
continuarono a saccheggiare il
Friuli
e rifiutarono di ritirarsi.
Grimoaldo
evitò la guerra ricorrendo ad un espediente: fece sfilare a lungo davanti agli ambasciatori
avari
che aveva presso di se le truppe con abbigliamenti diversi per dare la sensazione di un grandissimo esercito. Il trucco funzionò e gli
Avari
lasciarono subito il
Friuli
.
Il figlio di
Lupo
, di nome
Arnefit
, aspirò al ducato e tentò di conquistarlo con l'aiuto degli
Slavi
ma venne ucciso dai
Friulani
.
Divenne duca del
Friuli
Wechtari
di
Vicenza
, il quale fu attaccato dagli
Slavi
e riuscì a metterli in fuga con un personale atto di eroismo.
A
Wechtari
successe
Landari
, quindi
Rodoaldo
.
Quanto a
Romualdo
duca di
Benevento
sposò
Teuderada
figlia di
Lupo
ed ebbe da lei tre figli:
Grimoaldo
,
Gisulfo
e
Arechi
.
Il re
Grimoaldo
punì quanti lo avevano tradito durante il suo viaggio a
Benevento
, distrusse
Forlimpopoli
, città dei
Romani
i cui cittadini molestavano i messi
Longobardi
diretti a
Benevento
.
Grimoaldo
odiava i
Romani
che gli avevano ucciso i fratelli, per questo motivo distrusse la città di
Oderzo
. In quel periodo il duca dei
Bulgari
di nome
Alzeco
entrò pacificamente in
Italia
e si mise al servizio di
Grimoaldo
, questi lo inviò dal figlio
Romualdo
che assegnò ai
Bulgari
il territorio di
Isernia
e conferì ad
Alzeco
il titolo di gastaldo.
Sul trono di
Costantinopoli
, dopo la morte di
Costante
e quella dell'usurpatore
Mezezio
, salì
Costantino IV
che regnò per diciassette anni.
Paolo
ricorda qui anche le figure di
Teodoro
ed
Adriano
, missionari in
Britannia
inviati da papa
Vitaliano
.
Grimoaldo
morì, si disse avvelenato dai suoi medici. Fu sepolto nella basilica di S. Ambrogio che egli stesso aveva fatto costruire a
Pavia
. lasciò il regno al figlio
Garipald
, ancora bambino.
Un messaggero misterioso, tuttavia, avvertì della morte di
Grimoaldo
Perctarit
il quale stava per lasciare la terra dei
Franchi
per recarsi in quella dei
Sassoni
. Seguendo il consiglio del messaggero,
Perctarit
tornò in
Italia
e a
Pavia
fu incoronato re dei
Longobardi
mentre il piccolo
Garipald
veniva allontanato. Subito dopo mandò uomini a
Benevento
a riprendere la moglie
Rodelinda
e il figlio
Cuniperto
che vi si trovavano dai tempi della sua fuga.
Costruì una chiesa sul
Ticino
dedicandola a S. Agata, mentre la moglie
Rodelinda
fece costruire poco fuori
Pavia
la chiesa detta "S. Maria alle Pertiche" dai pali votivi che in quel luogo si usava dedicare a coloro che morivano lontano.
Dopo sette anni
Perctarit
associò al regno il figlio
Cuniperto
con il quale regnò per altri dieci anni.
Sotto il regno di
Perctarit
e
Cuniperto
i
Longobardi
vissero in pace finché il
duca di Trento
Alahis
non si ribellò.
Perctarit
lo attaccò ma fu battuto e costretto alla fuga, tuttavia i due si rappacificarono per intercessione di
Cuniperto
che era amico di
Alahis
ed infine
Alahis
ottenne anche il
ducato di Brescia
nonostante la diffidenza di
Perctarit
.
Dopo qualche tempo, approfittando di un'assenza di
Cuniperto
, infatti
Alahis
occupò il palazzo di
Pavia
ed usurpò il potere.
Cuniperto
si fortificò in una dimora nell'
isola Comacina
, nel lago di
Como
.
Alahis
si dimostrò empio e crudele, specialmente contro il clero che odiava in modo particolare. Dopo qualche tempo scoppiò la guerra fra
Alahis
e
Cuniperto
. Il primo raccolse aiuti in
Austria
ed in
Veneto
, il secondo era appoggiato da molti longobardi fra i quali i bresciani
Aldo e Grauso
che in un primo tempo avevano sostenuto l'usurpatore.
Paolo
racconta episodi insolitamente coloriti:
Cuniperto
propose di risolvere la guerra con un duello ma
Alahis
rifiutò perché sapeva che il rivale era più forte, un chierico di nome Seno insistette per prendere il posto del re in battaglia e venne ucciso,
Alahis
giurò che in caso di vittoria avrebbe "riempito un pozzo di testicoli di prete".
Infine
Cuniperto
vinse la guerra ed
Alahis
venne ucciso in combattimento.
Libro VI
Intanto
Romualdo
duca di
Benevento
estendeva i suoi domini conquistando
Taranto
e
Brindisi
. Sua moglie
Teuderada
fece costruire una basilica in onore di San Pietro fuori le mura di
Benevento
.
Dopo aver governato il ducato di
Benevento
per sedici anni anche
Romualdo
morì, gli successe il figlio
Grimoaldo
che sposò
Wigilinda
, figlia di
Perctarit
e sorella di
Cuniperto
.
Morto anche
Grimoaldo
divenne duca suo fratello
Gisulfo
che governò per diciassette anni. Da sua moglie
Winiperga
ebbe
Romualdo
. In quel periodo i
Franchi
trafugarono dal monastero di
Montecassino
le spoglie di
San Benedetto
e di
Santa Scolastica
e le portarono nella regione di
Orleans
dove vennero costruiti due distinti monasteri.
Si verificò la ribellione di
Ansfrit
che si impadronì del ducato del
Friuli
a danno di
Rodoaldo
e tentò di usurpare il trono ma, catturato a
Verona
e condotto davanti a
Cuniperto
, venne accecato e mandato in esilio. Il ducato fu affidato ad
Ado
, fratello di
Rodoaldo
che lo tenne come reggente.
Intanto a
Costantinopoli
sorgeva una nuova eresia che attribuiva a Cristo due nature ma una sola volontà (si tratta dell'eresia monotelita e
Paolo Diacono
sbaglia la datazione collocando il suo insorgere alcuni decenni più tardi di quanto in realtà avvenne).
L'imperatore
Costantino IV
convocò un concilio con la collaborazione di papa
Agatone
ed il monotelismo venne definitivamente condannato (VI Concilio -
Costantinopoli
).
Una grave pestilenza colpì l'
Italia
(estate
680
) spopolando sia
Roma
che
Pavia
e cessò solo quando nella chiesa di San Pietro in Vincoli a
Pavia
fu dedicato un altare a San Sebastiano.
Paolo
racconta qui un episodio di origine evidentemente popolare: mentre discuteva con uno scudiero su come punire
Aldo e Grauso
,
Cuniperto
vide una mosca e tentò di ucciderla ma riuscì solo a staccarle una zampa. Poco dopo
Aldo e Grauso
furono avvertiti da uno storpio privo di una gamba che il re aveva deciso di giustiziarli e cercarono rifugio in una chiesa. Quando
Cuniperto
lo venne a sapere associò la mosca e lo storpio ad uno "spirito maligno" e graziò i due condannati.
Un altro episodio narrato riguarda
Giovanni, vescovo di Bergamo
, che durante un banchetto offese involontariamente il re.
Cuniperto
gli fece sellare un cavallo selvaggio e non domato ma quando seppe che la bestia si era fatta improvvisamente mansueta ed aveva tranquillamente riportato il prelato al suo alloggio, il re perdonò l'offesa e rese onore a
Giovanni
.
I Saraceni assediarono
Cartagine
e, conquistatala, la devastarono (in effetti l'evento è del
697
, quindi più tardi di come
Paolo
sembra collocarlo).
Morì l'imperatore
Costantino
e gli successe il figlio
Giustiniano II
che regnò per dieci anni.
Giustiniano II
riprese la provincia d'
Africa
ai Saraceni quindi stipulò con loro un trattato di pace.
Giustiniano
cercò di catturare il papa
Sergio I
che si rifiutava di sottoscrivere gli atti del
Concilio Trullano o Quinquisestio
, convocato dallo stesso
Giustiniano
nel
691
, perché contrari alle consuetudini della Chiesa di
Roma
, tuttavia la situazione politica in
Italia
era favorevole al pontefice e gli inviati di
Giustiniano
non riuscirono ad eseguire l'arresto.
Giustiniano II
fu detronizzato da
Leone
che lo esiliò nel
Ponto
e governò per tre anni. A sua volta
Leone
fu spodestato da
Tiberio III
.
Un sinodo tenuto ad
Aquileia
sottoscrisse le decisioni del quinto concilio universale (condanna dei
Tre Capitoli
).
Cuniperto
ospitò il re dei
Sassoni
Cedoal
che era in viaggio per
Roma
per essere battezzato dopo essersi convertito al Cristianesimo.
Cedoal
fu battezzato da
Sergio I
e morì poco dopo, trovandosi ancora a
Roma
.
Paolo
riporta l'epitaffio che fu posto sulla sua tomba in San Pietro.
In quel tempo alla corte dei
Franchi
i maestri di palazzo cominciarono a reggere il potere perché i re "stavano degenerando dalla consueta forza e saggezza". E' il preludio degli eventi che porteranno all'ascesa della
dinastia carolingia
. Il maggiordomo
Arnolfo
, dopo aver governato saggiamente, prese i voti religiosi, visse in continenza dedicandosi all'aiuto ai lebbrosi e divenne vescovo di Metz. (in realtà
Arnolfo
, uno dei primi membri di quella che sarà poi detta
dinastia carolingia
visse dal
582
al
640
circa, quindi la collocazione temporale che ne da
Paolo
, verso la fine del
settimo secolo
non è esatta).
Morì
Cuniperto
, nel compianto generale dei
Longobardi
, ed il regno passò al figlio
Liutperto
, ancora bambino, sotto la tutela del nobile
Ansprando
.
Otto mesi più tardi il duca di
Torino
Ragimperto
, figlio di
Godeberto
, sconfisse
Ansprando
e si impadronì del potere ma morì nello stesso anno. Suo figlio
Ariperto
riprese la guerra e, sconfitti tutti i sostenitori di
Liutperto
, catturò quest'ultimo mentre
Ansprando
riusciva a fuggire.
Rotharit duca di Bergamo
si proclamò re ma fu sconfitto da
Ariperto
ed esiliato a
Torino
dove poco dopo venne ucciso.
Ariperto
fece uccidere anche
Liutperto
quindi mandò un esercito contro
Ansprando
che si era rifugiato nell'
isola Comacina
, ma
Ansprando
fuggì presso i
Bavari
.
Ariperto
infierì contro la famiglia di
Ansprando
ma risparmiò il figlio minore
Liutprando
al quale concesse di raggiungere il padre in
Baviera
.
Nel regno dei
Franchi
deteneva il potere
Anschise (Ansegisel)
con il titolo di maggiordomo.
Nel ducato del
Friuli
assunse il potere
Ferdulfo
, "uomo infido e superbo". In cerca di gloria questi provocò gli
Slavi
e venne in lite con un suo funzionario con il risultato che, a cause delle loro discordie,
Ferdulfo
ed il suo esercito furono massacrati. L'episodio conduce
Paolo Diacono
ad una forte ammonizione sul valore della concordia e sui pericoli delle inutili contese.
Dopo
Ferdulfo
tenne il ducato del
Friuli
per breve tempo un certo
Corvolo
che fu deposto ed accecato per aver offeso il re. Fu quindi la volta di
Pemmo
, uomo di grande intelligenza e modestia.
Il duca di
Benevento
Gisulfo
ampliò il proprio dominio conquistando tutta la
Campania
fino a
Sora
.
Il re
Ariperto
ristabilì le donazioni di territori delle
Alpi
Cozie alla Chiesa. Quel patrimonio era già appartenuto alla Sede Apostolica ma da molto tempo era stato occupato dai
Longobardi
.
A
Costantinopoli
Giustiniano II
riprese il potere ed eliminò brutalmente gli avversari. Dopo sei anni
Giustiniano II
venne sconfitto ed ucciso da
Filippico
che prese a sua volta il potere.
Filippico, detto anche Bardane
, non fu riconosciuto dal papa
Costantino
che lo considerava eretico. Dopo un anno e sei mesi di regno
Filippico
fu detronizzato e fatto accecare da
Anastasio II
.
Ansprando
, dopo nove anni di esilio, tornò in
Italia
con un esercito di
Bavari
e fece guerra ad
Ariperto
. Benché l'esito della prima battaglia gli fosse stato favorevole,
Ariperto
decise di fuggire in
Francia
ma annegò nel
Ticino
per il peso dell'oro di cui si era impadronito prima di partire.
Ansprando
prese il potere ma morì dopo soli tre mesi. I
Longobardi
elessero suo figlio
Liutprando
.
A
Costantinopoli
una ribellione dell'esercito destituì
Anastasio
ed incoronò
Teodosio
. Sconfitto a
Nicea
Anastasio
fu risparmiato da
Teodosio
e costretto a farsi prete.
Nel regno dei
Franchi
aveva il potere
Pipino di Heristal
, combattente di straordinaria audacia. Combattè contro
Sassoni
e
Frisoni
. Gli successe il figlio
Carlo Martello
.
Appena eletto il re
Liutprando
scampò da un attentato organizzato da un suo parente di nome Rotari.
Paolo
loda la grande audacia e la clemenza di
Liutprando
.
A
Benevento
morì
Gisulfo
ed il ducato passò a suo figlio
Romualdo
.
In quegli anni il beato
Petronace
, cittadino di
Brescia
, con l'appoggio di papa
Gregorio II
poi di
Zaccaria
, si trasferì nel monastero di
Montecassino
e ripristinò l'antico cenobio abbandonato da molti anni.
A
Costantinopoli
Teodosio
morì dopo un solo anno di regno e gli successe
Leone
, mentre il regno dei
Franchi
passava, come si è detto, a
Carlo Martello
. Gli
Slavi
tentarono nuovamente di invadere il ducato del
Friuli
ma furono fermati dal duca
Pemmo
che, dopo averli sconfitti, concluse con loro un trattato di pace.
In quel tempo i Saraceni invasero la
Spagna
, dieci anni dopo entrarono in
Aquitania
con l'intenzione di stabilirvisi.
Carlo Martello
era in lotta con
Eudo (Oddone I)
ma di fronte al nuovo pericolo i due si allearono contro i Saraceni e li sconfissero. Altri Arabi assediarono
Costantinopoli
per tre anni, non riuscendo ad espugnarla si ritirarono e si scontrarono con i
Bulgari
dai quali furono sconfitti.
Liutprando
mandò a prendere in
Sardegna
le spoglie di
S. Agostino
per salvarle dai saccheggi dei Saraceni e le fece traslare a
Pavia
.
Narni
fu occupata dai
Longobardi
.
Liutprando
assediò
Ravenna
e distrusse Classe.
I
Bizantini
tentarono di uccidere il papa
Gregorio II
ma la protezione dei
Longobardi
impedì loro di portare a termine il progetto.
Iniziò in quel periodo, per volere dell'imperatore
Leone
, la vicenda dell'iconoclastia.
Leone
fece togliere le immagini sacre dalle chiese e dai monumenti di
Costantinopoli
e le fece distruggere. Ordinò ai privati di fare altrettanto con le immagini in loro possesso ed aprì una persecuzione contro quanti si opponevano.
Leone
ordinò anche al pontefice di bandire le immagini scatenando varie reazioni fra le quali una rivolta dell'esercito di
Ravenna
.
Il duca del
Friuli
Pemmo
venne in contrasto con il
patriarca
Callisto
e lo fece prigioniero.
Liutprando
, indignato, destituì
Pemmo
e passò il ducato al figlio
Ratchis
, poi lo graziò aderendo alle preghiere di
Ratchis
.
Intanto
Carlo Martello
, che continuava a fronteggiare i Saraceni, chiese ed ottenne da
Liutprando
consistenti aiuti militari.
A
Benevento
morì il duca
Romualdo
ed il titolo passò al figlio
Gisulfo
ancora bambino. Alcuni cospiratori tentarono di eliminare
Gisulfo
che fu salvato dal popolo, ma
Liutprando
intervenne affidando il ducato al proprio nipote
Gregorio
.
Durante una grave malattia di
Liutprando
fu eletto re suo nipote
Ildeprando
il quale, quando
Liutprando
si riprese, fu associato al regno.
Alcuni anni dopo
Liutprando
decise di intervenire a
Spoleto
e
Benevento
dove si erano creati problemi di successione al ducato. Durante il viaggio il suo esercito subì gravi danni ad opera dei ribelli spoletini che si erano alleati ai
Bizantini
.
Tuttavia
Liutprando
arrivò a
Spoleto
, espulse
Transamundo
che aveva usurpato il potere uccidendo il duca Ilderico e collocò al suo posto il proprio nipote
Agiprando
.
A
Benevento
Godescalco
che aveva preso il potere arbitrariamente dopo la morte di
Gregorio
tentò di fuggire ma fu raggiunto dai
Beneventani
fedeli a
Gisulfo
ed ucciso.
Liutprando
raggiunse
Benevento
e reintegrò nel ducato
Gisulfo
, ormai adulto.
Liutprando
morì dopo trentuno anni e sette mesi di regno. Uomo di grande saggezza e di profonda fede, aveva fatto costruire molte chiese fra le quali quella di
San Pietro in Ciel d'Oro
a
Pavia
.
Con la lode di
Liutprando
, fortissimo in guerra ed amante della pace si conclude quest'opera di
Paolo Diacono
.