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DARETE FRIGIO
STORIA DELLA ROVINA DI TROIA
Capitolo I
Il re
Pelia
era geloso della popolarità del nipote
Giasone
, figlio di suo fratello
Esone
, e temendo che potesse tentare di prendere il potere lo incaricò di una missione molto pericolosa: andare in
Colchide
a recuperare una pelle di montone dalla lana d'oro.
Pelia
incaricò l'architetto
Argo
di costruire una nave adatta alla missione e quando si sparse la voce molti si presentarono a
Giasone
per essere suo compagni.
Capitolo II
La nave
Argo
giunse in
Frigia
alla foce del fiume
Simoenta
ma
Laomedonte
re di
Troia
mandò a dire ai
Greci
di lasciare immediatamente le sue terre.
Capitolo III
Agli
Argonauti
minacciati da
Laomedonte
non rimase che partire ma quando tornarono in patria Eracle, che aveva fatto parte della missione, volle vendicare l'offesa subita e si accordò con
Castore e Polluce
per avere il loro aiuto. Con lo stesso fine si accordò con Telamone,
Peleo
,
Nestore
ed altri, preparò dodici navi e reclutò un buon numero di soldati. Sbarcarono di notte al Sigeo e Eracle, Telamone e Peleo guidarono l'esercito verso
Troia
mentre
Castore, Polluce
e
Nestore
rimasero a guardia delle navi.
Laomedonte
accorse con la cavalleria ed iniziò la battaglia in cui
Laomedonte
fu ucciso.
Telamone, il primo ad entrare in città, ebbe in premio Esione figlia del re. Tutti gli altri figli di
Laomedonte
morirono ad eccezione di
Priamo
che si trovava altrove con l'esercito.
Capitolo IV
Quando
Priamo
fu informato dell'accaduto ne soffrì gravemente, tornò a
Troia
con Ecuba e i suoi figli legittimi
Ettore
,
Alessandro
,
Deifobo
, Eleno,
Troilo
,
Andromaca
,
Cassandra
e
Polissena
e subito ordinò di costruire mura più ampie e di fortificare con ogni mezzo la città per impedire nuovi saccheggi. Costruì la reggia e un altare a
Zeus
e affidò a
Ettore
il reclutamento di un esercito, quindi inviò
Antenore
come legato in
Grecia
a chiedere la restituzione di Esione.
Capitolo V
A
Magnesia
Peleo ospitò
Antenore
alcuni giorni ma quando ascoltò la richiesta di
Priamo
si ritenne offeso e cacciò l'ambasciatore.
Antenore
si recò a
Salamina
da Telamone dove ottenne analoga risposta. In
Acaia
Castore e Polluce
sostennero che
Laomedonte
era stato il primo a offendere i
Greci
e anche loro intimarono a
Antenore
di andarsene. Dopo aver ricevuto anche da
Nestore
a
Pilo
una risposta dello stesso tenore,
Antenore
tornò da
Priamo
e gli consigliò la guerra.
Capitolo VI
Priamo
convocò tutti i figli, parenti e amici fra cui
Antenore
,
Anchise
,
Enea
, Ugaleone, Bucolione, Panto e Lampo e propose di far guerra ai
Greci
per liberare Esione e vendicare la morte di
Laomedonte
. Affidò il comando al figlio maggiore
Ettore
il quale si disse pronto ma espresse dubbi sulla possibilità dei
Troiani
di prevalere sui
Greci
.
Capitolo VII
Alessandro
sostenne la necessità di approntare una flotta e si offrì di comandarla per attaccare la
Grecia
. Raccontò di aver sognato Ermes che lo incaricava di scegliere la più bella fra
Era
,
Afrodite
e
Atena
: aveva scelto
Afrodite
che gli prometteva la più bella delle donne greche.
Deifobo
e
Troilo
appoggiarono la proposta di
Alessandro
mentre Eleno predisse la catastrofe ma nessuno lo volle ascoltare.
Capitolo VIII
Priamo
annunciò pubblicamente la guerra e Panto si allontanò dall'assemblea dicendo che suo padre Euforbo avrebbe predetto la rovina di
Troia
se si fossero attaccati i
Greci
. Tutto il popolo, invece, si dichiarò pronto a partire e si iniziò a raccogliere legname sul monte Ida per costruire le navi mentre
Ettore
, nell'
Alta Frigia
, reclutava altri soldati. Anche
Cassandra
iniziò a pronunciare pronostici di sciagura.
Capitolo IX
Giunto il tempo della partenza
Priamo
affidò il comando ad
Alessandro
che partiva con
Deifobo
,
Enea
e Polidamante e gli ordinò di andare a
Sparta
per ripetere a
Castore e Polluce
la richiesta di Esione, in caso di nuovo rifiuto l'esercito si sarebbe mosso da
Troia
.
La flotta troiana si recò all'isola di
Citera
dove
Alessandro
offrì sacrifici al tempio di
Afrodite
, durante il viaggio incontrò
Menelao
che si recava da
Nestore
a
Pilo
. Contemporaneamente
Castore e Polluce
andavano da Clitemnestra con la nipote Ermione.
Capitolo X
Quando
Alessandro
incontrò
Elena
, anche lei a
Citera
per sacrificare al tempio di
Artemide
e
Apollo
, i due si innamorarono immediatamente. La notte stessa
Alessandro
fece rapire
Elena
, spogliò il tempio e fece molti prigionieri. Ripartì per
Troia
e fece sosta a Tenedo da dove informò ill padre su quanto aveva fatto.
Da
Pilo
Menelao
, venuto a sapere del rapimento, si recò a
Sparta
con
Nestore
e mandò a chiamare il fratello
Agamennone
.
Capitolo XI
Priamo
sperò che i
Greci
per riavere
Elena
avrebbero restituito Esione. Intanto fece sposare
Elena
con
Alessandro
e fece rinchiudere
Cassandra
che continuava a predire il peggio.
Menelao
e
Agamennone
convocarono i principi della
Grecia
a congresso, parteciparono
Achille
,
Patroclo
,
Eurialo
,
Tlepolemo
,
Diomede
e deliberarono di dichiarare guerra a
Troia
nominando comandante
Agamennone
.
Castore e Polluce
, fratelli di
Elena
, erano già partiti all'inseguimento della nave di
Alessandro
ma avevano incontrato una tempesta e non si era più saputo nulla di loro. Si diceva fossero diventati immortali.
Capitolo XII
Darete Frigio
, autore di questa storia, descrisse le belle fattezze di
Castore e Polluce
, molto somiglianti fra loro, e della sorella
Elena
.
Priamo
era robusto, aveva un bel volto e una voce dolce.
Ettore
era carismatico e generoso, degno d'essere amato e capace di amare.
Deifobo
e Eleno somigliavano al padre ma erano diversi fra loro, forte e valoroso
Deifobo
, dotto e clemente l'indovino Eleno.
Alessandro
era alto, biondo e bello, agile e imperioso.
Enea
aveva capelli neri, larghe spalle, era affidabile e facondo.
Antenore
era alto e gracile, accorto e cauto.
Ecuba era una bella donna robusta, giusta e pia.
Andromaca
era alta e di carnagione chiara, bella, dolce e pudica.
Cassandra
, che prediceva il futuro, era di media statura e aveva i capelli rossi.
Polissena
era la più bella, alta, bionda con il collo lungo e le gambe affusolate.
Capitolo XIII
Agamennone
era grande e robusto, facondo e prudente.
Menelao
era di media statura e rosso di capelli.
Achille
era di membra robuste ed aveva i capelli molto ricci, fierissimo in combattimento sapeva essere clemente, ilare e generoso.
Patroclo
era bello, aveva occhi verdi e grandi.
Aiace d'Oileo
era robusto e di animo giocondo.
Aiace Telamonio
aveva voce chiara, capelli neri ed era atroce con il nemico.
Ulisse
era un bell'uomo di media taglia, astuto, eloquente e sapiente.
Diomede
era un uomo forte, terribile in guerra, impaziente e audace.
Nestore
era grande di persona con il naso adunco e la pelle bianca.
Protesilao
era di bell'aspetto, svelto, animoso e temerario. Neottolemo era grande e fortissimo, molto sdegnoso.
Palamede era gracile e altro, dolce, generoso e sapiente. Podalirio era grande e grosso, aveva l'aria malinconica.
Macaone
era grande e sicuro si se, prudente e misericordioso.
Merione
era di capelli rossi, di statura mediocre, tozzo, astuto e crudele.
Briseide
era alta, bella, aveva capelli biondi, begli occhi, corpo proporzionato e piacevole.
Capitolo XIV
I
Greci
si riunirono nel porto di
Atene
.
Agamennone
mandò cento navi da Micene,
Menelao
da
Sparta
sessanta,
Arcesilao e Protenore dalla
Beozia
cinquanta,
Ascalafo
e
Ialmeno
da
Orcomeno
trenta,
Epistrofo e Schedio dalla
Focide
quaranta,
Aiace Telamonio
, Teucro,
Diore
,
Talpio
e
Polisseno
da
Salamina
quaranta,
Nestore
da
Pilo
ottanta,
Toante
dall'
Etolia
quaranta,
Aiace d'Oileo
da
Locri
trentasette,
Antifo
e
Fidippo
trenta,
Idomeneo
e
Merione
da Creta ottanta,
Ulisse
da
Itaca
undici,
Eumelo
da Feri dieci,
Protesilao
e
Podarce
da Filace quaranta,
Podalirio
e
Macaone
da Trica trentadue,
Achille
e
Patroclo
con i
Mirmidoni
di
Ftia
cinquanta,
Tlepolemo
da
Rodi
nove,
Euripilo
da
Ormenio
quaranta,
Anfimaco
da Elide dodici,
Polipete
e
Leonteo
da Larissa quaranta,
Eurialo
e
Stenelo
da Argo ottanta,
Filottete
da Melibea sette,
Guneo
da Cifo ventuno,
Protoo
da
Magnesia
undici,
Agapenore
dall'
Arcadia
sessanta,
Mnesteo da
Atene
cinquanta.
Capitolo XV
Prima della partenza i
Greci
mandarono
Achille
e
Patroclo
a consultare
Apollo
a Delfi, intanto
Priamo
si concentrava sulla preparazione delle difese.
Achille
seppe dall'oracolo che i
Greci
avrebbero vinto dopo dieci anni di guerra. A Delfi incontrò l'indovino Calcante e fecero amicizia, Calcante si unì alla spedizione e quando le condizioni del mare impedirono la partenza consigliò di sacrificare ad
Artemide
in
Aulide
. Così fu fatto e l'armata prese il mare, faceva da guida
Filottete
e quando giunsero al regno di
Priamo
cominciarono a fare bottino quindi sostarono a Tenedo.
Capitolo XVI
Agamennone
inviò
Ulisse
e
Diomede
a trattare con
Priamo
per la restituzione di
Elena
mentre
Achille
e Telefo andarono a saccheggiare la Misia e si scontrarono con l'esercito del re Teutrante, sconfiggendolo. Teutrante fu ferito da
Achille
ma Telefo non permise che venisse ucciso perché legato a lui da vincoli di ospitalità e perché Teutrante aveva avuto il regno da Eracle uccisore del re di
Tracia
e padre dello stesso Telefo. Consapevole di essere in fin di vita Teutrante cedette il regno a Telefo che aveva tentato di salvarlo e
Achille
esortò Telefo ad accettare e a rimanere sul posto, avrebbe potuto così essere molto utile alla spedizione dei
Greci
con rinforzi e rifornimenti. Anche
Agamennone
, una volta informato, approvò la decisione.
Capitolo XVII
Ulisse
e
Diomede
proposero a
Priamo
di chiudere la contesa con la restituzione di
Elena
e di quanto
Alessandro
aveva preso ma
Priamo
dopo aver parlato delle precedenti ragioni di discordia fra cui la morte del padre e la schiavitù della sorella intimò loro di uscire dal suo regno.
Capitolo XVIII
Gli alleati di
Priamo
:
Pandaro
, Amfione e
Adrasto
da Zelia,
Mopse da Colofone,
Naste e Amfimaco di
Caria
,
Sarpedone
e
Glauco
di
Licia
,
Ippotoo e Copeso di Larissa,
Eufemo di Ciconia,
Piro e
Acamante
di
Tracia
,
Antifo
e
Mestle
di
Meonia
,
Ascanio e Forci di Ascania,
Pilemene di Paflagonia
,
Perse e
Memnone
di Etiopia,
Reso e Archiloco di altra parte della
Tracia
,
Adrasto
e Amfio di
Adrastea
,
Epistrofo di Alizonia.
Furono nominati capi supremi
Ettore
,
Deifobo
,
Alessandro
,
Troilo
,
Enea
e
Memnone
.
Si unì ai
Greci
Palamede figlio di
Nauplio
che non era potuto partire insieme a loro perché malato.
Capitolo XIX
Su consiglio di Palamede si decise di sferrare il primo attacco in pieno giorno. Tutte le navi si avvicinarono insieme a
Troia
. Il primo a sbarcare fu
Protesilao
che uccise molti nemici prima di essere abbattuto da
Ettore
.
Ettore
portò lo scompiglio nello schieramento greco,
Achille
in quello troiano, la notte mise fine alla battaglia. L'indomani nuova battaglia,
Ettore
uccise
Patroclo
e
Merione
e venne ferito da Mnesteo ma continuò a combattere. Quando stava per scontrarsi con
Aiace Telamonio
si rese conto che era suo parente perché figlio di Esione sorella di
Priamo
, i due evitarono il duello e si scambiarono doni.
Il giorno seguente i
Greci
chiesero una tregua.
Capitolo XX
Si celebrarono le esequie dei caduti e
Achille
indisse giochi funebri in onore di
Patroclo
. Palamede criticò la scelta di
Agamennone
come comandante supremo tentando di suscitare una ribellione.
Due anni dopo si venne a una nuova battaglia molto sanguinosa nella quale
Ettore
fece numerose vittime tanto che
Agamennone
ordinò di concentrarsi contro di lui nello scontro successivo.
Capitolo XXI
Il mattino seguente vi fu una nuova battaglia ancora più cruenta.
Alessandro
ferì
Menelao
con una freccia, ma
Menelao
lo inseguì insieme ad
Aiace di Locri
.
Alessandro
fu soccorso e portato in salvo da
Ettore
e
Enea
.
Nuovo giorno e nuova strage:
Ettore
uccise
Orcomeno
, Palamede, Epistrofo, Schedio, Elpenore, Dorio e
Polisseno
.
Enea
uccise Amfimaco e
Nireo
,
Achille
Eufemo, Ippotoo, Pileo, Asterio,
Diomede
uccise Santippo e Mestle.
Agamennone
richiamò i suoi e i
Troiani
rientrarono soddisfatti in città .
Capitolo XXII
Il giorno dopo entrambi gli eserciti uscirono per affontarsi ancora e si combattè per ottanta giorni consecutivi con migliaia di morti.
Agamennone
propose a
Priamo
una tregua di tre anni per dar sepoltura ai suoi, sostituire i caduti, riparare le navi.
Priamo
, consultato il consiglio, accettò e i
Troiani
ripararono le mura e curarono i loro feriti.
Capitolo XXIII
Trascorsi i tre anni
Ettore
,
Troilo
e
Enea
guidarono l'esercito fuori le mura per una nuova battaglia.
Ettore
uccise
Fidippo
e
Antifo
,
Achille
Licaone e Euforbo. Entrambi gli eserciti persero migliaia di soldati in una battaglia durata trenta giorni.
Questa volta fu
Priamo
a proporre una tregua di sei mesi che venne accettata.
Ancora una volta dopo i sei mesi e dopo altri dodici giorni di combattimenti
Agamennone
chiese e ottenne trenta giorni di tregua.
Capitolo XXIV
Scaduta anche questa tregua,
Andromaca
, spaventata da un sogno, pregò
Ettore
di non andare a combattere ma
Ettore
non l'ascoltò.
Andromaca
ritentò mostrandogli il figlio
Astianatte
, quindi pregò
Priamo
di convincere il figlio e
Priamo
acconsentì trattenendo
Ettore
.
Senza
Ettore
in campo la battaglia volgeva in favore dei
Greci
ma l'eroe non riuscì a trattenersi ed uscì dalle mura. Subito uccise o ferì molti nemici. Uccise
Polipete
e mentre lo spogliava delle armi fu attaccato da
Achille
.
Ettore
riuscì a ferire
Achille
ma questi, furioso per il dolore, l'uccise, quindi fece strage dei
Troiani
finché
Memnone
non trovò il modo di contenerlo.
Achille
rientrò nel campo ferito e i
Troiani
piansero
Ettore
per tutta la notte.
Capitolo XXV
Fu concordata una tregua di due mesi e i
Troiani
celebrarono giochi funebri per
Ettore
. Palamede riprese le sue querele contro
Agamennone
che questa volta rinunciò al comando. Fu scelto Palamede come nuovo comandante.
Capitolo XXVI
Terminata la tregua i
Greci
tornarono a combattere sotto il comando di Palamede.
Sarpedone
uccise molti
Greci
fra cui
Tlepolemo
e Perse.
Nella tregua successiva Palamede inviò
Agamennone
e altri legati in Misia per approvvigionare l'esercito.
Capitolo XXVII
Nell'anniversario della morte di
Ettore
i suoi familiari andarono a visitare la sua tomba (che si trovava davanti alle porte della città) e in questa occasione
Achille
vide
Polissena
e se ne innamorò.
Achille
mandò un servo da Ecuba a chiedere di sposare Polissena promettendo di lasciare la guerra in caso di risposta affermativa, Ecuba rimandò indietro il servo con la promessa che ne avrebbe discusso con
Priamo
.
Priamo
rispose che avrebbe dato il consenso alle nozze solo se si fosse conclusa la pace e
Achille
, che era già in contrasto con i
Greci
per la scelta di Palamede, prese a pronunciarsi per la fine della guerra.
Capitolo XXVIII
Quando Palamede condusse fuori l'esercito
Achille
adirato non prese parte alla battaglia. Palamede uccise
Deifobo
e
Sarpedone
ma mentre si compiaceva del successo venne ucciso da una freccia di
Alessandro
.
Caduto il loro capo gli Argivi cedettero e furono messi in fuga dai
Troiani
che arrivarono a incendiare le navi.
Achille
continuò a non intervenire e solo il coragio di
Aiace Telamonio
salvò i
Greci
dalla rovina.
Capitolo XXIX
Su proposta di
Nestore
il comando supremo fu restituito a
Agamennone
. Nei combattimenti successivi si distinse il troiano
Troilo
che uccise molti nemici. Dopo sette giorni di battaglia fu indetta una nuova tregua di due mesi e i
Greci
fecero funerali solenni a Palamede.
Capitolo XXX
Achille
fu visitato da
Nestore
,
Ulisse
e
Diomede
inviati da
Agamennone
e rifiutò di tornare a combattere.
Agamennone
consultò gli altri comandanti:
Menelao
insisteva per continuare la guerra,
Ulisse
e
Diomede
erano per la pace ma Calcante sentenziò che si doveva continuare.
Capitolo XXXI
Dopo l'ennesima strage in cui
Agamennone
,
Menelao
e
Diomede
furono feriti da
Troilo
, i
Greci
chiesero sei mesi di tregua.
Priamo
accettò contro il parere di
Troilo
.
Achille
rifiutò ancora di partecipare ma promise di far combattere i suoi uomini nella prossima battaglia.
Capitolo XXXII
Infatti quando le parti si scontrarono di nuovo anche i
Mirmidoni
parteciparono ma
Troilo
riuscì a metterli in fuga. Un'altra strage e un'altra tregua per seppellire i morti.
Capitolo XXXIII
Vedendo che
Troilo
continuava a massacrare i
Greci
,
Achille
finalmente lo affrontò ma
Troilo
riuscì a ferirlo e
Achille
, già sofferente per precedenti ferite, fu costretto a ritirarsi per alcuni giorni. Quando
Troilo
assalito dai
Mirmidoni
cadde dal cavallo
Achille
scese improvvisamente in campo e lo uccise. Anche
Memnone
fu ucciso da
Achille
al quale aveva impedito, ferendolo ancora, di spogliare
Troilo
delle armi.
Priamo
chiese trenta giorni di tregua per i funerali di
Troilo
e di
Memnone
.
Capitolo XXXIV
Per vendicare
Ettore
e
Troilo
, Ecuba si accordò con
Alessandro
e mandò un messaggio ad
Achille
invitandolo a incontrarla nel tempio di
Apollo
per parlare delle nozze con
Polissena
.
Achille
vi andò accompagnato dal solo Antiloco figlio di
Nestore
ma nel tempio trovò i migliori guerrieri troiani che lo sommersero di frecce.
Achille
e Antiloco si batterono valorosamente ma furono sopraffatti e uccisi da
Alessandro
. Eleno si oppose al gettare i cadaveri agli avvoltoi e volle rimandarli ai
Greci
.
Capitolo XXXV
Consultato l'oracolo si seppe che per terminare la guerra era necessario che
Achille
fosse vendicato dalla sua progenie e si mandò a prendere suo figlio Neottolemo.
Si riprese a combattere,
Alessandro
ferì
Aiace
con una freccia,
Aiace
lo inseguì e lo uccise ma poco dopo morì a sua volta per la ferita.
Diomede
portò un tremendo assalto ai
Troiani
che fuggirono entro le mura e i
Greci
strinsero l'assedio intorno alla città.
Fu sepolto
Alessandro
accompagnato dal pianto di
Elena
che lo aveva amato.
Capitolo XXXVI
I
Troiani
rimasero in città senza tentare sortite,
Priamo
attendeva l'arrivo di Pentesilea che infatti giunse in quei giorni a
Troia
e con le sue
Amazzoni
respinse i
Greci
nel loro campo allontanandoli dalle mura. Probabilmente Pentesilea avrebbe distrutto l'esercito greco se non fosse giunto Neottolemo che, dopo aver reso omaggio alla tomba del padre, schierò i
Mirmidoni
e insieme ai
Greci
affrontò le
Amazzoni
. Dopo un lungo combattimento Pentesilea ferì Neottolemo che la uccise.
I
Troiani
ripararono di nuovo in città e di nuovo gli
Achei
circondarono le mura per impedire loro di uscire.
Capitolo XXXVII
Priamo
convocò il consiglio,
Antenore
, Polidamante e
Enea
proposero di chiedere la pace restituendo
Elena
in considerazione delle perdite subite e dall'attuale situazione disperata dei
Troiani
.
Anfimaco
si oppose energicamente sostenendo doversi osare un estremo attacco ai
Greci
per sconfiggerli o morire.
Capitolo XXXVIII
Priamo
accusò di disfattismo
Antenore
e
Enea
, imputò a
Antenore
l'insuccesso delle sue ambasciate e a
Enea
l'aver aiutato
Alessandro
nel rapimento di
Elena
, quindi ordinò a tutti di prepararsi per l'attacco proposto da
Anfimaco
.
In privato disse ad
Anfimaco
di non fidarsi più di
Antenore
e di
Enea
e di ritenere opportuno farli morire e i due organizzarono un tranello per attuare il progetto.
Capitolo XXXIX
Antenore
, Polidamante, Ugalegone, Anfidamante e Dolone si accordarono per consegnare
Troia
ai
Greci
avendo intuito le intenzioni di
Priamo
nei confronti di chi voleva la pace. Mandarono in segreto Polidamante da
Agamennone
.
Capitolo XL
Agamennone
riportò al consiglio la proposta di Polidamante ma
Ulisse
e
Nestore
si mostrarono scettici. Trattenendo Polidamante mandarono Sinone a
Troia
per verificare che
Enea
,
Anchise
e
Antenore
fossero d'accordo sul tradimento. Ottenuta la conferma i comandanti greci giurarono che i congiurati troiani e le loro famiglie non avrebbero subito alcun danno. Durante la notte l'esercito greco fu condotto alla porta Scea che era ornata con una testa di cavallo ed era sorvegliata da
Antenore
e
Anchise
pronti a lasciar entrare gli assedianti.
Capitolo XLI
Entrato in città, Neottolemo prese a trucidare i
Troiani
ed uccise anche
Priamo
che trovò sull'altare di
Zeus
. Fuggendo Ecuba affidò
Polissena
a
Enea
che la nascose presso
Anchise
.
Andromaca
e
Cassandra
si rifugiarono nel tempio della Concordia.
Capitolo XLII
Al mattino
Agamennone
ringraziò gli dei e lodò l'esercito. Fece riunire il bottino in un luogo per dividerlo più tardi. I
Greci
decisero di mantenere la parola data e a
Antenore
,
Enea
e a tutti quelli che avevano partecipato al tradimento si restituirono tutti gli averi.
Antenore
ottenne la libertà anche per Eleno,
Cassandra
, Ecuba e
Andromaca
.
Capitolo XLIII
Al momento della tempesta scoppiò una tempesta che bloccò nel porto le navi dei
Greci
. Calcante dichiarò che negli Inferi qualcuno voleva soddisfazione e Neottolemo notò che
Polissena
, per la quale il padre era morto, non era stata trovata.
Polissena
fu cercata in ogni luogo e quando fu trovata Neottolemo la scannò sulla tomba di
Achille
.
Agamennone
, irato con
Enea
che aveva nascosto
Polissena
, gli ordinò di partire immediatamente con i suoi familiari.
Partirono anche
Agamennone
e gli altri. Infine partì Eleno con Ecuba,
Andromaca
e
Cassandra
e andò nel Chersoneso.
Capitolo XLIV
Si combattè sotto
Troia
per dieci anni, otto mesi e dodici giorni.
Morirono ottocentoseimila
Greci
e duecentosettantottomila
Troiani
.
Enea
partì con ventidue navi e tremilatrecento persone,
Antenore
con duemilacinquecento, Eleno con milleduecento.