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DITTI CRETESE
STORIA DELLA GUERRA TROIANA
LIBRO PRIMO
I. Tutti gli eredi di
Catreo
figlio di
Minosse
e re di
Creta
si riunirono in
Creta
per dividere l'eredità. Il testamento prevedeva un'equa spartizione ma disponeva che la corona andasse a
Idomeneo
.
Furono presenti
Palamede
,
Eace
,
Menelao
che rappresentava anche sua sorella
Anassibia
ed il fratello
Agamennone
.
Menelao
ed i suoi fratelli erano detti
Atridi
dal nome del nonno
Atreo
che li aveva allevati dopo la morte prematura del padre
Plistene
.
II. Ad onorare gli eredi di
Catreo
vennero i parenti di
Europa
che offrirono un grandioso banchetto.
I principi greci erano colpiti dalla magnificenza del tempio che era stato ornato con i doni del padre di
Europa
e delle matrone di
Sidone
.
III. In quel tempo visitò
Sparta
Alessandro (
Paride
) in compagnia di
Enea
ed altri. Nella casa di
Menelao
conobbe
Elena
, se ne innamorò e la portò con se insieme a
Etra
e
Climene
(cugina di
Menelao
). La notizia, amplificata e distorta, raggiunse rapidamente
Menelao
a
Creta
.
IV. Vedendo
Menelao
fuori di se,
Palamede
organizzò immediatamente il rientro a
Sparta
. Intorno ad
Agamennone
e
Nestore
si erano già riuniti tutti i principi della
Grecia
.
Fu stabilito che
Palamede
,
Ulisse
e
Menelao
si recassero a
Troia
a chiedere la restituzione di
Elena
e di quanto era stato portato via.
V. Gli ambasciatori non trovarono
Paride
a
Troia
perché si era trattenuto a
Cipro
poi a
Sidone
dove uccise il re dei
Fenici
per depredare il palazzo di arredi e ricchezze.
Scontrandosi con i
Fenici
Paride
perse due navi ma riuscì a fuggire.
VI, Il re
Priamo
ascoltò il discorso di
Palamede
ma decise di rimandare la questione al ritorno di
Paride
non essendo giusto giudicare un assente.
Gli ambasciatori rimasero quindi a
Troia
ospiti di
Antenore
.
VII. Quando
Paride
arrivò a
Troia
con
Elena
la popolazione si mostrò sdegnata per il rapimento ma i figli di
Priamo
, convocati dal padre, decisero di non restituire
Elena
, attratti dalle sue ricchezze e dall'avvenenza delle donne che erano con lei.
VIII.
Priamo
consultò anche gli anziani ma questi furono minacciati dai figli del re i quali repressero con la violenza anche le proteste popolari.
IX.
Priamo
parlò con
Elena
che gli dimostrò come la sua famiglia fosse imparentata con quella dei regnanti
Troiani
risalendo a
Belo
ed
Agenore
.
X.
Priamo
ed i figli (ad eccezione di
Paride
e
Deifobo
) cominciarono a valutare l'ipotesi di restituire
Elena
, ma
Ecuba
prese le difese di lei. Infine
Priamo
decise di lasciare la scelta alla stessa
Elena
che davanti al consiglio ed al popolo dichiarò di non voler tornare a
Sparta
.
XI. Informati della decisione,
Ulisse
e
Menelao
minacciarono la guerra. I principi
Troiani
cospirarono per ucciderli ma
Antenore
sventò la congiura e si occupò di far partire gli ambasciatori in sicurezza.
XII. Tutti i principi del casato di
Pelope
decisero di fare guerra a
Priamo
e stabilirono che la base per i preparativi fosse
Argo
.
XIII. I primi ad arrivare furono
Aiace
e
Teucro
figlio di
Telamone
. Seguirono
Idomeneo
e
Merione
,
Nestore
,
Antiloco
e
Trasimede
,
Peneleo
,
Clonio
,
Archesilao
,
Protenore
e
Leito
(
Beozia
),
Schedio
e
Epistrofo
(
Focide
),
Ascalafo
e
Ialmeno
,
Diore
e
Mege
,
Toante
di
Andremone
,
Euripilo
,
Ormeno
e
Leonteo
.
XIV.
Achille
figlio di
Peleo
e di
Tetide
, con
Patroclo
e
Fenice
.
Tlepolemo
,
Eutrafate
,
Fidippo
,
Antifo
.
Protesilao
figlio di
Ificlo
con il fratello
Podarce
;
Eumelo
figlio di
Admeto
;
Podalirio
e
Macaone
(medici, figli di
Asclepio
),
Filottete
,
Nireo
da
Simi
,
Menesteo di Atene
,
Aiace d'Oileo da Locri
,
Amfiloco
di
Amfiarao
;
Stenelo
di
Capaneo
;
Eurialo
di
Mecisteo
,
Tessandro
di
Polinice
dall'
Etolia
,
Demofonte
,
Acamante
.
XV. Si riunirono tutti ad
Argo
ospiti di
Diomede
.
Agamennone
distribuì oro a tutti. Giurarono di distruggere
Troia
con un rituale presieduto dall'indovino
Calcante
.
XVI.
Agamennone
, che oltre ad essere il fratello dell'offeso era il più ricco e potente, fu nominato comandante supremo.
Achille
,
Aiace
e
Fenice
ebbero la carica di prefetti della flotta,
Palamede
,
Diomede
e
Ulisse
il comando dell'esercito.
I principi tornarono alle loro città e per i due anni successivi si dedicarono a reclutare uomini e costruire navi.
XVII. Si riunirono quindi in
Aulide
in
Beozia
.
Agamennone
conferì centosessanta navi comandate da
Agapenore
,
Nestore
novanta,
Menelao
sessanta,
Menesteo
cinquanta,
Elefenore
trenta
Aiace Telamonio
dodici,
Diomede
ottanta,
Ascalafo
e
Ialmeno
trenta,
Aiace d'Oileo
quaranta,
Archesilao
,
Protenore
,
Peneleo
,
Leito
,
Clonio
cinquanta,
Schedio
e
Epistrofo
quaranta,
Talpio
,
Diore
, Amfimaco e
Polisseno
quaranta,
Toante
quaranta,
Mede quaranta,
Idomeneo
e
Merione
ottanta,
Ulisse
dodici,
Protoo
di
Magnesia
quaranta,
Tlepolemo
otto,
Eumelo
undici,
Achille
cinquanta,
Nileo tre,
Podarce
e
Protesilao
undici,
Podalirio
e
Macaone
trenta,
Filottete
sette,
Euripilo
quaranta,
Guneo
ventidue,
Perebi
e
Polipete
quaranta,
Eutrafate
,
Antifo
e
Fidippo
,
Scarpanto
,
Coo
,
Caso
e Calidna trenta,
Tessandro
cinquanta,
Calcante
venti,
Mopso
venti,
Epeo trenta.
XVIII. Ogni partecipante conferì anche cavalli e carri da guerra ma il grosso dell'esercito era la fanteria perché la
Grecia
, povera di pascoli, faceva scarso uso della cavalleria.
I
Greci
cercarono anche l'allenza di
Sarpedonte
re di
Sidone
ma
Priamo
li aveva preceduti.
XIX.
Agamennone
uccise una capra non sapendo di trovarsi in un bosco sacro a
Artemide
. A causa di questo sacrilegio la dea scatenò una pestilenza. Una donna ispirata spiegò l'origine dell'epidemia ed affermò che la dea si sarebbe placata solo con i sacrificio della figlia maggiore del colpevole.
Poiché
Agamennone
rifiutava di sacrificare la figlia, i
Greci
gli tolsero il comando affidandolo a quattro capi:
Palamede
,
Diomede
,
Aiace Telamonio
e a
Idomeneo
.
XX.
Ulisse
si presentò a
Clitemnestra
con una lettera con la firma contraffatta di
Agamennone
, facendole credere che il re avesse combinato il matrimonio fra
Achille
e
Ifigenia
e sollecitandola a consegnargli la figlia.
XXI. Il giorno stabilito
Ulisse
,
Menelao
e
Calcante
si apprestarono a compiere il sacrificio di
Ifigenia
ma il cielo fu sconvolto da un violento temporale, mentre fra i
Greci
scoppiava una pestilenza. Una misteriosa voce ordinò di annullare il sacrificio ed assicurò che
Agamennone
avrebbe avuto la sua punizione una volta rientrato da
Troia
.
XXII. Intanto
Achille
, grazie ad una lettera di
Clitemnestra
, scopriva l'inganno di
Ulisse
e si precipitava ad interrompere il sacrificio. In quel momento comparve nel bosco una cerva ed i presenti, comprendendo che si trattava di una vittima inviata dalla stessa dea, la sacrificarono.
Achille
affidò
Ifigenia
agli Sciti.
XXIII. Temporale e pestilenza cessarono, si alzò un vento favorevole alla partenza.
Agamennone
fu reintegrato nel comando e la navi salparono a
Aulide
.
LIBRO SECONDO
I. Arrivati alle coste della
Misia
, i
Greci
furono ostacolati dalle guardie del re
Telefo
che erano incaricate di evitare lo sbarco dei pirati. I
Greci
si considerarono offesi ed attaccarono le guardie.
II. Informato dell'attacco
Telefo
accorse con tutti gli uomini che riuscì a radunare rapidamente. Nella battaglia che seguì perì
Tessandro
, ucciso da
Telefo
.
Diomede
raccolse il suo cadavere e si occupò di cremarlo.
III.
Achille
e
Aiace Telamonio
presero il comando e fecero grande strage di nemici.
Aiace
uccise Teutranio, fratello di
Telefo
, ed
Achille
ferì
Telefo
.
IV. La battaglia continuò fino a sera. L'indomani fu stabilita una tregua per seppellire i morti.
V. Durante la tregua
Tlepolemo
,
Fidippo
ed
Antifo
che, come membri della stirpe di
Eracle
, erano parenti di
Telefo
, andarono a fargli visita.
Telefo
rimproverò gli ospiti per non aver mandato messaggeri ad avvisarlo del loro arrivo ed essere sbarcati all'improvviso. Ordinò comunque al suo popolo di cessare le ostilità e di permettere ai
Greci
di sbarcare.
Rifiutò di fornire soldati perché
Astioche
, moglie sua e madre di
Euripilo
, era figlia di
Priamo
e ciò gli impediva di combattere contro
Troia
.
VI. Anche
Achille
ed
Aiace
resero visita a
Telefo
che volle conoscere anche tutti i Pelopidi che militavano nell'esercito greco. Invitò anche
Agamennone
e
Menelao
i quali fecero chiamare i medici
Macaone
e
Podalirio
figli di
Asclepio
per curare la ferita di
Telefo
.
VII. Sopraggiunse la cattiva stagione e non potendo proseguire per
Troia
i
Greci
andarono a svernare in
Beozia
e di qui molti tornarono alle loro case.
VIII. Alcuni mercanti sciti informarono i
Troiani
sulla spedizione greca.
Alessandro
ed i suoi consiglieri mandarono ambasciatori presso i popoli confinanti per cercare rinforzi.
IX il progetto troiano era di prevenire il nemico attaccando la
Grecia
, comprendendolo
Diomede
sollecitò tutti gli altri capi per affrettare la partenza.
Ulisse
confessò il suo inganno ad
Agamennone
che credeva ancora che
Ifigenia
fosse morta e ad
Achille
riconciliandolo con il re. Si era nel nono anno dal ratto di
Elena
.
X. Mentre i
Greci
si riunivano ad
Argo
per riprendere l'impresa, giunse
Telefo
che aveva saputo dall'oracolo che la sua ferita sarebbe guarita solo con l'aiuto di
Achille
,
Macaone
e
Podalirio
. Venne fatto quanto l'oracolo aveva prescritto, la ferita guarì e
Telefo
riconoscente guidò i
Greci
fino a
Troia
.
XI. Nel luogo dove sbarcarono stava arrivando con la sua armata
Sarpedonte
alleato di
Priamo
. I
Greci
, presi alla sprovvista durante lo sbarco, affrontarono la lotta con difficoltà. Nel combattimento morì
Protesilao
che era sulla nave che aveva attraccato per prima, ucciso da una freccia di
Enea
.
XII.
Telefo
aveva accompagnato la flotta per indicare la rotta ma non potendo combattere per i motivi già esposti ripartì per la sua terra.
Durante le esequie di
Protesilao
i
Greci
furono attaccati da Cicno, alleato dei
Troiani
, ma intervenne
Achille
e lo uccise.
XIII. I
Greci
decisero di impadronirsi delle città vicine per evitare che aiutassero
Troia
. Iniziarono dalla città di Cicno ma non la distrussero perché si impietosirono alle preghiere degli abitanti. Si fecero consegnare Cobimo, Coziano e Glauce, figli di Cicno.
XIV. Per disposizione di un oracolo
Palamede
offrì ad
Apollo
Sminteo il sacrificio di cento buoi. Il rito era presieduto dal sacerdote
Crise
,
Alessandro
tentò di disturbarlo ma fu respinto da
Aiace Telamonio
ed
Aiace d'Oileo
.
XV.
Diomede
ed
Ulisse
, spinti dall'invidia, decisero di eliminare
Palamede
. Lo indussero a calarsi in un pozzo facendogli credere che contenesse un tesoro, ma una volta disceso lo ricoprirono i pietre.
Alcuni sospettarono che
Agamennone
fosse coinvolto nel complotto perché
Palamede
era molto amato dall'esercito e molti avevano proposto di affidargli il comando.
XVI.
Achille
attaccò
Lesbo
, amica dei
Troiani
, ne uccise il re Forbante e fece prigioniera la figlia Diomedea, quindi diroccò
Sciro
e Jerapoli.
Un re degli Sciti, per evitare problemi, recò molti doni ai
Greci
.
XVII.
Achille
attaccò quindi i Cilici a
Lirnesso
, uccise il re Eezione e fece prigioniera la moglie
Astinome (Criseide)
figlia di
Crise
.
Rivoltosi contro i Lelegi, conquistò Pedasio e catturò
Ippodamia (Briseide)
il cui padre Brise, re dei Lelegi, si impiccò.
XVIII.
Aiace Telamonio
invase il Chersoneso Tracico. Gli si arrese
Polimestore
che gli consegnò
Polidoro
figlio di
Priamo
, che gli era stato affidato.
Quindi
Aiace
uccise il re dei Frigi Teutrante e catturò la figlia
Tecmessa
.
XIX.
Achille
ed
Aiace
tornarono al campo dove furono accolti con grandi onori.
Nestore
ed a
Idomeneo
furono incaricati di dividere la preda. Ad
Achille
andarono
Ippodamia
e Diomedea mentre
Astinome
fu data ad
Agamennone
,
Tecmessa
ad
Aiace
. Il resto del bottino fu distribuito fra gli altri combattenti.
XX.
Menelao
con
Ulisse
e
Diomede
si presentò al consiglio degli anziani di
Troia
per scambiare
Polidoro
con
Elena
, avvertendo che se la proposta fosse stata respinta i
Greci
avrebbero combattuto fino alla completa distruzione dell'una o dell'altra parte.
XXI. Risposero per primi Panto e
Antenore
attribuendo la responsabilità alla famiglia regnante (
Priamo
ed i figli erano assenti). Vennero quindi convocati gli alleati di
Priamo
ai quali
Ulisse
tenne un secondo discorso analogo al primo.
Il consiglio riconobbe che
Menelao
era stato offeso e si mandò ad informare
Priamo
della proposta riguardante
Polidoro
.
XXII.
Priamo
fu sconvolto dalla notizia che
Polidoro
era in mano al nemico ma i figli gli impedirono di raggiungere il consiglio.
XXIV. Preso in disparte
Ettore
, Panto tentò di convincerlo a sostenere quanti volevano restituire
Elena
, ma questa aveva in precedenza invocato la protezione di
Ettore
che aveva promesso, quindi propose di restituire quanto
Alessandro
aveva preso a
Sparta
insieme alla donna e di dare a
Menelao
, invece di
Elena
, una figlia di
Priamo
:
Cassandra
o
Polissena
.
XXV. Intervenne
Enea
, decisamente ostile a
Menelao
. Nel suo discorso ricordò come i
Greci
avessero compiuto spesso rapimenti:
Europa
,
Ganimede
,
Medea
, Io; quindi intimò minacciosamente agli ambasciatori di far sgomberare la spiaggia dalle navi greche.
Ulisse
prese le parole di
Enea
come una definitiva dichiarazione di guerra, che ricambiò. Gli ambasciatori si allontanarono mentre il popolo troiano deprecava il comportamento di
Enea
.
XXVI. Quando gli ambasciatori riferirono l'esito della missione si decise di uccidere
Polidoro
che venne trucidato sotto le mura di
Troia
, quindi il cadavere fu riconsegnato ai familiari.
Aiace
riprese le spedizioni contro le città vicine.
XXVII.
Crise
, sacerdote di
Apollo
, si presentò al campo greco per riscattare la figlia
Astinome
.
XXVIII. Molti
Greci
commossi proponevano di restituire
Astinome
senza accettare riscatto ma
Agamennone
cacciò brutalmente il sacerdote, esecrato da tutti e in particolare da
Achille
.
XXIX Pochi giorni dopo una grave epidemia colpì l'esercito greco. L'indovino
Calcante
fu consultato ma esitava a parlare per timore di
Agamennone
. Solo quando
Achille
gli garantì protezione
Calcante
rivelò che l'epidemia dipendeva dallo sdegno di
Apollo
per l'offesa arrecata al suo sacerdote e disse che soltanto la restituzione di
Astinome
avrebbe placato il dio.
XXX. Prevedendo la reazione di
Achille
,
Agamennone
fece armare le persone che erano con lui, ma
Achille
fece raccogliere in un'unica catasta tutte le vittime della pestilenza e le mostrò al congresso dei capi minacciando di uccidere
Agamennone
se non avesse acconsentito a restituire la schiava. Ma
Agamennone
persisteva nel suo rifiuto.
XXXI. Avuta la notizia dell'epidemia che colpiva il nemico, i
Troiani
ne approfittarono per attaccare. Ne seguì una lunga e cruenta battaglia.
XXXII. Molti proposero di passare il comando supremo ad
Achille
ma
Agamennone
acconsentì finalmente a restituire
Astinome
purché gli fosse data in cambio
Ippodamia (Briseide)
che era stata assegnata ad
Achille
.
Achille
non si oppose, i littori prelevarono
Briseide
dalla sua tenda mentre
Ulisse
e
Diomede
accompagnavano
Criseide
dal padre e subito l'epidemia cessò di tormentare l'esercito.
XXXIII. Offeso dalle pretese di
Agamennone
e dal fatto che nessuno si fosse opposto,
Achille
si ritirò nella su tenda rifiutando di partecipare alle assemblee e di ricevere visite dagli altri capi. Erano con lui solo
Patroclo
,
Fenice
e l'auriga
Automedonte
.
XXXIV. Poiché gli alleati, stanchi dell'inazione, mostravano di voler tornare alle loro case,
Ettore
decise di attaccare battaglia.
A questo punto l'autore fornisce un catalogo degli alleati dei
Troiani
:
Pandaro di Licia
, figlio di Licaone;
Ippotoo
e Pileo di Larissa;
Acamante e Piro di
Tracia
;
Eufemo di Trezene;
Pilemene
figlio di Melio;
Odio e Epitrofo figli di
Minosse
re degli Alizoni;
Sarpedonte
figlio di Xanto, comandante dei Licii;
Naste e
Anfimaco
di
Caria
;
Antifo e
Mestle
di Meonia figli di
Pilemene
;
Glauco figlio di Ippoloco
;
Forci e
Ascanio
di
Frigia
;
Gromi di Midone di
Misia
;
Pirecme
peonio;
Amfio e
Adrasto
figli di Merope;
Asio
d'
Irtaco
da Sesto;
Asio
figlio di
Dimante
e fratello di
Ecuba
.
XXXV. Visti i preparativi del nemico anche i
Greci
si disposero per combattere, tranne
Achille
che, offeso, si teneva in disparte.
I due eserciti si fronteggiarono per qualche tempo ma infine sia
Greci
sia
Troiani
furono richiamati senza aver combattuto.
XXXVI. Mentre i
Greci
si spogliavano delle armi,
Achille
tentò di attaccarli all'improvviso per vendicare le offese subite ma
Ulisse
se ne accorse ed avvertì tutti gli altri comandanti.
Achille
trovò tutti in armi e pronti alla difesa ed abbandonò il progetto.
Dal suo campo
Ettore
notò la confusione nel campo nemico ed inviò a controllare Dolone figlio di Eumede ma l'esploratore fu catturato e ucciso da
Ulisse
e
Diomede
.
XXXVII. Dopo alcuni giorni di ozio gli avversari scesero di nuovo in campo e questa volta combatterono.
XXXVIII. Molti perirono nel combattimento, molti furono feriti e costretti a lasciare il campo.
Menelao
tentò di duellare con
Paride
che fuggì. Indignati
Ettore
e
Deifobo
lo costrinsero a tornare in campo per affrontare
Menelao
.
XXXIX. Dopo alcuni colpi andati a vuoto,
Paride
rimase ferito ad una gamba ma mentre
Menelao
avanzava per finirlo,
Pandaro
lo ferì con una freccia. I
Greci
deprecarono questo intervento che interrompeva un duello che avrebbe potuto concludere la guerra.
XL.
Pandaro
colpì altri nemici con le sue frecce ma infine fu ucciso da
Diomede
.
Il combattimento continuò fino a notte. Seguì una sospensione delle ostilità dovuta alla cattiva stagione.
Durante la tregua
Ettore
organizzò un'improvvisa sortita e riuscì ad incendiare molte navi nemiche. I
Greci
implorarono
Achille
di intervenire, ma
Achille
rifiutò.
XLI. Mentre i
Greci
rimanevano quieti nel loro campo per l'inverno,
Ettore
guidò un'improvvisa sortita cogliendo il nemico impreparato e facendo molte vittime.
Ettore
si spinse fino alle navi greche e cominciò ad appiccare il fuoco, alcuni
Greci
corsero a pregare
Achille
di intervenire.
XLII. Prese l'iniziativa
Aiace Telamonio
che riuscì ad allontanare i
Troiani
dalle navi e a ferire
Ettore
con un grande sasso.
I suoi compagni portarono in salvo
Ettore
ma
Aiace
fece una strage. Riuscirono a resistergli per qualche tempo
Glauco di Ippoloco
,
Sarpedonte
e Asteropeo ma quando questi cedettero
Aiace
uccise Antifo, Polite,
Pammone
e Mestore figli di
Priamo
e Eufemo comandante dei Ciconii.
XLIII. A sera
Agamennone
offrì un banchetto per onorare l'impresa di
Aiace
.
In pochi giorni i
Greci
ripararono i modesti danni che i
Troiani
avevano arrecato alle navi.
XLIV.
Reso
figlio di Eione, alleato di
Priamo
, giunse nei pressi di
Troia
con un esercito di Traci e si accampò per la notte.
Ulisse
e
Diomede
penetrarono nel campo dei Traci, soppressero le guardie addormentate e lo stesso
Reso
quindi tornarono alle navi portando via i cavalli di
Reso
.
I
Greci
si prepararono a fronteggiare un attacco dei Traci.
XLV. Infatti al mattino i Traci attaccarono disordinatamente ma furono duramente sconfitti dai due Aiaci e da altri comandanti. Quindi i
Greci
saccheggiarono il loro campo facendo fuggire i superstiti.
XLVI. I
Troiani
non avevano fornito alcun aiuto ai loro alleati, perciò i Traci sopravvissuti alla battaglia passarono nelle file dei
Greci
.
In quei giorni il sacerdote Crise venne a ringraziare i
Greci
che gli avevano restituito la figlia e, considerando il trattamento che
Criseide
aveva ricevuto, la lasciò ad
Agamennone
.
Giunse al campo greco anche
Filottete
, recuperato da
Lemno
da alcuni compagni, ancora debole e malfermo.
XLVII.
Aiace Telamonio
propose ad
Agamennone
di tentare una riconciliazione con
Achille
,
Agamennone
accettò ed incaricò
Aiace
e
Ulisse
di parlare con
Achille
.
Diomede
si unì spontaneamente alla missione.
XVLIII. Compiuto un sacrificio,
Agamennone
giurò di non aver violato Ippodamia. Per riconciliarsi con
Achille
, oltre alla prigioniera, gli offriva di sposare una delle sue figlie con una ricca dote.
Patroclo
corse a riferire ad
Achille
le parole di
Agamennone
.
XLIX.
Achille
accolse cortesemente gli inviati di
Agamennone
.
Aiace
lo rimproverò benevolmente per la sua ostinazione mentre
Ulisse
gli riferì le offerte e le promesse di
Agamennone
.
L.
Achille
insisteva nella sua posizione ricordando le sue gesta e la sua abnegazione e accusando
Agamennone
di averlo offeso e tutti i
Greci
di aver tollerato il comportamento del re.
LI. Infine
Achille
si lasciò convincere dalle preghiere degli amici ed accettò di partecipare al banchetto offerto da
Agamennone
, dove fu accolto con grande onore fra le gioia di tutti.
Agamennone
incaricò
Patroclo
di accompagnare Ippodamia alla tenda di
Achille
.
Con l'inverno i
Greci
e i
Troiani
si concessero tacitamente una tregua.
LIBRO TERZO
I. Durante la tregua i
Greci
si mantenevano in costante esercizio mentre i
Troiani
si lasciarono andare all'ozio. Intanto quasi tutti gli alleati di
Priamo
abbandonarono la causa di
Troia
, molti perché indignati dalla vicenda di
Paride
e del rapimento di
Elena
.
II. Un giorno
Achille
volle assistere ad una cerimonia dei
Troiani
nel tempio di
Apollo
fuori dalla città, approfittando della tregua infatti assediati ed assedianti vi si recavano senza pericolo.
In quell'occasione
Achille
vide
Polissena
, figlia di
Ecuba
e
Priamo
, e se ne innamorò.
Dopo alcuni giorni
Achille
mandò
Automedonte
da
Ettore
per chiedere la mano di
Polissena
e
Ettore
rispose che per avere la sorella
Achille
gli avrebbe dovuto consegnare l'intero esercito greco.
III.
Achille
ricusò la richiesta offrendo in cambio di fare da mediatore della pace, ma
Ettore
avanzò altre proposte inaccettabili e la trattativa nuziale naufragò. Esacerbato
Achille
giurò di uccidere
Ettore
. Quando raccontò del suo innamoramento a
Agamennone
e
Menelao
quelli lo confortarono promettendo che presto sarebbe stato padrone di quanto non aveva potuto ottenere.
Intanto gli ex-alleati di
Troia
offrivano aiuto ai
Greci
ma questi rifiutarono diffidando di interlocutori tanto volubili.
IV. A primavera ripresero i combattimenti.
Diomede
uccise
Pirecme
re dei
Peoni
,
Idomeneo
uccise Acamante re dei Traci.
Ettore
con
Glauco
,
Deifobo
e
Polidamante
accorse in aiuto della parte più debole dello schieramento troiano riequilibrando le sorti dello scontro.
V.
Ettore
si comportò molto valorosamente e ferì
Diore
,
Polisseno
e Epio, gli andò contro
Achille
uccidendo
Pilemene
re dei Paflagoni discendente di Fineo che tentava di ostacolarlo.
VI.
Ettore
si sottrasse all'attacco e
Achille
tentò di abbatterlo con una freccia e colpì l'auriga. Furioso per la fuga di
Ettore
,
Achille
si accanì nella lotta uccidendo molti nemici ma
Eleno
lo ferì ad una mano con una freccia costringendolo a ritirarsi (per
Ditti Cretese
, dunque,
Achille
non era invulnerabile).
VII.
Agamennone
e i due Aiaci fecero strage dei nemici e di molti figli di
Priamo
:
Agamennone
uccise
Deiopite
, Archemaco, Laomaco e
Filemone
;
Aiace d'Oileo
e
Aiace Telamonio
abbatterono
Melio
,
Astigono
,
Doriclo
,
Ippotoo
e
Ippodamante
.
Patroclo
e
Sarpedonte
ingaggiarono un lungo duello nel quale
Sarpedonte
rimase ucciso.
VIII. Vedendo cadere
Sarpedonte
molti
Troiani
si volsero contro
Patroclo
che resistette all'attacco uccidendo Gorgizione e ferendo
Deifobo
. La battaglia durò fino alla sera con molti caduti e nessun vincitore.
IX. Nel campo troiano si pianse amaramente la morte di
Sarpedonte
, i
Greci
invece si rallegravano nel constatare che la ferita di
Achille
non era grave.
Nel giorni seguenti ciascuna parte in guerra si dedicò ad onorare e seppellire i propri caduti, quindi si tornò a combattere.
X. Attaccando per primi i
Troiani
sfruttarono la sorpresa per fare molte vittime fra i nemici. Morirono fra i
Greci
Arcesilao
e
Schedio
,
Mege
e
Agapenore
furono feriti. Euforbo uccise
Patroclo
e
Ettore
si gettò sul cadavere per farne scempio, Euforbo fu a sua volta ucciso da
Menelao
.
XI. I capi greci si riunirono intorno ad
Achille
disperato per la morte di
Patroclo
. Tutti erano sconvolti dalla vista delle atroci ferite sul corpo del giovane eroe caduto.
XII. Si costruì un grande rogo e si tributarono solenni esequie a
Patroclo
.
XIII. Alcuni giorni dopo i
Troiani
portarono un nuovo improvviso attacco al campo greco ma furono messi in fuga.
XIV. Fra i
Troiani
caduti in quell'occasione furono
Asio
, Pileo e
Ippotoo
. Iso e Evandro figli di
Priamo
furono fatti prigionieri e
Achille
li fece scannare sul rogo ormai spento di
Patroclo
giurando di vendicare la morte dell'amico.
XV.
Pentesilea
regina delle
Amazzoni
si alleò con i
Troiani
e mentre
Ettore
andava ad incontrarla cadde ucciso in un'imboscata tesagli da
Achille
.
Achille
spogliò delle armi il cadavere di
Ettore
e lo legò al suo carro per straziarlo davanti agli occhi di tutti.
XVI. Alla notizia della morte del loro campione i
Troiani
furono presi dalla disperazione.
XVII. I
Greci
festeggiarono la morte del loro più temibile avversario e
Achille
indisse giochi funebri in onore di
Patroclo
.
Eumelo
vinse nelle corse con la quadriga,
Diomede
e
Menelao
ebbero rispettivamente il primo e il secondo premio della corsa delle bighe.
XVIII. Per la gara di tiro con l'arco una colomba fu legata ad un sottilissimo filo e solo
Ulisse
e
Merione
riuscirono a colpirla, ma
Filottete
dichiarò di poter colpire addirittura il filo e riuscì nell'impresa ottenendo da
Achille
un premio straordinario.
XIX.
Aiace d'Oileo
fu primo nella corsa,
Polipete
secondo. Altri premi furono vinti da
Macaone
,
Euripilo
,
Tlepolemo
,
Antiloco
. Il premio per la lotta non fu assegnato perché l'incontro fra
Ulisse
e
Aiace
si concluse in pareggio.
XX. All'alba del giorno seguente
Priamo
, con vesti ed atteggiamenti da supplice, si presentò ad
Achille
per chiedere le spoglie di
Ettore
. Lo accompagnava
Andromaca
con i figli
Astianatte
e Laodamante (in
Omero
Ettore
e
Andromaca
hanno un solo figlio,
Astianatte
).
La vista di
Priamo
devastato dal dolore commosse
Nestore
ma non
Ulisse
che rivolse contumelie al vecchio re.
Achille
mandò
Automedonte
a ricevere
Priamo
e il suo seguito.
XXI.
Priamo
rivolse ad
Achille
una supplica accorata, umiliandosi di fronte all'eroe.
XXII. Sfinito
Priamo
tacque, mentre
Andromaca
prendeva a implorare a sua volta
Achille
.
Fenice
impietosito cercò di fare coraggio a
Priamo
.
XXIII.
Achille
rispose che
Priamo
avrebbe dovuto fermare gli errori dei suoi figli e non lasciarsi tentare dalle ricchezze degli
Atridi
. Quanto ad
Ettore
era giusto che pagasse l'aver orribilmente fatto scempio del corpo di
Patroclo
.
La guerra, nata dall'adulterio di
Elena
con
Paride
, è servita secondo
Achille
a dimostrare la barbarie dei
Troiani
.
XXIV.
Achille
consultò gli altri capi greci e tutti furono dell'opinione di accettare i doni di
Priamo
e consegnargli il cadavere, ma a convincere
Achille
fu l'addolorata supplica di
Polissena
che abbracciò le sue ginocchia piangendo.
Achille
volle che fosse dato a
Priamo
un abito degno e che sedesse alla sua tavola.
XXV. Durante il pasto
Achille
chiese a
Priamo
perché i
Troiani
avessero affrontato una guerra così disastrosa invece di consegnare
Elena
.
XXVI.
Priamo
raccontò del presagio fatale, quando
Ecuba
incinta di
Alessandro
aveva sognato di partorire una fiaccola che incendiava
Troia
. Molti avevano proposto di eliminare il neonato ma
Ecuba
lo aveva affidato ai pastori.
Quando si era scoperto che era ancora vivo,
Alessandro
ormai adulto era apparso così bello che invece di ucciderlo gli avevano dato in sposa Enone.
Fu certamente una divinità ad indurre
Alessandro
a rapire
Elena
che infatti fu accolta con gioia dai
Troiani
. Si era opposto soltanto
Antenore
che aveva cacciato il figlio
Glauco
perché amico di
Alessandro
.
XXVII.
Achille
accettò i doni di
Priamo
lasciandone una parte a
Polissena
e consegnò il cadavere di
Ettore
.
Riconoscente,
Priamo
offrì ad
Achille
di tenere con se
Polissena
ma
Achille
non accettò.
LIBRO QUARTO
I. I
Troiani
si stupirono nel veder tornare
Priamo
incolume e con il corpo del figlio. Tutti piansero la morte di
Ettore
. Le esequie solenni durarono dieci giorni, quanto la tregua appositamente concordata con i
Greci
.
II. Giunse
Pentesilea
regina delle
Amazzoni
con il suo esercito e dopo qualche giorno attaccò i
Greci
. Il combattimento fu molto duro ed alla fine della giornata molti erano i caduti. In particolare
Aiace
aveva fatto strage della fanteria nemica.
III. Quando
Pentesilea
venne disarcionata e gravemente ferita da
Achille
, le sue truppe fuggirono ma i
Greci
ne trucidarono la maggior parte risparmiando solo le donne.
Achille
voleva dare a
Pentesilea
degna sepoltura ma i
Greci
si opposero e
Diomede
la fece gettare ancora viva nelle acque dello
Scamandro
.
IV. Il giorno seguente giunse
Memnone
figlio di
Titone
ed Aurora alla guida di un esercito di Etiopi.
Intanto
Fala di Sidone
, a sua volta in viaggio per portare aiuto a
Priamo
, era approdato a
Rodi
ma gli abitanti dell'isola lo avevano accusato di aiutare chi aveva recato danno alla sua patria (in una versione del mito, infatti, durante il viaggio da
Sparta
a
Troia
Paride
aveva espugnato
Sidone
). Eccitati per le parole dei
Rodiensi
, i
Fenici
dell'esercito di
Fala
lo lapidarono e divisero fra loro le ricchezze del comandante.
V. Quando
Memnone
attaccò i
Greci
non riuscirono a fronteggiare un così grande numero di nemici e furono costretti a fuggire.
VI. I
Greci
estrassero a sorte chi avrebbe comandato in una nuova battaglia contro
Memnone
e il comando toccò ad
Aiace Telamonio
. Il giorno successivo i due eserciti tornarono a scontrarsi e
Antiloco
figlio di
Nestore
fu ucciso da
Memnone
.
Aiace
provocò
Memnone
che accettò il duello. Quando
Aiace
riuscì a privare l'avversario dello scudo,
Achille
lo uccise con un colpo di lancia.
VII. Caduto il loro capo i soldati di
Memnone
persero coraggio e i
Greci
ne uccisero molti.
Il troiano
Polidamante
fu ucciso da
Aiace
,
Glauco
figlio di
Antenore
fu ucciso da
Agamennone
e caddero anche molti figli di
Priamo
:
Areto
e
Echemone
per mano di
Ulisse
, Driope, Biante e Coritone uccisi da
Idomeneo
,
Ilioneo
da
Aiace d'Oileo
,
Tieste
e Telesia da
Diomede
,
Antifo
, Agavo,
Agatone
e
Glauco
da
Aiace Telamonio
, Asteropeo da
Achille
.
VIII. Fu indetta una tregua per seppellire i caduti. Le reliquie di
Memnone
poste in un'urna furono consegnate ai parenti, quelle di
Antiloco
a
Nestore
.
I
Greci
trascorsero la notte festeggiando la vittoria mentre i
Troiani
erano in preda alla disperazione avendo ormai perduti tutti i loro uomini migliori.
IX. Alcuni giorni dopo i
Greci
attaccarono di nuovo. I guerrieri troiani uscirono dalle mura ma fuggirono prima di iniziare a combattere. Molti furono uccisi ed altri fatti prigionieri come Licaone e
Troilo
figli di
Priamo
che furono scannati per ordine di
Achille
.
X. Si ebbe una tregua per la festa di
Apollo
Timbreo e
Priamo
mandò Ideo a parlare con
Achille
per offrirgli di nuovo
Polissena
. I
Greci
notarono l'incontro e sospettarono che
Achille
volesse tradirli.
Ulisse
e
Diomede
si incaricarono di appurare la verità.
XI.
Alessandro
e
Deifobo
, fingendo di recare un nuovo messaggio da parte di
Priamo
, incontrarono
Achille
nel tempio di
Apollo
. Mentre
Deifobo
distraeva
Achille
,
Alessandro
lo pugnalò a morte nel fianco. I due
Troiani
fuggirono e
Ulisse
e
Aiace
trovarono
Achille
moribondo che ebbe soltanto il tempo i pronunciare i nomi dei suoi uccisori.
XII. Mentre
Aiace
trasportava il corpo senza vita di
Achille
fu attaccato dai
Troiani
che intendevano fare scempio del cadavere.
Subito soccorso dai suoi compagni,
Aiace
affidò loro il corpo di
Achille
ed uccise
Asio
figlio di
Dimante
e fratello di
Ecuba
, quindi ferì Naste e Amfimaco signori della
Caria
.
I
Troiani
furono messi in fuga ma i caduti furono numerosi per entrambe le parti.
XIII. I comandanti piansero
Achille
con grande dolore, non così gli altri
Greci
perché si era sparsa la voce che
Achille
intendesse tradire.
Fu eretto un grande rogo nello stesso luogo dove erano state cremate le spoglie di
Patroclo
,
Aiace Telamonio
si occupò personalmente di raccogliere le ceneri dell'eroe che gli era stato carissimo.
XIV. I
Troiani
, dal canto loro, festeggiarono la fine del più temibile dei loro avversari, lodando l'astuzia di
Alessandro
.
Si seppe che stava per giungere in aiuto ai
Troiani
Euripilo
figlio di
Telefo
che
Priamo
aveva chiamato promettendogli la mano di
Cassandra
. Con
Euripilo
giungevano legioni di soldati dalla
Misia
e da altri paesi.
XV. I
Greci
chiusero i resti di
Achille
con quelli di
Patroclo
in un'urna e
Aiace
fece costruire un sepolcro a sue spese.
Giunse
Pirro
o
Neottolemo
, figlio di
Achille
e
Deidamia
, e conosciuti i modi della morte del padre giurò di vendicarlo unendosi agli altri per distruggere
Troia
.
XVI. Si stabilì di attaccare il giorno seguente, quindi
Neottolemo
banchettò alla tavola di
Agamennone
con
Aiace
,
Ulisse
e
Menelao
.
L'indomani
Diomede
e
Ulisse
avvertirono
Neottolemo
che i combattimenti sarebbero stati rimandati per permettere a lui e ai suoi uomini di riposare.
XVII. Due giorni dopo
Euripilo
incitò a combattere i
Troiani
che erano spaventati dall'arrivo di
Neottolemo
e riuscì a farli schierare contro il nemico che attaccava, tutti tranne
Enea
indignato per il sacrilegio commesso da
Alessandro
nel tempio di
Apollo
di cui era custode.
Si combattè violentemente,
Euripilo
uccise
Peneleo
e
Nireo
ma fu a sua volta ucciso da
Neottolemo
. A questo punto i
Troiani
, che consideravano
Euripilo
come loro ultima speranza, fuggirono in preda allo sconforto.
I
Greci
bruciarono il cadavere di
Euripilo
e ne mandarono i resti al padre. Crise informò i
Greci
che
Eleno
, per l'orrore del sacrilegio di
Alessandro
, si era rifugiato presso il tempio di
Apollo
. Catturato da
Ulisse
e
Diomede
,
Eleno
rivelò che anche
Enea
aveva lasciato
Troia
recandosi presso
Antenore
con il vecchio padre
*Anchise
.
Crise seppe da
Eleno
, che era indovino, che la rovina di
Troia
era ormai prossima.
XIX.
Greci
e
Troiani
decisero di concludere la guerra con un duello e
Filottete
sfidò
Alessandro
con l'arco.
Alessandro
tirò per primo ma la sua freccia andò a vuoto,
Filottete
lo colpì in rapida successione a una mano, un occhio, i piedi e quindi lo finì. Le sue frecce erano state bagnate con il sangue dell'
Idra
.
XX. I
Troiani
riuscirono a recuperare il cadavere di
Alessandro
e lo portarono in città, inseguendoli
Aiace Telamonio
si trovò sotto le mura, bersaglio di una pioggia di pietre scagliate dai nemici, ma resistette riparandosi con lo scudo mentre
Filottete
con le sue frecce uccideva molti
Troiani
. Il giorno seguente i
Greci
attaccarono di nuovo ma i
Troiani
non uscirono dalle mura.
XXI.
Neottolemo
vegliò sulla tomba del padre con tutto l'esercito dei
Mirmidoni
.
I figli di Antimaco si recarono presso
Eleno
e tentarono senza successo di riconciliarlo con i concittadini. Sulla via del ritorno furono catturati da
Diomede
e da
Aiace d'Oileo
, recati al campo greco vennero lapidati.
Enone, già moglie di
Alessandro
, morì di dolore per la perdita del marito e fu sepolta con lui.
XXIII. Mentre molti
Troiani
disertavano,
Priamo
e i suoi consiglieri decisero di riconsegnare
Elena
per porre fine alla guerra, ma
Deifobo
si oppose e prese
Elena
per moglie.
Antenore
fu incaricato di trattare con i
Greci
ma giunto al campo greco accusò
Priamo
di essere avido e ingiusto, mostrandosi pronto al tradimento.
Trattando privatamente con
Agamennone
,
Idomeneo
,
Ulisse
e
Diomede
,
Antenore
si accordò per tradire
Troia
ottenendo la promessa di metà dei beni di
Priamo
e il trono per uno dei suoi figli. Fu stabilito che anche
Enea
avrebbe avuto un compenso se avesse accettato di collaborare al tradimento.
Tornato a
Troia
,
Antenore
ingannò i concittadini riferendo che i
Greci
erano disposti a partire se avessero avuto
Elena
ed una certa quantità d'oro.
LIBRO QUINTO
I.
Antenore
parlò ai suoi figli lodando i
Greci
ed incitandoli a cercarne l'amicizia. Il mattino seguente il consiglio si riunì per ascoltare la testimonianza di
Antenore
.
II.
Antenore
tenne un discorso deprecando la guerra e le sue origini ricordando l'antica amicizia fra i
Greci
e i
Troiani
. Accusò
Priamo
e i suoi figli di essere responsabile di tante disgrazie ed affermò che
Elena
doveva essere immediatamente riconsegnata.
III. Tutti i presenti furono commossi dalle parole di
Antenore
e chiesero a gran voce che si trovasse una soluzione per concludere la guerra.
Priamo
, consapevole di aver perduto il consenso della cittadinanza, dichiarò di ritirarsi affidando il potere a
Antenore
.
IV. Durante la notte
Elena
incontrò segretamente
Antenore
per pregarlo di ottenere dai
Greci
garanzie per la sua incolumità, temeva infatti la punizione di
Menelao
per l'adulterio compiuto.
Al mattino
Antenore
e
Enea
si recarono al campo greco e perfezionarono gli accordi per il tradimento, quindi tornarono a
Troia
con
Ulisse
e
Diomede
.
Il consiglio dei
Troiani
, riunitosi pieno di speranza, deliberò innanzi tutto di bandire Antimaco dalla Frigia.
V. La riunione fu turbata da un grande clamore proveniente dalla reggia di
Priamo
. Si seppe che era crollata una parte dell'edificio uccidendo Bunomo, Corito e Ideo, figli di
Alessandro
ed
Elena
.
Più tardi
Ulisse
e
Diomede
vennero a sapere che un oracolo aveva previsto che
Troia
sarebbe caduta quando fosse stata privata del
Palladio
, un'antica statua che si diceva venuta dal cielo e si custodiva nel tempio di
Atena
.
Antenore
accettò di aiutarli a prendere la statua.
VI. Il giorno successivo si tenne un nuovo consiglio e il troiano Lampo chiese ai
Greci
clemenza per se e per gli altri consiglieri che erano stati costretti a combattere dai figli di
Priamo
.
Diomede
avanzò esose richieste di denaro che
Antenore
giudicò impossibili da soddisfare. La discussione rischiò di degenerare ma il consigliere Panto convinse tutti a rimandare la decisione.
VII. Si verificarono presagi nefasti durante i sacrifici ed i
Troiani
ne furono molto spaventati. Nel campo greco, invece,
Calcante
annunciava che la vittoria era ormai prossima.
VIII.
Ecuba
offrì nuovi sacrifici ma di nuovo il fuoco non consumò le carni della vittima.
Cassandra
fece trasportare le offerte sul sepolcro di
Ettore
e soltanto qui si riuscì a completare il rituale.
Antenore
costrinse la sacerdotessa
Teano
a consegnargli il
Palladio
e lo portò ad
Ulisse
.
Il mattino seguente si giunse ad un accordo che al ritorno di
Ulisse
e
Diomede
alle navi venne ratificato dai
Greci
.
IX.
Eleno
confermò che la perdita del
Palladio
avrebbe permesso la caduta di
Troia
e suggerì di offrire ad
Atena
un gigantesco cavallo di legno le cui dimensioni avrebbero costretto i
Troiani
a demolire parte delle mura della città. Preso dal rimorso,
Eleno
ebbe un mancamento e fu soccorso da
Pirro
che lo fece mettere sotto sorveglianza per timore che intendesse tornare dalla parte dei
Troiani
.
X. La delegazione che andò a
Troia
per firmare la pace era composta da
Ulisse
,
Diomede
,
Idomeneo
,
Aiace Telamonio
,
Nestore
,
Merione
,
Toante
,
Filottete
,
Neottolemo
,
Eumelo
.
Furono accolti ed onorati con allegria, quindi incontrarono gli anziani e si accordarono per la cerimonia di stipula del trattato di pace.
Gli alleati dei
Troiani
presero congedo e tornarono ai loro paesi.
XI. Intanto Epeo stava costruendo il cavallo di legno, immensa struttura montata su ruote, mentre a
Troia
Antenore
e
Enea
raccoglievano l'oro per pagare ai
Greci
quanto stabilito.
Tutti si comportarono nel rispetto degli accordi, in particolare i
Greci
che volevano evitare ogni sospetto.
Una volta completato il cavallo fu portato presso le mura di
Troia
e la popolazione uscì festante per accoglierlo. Una parte delle mura secolari venne abbattuta dagli stessi cittadini ma i
Greci
non permisero che il cavallo fosse introdotto in città prima di aver incassato il denaro ed aver occupato gli artigiani
Troiani
nella manutenzione delle loro navi.
XII. I
Greci
si imbarcarono e giunti al Sigeo attesero la notte. Con il buio penetrarono in città e presero a far strage degli abitanti che, confusi dalle libagioni della festa, non erano in grado di difendersi. Tutte la case vennero incendiate, risparmiando solo quelle di
Antenore
e di
Enea
.
Priamo
e molti
Troiani
cercarono rifugio nei Templi.
Menelao
scovò
Deifobo
, che aveva sposato
Elena
dopo la morte di
Paride
, e lo uccise dopo averlo mutilato barbaramente.
Neottolemo
trovò
Priamo
e lo scannò senza pietà mentre
Aiace d'Oileo
faceva prigioniera
Cassandra
strappandola dal tempio di
Atena
.
XIII. Tutti i superstiti che avevano cercato la salvezza nei templi furono uccisi e
Troia
venne saccheggiata. I
Greci
passarono a dividere fra loro il bottino e le donne.
Elena
fu consegnata a
Menelao
,
Polissena
fu immolata da
Neottolemo
in onore di
Achille
.
Agamennone
ebbe
Cassandra
,
Demofonte
Etra
,
Acamante
Climene
,
Neottolemo
Andromaca
,
Ulisse
Ecuba
.
Tutti gli altri combattenti greci ottennero preda e schiavi.
XIV.
Aiace
chiese per se il
Palladio
come premio per le sue molte imprese, gli si opposero solo
Ulisse
e
Diomede
ma quest'ultimo per rispetto di
Aiace
poco dopo si ritirò dalla contesa.
Ulisse
, che aveva salvato
Elena
quando
Aiace
aveva proposto di ucciderla, era sostenuto da
Menelao
e da
Agamennone
. Infine il
Palladio
fu assegnato a
Ulisse
.
XV. La situazione divise i
Greci
in due partiti e mentre
Aiace
meditava vendetta i suoi sostenitori insultavano e minacciavano
Ulisse
,
Menelao
ed
Agamennone
. Il mattino successivo
Aiace
fu trovato morto, ucciso con la spada (negli altri autori
Aiace
si suicida). La sua morte provocò una sollevazione dell'esercito che costrinse i due re a nascondersi.
Neottolemo
rese gli onori funebri a
Aiace
e fece innalzare un monumento in suo onore.
Ulisse
, sentendosi in pericolo, fuggì a
Ismaro
e il
Palladio
rimase a
Diomede
.
XVI. Desiderando morire
Ecuba
prese a urlare ingiurie e maledizioni contro l'esercito greco finché non venne lapidata.
Cassandra
vaticinò che
Agamennone
sarebbe morto nella sua casa per mano dei parenti.
Antenore
sollecitò i
Greci
a partire ed offrì loro molti doni.
Enea
fu invitato a trasferirsi in
Grecia
con premesse di ricchezza e di potere.
Eleno
ricevette da
Neottolemo
i figli di
Ettore
e molti doni dagli altri capitani.
Furono stabiliti tre giorni di lutto per
Aiace
e tutti continuarono a coprire
Agamennone
e
Menelao
di contumelie fino a costringerli a partire per primi.
Furono consegnati a
Teucro
i figli di
Aiace
: Eantide avuto da Glauca e Eurisace nato da
Tecmessa
.
XVII. I
Greci
finalmente si imbarcarono.
Enea
rimase nei pressi di
Troia
e tentò di convincere i concittadini superstiti a non lasciare il regno ad
Antenore
. Non ebbe successo e dovette partire. Giunto all'
Adriatico
fondò in un'isola una città di nome Corcire.
LIBRO SESTO
I. In pochi giorni la flotta greca giunse nell'
Egeo
ma qui fu colpita dalla tempesta.
Particolarmente danneggiate furono le navi locresi, molte delle quali colpite dai fulmini.
Aiace di Locri
cercò di raggiungere le coste dell'
Eubea
ma perì miseramente a causa di
Nauplio
che per vendicare la morte di
Palamede
accese dei fuochi sulla costa attirando la sua nave contro gli scogli.
II.
Eace
figlio di
Nauplio
e fratello di
Palamede
si recò ad
Argo
per istigare
Egialea
e
Clitemnestra
contro i rispettivi mariti parlando loro di comportamenti infedeli e di nuove mogli.
III.
Egialea
mise i concittadini contro il marito
Diomede
impedendogli di sbarcare,
Clitemnestra
ed il suo amante
Egisto
uccisero
Agamennone
, quindi si sposarono e generarono Erigone.
Taltibio
salvò da
Egisto
il figlio di
Agamennone
Oreste
e lo portò a Corinto presso
Idomeneo
.
Diomede
si unì a
Teucro
, cacciato dal padre
Telamone
per non aver salvato la vita del fratello.
Menesteo
si recò ad
Atene
con
Etra
e
Climene
.
IV.
Menelao
giunse a
Creta
dove fu informato della fine di
Agamennone
e raccontò di
Teucro
che cacciato dal padre aveva fondato
Salamina di Cipro
e della sua visita all'
Egitto
dove aveva eretto un sepolcro a Canopo suo compagno ucciso dal veleno di un serpente.
Si recò quindi a
Micene
dove cercò di contrastare
Oreste
ma desistette per l'opposizione popolare.
Dal canto suo
Oreste
si sottopose al giudizio dell'Areopago di
Atene
e venne assolto ma Erigone, figlia di
Clitemnestra
e di
Egisto
, sconvolta dalla sentenza si impiccò.
Oreste
e
Menelao
furono riconciliati da
Idomeneo
e
Oreste
sposò
Ermione
figlia di
Menelao
.
V. In quel periodo approdò a
Creta
anche
Ulisse
dopo aver evitato che
Telamone
(che lo riteneva responsabile della morte di
Aiace
) lo uccidesse.
Raccontò ad
Idomeneo
della sue avventure nel paese dei
Lotofagi
e in
Sicilia
, dei
Ciclopi
e dei
Lestrigoni
, di
Circe
, di
Calipso
e delle
Sirene
e di come aveva perduto molti compagni e molte navi nello stretto fra Scilla e Cariddi.
Idomeneo
gli donò due navi con le quali
Ulisse
si recò presso
Alcinoo
re dei
Feaci
.
VI. Ben accolto dai
Feaci
,
Ulisse
venne a sapere dei
Proci
che insidiavano
Penelope
e chiese ad
Alcinoo
di aiutarlo a vendicare l'ingiuria. Con l'aiuto dei
Feaci
raggiunse
Itaca
e ritrovò
Telemaco
. Si introdussero nella casa e massacrarono i
Proci
, quindi il ritorno di
Ulisse
fu festeggiato dal popolo di
Itaca
e
Telemaco
sposò
Nausicaa
figlia di
Alcinoo
.
In quei giorni morì
Idomeneo
lasciando il trono di
Creta
a
Merione
e tre anni dopo morì
Laerte
.
Nausicaa
e
Telemaco
ebbero un figlio che fu chiamato Ptoliporto.
Intanto
Neottolemo
venne a sapere che il suo avo
Peleo
era stato spodestato da
Acasto
e mandò gli amici Crisippo e Arato in
Tessaglia
per indagare in merito. I due inviati incontrarono Assandro, amico di
Peleo
che confermò quanto
Neottolemo
aveva saputo.
Assandro raccontò inoltre un'insolita versione della nascita di
Achille
dicendo che
Tetide
era figlia di
Chirone
e che durante le nozze fra
Tetide
e
Peleo
i convitati per ammirazione avevano chiamato
Chirone
con il nome di
Nereo
e definita
Nereide
la sposa.
Avuta la conferma,
Neottolemo
si imbarcò immediatamente per raggiungere
Peleo
ma durante il viaggio perse quasi tutte le navi a causa delle condizioni del mare. Trovò
Peleo
che si nascondeva in una grotta per scampare alle insidie di
Acasto
ed attendeva con ansia notizie del nipote.
Neottolemo
travestendosi riuscì ad unirsi nella caccia a Menalippo e ai figli di
Acasto
e colse l'occasione per eliminarli entrambi.
IX. Si presentò quindi ad
Acasto
fingendo di essere Mestore figlio di
Priamo
e di essere sfuggito a
Neottolemo
che lo aveva fatto prigioniero, quindi lo attirò in una spelonca per ucciderlo ma lo risparmiò per intercessione di
Tetide
che lo esortava a non spargere altro sangue.
Vistosi salvo,
Acasto
si affrettò a rinunciare al regno e
Neottolemo
accompagnato da
Peleo
e
Tetide
si mostrò al popolo che lo accolse con gioia.
X.
Ditti
afferma di aver conosciuto personalmente
Neottolemo
ed essere stato invitato al suo matrimonio. In quell'occasione
Neottolemo
gli narrò anche come le reliquie di
Memnone
furono portate a
Rodi
e consegnate alla sorella che le seppellì in un luogo chiamato Pallioca (non identificato).
XI. L'anno seguente
Creta
fu colpita dalle locuste che distrussero i raccolti.
Ditti
e altri due
Cretesi
furono inviati a consultare l'oracolo di
Apollo
.
L'oracolo pronunciò un vaticinio rassicurante ma avvertì i postulanti di non ripartire perché il viaggio sarebbe stato pericoloso. I compagni di
Ditti
non vollero ascoltare l'avvertimento e perirono in mare, intanto i fulmini distrussero le locusto come l'oracolo aveva preannunciato.
XII.
Ermione
era gelosa di
Andromaca
, schiava prediletta di
Neottolemo
, e pregò il padre di uccidere il piccolo Laodamante, figlio superstite di
Ettore
.
Menelao
accettò ma fu dissuaso dalle contumelie del popolo che difese il bambino.
XIII.
Oreste
, che avrebbe voluto sposare
Ermione
, tentò di convincere
Menelao
ad uccidere
Neottolemo
ma
Menelao
per non essere coinvolto tornò a
Sparta
.
Oreste
si mise in cerca di
Neottolemo
che era in viaggio e pochi giorni dopo si seppe che
Neottolemo
era morto.
Oreste
sposò
Ermione
e tornò a
Micene
.
Peleo
e
Tetide
curarono i funerali del nipote quindi mandarono
Andromaca
incinta nella casa che
Neottolemo
aveva fra i
Molossi
per metterla al sicuro da
Oreste
e
Ermione
.
XIV
Ulisse
fece interpretare agli indovini un sogno che lo aveva spaventato e quelli predissero che sarebbe stato ucciso dal figlio. Per questo motivo
Telemaco
fu confinato in
Cefalonia
e lo stesso
Ulisse
si ritirò in un luogo remoto.
XV
Telegono
, figlio che
Circe
aveva avuto da
Ulisse
, divenuto giovinetto partì in cerca del padre. Giunto ad
Itaca
fu fermato dai custodi dei campi che gli impedivano di recarsi alla reggia, indignato
Telegono
ne uccise e ferì molti. Udito l'accaduto
Ulisse
accorse e credendo che si trattasse di un sicario mandato da
Telemaco
scagliò la sua lancia contro lo sconosciuto visitatore che la schivò.
Telegono
ricambiò il colpo ferendo a morte
Ulisse
. Prima di spirare l'eroe chiese al suo successore chi fosse.
Telegono
lo riconobbe e preso dalla disperazione rivelò al moribondo di essere suo figlio.
Così morì
Ulisse
, ucciso da un figlio come gli indovini avevano preconizzato.