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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Gaio Ottavio
  • Azia
    Famiglia: Gens Octavia
    Fratelli e sorelle:
  • Ottavia Turina Minore
  • Ottavia Maggiore
    Matrimoni - Unioni:
  • Clodia Pulcra
  • Scribonia
  • Livia Drusilla
    Figli:
  • Giulia Maggiore
  • Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto imperatore



    Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto.

    Nacque il 23 settembre 63 a.C. a Roma (secondo Svetonio) o forse a Velletri (Velitrae).
    Augustus as pontifex maximus
    Ottaviano Augusto

    La sua famiglia era di condizione equestre. Il padre Gaio Ottavio aveva ricoperto la carica di pretore ed era stato il primo membro della sua famiglia a diventare senatore.
    Nominato governatore della Macedonia, aveva retto saggiamente la provincia ma al ritorno era morto improvvisamente durante il viaggio (59 a.C.) lasciando alla moglie Azia i figli Ottavia e Ottaviano.
    Azia era figlia di Marco Azio Balbo, della famiglia degli Azii Balbi di Ariccia, e di Giulia, sorella di Giulio Cesare. Per la nonna Giulia, infatti, Ottaviano a dodici anni pronunciò l'orazione funebre.
    A sedici anni Ottaviano indossò la toga virile e fu nominato sacerdote.
    Giulio Cesare si fece carico dell'educazione militare del nipote che nel 46 a.C. lo accompagnò nel trionfo e nel 45 a.C. lo raggiunse in Spagna.
    Dopo il viaggio in Spagna, Ottaviano fu inviato da Cesare ad Apollonia (Epiro) con gli amici Marco Vipsanio Agrippa e Salvidieno Rufo, per completare gli studi e, ad Apollonia nella primavera del 44 a.C. ricevette la notizia della morte di Cesare e venne a sapere che dal testamento egli risultava figlio adottivo ed erede del defunto dittatore.
    Nonostante il parere contrario di Azia e del nuovo marito di lei, Marcio Filippo, Ottaviano decise di accettare l'eredità e si imbarcò per l'Italia.
    L'eredità tuttavia si trovava nelle mani di Marco Antonio il quale rifiutò di consegnarla ad Ottaviano. Il giovane erede fu costretto ad impegnare tutti i beni familiari per far fronte, almeno parzialmente, ai lasciti di Cesare in favore della popolazione. Celebrò quindi grandi giochi in onore di Cesare per accrescere la propria popolarità mentre con l'appoggio di Cicerone si procurava in senato il consenso degli ottimati ostili a Marco Antonio.
    Dal senato ottenne l'incarico di procedere, insieme ai consoli Irzio e Pansa, contro Antonio che assediava a Modena Decimo Bruto per prendergli la provincia avuta per legato di Cesare.
    Rome Statue of Augustus
    Statua di Augusto
    Roma. Via dei Fori Imperiali
    Nella guerra di Modena Antonio fu infine battuto e costretto a ritirarsi in Gallia, ma entrambi i consoli persero la vita in combattimento.
    Quando Ottaviano chiese il consolato, il senato rifiutò adducendo come motivazioni problemi legali: non aveva l'età prevista e non aveva ancora ricoperto la carica di pretore.
    Ottaviano decise di sfruttare le circostanze a lui favorevoli, soprattutto la debolezza militare dei conservatori ed il malcontento dei suoi uomini che si erano visti rifiutare i premi in denaro che erano stati riconosciuti alle truppe di Decimo Bruto.
    Prevedendo rappresaglie i senatori deviarono a Roma truppe delle province ma quando Ottaviano entrò in città gran parte di queste legioni, prevalentemente composte da veterani di Cesare, si unirono a lui.
    Ottaviano si impossessò del denaro dello stato e distribuì i premi ai soldati ed ai poveri i lasciti di Cesare che Antonio gli aveva impedito in precedenza di erogare. Quindi ordinò la convocazione dei comizi consolari.
    Costretti dai legionari, i senatori conferirono ad Ottaviano il suo primo consolato (19 agosto del 42 a.C., aveva come collega Quinto Pedio, parente di Cesare) e riconobbero ufficialmente l'adozione, così Ottaviano cambiò il suo nome in Caio Giulio Cesare Ottaviano.
    Appena eletto fece aprire un processo contro i cesaricidi ed i loro partigiani, fra i quali fu annoverato Sesto Pompeo.
    Intanto Bruto e Cassio operavano in Asia e disponevano di forze considerevoli. Ottaviano si rese conto che per batterli aveva bisogno di alleati.
    Dopo la guerra di Modena Ottaviano giudicò opportuno trovare un accomodamento con Antonio. Affidò Roma al collega Quinto Pedio e si diresse con le sue legioni verso la Gallia Cisalpina. Il 27 novembre del 43 a.C., nei pressi di Bononia, giunse con Antonio e con Lepido alla costituzione del secondo triumvirato.

    Alla nascita di Tiberio, 42 a.C., governava Roma il triumvirato composto da Ottaviano, Marco Antonio e Lepido costituito il 27 novembre del 43 a.C. e dotato di poteri autocratici.
    Scopo dichiarato del triumvirato era la restaurazione della Repubblica, impresa da realizzare con i pieni poteri dei quali i triumviri avrebbero goduto per un quinquennio. Si stabilì che Lepido avrebbe presidiato l'Italia con tre legioni mentre Ottaviano ed Antonio, con il resto dell'esercito, avrebbero mosso guerra contro Bruto e Cassio, finanziando la spedizione con le proscrizioni e le relative confische.
    Nella prima lista di proscritti erano elencati centotrenta senatori; seguirono altre liste che colpirono trecento senatori ed oltre duemila cavalieri. Fra i proscritti erano anche parenti di Lepido ed Antonio. Sulla testa di Sesto Pompeo fu posta una taglia di centomila sesterzi.
    Premi e taglie portarono a molti tradimenti anche nell'ambito familiare dei proscritti. Quanti riuscirono a fuggire, spesso con l'aiuto di Sesto Pompeo, si unirono a Bruto e Cassio e ad altri nemici del triumvirato.
    Cicerone aveva lasciato Roma prima che vi rientrassero i triumviri, inseguito dai sicari di Antonio si rifugiò nella sua villa di Formia, sperando forse di poter raggiungere Bruto. Tradito da un liberto fu intercettato dai suoi persecutori ed il centurione Erennio, che egli aveva difeso in un processo, gli tagliò la gola (7 dicembre 43 a.C.).
    Notoriamente Antonio ordinò che la testa di Cicerone fosse esposta sui rostri del Foro e, secondo la tradizione, Fulvia moglie di Antonio trafisse la lingua dell'oratore con un ago.

    All'inizio del 42 a.C. Cesare venne riconosciuto 'Divus', divinità dello stato romano e questo rendeva Ottaviano che era stato adottato da Cesare figlio di un dio.
    Nel 42 a.C. si svolse la campagna militare che vedeva Ottaviano e Marco Antonio alleati contro Bruto e Cassio, campagna che terminò in Macedonia, a Filippi, con la sconfitta e la morte degli uccisori di Cesare. Al ritorno in Italia da Filippi di Ottaviano ebbe inizio la campagna di questi contro Lucio Antonio (fratello di Marco Antonio) e la moglie Fulvia, campagna detta Guerra di Perugia. Questo episodio culminò con l'assedio di Perugia nel 41 a.C., nello stesso anno Ottaviano sposò Scribonia, parente di Sesto Pompeo, dalla quale avrà Giulia che sarà moglie indesiderata di Tiberio.
    Nel 40 a.C. Ottaviano addivenne ad un accordo con Marco Antonio firmando il trattato di Brindisi, subito dopo ruppe l'allenza con Sesto Pompeo, ripudiò Scribonia e sposò Livia Drusilla, madre di Tiberio, guadagnando un nuovo legame con l'aristocrazia.
    Intorno al 40 a.C. la situazione era la seguente: Marco Antonio controllava le province orientali, Ottaviano quelle occidentali e l'Italia, Lepido le province africane.
    Sesto Pompeo, messosi a capo di una flotta, cercò di impadronirsi della Sicilia, della Sardegna e della Corsica. Mentre si impegnava contro di lui Ottaviano sigillava l'alleanza con Antonio facendogli sposare sua sorella Ottavia. Il matrimonio fra Antonio ed Ottavia fu di breve durata perché Antonio abbandonò la moglie per unirsi a Cleopatra VII, regina d'Egitto, con la quale già in precedenza aveva intrattenuto una relazione. Tuttavia Ottaviano, troppo preso dal problema Sesto Pompeo, accettò di rinnovare l'accordo con Marco Antonio e lo fece con il trattato di Taranto del 37 a.C.
    Nel 36 a.C. l'ammiraglio Agrippa sconfisse la flotta di Sesto Pompeo al largo di Naulochus, in Sicilia. Sesto Pompeo, sopravvissuto alla battaglia, fuggì in Asia dove venne ucciso l'anno seguente. In quell'occasione anche Lepido si oppose militarmente ad Ottaviano ma fu disarmato e privato della sua carica di Triumviro, Lepido si ritirò a vita privata mantenendo la carica di pontefice massimo.
    Negli anni fra il 35 ed il 33 Ottaviano svolse campagne militari in Illiria ed in Dalmazia. Nel 32 a.C. il secondo triumvirato si sciolse definitivamente, Ottaviano dichiarò guerra a Cleopatra per non farlo nei diretti confronti di Antonio perché l'opinione pubblica non avrebbe certo gradito la prospettiva di una nuova guerra civile.
    Nel 31 a.C. Ottaviano sconfisse ad Azio Antonio e Cleopatra che si suicidarono. Ottaviano, che aveva trentatre anni, sgominati i principali avversari si trovava ora ad essere dominatore dello scenario politico con il consenso delle forze civili e di quelle militari.
    Il 17 gennaio del 27 a.C. Ottaviano rimise i suoi poteri nelle mani del senato che commosso lo implorò di difendere la patria e di non abbandonare Roma alla catastrofe, in quell'occasione un decreto senatoriale gli conferì il titolo di Augusto ed il diritto di usare negli atti dello Stato al posto del prenome Gaio l'appellativo di Imperator. Poiché Augusto non ricevette mai una vera e propria incoronazione si suole far risalire a questa data la costituzione dell'Impero.
    Cessava così di esistere la plurisecolare realtà repubblicana di Roma ma finivano anche gli anni del travaglio che avevano comportato ben tre guerre civili in poco più di mezzo secolo.

    Da questo momento in avanti sembra che la figura di Ottaviano cambi completamente: al triumviro che aveva ordinato la proscrizione di molti illustri cittadini subentra l'imperatore illuminato, il clemente governatore, il legislatore benefico. Come scrive Ronald Syme1, il cambiamento improvviso ha spesso confuso i posteri ma non i contemporanei che compresero bene che Augusto nei panni del restauratore della Repubblica non era in sostanza diverso da Ottaviano triumviro autore di proscrizioni. Dotato di indubbie capacità politiche e di grande pragmatismo, Augusto creò una situazione in cui la classe dirigente romana poteva dire onestamente di lavorare al servizio della Repubblica mentre Augusto stesso, il princeps, teneva le redini dello stato in modo tirannico ma legalizzato.

    Subito dopo aver ricevuto il titolo di Augusto e i pieni poteri, Ottaviano attuò una riforma che suddivideva l'impero in quarantuno province distinte in due diverse categorie: quelle pacificate da tempo, dove non era necessaria la presenza di ingenti truppe romane furono affidate al controllo del senato, mentre quelle conquistate da poco o nelle quali comunque focolai di belligeranza richiedevano la presenza delle legioni venivano sottoposte al controllo diretto di Augusto che le governata tramite i legati.
    La Penisola Italica veniva divisa amministrativamente in undici regioni, la città di Roma in quattordici quartieri.
    Le province senatorie comprendevano: la Penisola Italica, la Sicilia e la Sardegna, la Gallia Narbonense, la Dalmazia, la Macedonia, l'Acaia e Creta, la Bitinia, il Ponto e parte dell'Asia Minore, la Numidia, la Tripolitania e la Cirenaica.
    Le province imperiali: le province spagnole tranne la Betica, la Gallia tranne la Gallia Narbonense, la Cilicia, la Siria, l'Egitto.
    Le undici regioni italiane: Lazio (comprendente anche parte dell'attuale Campania), Apulia (Puglia), Lucania e Brutium (attuali Lucania e Calabria), Sannio (all'incirca l'attuale Abruzzo - Molise), Picenum, Umbria, Etruria, Emilia, Liguria, Venezia, Transpadania.
    I quattordici quartieri di Roma: I - Porta Capena, II - Caelimontium, III - Isis et Serapis, IV - Templum Pacis, V - Esquiliae, VI - Alta Sannita, VII - Via Lata, VIII - Forum Romanum, IX - Circus Flaminius, X - Palatinum, XI - Circus Maximus, XII - Piscina Publica, XIII - Aventinus, XIV - Trans Tiberim.
    Alla sua morte, avvenuta a Nola il 19 agosto del 14 d.C., Augusto lasciò testimonianza di se in una iscrizione denominata Res Gestae che ci è pervenuta, nella quale racconta le proprie imprese dalle guerre civili al consolidamento dell'impero.
    Stando a Tacito quando Augusto morì alcuni sospettarono Livia di veneficio perché Augusto poco prima si era recato a visitare il nipote Agrippa Postumo (Livia avrebbe quindi temuto che riabilitando Agrippa il marito privasse Tiberio della successione).



    I rapporti fra il giovane Gaio Ottavio e Giulio Cesare:

    Il primo incontro significativo avvenne probabilmente nel 47 a.C.., quando Cesare tornò, vincitore contro Pompeo, dalla battaglia di Farsalo. Cesare fece cooptare Ottaviano nel collegio dei pontefici, poco dopo lo invitò ad unirsi a lui nella campagna africana contro i partigiani di Pompeo ma Azia - madre di Ottaviano - si oppose, ritenendo il figlio ancora troppo giovane per le cose militari. Al suo ritorno da questa campagna, comunque, Cesare volle far partecipare il nipote al suo trionfo e, valendosi dei poteri conferitigli dalla Lex Cassia, lo iscrisse nelle liste del patriziato.
    Ottaviano si ammalò mentre Cesare organizzava la sua campagna di Spagna contro i figli di Pompeo, ma appena si ristabilì raggiunse Cesare nel sud della Spagna, dopo la battaglia di Munda (17 marzo 45 a.C.).
    Cesare inviò Ottaviano in Apollonia, città greca sulle coste adriatiche a sud di Durazzo, dove avrebbe completato gli studi con Apollodoro di Pergamo, era già con lui l'inseparabile Marco Vipsanio Agrippa.
    Quando il 15 marzo del 44 a.C. Cesare fu assassinato, Ottaviano ricevette la notizia in Apollonia e ripartì per Roma: giunto in Puglia seppe che Cesare lo aveva lasciato erede dei tre quarti delle sue sostanze e lo aveva nominato suo figlio adottivo.
    Il 18 aprile del 44 a.C. Ottaviano giunse a Roma dopo aver accettato l'eredità ed aver mutato il proprio nome in Gaio Giulio Cesare.
    A Napoli fu accolto da Cornelio Balbo, fiduciario degli affari di Cesare. quindi raggiunse a Cuma la madre ed il patrigno Filippo.


    I monumenti di Augusto :

    - Mausoleo di Augusto
    - Ara Pacis
    - Meridiana con obelisco egizio
    - Pantheon
    - Terme di Agrippa
    - Tempio di Nettuno
    - Tempio del Divo Giulio (resti nel Foro Romano)
    - Arco Aziaco (resti nel Foro Romano)
    - Arco Partico (resti nel Foro Romano)
    - Residenza di Augusto sul Palatino
    - Foro di Augusto
    - Teatro Marcello
    - Portico di Ottavia


    Note:
    1. Ronald Syme - La Rivoluzione Romana - Cap. I


    Riferimenti letteratura:
  • Cicerone - Filippiche
  • Svetonio - Vite dei dodici Cesari
  • Ottaviano Augusto - Res Gestae
  • Virgilio - Eneide
  • Ovidio - Fasti
  • Properzio - Elegie
  • Aulo Gellio - Notti Attiche
  • Dione Cassio - Storia romana
  • Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Tacito - Annali
  • Plinio il Vecchio - Storia Naturale
  • Plutarco - Demostene e Cicerone
  • Plutarco - Vite di Demetrio e Antonio
  • Gaio Giulio Solino - Delle cose meravigliose del mondo
  • Aurelio Vittore - Vite degli Imperatori Romani
  • Flavio Eutropio - Compendio della Storia di Roma
  • Fozio - Biblioteca
  • Giovanni Zonara - Storia del mondo
  • Divina Commedia - Inferno
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare
  • William Shakespeare - Giulio Cesare
  • William Shakespeare - Antonio e Cleopatra
  • Girolamo Serra - Storia dell'antica Liguria e di Genova


    Vedi anche:
  • Cronologia degli Imperatori Romani
  • Cronologia dei magistrati romani




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